Questo libro raccoglie «le storie di vita di alcuni migranti che sono stati accolti e assistiti dal Progetto "Artefici del nostro futuro sulle orme del Beato Giovanni Battista Scalabrini", ideato e realizzato a Reggio Calabria, con il supporto economico della Conferenza Episcopale Italiana. Auspico che l'incontro con queste "storie di vita" faccia fruttificare i germogli di bene che in questo tempo ovunque si stanno seminando, con generosità e autentico spirito di comunione».
In questi ultimi anni il difficile accesso alla casa e l’impossibilità di condurre la propria esistenza in condizioni abitative dignitose hanno rappresentato uno dei problemi più gravi nello scenario dell’Italia durante la crisi economica. Essi hanno determinato fenomeni crescenti di marginalità ed esclusione sociale per molte persone e famiglie, italiane e straniere, e ciò è avvenuto anche a causa della scarsa efficacia dei provvedimenti legislativi che hanno affrontato in modo settoriale aspetti diversi del problema, senza giungere tuttavia a prefigurarne una soluzione efficace e definitiva.
Le storie raccontate in questo volume illustrano il fenomeno da diverse prospettive, perché molto spesso il disagio abitativo si intreccia con altre situazioni di difficoltà. E mostrano come la «casa», oltre a essere un bisogno primario e un diritto fondamentale per ogni persona, costituisca il luogo delle relazioni umane vitali.
Un progetto promosso dalla Fondazione CEI Migrantes. L'uomo contemporaneo ha bisogno di recuperare la propria umanità, di imparare nuovamente ad ascoltare i battiti del suo cuore e di tornare ad interpellarsi rispetto a vicende che stanno mettendo in discussione i valori più importanti della civiltà e della convivenza umana.
Un'immagine, una pennellata di fuoco e di luce annuncia l'obiettivo del libro: accendere speranza. Una comunicazione appassionata, una testimonianza viva a favore di giovani donne violate nella loro dignità; un invito all'impegno credendo che è possibile far fiorire intorno a noi, umanità, liberazione e gioia. È possibile a tutti accendere piccole luci, in un tempo di oscurità e mancanza di visioni, come è il nostro, con i gesti del servizio, della tenerezza, della cura, ma anche della denuncia e della proposta. Parole, immagini, preghiere e cammini di donne che fanno risaltare la bellezza e la novità del Vangelo vissuto che ha la forza di permeare la vita e di portarla a pienezza.
Qualche mese fa, Alex Zanotelli chiedeva, a toni forti, ai giornalisti di far conoscere i tanti volti dell’Africa, terra di numerose culture e lingue da cui provengono molti di coloro che vengono percepiti come i disturbatori alle nostre frontiere. Il ritornello sempre più frequente è: «Perché non se ne stanno a casa loro?». Ma cosa significa «casa loro?». E poi siamo davvero così sicuri che l’Africa si stia riversando in Europa? E in che condizioni vive chi resta?
Abale e Alamtara, in Mozambico; Kabi a Nairobi; Marianne ed Enzo in Sierra Leone e poi Miracle in Benin. Sono solo alcune delle storie e testimonianze raccolte dallo stesso Autore, in Africa, e raccontate in questo libro. Un viaggio in quattro Paesi, per mettere in luce i drammi, le angherie, la povertà che ancora oggi affligge quella parte del mondo, non sempre rappresentata sugli scenari mondiali. Sullo sfondo il racconto di chi «l’aiuto a casa loro» lo offre davvero.
Oggi la parola accoglienza entra nel dibattito, nelle polemiche, nella propaganda e negli esiti delle elezioni; è una parola divisiva anche fra coloro che si dicono credenti. Pierluigi Di Piazza, prete controcorrente, parla di accoglienza partendo dalla sua esperienza personale di uomo, di prete, di insegnante, dall'esempio positivo dei suoi genitori e della solidale vita di paese, dalla freddezza riscontrata in seminario, dalla sensibilità di un insegnamento scolastico aperto e rispettoso, dalla conduzione di una parrocchia attiva e coinvolta, sempre, nell'attenzione all'altro, accogliente di ogni pensiero e diversità. Lo fa attingendo soprattutto alla sua esperienza di fondatore del Centro di accoglienza Ernesto Balducci, di custode dell'accoglienza che affronta i piccoli grandi ostacoli quotidiani con coraggio e con la fede, mettendo in discussione personali pregiudizi e paure. Il suo è un invito a riflettere, a sentire, a non girarsi dall'altra parte, ma ad accettare la sfida dell'accoglienza, per seminare una nuova umanità.
Cos’è l’economia sospesa? E’ l’evoluzione del famoso caffè sospeso tanto caro alla tradizionale generosità italiana. Grazie a Tucum, un’app per dispositivi mobili che permette di compiere l’elemosina anche attraverso la moneta elettronica, si eliminano tutti gli abusi legati ai falsi poveri e al racket dell’elemosina ed è possibile aiutare chi ha veramente bisogno. In tal senso, l’implementazione di un’app a servizio degli ultimi esprime tutta l’ingegnosità del Vangelo di Gesù. Il libro racconta come dal caffè sospeso e dagli incontri quotidiani con amici, professori, ragazzi del catechismo, persone senza fissa dimora, sia nata l’idea di un’app che consenta di realizzare un “volontariato di transito” dai donatori (chi desidera fare un’elemosina) ai beneficiari (coloro che ricevono l’elemosina).
In occasione di una singolare coincidenza storica - gli oltre 50 anni dalla creazione dell'Ufficio centrale per l'emigrazione italiana e del suo Bollettino (1965), ma anche i più di 45 anni di Servizio Migranti (1970), i 40 anni dalla pubblicazione del primo numero della rivista Migranti-press (1979) e i 30 anni dall'istituzione della Fondazione Migrantes (1987) - il volume ne ripercorre le vicende storiche ed istituzionali. Le alterne fasi della mobilità umana in Italia coincidono con protagonisti ed atteggiamenti pastorali differenti: mons. Giovanni Battista Scalabrini e mons. Geremia Bonomelli, pionieri dell'assunzione di responsabilità sulla pastorale migratoria da parte dell'episcopato italiano attraverso l'UCEI; i sempre più puntuali interventi pontifici in materia con Paolo VI e Giovanni Paolo II, fino alle tematiche più attuali dell'etica delle migrazioni con i pontificati di Benedetto XVI e Francesco. Un lungo cammino attraverso cinquant'anni di pastorale, che per la prima volta si estende dai documenti d'archivio ai tweet di papa Francesco, attingendo ampiamente ai documenti del magistero pontificio e della Chiesa in Italia. Ciò allo scopo di evidenziare il carattere di coralità che per tradizione appartiene non soltanto all'operato dell'UCEI prima e della Fondazione Migrantes poi, ma anche all'approccio dell'intera Chiesa alle diverse forme della mobilità umana.
L'emigrazione ha rappresentato e continua a rappresentare una delle dinamiche storiche ed umane più caratterizzanti l'Italia. Nel ripercorrerne le diverse fasi storiche, il volume si sofferma su un ambito spesso sottovalutato, eppure di estrema importanza: la pastorale migratoria. Attingendo al Bollettino dell'Ufficio centrale per l'emigrazione italiana e al suo erede Servizio Migranti in occasione dei 50 anni dalle prime pubblicazioni, il libro ripercorre l'epopea eroica e drammatica dell'emigrazione italiana attraverso le testimonianze di alcuni suoi interpreti privilegiati - i missionari d'emigrazione al servizio delle comunità italiane all'estero - senza per questo dimenticare il prezioso ruolo svolto dalle religiose e dai laici. Dall'Etiopia alla Danimarca, fino alle fabbriche e ai cantieri che impiegano e consumano gli italiani in terra straniera, il volume unisce storie di vita, anche pastorale, e curiosi episodi sfuggiti alle grandi maglie della storia, ma non a quelle più fitte delle cronache. Completano il libro un costante riferimento al magistero pontificio e ai documenti della Chiesa in Italia sulla mobilità umana e l'analisi di alcuni temi in grado di accomunare l'emigrazione di un tempo con quella attuale: la famiglia, i giovani e l'educazione.
Sin dai suoi albori il Popolo di Dio si caratterizza per un legame del tutto speciale con l'itineranza, che sia il nomadismo dei patriarchi, la missionarietà degli apostoli o la consapevolezza di ogni cristiano di essere ancora oggi pellegrino nel mondo. Una alterità - rispetto al mondo e alle sue logiche, ma anche nei riguardi della società circostante - che è ben rappresentata da un popolo che è al contempo molti popoli: quello romaní. È muovendo da questa considerazione che il volume ripercorre la storia della pastorale di rom e sinti attraverso l'esperienza dell'Opera per l'assistenza spirituale dei nomadi in Italia (OASNI) e della Fondazione Migrantes. Quella che lega romaní e Chiesa cattolica si dipana come una trama di progressivo incontro, ma anche di evidenti difficoltà, pazientemente intessuta da numerosi operatori pastorali, molti dei quali laici. Il costante richiamo al magistero pontificio e ai documenti della Chiesa in Italia permette di cogliere il graduale mutamento nei rispettivi atteggiamenti, culminato e al tempo stesso rinnovato dal grande incontro di Paolo VI con i popoli romaní a Pomezia nel 1965. Molto rimane da fare, tanto nella Chiesa locale quanto in quella "delle carovane", e in alcuni ambiti - da quello abitativo a quello lavorativo, dai giovani alla famiglia, prima comunità educante - permangono delle criticità, da leggere ed interpretare alla luce della storia, dell'attualità e del Vangelo.
Circensi, fieranti e lunaparkisti sono fra gli indiscussi protagonisti dello spettacolo viaggiante in Italia e nel mondo. Ciononostante, la loro storia riflette le difficoltà tipiche della gente del viaggio: i continui spostamenti, la durezza spesso incompresa del lavoro, le reciproche diffidenze che caratterizzano il rapporto con la società stanziale. Per questo è ancora più importante - e al tempo stesso affascinante - ripercorrere la storia della pastorale dei circhi e dello spettacolo viaggiante, dagli albori di don Dino Torreggiani all'attualità della Fondazione Migrantes, passando per la "carovanite" che ancora oggi contraddistingue buona parte degli operatori pastorali del settore. Il rapporto con la Chiesa, un tempo complesso, nell'ultimo secolo è andato maturando in un legame stretto e talvolta sottovalutato, che trova nei pontefici degli interpreti attenti e sensibili. Oltre che la relazione con i papi, da Pio XII a Francesco, il volume analizza alcuni temi forti e ricorrenti della pastorale della gente del viaggio: famiglia, giovani e anziani. Completa il libro una riflessione sul ruolo sociale ed ecclesiale degli "artigiani della festa", esaltato dal pontificato di Francesco, espressione del legame indissolubile tra fede, gioia e spettacolo viaggiante.
Oggi fra i temi più discussi e spesso esibita all'opinione pubblica come una novità degli ultimi anni, l'immigrazione straniera rappresenta in realtà da oltre un quarantennio una costante - sebbene variabile per caratteristiche, consistenza e protagonisti - della storia d'Italia. Sovente affrontata come un evento del tutto contingente ed emergenziale, l'immigrazione straniera in Italia è, invece, una dinamica profondamente umana, sociale e storica. Una prospettiva che emerge con particolare evidenza nell'approccio pastorale della Chiesa che, in questo campo così come in altri, intende rivolgersi all'uomo nella sua integralità. Dai profughi di guerra italiani e dall'Est europeo fino agli attuali flussi migratori, il volume analizza i mutamenti intercorsi in quasi 50 anni nella pastorale della mobilità attraverso gli occhi dell'UCEI e della Fondazione Migrantes. Particolare attenzione è prestata ai profughi, agli studenti stranieri, ai minori e alle donne. Ne emerge un'Italia come Paese a doppia identità, meta d'immigrazione eppure ancora coinvolta da importanti dinamiche emigratorie. La mobilità umana si conferma un "segno dei tempi" di straordinaria attualità, alla luce del quale leggere e rileggere la nostra appartenenza a Cristo e alla Chiesa.