"La linea d'ombra" indaga gli "oscuri" decenni che intercorrono fra il ritorno della corte pontificia a Roma dopo il periodo avignonese (1378) e la conclusione dello scisma, con il definitivo ingresso in città di Martino V Colonna (1420). Sempre percepito come "di transizione" fra Medioevo e Rinascimento, questo periodo turbolento e insicuro è però anche quello in cui la città di Roma ricostruisce il proprio ruolo e gli strumenti visivi e letterari che lo esplicitano e lo visualizzano, di volta in volta ritratta quale cumulo di rovine abitate da banditi e bestie selvagge, o come luogo di impareggiabile fascino e conservazione di memoria. Il volume include studi in più di un campo "tecnico": la scultura e i monumenti funerari, la pittura e i nomi degli artisti, la precoce attività nei monasteri, la città già meta di viaggio e di esplorazione dell'Antico per i grandi artisti del primo Rinascimento.
Per Federico Cesi, fondatore dell’Accademia dei Lincei, il «natural desiderio di sapere» corrisponde a un modo plurale di pensare la conoscenza e il suo ruolo sociale e politico di fronte all’incertezza innescata dall’allargamento del mondo, dal profilarsi di nuovi modi di comprendere i rapporti fra uomo e natura, dal confronto con una vita di corte, dominata dall’interesse individuale.
Centro della rivendicazione universalistica pontificia e spazio comunicativo fra vecchi e nuovi mondi, Roma emerge come teatro barocco di un progetto di capitalizzazione dei saperi, che mobilita appassionati virtuosi, filosofi “straccioni”, medici mediatori, agguerriti pittori, scultori in gara con la natura, missionari in cerca di legittimazione.
Attraverso il racconto dell’affascinante storia del Tesoro messicano – imponente volume tardivamente pubblicato nel 1651 – si ricostruisce un cantiere di produzione naturalistica, fra sconosciuti exotica e artefatti stranamente familiari, scambi e competizioni, conflitti e negoziazioni, individuando nei saperi una lente per comprendere la dinamica storica.
Baldassarre Cossa-Giovanni XXIII fu un antipapa sui generis. Vissuto durante lo Scisma d'Occidente (1378-1417), quando di papi se ne contavano addirittura tre, questo focoso ischitano rampollo di una famiglia dedita alla pirateria fu accusato dai suoi contemporanei di incredibili nefandezze, dipinto come un campione di avidità, violenza, depravazione e, infine, dichiarato "indegno" e deposto dal Concilio di Costanza, che lui stesso aveva convocato per risolvere lo scisma.
La fuga clandestina da Costanza, il carcere duro, la liberazione e la sottomissione al pontefice legittimo Martino V non attenuano le colpe di Baldassarre Cossa. Ma, a seicento anni da quegli eventi, è forse il momento di guardare con più obiettività all'altro Giovanni XXIII. E magari scoprire che, quando la confusione è massima, perfino un antipapa può contribuire a salvare l'unità della Chiesa.
Il carattere pastorale del Vaticano II, nel suo significato più profondo, rimanda al fatto che la riflessione conciliare sulla missione della Chiesa si è confrontata con una realtà umana e storica in mutamento, alla ricerca di una mediazione capace di tenere insieme la fedeltà al vangelo del Signore Gesù e una reale assunzione della realtà umana nella sua concretezza effettiva e nelle trasformazioni storiche cui è soggetta. In questo orizzonte, l'espressione di Paolo VI che presenta la Chiesa esperta in umanità suggerisce che l'ambito dell'antropologia è un terreno decisivo per questo incontro. Nel volume contributi di carattere generale dedicati al Vaticano II e al contesto storico e culturale nel quale si è svolto e con il quale si è misurato si intrecciano con approfondimenti più puntuali dedicati alla riflessione di Paolo VI, alla sua concezione del compito pastorale della Chiesa, ai temi del suo magistero e alla visione antropologica sottesa al suo insegnamento. Particolare attenzione è dedicata ai temi della relazione tra uomo e donna, della generazione, del matrimonio e della famiglia, la cui attualità è confermata dalle due assemblee del Sinodo dei vescovi del 2014 e 2015, così come dall'esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco.
Esattamente un anno fa, il 14 ottobre 2018 veniva canonizzato Paolo VI. È stato un avvenimento di grande importanza per la Chiesa e per tutto il mondo. In occasione del primo anniversario della canonizzazione, mons. Leonardo Sapienza ha preparato questo nuovo volume in cui, mediante alcuni documenti inediti e autografi di Paolo VI, ci svela il cuore di questo grande Papa santo. Con una felice immagine, nel 1978 il Cardinale Ratzinger descrisse Paolo VI, morto qualche giorno prima, come «un uomo che tende le mani». È un'immagine che presenta un Papa che ha saputo spalancare braccia e cuore alla Chiesa, alla società, al mondo. In questo libro vengono presentati alcuni temi e riflessioni che confermano questa apertura del cuore di Montini-Paolo VI. Tra i temi affrontati, con documenti e testimonianze inedite, la determinazione di Paolo VI nel portare avanti il Concilio Vaticano II, e soprattutto il "caso" Lercaro, le pressioni da parte della Curia Romana che portarono il Cardinale Giacomo Lercaro, Arcivescovo di Bologna a dimettersi nel 1968, in realtà ad essere rimosso. Paolo VI, come testimonia una "minuta" del 10 aprile 1968, e qui pubblicata per la prima volta, gli fu sempre vicino.
Novembre, 1848. Pochi giorni dopo l'assassinio del suo primo ministro avvenuto nel cuore di Roma, papa Pio IX si ritrova prigioniero del suo stesso palazzo: l'onda rivoluzionaria che sta sconvolgendo l'Europa sembra poter mettere fine al potere temporale se non addirittura all'istituzione stessa del papato. Così, travestito da semplice parroco, Pio IX scappa da una porta secondaria e parte per l'esilio. Eppure, solamente due anni prima, la sua elezione aveva generato profondo ottimismo in tutta Italia: dopo il pontificato repressivo di Gregorio XVI il popolo guardava al nuovo, giovane e benevolo papa come all'uomo che avrebbe traghettato lo stato pontificio verso la modernità, persino favorendo la nascita di un'Italia unita. Dal desiderio di soddisfare i suoi sudditi e dalla paura, alimentata dai cardinali più conservatori, di provocare il crollo della Chiesa, scaturì un dramma fatto di intrighi politici, tradimenti, colpi di scena. David Kertzer porta in vita gli eccezionali protagonisti di queste vicende - Napoleone III, Garibaldi, Tocqueville, Metternich - e getta nuova luce sul declino del potere religioso in Occidente e sulla nascita della moderna Europa.
Il volume, pensato in occasione della Canonizzazione di John Henry Newman, racconta la storia e il rapporto con i pontefici del cardinale, teologo e filosofo inglese vissuto nel corso del XIX secolo. Grazie alla presenza di numerosi discorsi, estratti e articoli sarà possibile approfondire questa figura straordinaria le cui idee sono state fonte di ispirazione per la Chiesa e per il mondo della cultura. Maestro spirituale e guida nel cammino verso Dio, il motto del cardinale Newman, Cor ad cor loquitur, "il cuore parla al cuore", ci permette di addentrarci nella comprensione della sua visione di vita cristiana vissuta come chiamata alla santità. Sono presenti inoltre gli articoli di Tony Blair e Ian Ker.
Avvalendosi di documenti in gran parte inediti provenienti dagli archivi della Segreteria di Stato vaticana e della Gendarmeria pontificia, il volume racconta la nascita, avvenuta 60 anni fa, della Filmoteca vaticana, che con i suoi 8.000 titoli è un archivio unico nel suo genere e il principale deposito della memoria delle immagini in movimento dei pontificati novecenteschi. Un punto di vista originale per comprendere le profonde trasformazioni intervenute nell’immagine del papato e nel rapporto tra Chiesa cattolica e cinema.
II volume è frutto di circa un decennio di ricerche e di lavoro, e vuole aiutare a riscoprire l'importanza della figura di san Giuseppe come primo collaboratore, dopo Maria, nel mistero dell'Incarnazione di Gesù Cristo, nonché la rilevanza del suo esempio per il padre di famiglia. Attraverso una panoramica completa dei vari aspetti della teologia su san Giuseppe, che dimostrano come egli sia stato oggetto fin dai tempi remoti di studio e venerazione, il tema viene elaborato attraverso il percorso storico, compiuto dalla teologia iosefina. In questo percorso, viene utilizzato soprattutto l'abbondante contributo del magistero pontificio. Per questo, il presente studio ha la prerogativa di recensire tutti i documenti del magistero iosefino dei Pontefici da Pio IX all'attuale Papa Francesco (fino a1 2016), ponendoli in relazione con i loro insegnamenti sul matrimonio e sulla famiglia. Vengono inoltre messi in evidenza quei passaggi nei quali l'insegnamento dei Papi ha fatto risaltare l'importanza e l'imprescindibile necessità del ruolo del padre nella dialettica delle relazioni familiari • all'interno della società stessa, oggi spesso assente o ritenuto una figura marginale. La persona di san Giuseppe, riproposta nella sua fondamentale e unica missione di sposo di Maria • padre terreno di Gesù, può aiutare senz'altro a colmare questa lacuna e offrire un notevole contributo a riscoprire, nonché a ritrovare l'identità autentica e il ruolo precipuo del padre di famiglia nella società di oggi. Un'esauriente biografia per ciascun Pontefice permette di conoscerne meglio la personalità e di collocarla in un preciso ambito storico - da cui talvolta sono direttamente dipesi l'interesse e gli interventi del magistero legati alla figura di san Giuseppe -, nonché di scoprire taluni aspetti della devozione personale dei Papi nei suoi confronti.
Edizione completamente riscritta e arricchita di ulteriori aneddoti e testimonianze, di un classico del catalogo Ares che ripercorre la vita del papa del sorriso, dall'ordinazione sacerdotale fino all'elezione al soglio pontificio. Nell'invito alla lettura, il card. Angelo Scola ricorda: «"Noi cristiani siamo i figli della speranza, siamo lo stupore di Dio". In questa semplice convinzione, riverberata prima nella sua persona che nelle sue parole, si nasconde il segreto del fascino di papa Luciani, che in pochi giorni conquistò il mondo. Ultimamente è il fascino della fede, che in lui sempre brillò spontanea e indispensabile come il respiro per la vita. Una fede umile e robusta, saldamente poggiata sulla certezza che il Padre regge la storia di tutti e di ciascuno nella libertà e per la libertà, chiamandola a coinvolgersi con Lui».
Questo libro di Atti raccoglie la quasi totalità delle relazioni esposte da alcuni dei più importanti storici e ricercatori sul tempo di papa Innocenzo III che con entusiasmo hanno accettato di aderire all’Anno Innocenziano, organizzato dal Comitato “800 anni Innocenzo III 1216-2016” in occasione dell’ottavo centenario dalla morte del grande pontefice. I testi, riordinati in vista della pubblicazione, sono stati presentati in conferenze, incontri di studio e convegni volti a delineare la complessità della figura di Innocenzo III, al secolo Lotario dei Conti di Segni.
Federica Romiti laureata nel 2005 in Conservazione dei Beni Culturali, presso l’Università degli Studi della Tuscia - Viterbo, ha conseguito nel 2009 il Master in Sistema cultura. Metodologie, strumenti e tecniche di valorizzazione e gestione dei beni culturali nell’Ateneo di Cassino. Ha svolto attività scientifica, scavi archeologici, studi di settore e ricerche topografiche. Attualmente è direttrice del Palazzo di Bonifacio VIII in Anagni, membro del Comitato “800 anni Innocenzo III 1216-2016” e incaricato per i beni culturali della Diocesi di Anagni Alatri.
Il volume, dal carattere storico–canonistico, propone una disamina di tutti i pontefici che nel tempo hanno rinunciato liberamente alla massima carica della Chiesa, o che indirettamente sono stati costretti a farlo. In questo senso, degno di nota si rivela in particolare il confronto tra la rinuncia di papa Celestino V e quella di Benedetto XVI. L’opera riporta anche le traduzioni di due lettere, il decreto elettivo di papa Celestino e la lettera con cui il sacro collegio lo informava dell’avvenuta elezione. Spostandosi dal piano storico a quello giuridico–canonistico, lo studio si sofferma inoltre sulla genesi del canone 332, § 2 del Codex Iuris Canonici, il quale regola oggi la rinuncia al ministero petrino. In ultimo, vengono analizzati lo status e il titolo del papa rinunciatario.