
Questi Pensieri presentano in modo diretto gli elementi più belli e caratteristici della spiritualità di Mariam di Gesù Crocifisso: i fiori dei suoi profondi pensieri, del suo ardente amore di Dio e del prossimo, della sua meravigliosa semplicità e umiltà, avvolti nelle affascinanti immagini della sua psicologia orientale e nel forte profumo biblico della Terra Santa, alla quale apparteneva.
Gaetano Pollio, arcivescovo di Keifeng, nella Cina centrale, viene arrestato perché "controrivoluzionario". Accadrà lo stesso, negli anni successivi, agli altri tre protagonisti di questo libro: un documento eccezionale sul maoismo, scritto da testimoni diretti che hanno subìto lunghi anni di prigionia nei laogai. Considerati pericolosi "nemici del popolo" solo perché cristiani. La violenza del comunismo maoista contro il cristianesimo è una pagina di storia troppo a lungo dimenticata. Queste voci costituiscono una testimonianza di fede preziosa ancor oggi.
Padre Ezechiele Ramin non aveva ancora 33 anni quando sparse il suo sangue nel corso di una missione di pace. Lo colpirono i pistoleiros di un latifondista in Amazzonia: il prete si era spinto troppo in là nella difesa dei contadini senza terra. Era il 1985, ma oggi, a distanza di decenni, la sua memoria non si è per nulla affievolita nella Chiesa brasiliana e nei movimenti popolari di lotta per la giustizia. E neppure in Italia, dove la sua figura amica è divenuta familiare e ispiratrice per molti in cerca di un impegno evangelico di vita.
Per «Lele», missionario comboniano originario di Padova, è stata di recente aperta la causa di beatificazione.
«Sono venuto tra di voi con semplicità e amicizia, ma, prima di porre i piedi sul suolo brasiliano, avevo fatto la mia scelta preferenziale: i poveri e gli indigeni, le due categorie più sfruttate di questa terra»
Trentacinque anni dopo il 24 marzo 1980, quando un sicario della destra e dei latifondisti uccise con due colpi di fucile il vescovo di San Salvador Oscar Arnulfo Romero mentre celebrava la messa, la Chiesa cattolica ha ufficialmente riconosciuto che il suo martirio fu «in odio alla fede», perché annunciava con coraggio, ogni domenica, il Vangelo dei poveri e degli oppressi, ricordando i nomi delle vittime di sequestri e omicidi, e puntando il dito contro i potenti e i militari. Papa Francesco, oggi, lo propone ad esempio per tutto il mondo.
Teologi, filosofi, giornalisti italiani e latinoamericani tracciano un ricordo a più voci di quello che, per il popolo latinoamericano, fin dalla sua morte è stato proclamato «san Romero d’America».
Questo volume testimonia la più che trentennale fedeltà che l’Associazione Oscar Romero e la rivista «Il Margine» hanno dedicato alla figura del vescovo di San Salvador.
Contributi di:
Luigi Adami, Giacomo Canobbio, Alberto Conci, Fabrizio Forti, Rosino Gibellini, Paolo Giuntella, Girolamo Job, Abramo Levi, Giuliana Martirani, Ettore Masina, Michele Nicoletti, Vincenzo Passerini, Rodrigo Rivas, Armido Rizzi, Grazia Villa, Alberto Vitali, Silvano Zucal
Con il discorso di Oscar Romero tenuto a Lovanio il 2 febbraio 1980 in occasione del conferimento della laurea honoris causa.
Questo libro ci fa scoprire una bella figura del cattolicesimo democratico italiano, ancora poco conosciuta: Ermanno Dossetti, fratello del grande don Giuseppe («professorino», padre costituente e monaco profetico). Ermanno Dossetti, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, è stato partigiano, segretario della Dc di Reggio Emilia, deputato dal 1963 al 1968, professore e preside nonché impegnato al fianco di Nosengo nell’associazionismo cattolico della scuola.
"Essere in relazione di stretta parentela con un grande personaggio è sempre un destino complicato: il rischio ovvio è di essere spinti a presentarsi come l’alternativa a lui per sottolineare le proprie peculiarità, oppure di divenire il gran sacerdote celebrante il rito della sua gloria (un rischio che cresce se il parente sopravvive a lui e diviene il custode autorizzato della sua memoria). C’è una terza alternativa, per la verità raramente praticata, ed è quella di scomparire nell’ombra, rimanendo al di fuori di ciò che quel legame può determinare" (dalla prefazione di Paolo Pombeni).
Prefazione del politologo Paolo Pombeni
Introduzione/ricordo del figlio di Ermanno, don Giuseppe Dossetti jr.
Matilde di Canossa è forse il personaggio femminile più importante e discusso del Medioevo europeo. Gregorio VII la definì nelle sue lettere "l'ancella di san Pietro". In lei convergevano le responsabilità di governo di una potente e ricca dinastia e insieme le istanze di cambiamento della Chiesa, poi confluite nella cosiddetta "Riforma Gregoriana". In questo libro vengono analizzati i rapporti di Matilde col mondo ecclesiale, a partire dalla prerogativa dei Canossa di insediare i pontefici, passando ai rapporti di Beatrice e Matilde con Gregorio VII, all'esame di quell'evento che fu l'incontro di Canossa, all'influenza della Contessa sulla successione a Gregorio, ai rapporti che ebbe con Sant'Anselmo d'Aosta, con Enrico V e con le donne di potere del suo tempo. Si prosegue con la questione dell'eredità di Matilde, alla quale si legano la nascita e la diffusione del suo mito, ripercorso nella storiografia confessionale della Controriforma, per concludersi con la visione di Matilde nel contesto delle relazioni con chiese locali e monasteri, come Orval in Belgio e l'abbazia di S. Benedetto Polirone, dove scelse di essere sepolta 900 anni fa.
Il 17 dicembre 2013 papa Francesco proclama santo un suo maestro spirituale, il gesuita Pietro Favre. Il volume è una raccolta dei suoi scritti e delle sue memorie. Nato nel 1506 in Savoia, Favre è sempre rimasto sostanzialmente nascosto, in confronto ai santi più conosciuti e celebrati della Compagnia di Gesù. Tuttavia, il suo ruolo è stato fondamentale e la sua persona, di grande sensibilità e dolcezza, ha sempre esercitato un grande fascino. È noto anche per avere diffuso gli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola. La sua spiritualità, che s'incentra sulla riforma della vita personale e sulla dimensione interiore di una preghiera profonda e sincera, si rivela in tutta la sua attualità. In un'epoca in cui la Riforma protestante sembra propagarsi in tutta Europa, promuove il dialogo ecumenico e la riforma della Chiesa cattolica. Muore a quarant'anni, in una piccola stanza del Gesù di Roma, tra le braccia di Ignazio.
Il testo presenta in modo coinvolgente la figura del medico giapponese Takashi Nagai (1908-1951) convertitosi al cattolicesimo. Discendente da un'antica famiglia shintoista dedita alla medicina, esercita anch'egli la professione di medico durante le due guerre tra Cina e Giappone, curando senza distinzione i giapponesi e i nemici cinesi. Si specializza poi in radiologia e lavora all'ospedale universitario di Nagasaki, dove contrarrà la leucemia a causa dell'esposizione ai raggi X. Nel frattempo la morte della madre e la lettura di Pascal approfondiscono le sue domande sul senso della vita e lo allontanano dal suo ateismo convinto, avvicinandolo alla conoscenza della figura di Gesù. Dopo un intenso cammino interiore si converte al cattolicesimo, anche grazie alla testimonianza della comunità cristiana di Nagasaki. Sposerà poi Midori, figlia della coppia cristiana che a Nagasaki lo ha ospitato a lungo. Durante il lancio della bomba atomica si prodiga, pur ferito, nel soccorrere i moribondi. Quando scopre che l'amatissima moglie è morta nell'esplosione, decide di impegnarsi instancabilmente per la pace, anche scrivendo libri in cui ha modo di esporre con competenza i terribili effetti della bomba. Divenuto famoso già in vita per la sua santità, ma ormai gravemente malato e infermo, riceve la visita nella sua umile casa sia di molte persone comuni sia famose come l'imperatore giapponese. È nominato eroe nazionale e dopo la morte gli viene dedicato un museo. Da alcuni anni è in corso la beatificazione...
L'Ottocento è il secolo dei Santi e tanti ne fiorirono. Ludovico da Casoria (Casoria - NA 1814) è un religioso dei Frati Minori Scalzi, Ordine in cui si trovò quasi senza volontà propria, ma solo per poter continuare gli studi, provenendo da famiglia povera. Ragazzo brillante, per vent'anni insegnò filosofia e matematica e condusse una vita quasi "agiata" finché, dopo richiami dei superiori e una esperienza mistica durante una adorazione eucaristica, decise di cambiare vita e di dedicarsi ai poveri e agli umili, ai diseredati e ai "senza nessuno": dai ragazzi di colore schiavi al Cairo, ai sordomuti, ai vecchi: in breve, qualsiasi emergenza si presentasse ai suoi occhi. Con l'aiuto dei Terziari francescani, che promosse ovunque, fondò i Frati della Carità o i Frati Bigi e le suore Bigie Elisabettine. Ebbe contatti con donne e uomini che hanno lasciato il segno nella loro epoca, da Daniele Comboni a Bartolo Longo, senza contare le donne figlie spirituali che hanno iniziato varie opere caritative. La sua prima biografia fu scritta lo stesso anno della morte dal cardinale Alfonso Capecelatro! "Carità sfrenata, fantasia senza limiti e rocciosa fiducia nella Provvidenza" il suo continuo correre e accorrere era radicato nella fede e nella profondità della sua vita spirituale" come conclude bene Agasso. Beatificato il 18 aprile 1993 da Giovanni Paolo II e canonizzato il 23 novembre 2014 da papa Francesco.
L'autore, ispirandosi a Gesù, l'uomo "benevolente" per eccellenza, fa un elogio della Benevolenza e fa emergere la grande necessità di recuperare la valenza di questo sentimento nei quotidiani rapporti sociali, in un tempo, quale l'attuale, carico di tensioni e di divisioni, privo di certezze, afflitto da guerre disseminate. Dopo aver analizzato gli altri otto "gusti" del frutto dello Spirito Santo (cfr. Gal 5,22), l'autore dimostra che il quinto "gusto", la Benevolenza, è un modo di "ascoltare", è una disposizione d'animo capace di "sentire il bene" che è insito nelle cose e nelle persone. Gesù lo ha dimostrato in vari suoi incontri: con i bambini, con il paralitico di Betzatà, con Giuda Iscariota, con le donne... lo ha dimostrato scegliendo di morire in croce per la nostra salvezza. Quali sono, oggi, i "luoghi" o le "situazioni" per poter vivere la Benevolenza secondo il modello evangelico? L'autore ne prende in esame alcuni: la coppia, i luoghi di lavoro, nel rapporto tra genitori e figli, nelle comunità religiose, tra amici ecc.
Nawal è l'angelo dei siriani in fuga dalla guerra. Ha 27 anni, di origini marocchine, è arrivata a Catania da piccola: da lì aiuta in modo volontario migliaia di migranti a sopravvivere al viaggio della disperazione nel Mediterraneo e a non cedere al racket degli "scafisti di terra". Vive con il cellulare sempre all'orecchio. Anche per le autorità e per Mare nostrum è un punto di riferimento, anche se non l'hanno mai incontrata ufficialmente. Ha cambiato anche l'atteggiamento della città in cui vive: tutti l'aiutano ad aiutare. Se le persone che viaggiano con i barconi della morte nel Mediterraneo hanno un angelo, il suo nome è Nawal. Se i funzionari dell'Operazione Mare nostrum e le Capitanerie di porto di tutto il Sud Italia devono ringraziare qualcuno per facilitare il loro compito, ovvero il salvare più vite possibili, devono dire grazie a Nawal. Se i giornalisti possono fare il loro mestiere raccontando per filo e per segno quello che accade, superando anche i silenzi e le attese delle risposte istituzionali, lo si deve a persone come Nawal.
Questo volume tratteggia la figura di don Elvio Damoli, direttore di Caritas Italiana dai 1996 ai 2001, e ne illustra il pensiero sulla povertà, la carità e te politiche sociali. Dopo un profilo biografico, la riflessione considera i più significativi processi di cambiamento dei contesto nazionale ed ecclesiale avvenuti nei quinquennio detta sua direzione. Vengono inoltre proposti gli editoriali scritti da Damoli per il periodico Italia Caritas su temi che spaziano dalle emergenze ai gemellaggi, dalle forme di testimonianza detta carità alle Caritas parrocchiali. Il volume si conclude con i contributi di coloro che hanno avuto t'opportunità di lavorare con don Elvio e un'appendice formata da una breve galleria fotografica.