Rivista monografica n. 4/ottobre - dicembre 2007. L'acqua di Rebecca. Ricerca di Dio e deserto dell'uomo nella letteratura del '900.
Rivista trimestrale di Sacra Doctrina, n. 1/gen-mar 2008. Appunti sulla formazione della prima scuola tomista (sec. XVI).
In questo volume sono raccolti gli atti del Convegno dell'AIES tenutosi a maggio 2007 sul rapporto tra fenomenologia e neuroscienze.
Il testo raccoglie i contributi del seminario interdisciplinare organizzato dalla cattedra Gloria Crucis che ha lo scopo di approfondire il significato della Passione di Cristo per l'uomo d'oggi.
Questo libro raccoglie i contributi del terzo Forum Edith Stein sul tema del linguaggio.
In questa seconda raccolta si ritrovano gli interventi che si sono maggiormente concentrati sul rapporto tra linguaggio e maturazione religiosa nel pensiero steiniano.
"Viviamo in una confusione linguistica babilonica. Con difficoltà si può usare un'espressione senza, senza dover temere che un altro intenda qualche cosa di assolutamente contrario di quanto si intendeva" (da Essere finito ed Essere eterno).
La Verità interrogò la giovane Edith Stein (1891-1942), ebrea e fenomenologa. Afferrata da Gesù, si innamorò della Verità, leggendo la Vita di Teresa di Gesù. Divenne cristiana nel 1922. Docente stimata e pedagoga amata, conferenziera nitida e scrittrice sobria, fu soprattutto un'orante segnata dalla Croce. Entrò nel Carmelo di Colonia nel 1933, quando sul suo popolo e sulla sua patria incombeva l'ombra della Croce nella forma della persecuzione nazista. Nell'eremo carmelitano la ricerca della Verità si approfondì lasciandosi inchiodare alla Croce per amore e coniugando la fede ardente con la scientificità più rigorosa. La Scienza della Croce culminò nella gassazione ad Auschwitz il 9 agosto 1942. La sua ultima opera, Scientia Crucis, ne riporta la consapevolezza gioiosa, perché come ella scrisse: "Croce e notte sono il cammino alla luce celeste: questo è il lieto messaggio della Croce".
Qual è la verità del corpo? Qual è il ruolo del corpo nella comprensione della realtà che ci circonda? Ecco alcuni degli interrogativi cui questo libro risponde con il contributo di molti specialisti.
Gli Autori di questo volume (Fabrizia Abbate, Marcelino Agís Villaverde, Luigi Aversa, Francesca Brezzi, Giovanna Costanzo, Attilio Danese, Giulia Paola Di Nicola, Claudia Dovolich, Antoine Garapon, Catherine Goldenstein, Domenico Jervolino, Peter Kemp, Giuseppe Martini, Maria Teresa Russo), curato da Daniella Iannotta, sono accomunati da una profonda e lunga frequentazione filosofica con quello che definiscono a piùriprese il Maestro: Paul Ricoeur.I loro contributi, intesi come una sorta di colloquio ideale con il noto filosofo francese, intendono mostrare, da un lato, il legame che unisce il piano della convinzione con quello etico – che di essa sta a fondamento – e, dall’altra, come nell’orizzonte etico dell’agire il «giusto» determini la qualità buona dell’azione stessa. Le loro riflessioni hanno sempre, come punto di partenza, un brano di Ricoeur, inedito in lingua italiana, che rappresenta la griglia su cui si muovono e si intrecciano i vari contributi.
Daniella Iannotta è docente di Etica della Comunicazione e di Filosofia del Linguaggio presso l’Università degli Studi Roma Tre e di Semiotica presso la Libera Università Maria SS. Assunta (LUMSA) di Roma. I suoi interessi rientrano nell’ambito della fenomenologia-ermeneutica, con particolare attenzione a problematiche di tipo linguistico-morale-teologico. Dal 1990 ha curato la traduzione delle più importanti opere di Paul Ricoeur, tra le quali ricordiamo: Il Giusto 1 (Cantalupa [To] 2005), Il Giusto 2 (Cantalupa [To] 2007), Vivo fino alla morte. Seguito da Frammenti (Cantalupa [To] 2008). Ha pubblicato inoltre numerosi saggi, tra i quali L’alterità nel cuore dello stesso (Milano 1993), Percorsi dell’esistenza (Torino 1996), Frammenti di lettura (Roma 1998), Essere. Parola. Immagine (Cantalupa [To] 2000), La comunicazione fra simbolo e immagine (Cantalupa [To] 2004) e ha curato i volumi Labirinti dell’apparenza (Cantalupa [To] 2001) e Pensare la differenza. Incontri (Cantalupa [To] 2004).
In questa bellissima meditazione, un filosofo dibatte con se stesso quanto alla speranza di sopravvivere, trovandosi nell’impossibilità intellettuale e spirituale di acconsentire a qualsiasi visione ingenua di un altro mondo che dovrebbe essere un doppio, o la copia, di questo mondo. È necessario elaborare il lutto di qualsiasi immagine, di qualsiasi rappresentazione.Nel 1996 Ricoeur pone la questione: «Che cosa posso dire della mia morte?». Come «elaborare il lutto di un voler-esistere dopo la morte»? Questa lunga riflessione sul morire, sul moribondo e il suo rapporto con la morte, e ugualmente sul dopo-la-vita (la resurrezione), passa attraverso due mediazioni: testi di sopravvissuti ai campi di sterminio (Semprún, Levi) e un confronto con un libro del grande esegeta Xavier Léon-Dufour sulla resurrezione.La seconda parte del libro è composta di testi scritti nel 2004 e nel 2005, che il filosofo stesso ha chiamato «Frammenti» (sul «tempo dell’opera» e il «tempo della vita», sul caso di essere nato cristiano, sull’imputazione di essere un filosofo cristiano, sulla controversia, su Derrida, sul Padre nostro...). Testi brevi, redatti talvolta con mano tremante, mentre è già molto affaticato. L’ultimo, della Pasqua 2005, è stato scritto un mese prima della sua morte. Paul Ricoeur, grande filosofo del XX secolo, è deceduto il 20 maggio 2005.
Prefazione di Olivier AbelPostfazione di Catherine Goldenstein
Introduzione all’edizione italiana di Daniella Iannotta
Maria Zambrano (Vélez-Màlaga 1904- Madrid 1991) mostra che morte e risurrezione, cuore del cristianesimo, riguardano non solo la vita di Dio, ma anche l'esistenza delle sue creature.
Un bilancio critico su L'evoluzione creatrice di Bergson, un classico della filosofia del '900, a cento anni dalla pubblicazione.
Riflessioni sul mondo e sulle responsabilita' dell'uomo in un'epoca di cambiamento. Questo è un testo eclettico, poliedrico, ma principalmente filosofico. Certamente non è un minitrattato di storia, nè di economia, nè di politica, nè di sociologia e nemmeno di scienza o teologia, anche se tratta di tutto questo. Vuole offrire una riflessione sul momento storico attuale e sull'uomo che vive e agisce in esso.