La cabala, la grande corrente mistica ed esoterica dell'ebraismo, ha conosciuto una fioritura considerevole alla fine del XIII secolo. All'origine dell'infatuazione: "lo Zohar". Etimologicamente, è il Libro dello splendore, un trattato esoterico ebraico la cui influenza arriverà a eguagliare quella del "Talmud". La paternità di questo commentario in aramaico dei principali passi del Pentateuco è attribuita - principalmente - a Moseh di León (1240-1305). Come è nato lo "Zohar" Perché fu scritto, e da chi? Qual è il suo messaggio, il suo significato? Come una letteratura simile - dato che si tratta propriamente di un corpus costituito da testi diversi - ha potuto superare i secoli senza ostacoli, cristallizzarsi intorno a un nocciolo duro, darsi un titolo generico stabile, arricchirsi di contributi ulteriori e giungere a far concorrenza alla supremazia del Talmud, dove sono pure consegnati per iscritto nientemeno che il vissuto e il pensiero degli Ebrei per circa mezzo millennio? Nel rispondere a questi interrogativi, Maurice-Ruben Hayoun ci permette di comprendere meglio la natura e l'originalità di questo testo affascinante e di collocarlo in rapporto ad altre correnti del pensiero ebraico
Negli anni Novanta vengono aperti al pubblico gli archivi di Berlino Est e la teologa Katharina von Kellenbach ritrova tra gli schedari una busta contenente alcuni documenti appartenenti a una donna, Regina Jonas, nata nel 1902 a Berlino e ivi ordinata rabbino il 26 dicembre 1935. La notizia suscita grande interesse e da quel momento Regina Jonas viene spesso citata come personaggio straordinario, precursore dei tempi. La sua vicenda non va però considerata come un evento singolare. Le pagine di questo volume presentano la figura della rabbina Jonas, infaticabile insegnante e "curatrice di anime", nel contesto della società della Berlino dei primi anni Trenta. Deportata nel ghetto di Terezín, massima rappresentazione della resistenza non armata a cui durante la Seconda guerra mondiale presero parte molti intellettuali tedeschi, Regina scelse di rimanere a condividere il destino dei suoi correligionari, per difendere il valore più sacro per l'ebraismo: la vita.
L'originalità del volumetto risiede nell'innestare la tradizione chassidica nell'alveo degli scritti neotestamentari. L'autrice si prefigge, infatti, di portare all'"incontro con una alta espressione della spiritualità ebraica". I capitoli sono ritmati attorno a quattro temi esistenziali e teologici: la positività e bellezza della vita, la preghiera, la paternità spirituale, la gioia del Signore. Tali temi rappresentano la piattaforma sulla quale si innesta un'antologia di racconti della tradizione chassidica, reinterpretati in chiave cristiana.
Secondo volume della collana "Fattore R", una collana chiusa di 16 volumi. "Ebraismo" presenta la religione ebraica a partire dalla sua peculiarità, passando per gli elementi storici e i motivi teologici, comprendendo una rassegna dei testi, feste, luoghi e simboli sacri. I capitoli finali vertono sull'ebraismo moderno e sulla questione della "terra" tra Bibbia e questione palestinese. Gianpaolo Anderlini, è docente di materie letterarie al Liceo Scientifico "A.F. Formiggini" di Sassuolo e redattore della rivista Qol, che si occupa del dialogo ebraico-cristiano. Ha pubblicato articoli e contributi su Bibbia e Oriente, Rivista Biblica Italiana, Orientamenti, Parola, spirito e vita e in diverse opere collettive. Segue e coordina le attività della Scuola di lingua e cultura ebraica di Salvarano (RE).
Conoscere l'alfabeto ci permette di scrivere, ma conoscere i valori segreti delle lettere ci permette di possedere la "Conoscenza dei Misteri". L'alfabeto ebraico ha, per la speculazione qabbalistica, un valore eminente: esso non è solamente il veicolo di transito di ogni pensiero, ma - ne fa fede la Bibbia è il pilastro portante sul quale è stato creato l'intero universo. Immutabile nei secoli, come immutabile è stata la realtà del popolo ebraico con i suoi valori mistici, esoterici, speculativi; e di tutto ciò questo libro offre una testimonianza completa. Lo Zòhar (Libro dello splendore) narra che, quando ancora tutto era caos, ogni lettera si presentò a Dio chiedendogli di essere usata per realizzare la Creazione. L'alfabeto ebraico non va quindi visto come una semplice sequenza di segni atti a trascrivere parole e frasi. Addentrandosi nella tradizione esoterica, si scopre che a ogni lettera è stato attribuito un fondamento della conoscenza religiosa stessa, e questa si basa sulle lettere quali ricettacoli della potenza divina. In questo libro Gabriele Mandel ci aiuta a conoscerne i valori, capire le inferenze, penetrare a fondo i misteri, anche magici, delle lettere dell'alfabeto ebraico. Di ognuna traccia le caratteristiche grafiche e fonetiche, i significati simbolici e l'esatta traslitterazione. Nella seconda parte del volume viene presentata una panoramica dell'uso estetico delle lettere, nei manoscritti e nei libri a stampa che, fra i più antichi, sono patrimonio dell'umanità tutta.
Ebraismo come legame tra l'uomo e Dio e come partecipazione al mondo, alla storia, alla cultura. Ebraismo laico come ebraismo autentico. Dalle origini bibliche dell'ebraismo laico alla sua ripresa nell'età moderna e contemporanea.
La storia degli ebrei e dei loro rapporti con i cristiani costituisce un capitolo centrale della storia più ampia della diffìcile convivenza di religioni e culture diverse. In Italia la scarsa comunicazione tra storia degli ebrei e storia generale ha fatto si che essi siano diventati "invisibili" sul piano storico. Si trascurano cosi le indicazioni che l'analisi delle istituzioni, delle norme e dei comportamenti che li riguardavano offre per la ricostruzione storica complessiva della società europea. Questo volume esamina, per l'età moderna, caratteri dell'intreccio delle relazioni tra il mondo ebraico e quello cristiano, senza ignorare i conflitti e le paure ma inserendo anch'essi nell'ottica dell'interrelazione costante. E posto cosi in discussione il paradigma interpretativo consueto, sostanzialmente falsificatorio, della separatezza e dell'incomunicabilità. La definizione dell'eresia e degli eretici, la caccia ai libri proibiti, le condanne della stregoneria e anche dei vietatissimi rapporti affettivi e sessuali tra ebrei e cristiani, il lessico del pregiudizio e della discriminazione, il discorso dei diritti e della cittadinanza, sono le questioni affrontate nel volume che delineano un quadro storico nuovo, tale da incidere sulle interpretazioni consuete di ciascuno di tali fenomeni. Ne nasce una storia unica, non più divisa, fatta di gruppi e di individui che parlano tra di loro e operano spesso insieme.
Molte persone interessate alla questione ebraica sono solite chiedere se ci siano nel Talmud espressioni che possano sembrare di odio verso i cristiani. La confusione di opinioni a questo riguardo è talmente grande che, a sentire coloro che trattano l’argomento, parrebbe quasi che stiano parlano di una razza antica e lontana dai nostri tempi, e non del popolo di Israele che vive in mezzo a noi secondo un codice morale immutabile che continua anche oggi a regolare la loro vita religiosa e sociale. Ho intrapreso perciò il compito di dimostrare ciò che veramente insegna il Talmud a proposito dei cristiani, per potere in tal modo soddisfare i desideri di coloro che vogliono conoscere questa dottrina da fonti originali.
Composta tra il 1317 e il 1329, l'opera che qui viene tradotta per la prima volta in italiano è il capolavoro del filosofo provenzale Lewi ben Gersom (Gersonide, 1288-1344), la figura più significativa del pensiero ebraico aristotelico dopo Maimonide. Le guerre del Signore costituiscono una vera e propria summa dei principali temi della speculazione medievale, affrontati da una prospettiva rigorosamente filosofica ma fedele al tempo stesso agli insegnamenti sapienziali della propria tradizione religiosa, in una sorta di "armonia prestabilita" tra la filosofia e la Torah. I temi affrontati spaziano dalla polemica contro lo stile di scrittura esoterica di Maimonide e dalla questione dell'immortalità individuale dell'anima fino all'analisi delle forme non-razionali della conoscenza umana (sogno, divinazione e profezia), al problema della teodicea e della conoscenza divina dei futuri contingenti, per arrivare all'elaborazione di una visione del cosmo in cui dati astronomici e astrologici si compongono in un grandioso affresco cosmologico, al cui interno viene impostato e finalmente risolto il problema della dimostrazione razionale della creazione dell'universo. In questa traduzione il testo ebraico è stato ricostruito sulla base della editio princeps dell'opera (1560), collazionata con tre autorevoli manoscritti, le cui varianti vengono puntualmente registrate nelle note a pie' di pagina della traduzione.
Chi sono i negazionisti? Perché negano che le camere a gas siano mai esistite? Qual è l'intento che hanno di mira? Questo libro offre una prima riflessione politica e filosofica su un fenomeno, di dimensioni internazionali, radicato e diffuso anche in Italia, dove gli adepti del negazionismo sono andati costruendo il luogo della loro negazione nell'ombra propizia degli ultimi decenni. Di qui rivendicano il diritto di poter negare lo sterminio degli ebrei d'Europa attraverso libri, periodici, siti web, e avvalendosi non di rado anche di una cattedra. Ma il negazionismo è un'opinione come un'altra? Il nesso di complicità tra annientamento e negazione rende problematico il concetto di opinione. I profanatori della cenere perseguono la "verità" di Hitler, ne vogliono portare a termine il progetto politico. Attraversando le bassure della negazione, dai nuovi hitleriani fino a Mahmoud Ahmadinejad, emerge la minaccia di una negazione che non si limita al passato, ma vorrebbe reiterarsi nel futuro. E in tale contesto che va ripensata la "singolarità" di Auschwitz.
Questo studio ha inteso avvicinarsi al difficile percorso etico e culturale della nostra epoca, al cui interno il pensiero ebraico mostra ancora tutta la sua antica giovinezza nel formulare nuove mappature, che dalle rassicuranti pareti del sacro offerte dal tempio si espandano verso la lettura difficile del tempo presente. Visto così, lo spazio empirico, rappresentato dai tanti esodi dalla terra promessa e dalle tante forzate diaspore verso paesi inospitali, si trasforma in spazio simbolico: dalla particolarità del popolo ebraico ad essere popolo scelto, "separato", dagli altri popoli ad una comunità aperta all'universale in ragione del suo implicito compito messianico. I viaggi intorno al nome impronunciabile non sono che la cifra filosofica del bisogno di attraversare il paesaggio complesso e affascinante rappresentato dall'opera millenaria che ha da sempre legato la parola biblica, il commento e le interpretazioni talmudiche con quella riflessione contemporanea provata dalle crude prove della storia.
Nel suo recente libro su Rashi, Elie Wiesel afferma che tra i differenti commentari da lui presi in considerazione quello del rabbino di Troyes è «unico, differente, indispensabile». Ed è esattamente così! A poco meno di un millennio dalla nascita di questo grande interprete, le spiegazioni, semplici e profonde che ha dato dei passi biblici e talmudici, rimangono insuperate.
Le sue letture, focalizzate soprattutto sul senso letterale della Scrittura, hanno rappresentato un nuovo inizio nel campo dell’esegesi. Tuttavia la fedeltà testuale non significa aridità e abbandono dell’ampio materiale della tradizione dedicato al senso allegorico, morale e anagogico: il tutto viene riplasmato per precisare e arricchire il significato dei versetti. Comprendere pienamente i commenti di Rashi, specialmente per il suo abbondante uso delle fonti, non è dunque un facile compito, e non lo è mai stato. Per questa ragione, nel corso della storia sono stati scritti più di duecento commentari per aiutare a meglio capire il suo commento biblico.
Il presente lavoro intende svelare la profonda ed erudita sapienza che si nasconde nelle concise e spesso ellittiche esegesi di un passo. In primo luogo viene fornita una traduzione dei primi dodici capitoli dell’Esodo e del Commento che Rashi ne ha fatto; il Commento viene poi, approfondito attraverso i Supercommentari; infine, proprio perché i commenti al Commento si sono spesso trasformati in nuovi commenti del testo biblico, riporteremo anche le possibili ulteriori interpretazioni.