La Storia dei tempi nuovi in Inghilterra, qui pubblicata nei suoi primi quattro libri - dopo Nel ricordo dei discepoli, e le Vite -, porta felicemente a compimento la trilogia delle opere progettate in occasione del IX centenario della morte del sottile e originale pensatore al quale Aosta diede i natali e che dal Medioevo non ha mai cessato di interessare storici, filosofi e teologi. Potremmo ora parlare di una felice e riuscita trilogia anselmiana: Nel ricordo dei discepoli, le Vite, la Historia Novorum in Anglia, assicurata agli studiosi di sant’Anselmo da un modo avveduto e previdente di commemorare la memoria della sua morte. Se Eadmero nella Vita sancti Anselmi ne ha descritto la «condotta privata», in quest’opera ne ritrae l’azione «politica», con le travagliate vicissitudini che l’hanno segnata a motivo dell’impegno anselmiano inteso a liberare la Chiesa dalla pretesa dei re normanni di conferire l’investitura ai vescovi. Veramente si potrebbe parlare di Anselmo «politico suo malgrado». Il suo maggiore studioso, Richard Southern, scrive: «I problemi spirituali e monastici dovevano verosimilmente essere al primo posto nei pensieri di Anselmo; i suoi consiglieri e la sua preparazione gli davano gli strumenti per affrontare solo questi». E, tuttavia, anche in questa lotta per l’indipendenza della Chiesa (libertas Ecclesiae) risalta tutta la grandezza della figura del monaco di Le Bec divenuto arcivescovo di Canterbury. Lo osservava anche Sofia Vanni Rovighi: «Non si può non riconoscere che egli lottò sempre, durante il suo episcopato, per la giustizia o per quella che egli riteneva essere la giustizia, pagando sempre di persona, e si comportò sempre con una dirittura che, se non contribuì alla sua fortuna politica, fu sempre la sua forza e talora fu disarmante anche per i suoi avversari». Papa Benedetto XVI nel Messaggio, affidato al suo inviato speciale, il cardinale Giacomo Biffi, in occasione del centenario anselmiano e letto nella cattedrale di Aosta il 21 aprile 2009, ricordava tra le «opportune e intelligenti iniziative» intraprese dalla comunità valdostana «specialmente l’accurata edizione delle sue opere». La nostra trilogia si inserisce in queste iniziative. Sicuramente, essa resterà come frutto duraturo della ricorrenza anselmiana e concorrerà a far conoscere soprattutto dal profilo storico l’avvincente avventura del "Dottore Magnifico", come la tradizione ha amato definire Anselmo.
Spogliarsi dalle proprie ricchezze è una condizione essenziale per seguire Gesù: Beata l'anima che intende questo linguaggio, che offre a Gesù le primizie dei suoi beni; tre volte beata chi lo fa con gioia, con dedizione, con fedeltà e con amore.
Una raccolta dei capolavori poetici di Prudenzio, gli inni poetico-religiosi con cui consacrare i momenti più significativi della giornata e le corone dei martiri che ne esaltano i meriti e le virtù.
Ambrogio, vescovo della città di Milano, viene festeggiato il 7 dicembre; in memoria della sua nascita viene dedicata la première musicale al Teatro alla Scala; in quei giorni si inaugura in suo onore la fiera degli 0 béj o béj, le persone meritevoli vengono premiate con l'Ambrogino d'oro, una moneta su cui è riprodotto il ritratto del santo, e a lui è persino dedicato un piatto. Nonostante questo non si sa molto di sant'Ambrogio. Da dove viene? Dove nasce? Come si è fatto vescovo? Per quale motivo era rispettato e temuto sia dai barbari germanici che dai sapienti greci? Dario Fo, in modo del tutto originale, ci racconta di quest'uomo che all'età di trentacinque anni circa si ritrova con sua meraviglia acclamato vescovo e implorato dalla popolazione ad accettare, a buttare alle ortiche l'abito di uomo del potere imperiale (amministratore, giudice, governatore, cioè al culmine della carriera), a calzare la stola e a impugnare il bastone del pastore d'anime. Ci racconta di come Ambrogio, che prima del gran volo non professava alcuna fede, completamente estraneo al problema religioso, si sia buttato nel nuovo ruolo con un impegno e una passione stupefacenti. Di come abbia rischiato di essere ammazzato decine di volte, di come abbia sollevato la gente contro l'imperatore e contro la trivialità dei ricchi.
Descrizione dell'opera
Fin dalle origini la Chiesa espresse, conservò e consolidò la propria fede mediante formule che, attraverso un processo di evoluzione, si sono gradualmente accresciute in estensione e contenuto, passando da un'iniziale semplicità e pluralità a una sempre maggiore complessità e uniformità. Il Credo riassume quindi gli articoli essenziali della fede.
Attraverso un esame ampio e approfondito, l'autore prende in considerazione le confessioni di fede a partire dal Nuovo Testamento, attraverso i concili dei primi secoli, fino alla diffusione e accoglienza in Europa del Credo apostolico, anche a opera della Riforma.
Egli non si limita a uno studio letterario e storico, ma esamina i contenuti dei formulari: i Credo della cristianità sono infatti anche veri e propri manifesti teologici, spesso profondamente marcati dai segni delle controversie del tempo.
La traduzione ora edita dalle EDB è effettuata sulla scorta dell'ultima edizione inglese (Londra 2006).
Sommario
Nota alla terza edizione inglese. Prefazione alla terza edizione inglese. Abbreviazioni. Introduzione all'edizione italiana (L. Longobardo). 1. Elementi di Credo nel Nuovo Testamento. 2. Credo e battesimo. 3. Le tappe verso la stabilizzazione delle formule. 4. L'Antico Credo romano. 5. L'insegnamento dell'Antico Credo romano. 6. Simboli di fede nell'occidente e nell'oriente. 7. Il Credo di Nicea. 8. Il significato e l'uso del Credo di Nicea. 9. L'epoca dei Credo sinodali. 10. Il Credo costantinopolitano. 11. L'insegnamento e la storia di C. 12. Il Credo apostolico. 13. Le origini del Credo apostolico. Appendice: Simboli di fede riportati in questo volume. Breve bibliografia. Indici.
Note sull'autore
John Norman Davidson Kelly (1909-1997) ha compiuto i suoi studi alle università di Glasgow e di Oxford. Ordinato sacerdote nel 1934, dal 1951 al 1979 è stato rettore alla St. Edmund Hall di Oxford, portandola all'autonomia istituzionale e aprendone l'accesso alle donne. Cultore di studi biblici e di patristica, ha insegnato all'università di Oxford e ha ricoperto numerosi incarichi ecclesiali. Nel 1958 gli è stata conferita la laurea honoris causa a Glasgow. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo A Commentary on the Pastoral Epistles. I Timothy, II Timothy, Titus (1963) ed A commentary on the Epistles of Peter and of Jude (1969), The Athanasian Creed (1962-63) e il famoso Oxford Dictionary of Popes (1986). Le EDB hanno tradotto in italiano Il pensiero cristiano delle origini (1984 31999).
Contenuto
Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo (1873-1897) è una delle sante più amate. La sua vita si consuma in soli ventiquattro anni, nove dei quali trascorsi nel monastero di clausura delle carmelitane scalze di Lisieux. Scrive tre diari in cui racconta la sua infanzia e la sua vita da monaca. Fatti quotidiani, slanci di fede e di amore, momenti difficili, fede e dubbio, la malattia che la porterà alla morte. Avvolte in una disarmante semplicità si celano una grande sapienza umana e alcune tra le intuizioni teologiche più profonde di tutta la storia del cristianesimo. Amore, fiducia, abbandono, infanzia sono le parole che segnano l’esperienza spirituale di Teresa e che dalle pagine scelte e presentate in questo libro possono portare fiducia e speranza a chiunque.
Destinatari
Tutti coloro che desiderano conoscere o approfondire la figura di questa giovane santa.
Autore
Alberto Vela ha studiato presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma e l’École biblique di Gerusalemme conseguendo la licenza in Sacra Scrittura. Lavora nella redazione delle Edizioni Messaggero Padova seguendo in particolare i settori biblico e liturgico. Per la stessa casa editrice ha curato diversi sussidi liturgici e ha pubblicato Le feste dei cristiani (2008), Salmi e preghiere(2009) e, con Giuliana Barzon, Scopri il Natale (2007), Scopri la Pasqua (2009).
"Questo volume si rivolge a quanti avvertono il desiderio di scoprire il senso più vero del proprio essere. È una sintesi di storia della mistica rivolta ai non specialisti in materia. L'obiettivo vero dell'autrice sembra essere quello di introdurre personalmente i lettori nella vita mistica, offrendo con grande chiarezza gli strumenti e i concetti che ci consentono di promuovere la consapevolezza della nostra relazione con Dio presente nell'esistenza quotidiana e nelle piccole cose della nostra vita." (dalla presentazione)
Contenuto
Agostino di Ippona (354-430) è una figura che non smette mai di affascinare. Instancabile e inquieto ricercatore della verità, ragionatore lucido e «spietato» attira quanti non si accontentano di dogmatismi astratti ma cercano con la ragione il senso della vita, intrecciando esistenza e pensiero. Convertito dall'incontro con Cristo, diventa un credente appassionato e profondo. Il popolo di Dio lo investe prepotentemente del ministero prima di presbitero, poi di vescovo. L'epilogo della sua avventura terrena arriva in uno dei momenti più drammatici della storia: la caduta dell'impero romano. Il libretto traccia un'essenziale biografia di questo uomo così «moderno» nella sensibilità per poi offrire un'antologia commentata di brani semplici e accattivanti che, da un lato, servono a dare una conoscenza di base di questo grande personaggio, dall'altro, toccano argomenti di vita e di fede vicini all'esperienza del lettore del nostro tempo.
Destinatari
Per tutti.
Autore
Adolfo Scandurra, religioso carmelitano scalzo e sacerdote, è laureato in filosofia all'Università cattolica di Milano.
IL SAPORE DEI PADRI DELLA CHIESA NELL’ESEGESI BIBLICA di Guido Innocenzo Gargano.
A una prima lettura, l’interpretazione dei testi biblici fatta dai Padri della Chiesa può apparire datata e troppo lontana dalla sensibilità moderna e contemporanea. Essi erano infatti immersi in un contesto culturale molto diverso da quello del lettore contemporaneo, che si trova a volte nell’impossibilità di “gustare” i commenti e le intuizioni di quegli autori che hanno lasciato una profonda impronta nella storia del cristianesimo. Questo volume cerca di introdurre alla comprensione di alcuni elementi dell’ermeneutica (l’arte dell’interpretazione) propri dell’ambiente in cui si è affermato il cristianesimo,segnato dall’eredità ebraica e dalla cultura greco-romana. Lo scopo del libro è invogliare a leggere con più frutto i testi dei Padri della Chiesa,nella consapevolezza che la fede,chiave ermeneutica per eccellenza della Bibbia,rimane per tutti noi,ancora oggi,la motivazione principe del nostro interesse per quel libro che ha un “sapore” assolutamente “diverso” da tutti gli altri.
DESTINATARI
Studenti di teologia,laici impegnati,religiosi.
AUTORE
Guido Innocenzo Gargano, monaco camaldolese, ha ricoperto diversi incarichi istituzionali nella Congregazione Camaldolese e nella Congregazione per le Chiese Orientali Cattoliche. Attualmente risiede a Roma come Procuratore Generale e Priore del monastero di San Gregorio al Celio. Professore straordinario di Patrologia al Pontificio Istituto Orientale,insegna Storia dell’Esegesi dei Padri presso il Pontificio Istituto Biblico. Ha fondato i “Colloqui ebraico-cristiani di Camaldoli” e ha collaborato a diverse opere collettive e a dizionari di teologia e spiritualità. Numerosi i suoi volumi di lectio divina sui Vangeli e sulle Lettere di San Paolo.
La dottrina dei dodici apostoli è una breve e chiara esposizione della fede cristiana; un piccolo catechismo e insieme una raccolta di norme liturgiche e disciplinari. È un testo antichissimo – redatto forse in Siria verso il 50-60 d. C. – che mostra di non conoscere i Vangeli nella loro versione attuale, in quanto successivi.
Ci dà informazioni preziosissime sulle prime comunità cristiane. Tratta della formazione dei catecumeni e dei missionari; della scelta dei vescovi e dei diaconi; dei rapporti interni alle giovani e piccole Chiese; dell’importanza del lavoro svolto con serietà e impegno; della responsabilità data e richiesta all’assemblea dei fedeli.
Di massima importanza sono i brani relativi al battesimo, all’eucarestia – che aveva ancora una forma molto diversa dall’attuale – e all’agape fraterna, che all’epoca precedeva l’eucarestia.
Non conosciamo il suo autore. Il testo integrale è stato scoperto solo alla fine del 1800, all’interno di un manoscritto ritrovato a Gerusalemme. Ma l’Opera era già nota a causa delle citazioni che ne avevano fatto i Padri della Chiesa; segno che essa era, già nei primi secoli, molto diffusa per la sua autorevolezza.
La beneficenza è un dovere della vita cristiana, che ha come origine e modello la beneficenza di Dio per noi. L’amore del prossimo, infatti, ha come sua ultima radice l’amore di Dio, ossia la benevolenza di Dio per noi manifestata nella sua opera di salvezza.
Partendo da questi fondamenti teologici contenuti nella Sacra Scrittura, Cipriano espone le ragioni, la necessità e le modalità delle opere di carità, che hanno una dimensione personale ed ecclesiale.
La bontà di Dio ci ha fatto dono della salvezza in Cristo tramite il battesimo,ma ci offre un ulteriore mezzo di purificazione e di guarigione dai nostri peccati tramite la beneficenza e le elemosine, i cui vantaggi spirituali sono molteplici. Del resto, la generosità verso il prossimo è generosità verso Dio, poiché quanto è donato al povero e al bisognoso è donato a Dio.
Non si può dimenticare, infine, che il giudizio che Cristo pronuncerà sulla nostra vita verterà sull’amore che avremo negato o donato ai fratelli.
A cura di Piero Scazzoso ed Enzo Bellini
Introduzione di Giovanni Reale
Saggio integrativo di Carlo Maria Mazzucchi
Testo greco a fronte
“Della natura divina non c’è parola, né nome né conoscenza;
non è tenebra e non è luce, né errore, né verità,
e nemmeno esiste di lei in senso assoluto affermazione
o negazione, ma quando affermiamo o neghiamo le cose
che vengono dopo di lei, non affermiamo né neghiamo lei;
dal momento che supera ogni affermazione la causa
perfetta e singolare di tutte le cose, e sta al di sopra
di ogni negazione l’eccellenza di chi è sciolto assolutamente
e da tutto e sta al di sopra dell’universo.”
Il Corpus dionisiano, sintesi del neoplatonismo greco e del pensiero cristiano, è costituito da una serie di scritti: la Gerarchia celeste, la Gerarchia ecclesiastica, i Nomi divini, la Teologia mistica e Lettere. Questi scritti per certi aspetti stanno alla base della teologia medioevale di lingua latina nelle sue più svariate forme (dalla dottrina degli angeli all’ecclesiologia), in quanto furono attribuiti anacronisticamente a quel Dionigi, personaggio ateniese, convertito da San Paolo dopo il discorso all’Areopago narrato negli Atti degli Apostoli. In realtà in questi scritti è chiaramente presente un linguaggio neoplatonico molto vicino a quello di Proclo e di Damascio, il che lascia pensare a una datazione intorno alla metà del VI secolo. Furono commentati da Massimo il Confessore e da Giovanni Scoto Eriugena, e si possono considerare il punto di partenza di tutta la teologia negativa e fonte di ispirazione del misticismo cristiano medievale e moderno, da Meister Eckhart fino a Edith Stein. Dopo la scoperta in età moderna della loro inautenticità, ci si è resi conto della preminenza del pensiero neoplatonico su quello cristiano. Cristo, pur spesso citato, non trova spazio adeguato nell’impianto metafisico-teologico, in modo sorprendente. Resta un mistero se l’Autore fosse un credente che cercasse di assorbire nel pensiero cristiano il pensiero tardo-antico pagano, o se fosse un dotto filosofo che cercasse invece di assorbire nel pensiero pagano il pensiero cristiano.
Carlo Maria Mazzucchi, nel Saggio integrativo che qui presentiamo, illustra l’ipotesi rivoluzionaria secondo la quale l’Autore potrebbe essere proprio Damascio, che ha scritto questo imponente Corpus in senso anticristiano. In ogni caso, va tenuto presente il fatto che la “storia degli influssi” del Corpus dionisiaco va ben al di là degli intenti dell’Autore, e che alcune pagine rimangono esemplari, e sotto vari aspetti costituiscono punti di riferimento irreversibili.
Piero Scazzoso (1912-1975) è stato docente di Lingua e Letteratura greca all’Università Cattolica di Milano. Studiò a fondo il linguaggio e il significato del Corpus nella tradizione cristiana, soprattutto orientale. Alla traduzione delle opere del Corpus dionisiano lavorò per quindici anni (dal 1960 alla morte). Morì prima di vedere la pubblicazione della sua traduzione.
Enzo Bellini (1934-1981), è stato docente di Storia della Teologia presso l’Università Cattolica di Milano e di Patristica e Patrologia presso la Facoltà Teologica Interregionale di Milano. Era specialista del pensiero tardo-antico cristiano, cui ha dedicato una serie di lavori. Negli ultimi anni si era occupato soprattutto dell’approfondimento del pensiero metafisico-teologico espresso nel Corpus dionisiano. A lui è stato affidato il compito di preparare la pubblicazione della traduzione di Scazzoso, accompagnata dalla sua interpretazione, espressa nel nutrito Saggio introduttivo e negli imponenti apparati (prefazioni, parafrasi, note e indici).
Carlo Maria Mazzucchi è professore di Filologia Bizantina presso l’Università Cattolica di Milano, ed è un conoscitore al più alto livello nazionale e internazionale del pensiero tardo-antico e bizantino.
Giovanni Reale è uno dei massimi storici della filosofia antica. La sua sterminata produzione scientifica copre tutto l’arco del pensiero antico pagano e cristiano; ha dedicato monografie specifiche a Parmenide, Melisso, Socrate, Platone, Aristotele, Teofrasto, Pirrone, Plotino, Proclo e Agostino. La sua opera maggiore è la Storia della filosofia greca e romana in 10 volumi, pubblicata da Bompiani.