
Articolo. 1944: L'ANNO ZERO DEL RISTABILIMENTO DELLA LIBERTÀ E DELLA DEMOCRAZIA IN ITALIA -
Articolo. IMMAGINI DEL PARADISO NELLA LETTERATURA MODERNA -
Articolo. PRIORITÀ DELLA PERSONA? -
Focus. UCRAINA: POSSIBILI SOLUZIONI DEL CONFLITTO -
Vita della Chiesa. IL PAPA, LE ISTITUZIONI, LA CORRUZIONE -
Rivista della Stampa. UNA RICERCA SULLA «PACEM IN TERRIS» -
Note e Commenti. LE CRITICHE DEGLI SCIENZIATI ALLA TEOLOGIA -
Arte Musica Spettacolo. «12 ANNI SCHIAVO», UN FILM DI STEVE MCQUEEN -
Rassegna bibliografica. RASSEGNA BIBLIOGRAFICA -
Articolo
1944: L'ANNO ZERO DEL RISTABILIMENTO DELLA LIBERTÀ E DELLA DEMOCRAZIA IN ITALIA
Giovanni Sale S.I.
Quest’anno ricorre il settantesimo anniversario dello sbarco alleato in Normandia, il memorabile D-Day del 6 giugno 1944; l’evento è stato celebrato, nei luoghi dove si svolse, con particolare enfasi e solennità. Esso infatti è stato decisivo per le sorti dell’Europa, sottoposta al dominio nazista e duramente provata da quasi 5 anni di guerra, che distrusse gran parte delle città e costò la vita anche a milioni di civili. Il 1944 fu però importante anche per le vicende italiane: il giorno precedente il D-Day, Roma fu liberata dall’occupante nazista, mentre la parte Nord della penisola era ancora impegnata in una dura guerra contro i nazi-fascisti. In qualche modo il 1944 può essere indicato come l’anno zero per il ristabilimento, seppure ancora parziale, della democrazia e della libertà nel nostro Paese. In questo articolo si ripercorrono, anche se limitatamente all’aspetto istituzionale, le tappe più significative che, a partire dal giugno del 1944 fino agli importanti impegni costituzionali del 1946, hanno posto le fondamenta per la costruzione di una «nuova Italia» democratica e repubblicana.
© Civiltà Cattolica pag.105-118
La struttura del giorno è così composta: 1a pagina: è presentato il giorno e il santo con una frase che introduce liturgicamente le letture o la festa del giorno;
2a-3a-4a pagina: le letture del giorno; 5a-6a pagina: un commento alle letture, una preghiera che personalizza il rapporto con Dio, e un approfondimento biblico su una parola chiave delle letture.
Dall’introduzione:
Molti pongono la solita domanda: «Don, io non riesco a pregare! Come faccio a sentire vicino il Signore?» Questo strumento vuole essere un tentativo di risposta al desiderio di preghiera e di interiorità espresso da molti in un mondo frammentato e caotico.
Nasce dall’esperienza fatta in questi anni in cui assistiamo ad un crescente desiderio di riscoperta di una fede che non sia una vaga appartenenza culturale.
Contiene:
- Letture della messa del giorno
- Ordinario della messa
- Orazioni delle domeniche e solennità
- Compieta del giorno
INSIEME NELLA MESSA è un sussidio semplice e immediato per seguire le letture e le preghiere della Celebrazione Eucaristica. È pensato sia per chi partecipa quotidianamente alla Santa Messa sia per coloro i quali, non potendovi partecipare ferialmente, desiderano, tuttavia, accostarsi alla Parola di Dio proclamata in quel giorno nelle assemblee liturgiche. Oltre alle letture, la pubblicazione contiene l’Ordinario della Messa, un’introduzione liturgico - spirituale alle domeniche e feste ed un sommario delle domeniche, feste e commemorazioni liturgiche del mese corredate da sobrie ed essenziali notazioni agiografiche.
Vengono riportate, inoltre, le intenzioni mensili dell’Apostolato della Preghiera. Il formato tascabile e molto maneggevole consente un impiego agile e alla portata. Particolarmente indicato per quelle comunità parrocchiali dov’è attivo il gruppo dei lettori ministeriali, all’interno dei quali può essere utilizzato negli incontri formativi preparatori alle celebrazioni feriali e festive. La veste tipografica con la copertina a colori rende questo sussidio gradevole e moderno.
Contiene
- Letture della messa del giorno
- Ordinario della messa
- Introduzione liturgico-spirituale alle domeniche e feste
- Sommario delle domeniche, feste e commemorazioni liturgiche del mese
INSIEME NELLA MESSA è un sussidio semplice e immediato per seguire le letture e le preghiere della Celebrazione Eucaristica. È pensato sia per chi partecipa quotidianamente alla Santa Messa sia per coloro i quali, non potendovi partecipare ferialmente, desiderano, tuttavia, accostarsi alla Parola di Dio proclamata in quel giorno nelle assemblee liturgiche. Oltre alle letture, la pubblicazione contiene l’Ordinario della Messa, un’introduzione liturgico - spirituale alle domeniche e feste ed un sommario delle domeniche, feste e commemorazioni liturgiche del mese corredate da sobrie ed essenziali notazioni agiografiche.
Vengono riportate, inoltre, le intenzioni mensili dell’Apostolato della Preghiera. Il formato tascabile e molto maneggevole consente un impiego agile e alla portata. Particolarmente indicato per quelle comunità parrocchiali dov’è attivo il gruppo dei lettori ministeriali, all’interno dei quali può essere utilizzato negli incontri formativi preparatori alle celebrazioni feriali e festive. La veste tipografica con la copertina a colori rende questo sussidio gradevole e moderno.
Contiene
- Letture della messa del giorno
- Ordinario della messa
- Introduzione liturgico-spirituale alle domeniche e feste
- Sommario delle domeniche, feste e commemorazioni liturgiche del mese
MEETING/1
Il sito
MEETING/2
Il testo integrale dell'articolo di John Waters
SEDAKOVA
È possibile un nuovo inizio? (Pagina Uno, Tracce, maggio 2014)
CUBA
Storie. «Guardiamo gli occhi, devono essere quelli»
MOVIMENTO/1
Il ricordo di Aldo Baldini
MOVIMENTO/2
La giornata di Passos in Brasile
HORVAT/1
Il sito del fotografo
HORVAT/2
Una galleria di immagini di Henri Cartier-Bresson
FLANNERY O'CONNOR/1
Postfazione di Luca Doninelli a "La saggezza nel sangue" (Garzanti)
FLANNERY O'CONNOR/2
Un'intervista a un grande conoscitore della scrittrice in occasione della pubblicazione del diario di preghiere (tracce.it, novembre 2013)
LA GRANDE GUERRA/1
La prima puntata della serie
LA GRANDE GUERRA/2
Un articolo da Tracce su Carlo d'Asburgo
LA GRANDE GUERRA/3
La tradizione dei canti dei soldati
LA GRANDE GUERRA/4
Itinerari tra le trincee
MAESTRI DELLO SGUARDO
Robert Adams
SARAJEVO
Il convegno della Fondazione Oasis
ANTEPRIMA MEETING
Il vero centro di Sabatino
OPERE SOCIALI
Tra le gemelle, l'oceano
Dedicato sia a chi frequenta quotidianamente la Messa, sia a chi non può prendervi parte, il libretto tascabile contiene la liturgia della Parola e le parti proprie delle celebrazioni eucaristiche feriali e festive, affiancate dal commento di fratel MichaelDavide Semeraro osb e da una preghiera quotidiana. Segnala i Santi del giorno e le feste, giornate e ricorrenze della Chiesa cattolica, delle altre confessioni e religioni; propone inoltre una lectio continua della Bibbia. Ogni mese offre il rito della Messa, il calendario liturgico, quattro modelli di santità, due catechesi mistagogiche per calarsi in un tempo e in gesto liturgico. Le letture e il salmo sono proposti in corpo più grande per rendere più agevole la lettura. Uno strumento utile per chi desidera ogni giorno confrontarsi con la Parola di Dio.
Sezione monografica: P. Grassi, Introduzione; B. Forte, Pensare dopo Mancini; A. Aguti, L'ultimo Dio. Note sul confronto di Mancini con Martin Heidegger; D. Scalzo, La penultima parola. Heidegger nel Frammento su Dio di Mancini; M. Bozzetti, Hölderlin nei doppi pensieri; E. Cecchi, Mancini lettore di Rosmini; C. Vigna, Un maestro, vent'anni dopo; A. Di Caro, La logica dei doppi pensieri; M. Cangiotti, Ethos/popolo. La filosofia politica di Mancini fra Aristotele, Agostino e Paolo; E. Moroni, Per un'assiologia giuridica e politica; M. Cascavilla, Italo Mancini e il decisionismo di Carl Schmitt; G. Crinella, Il confronto critico con la teoria giuridica di Hans Kelsen.
Documento. LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO NEL DISCORSO PUBBLICO -
Articolo. LA CRISI: FALLIMENTO O POSSIBILITÀ DI RINASCITA? -
Articolo. IMMAGINI DELL'INFERNO NELLA LETTERATURA MODERNA -
Articolo. LA SILENZIOSA RIVOLUZIONE ANTIESCATOLOGICA -
Focus. IRAQ: EVITARE GUERRA CIVILE E PARTIZIONE -
Vita della Chiesa. LA XV ASSEMBLEA NAZIONALE DELL'AZIONE CATTOLICA ITALIANA -
Profilo. ROBERTO BUSA: TRA «CERVELLO MECCANICO» E «CERVELLO SPIRITUALE» -
Rivista della Stampa. L'«APPARIZIONE DELLA LEGGE» NELLA RIFLESSIONE DI PIER GIUSEPPE MONATERI -
Rassegna bibliografica. RASSEGNA BIBLIOGRAFICA -
Documento
LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO NEL DISCORSO PUBBLICO
Pietro Grasso
Lunedì 16 giugno alle ore 18,00, presso la sede della nostra rivista, si è tenuta una tavola rotonda in occasione della pubblicazione del volume curato dal nostro direttore, p. Antonio Spadaro: «Papa Francesco. La verità è un incontro. Omelie da Santa Marta» (Milano, Rizzoli, 2014). Hanno partecipato al dibattito il Presidente del Senato, Pietro Grasso, la direttrice di RaiNews, Monica Maggioni, p. Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa Vaticana e della Radio Vaticana, il prof. Vittorio Sermonti e il nostro direttore. Riproduciamo qui l’intervento del Presidente del Senato come testimonianza di una riflessione sull’incidenza delle parole di Papa Francesco nel discorso pubblico.
È per me davvero un piacere e un onore essere chiamato a riflettere con tutti voi sulle parole di Papa Francesco nel discorso pubblico, in occasione della pubblicazione del libro La verità è un incontro. Omelie da Santa Marta. Questo libro è un corpus di meditazioni, riflessioni, consigli, risposte, ma soprattutto di domande che il Papa rivolge alla coscienza di ciascuno di noi, toccando tutti i temi della vita di un cristiano e di un cittadino. Dalla lettura delle omelie, delle interviste, in generale dei suoi scritti e interventi si possono trarre talune considerazioni.
La prima considerazione è stilistica: il Papa ama le frasi coordinate, incisive, essenziali. Ricorre raramente, nelle occasioni pubbliche, alle subordinate, alla complessità e all’oscurità del linguaggio, perché sente l’urgenza di comunicare, di essere capito, di scuotere il suo uditorio. La semplicità del linguaggio non è mai però semplicità di ragionamento: arriva sempre al cuore delle questioni, in profondità, ma porta ciò che è profondo in superficie e lo porge a chiunque abbia la voglia di ascoltare le sue parole.
La seconda considerazione riguarda il ricorso ai simboli, alle immagini. Il Papa parla avendo davanti a sé un orizzonte ampio, e sa che è fondamentale riuscire ad arrivare a tutti. L’immaginario del nostro tempo è un immaginario visivo: per questo Papa Francesco recupera la modalità del linguaggio di Gesù, le parabole, e crea con parole semplici delle immagini di una incredibile potenza simbolica. Per fare qualche esempio: la Chiesa vista come «un ospedale da campo dopo una battaglia», «le periferie esistenziali», cui il Papa fa riferimento nell’omelia del 16 maggio 2013, quando contrappone il fervore di san Paolo ai «cristiani da salotto», altra immagine fortissima. Oppure quando ai nuovi cardinali ha detto: «Ricordatevi che i cardinali non entrano a corte», invitandoli a «rifiutare intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi e preferenze», mentre ai sacerdoti della sua diocesi, nella Messa del Giovedì Santo, ha chiesto di essere «pastori con l’odore delle pecore, pastori in mezzo al proprio gregge».
Potrei continuare a lungo, ma chiudo questo breve elenco con due immagini che ritengo particolarmente graffianti: durante l’Angelus di qualche mese fa il Papa ha invitato i ricchi a mettere parte delle loro ricchezze al servizio degli altri, condividendole in un gesto di solidarietà in cui far intravedere la Provvidenza di Dio, perché «noi portiamo in cielo soltanto quello che abbiamo condiviso», ricordando loro che «il sudario non ha tasche». L’altra è forse una delle più famose: da Lampedusa ha tuonato contro «la cultura del benessere, [...] che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza».
La terza considerazione riguarda la scelta dei temi. Chiaramente nelle omelie il Papa parla della fede, di Dio, del Vangelo. Ma lui, sin da subito, ha puntato in modo chiaro e netto su alcuni temi di grande attualità: bellezza, bontà e verità, giustizia, opposizione alle mafie. A proposito, che emozione l’incontro con i parenti delle vittime della mafia insieme a don Ciotti! Ero presente in quel momento toccante e, quando ho sentito il Papa rivolgersi ai mafiosi e dire: «Il potere, il denaro che voi avete adesso da tanti affari sporchi, da tanti crimini mafiosi è denaro insanguinato, è potere insanguinato e non potrete portarlo all’altra vita», ho avvertito un anatema di una forza e di una potenza paragonabile al «convertitevi» gridato ai mafiosi da Papa Giovanni Paolo II. Inoltre, temi quali la tenerezza, la misericordia, l’attenzione all’umanità dolente e povera, il giogo della competitività che porta alla cultura dello scarto, del vuoto a perdere, la tensione per un ordine politico alto, generale e più umano, l’attenzione al tema della pace e del dialogo, con una insistenza e una incidenza del tutto particolari.
Quarta e ultima considerazione: la corporeità di Papa Francesco. In passato i messaggi erano soprattutto testuali, ufficiali, arrivavano attraverso lettere ed encicliche. Anche oggi questi strumenti sono presenti, ma una grandissima parte della comunicazione di Papa Francesco è corporea: è un Papa che tocca la gente, che si lascia toccare, che accarezza, che si protende verso l’interlocutore e lo abbraccia. Tutti gesti di grande apertura e di grande accoglienza. Anche di grande rischio, a dirla tutta (e posso immaginare che la Gendarmeria si trovi spesso spiazzata). Davanti alle grandi masse Papa Francesco sembra riuscire a rivolgersi alle singole persone, proponendo anche appuntamenti telefonici; negli incontri più informali interroga bonariamente il suo interlocutore, lo stimola ad avere con lui un dialogo. D’altronde egli stesso di sé dice che ha sempre avuto «bisogno di una comunità» e di «vivere la sua vita insieme agli altri». Questo bisogno è testimoniato dal fatto che, ad esempio, le udienze, la catechesi durino una ventina di minuti, ma poi lui resta con il suo popolo per un’ora. Allo stesso modo a Santa Marta, dopo le omelie, non manca mai di salutare personalmente i fedeli.
Quanto diversa la comunicazione di Papa Francesco il 27 marzo scorso, durante la Messa con i parlamentari italiani, cui ho partecipato! «I peccatori pentiti saranno perdonati, i corrotti no. Una volta scelta questa opzione, non torneranno indietro e diventeranno irredimibili, simili a sepolcri imbiancati, una putredine verniciata: questa è la vita del corrotto», ha detto.
Un’omelia forte, tagliente, nella quale ha bollato l’ipocrisia, il fariseismo, la corruzione, la distanza tra il popolo e le classi dirigenti, chiuse entro anguste logiche di fazione, di ideologie, di interessi. Del resto, non poteva parlare di misericordia. Non aveva davanti i poveri, gli ultimi, non poteva mostrarsi dolce, accarezzare e abbracciare. Stupisce che qualcuno si sia stupito. Che cosa si aspettava: carezze? e ha ricevuto sberle? Le parole che Papa Francesco ha utilizzato quella mattina per commentare il passo di Geremia previsto dalla liturgia io le conoscevo, perché erano il cuore del libro Guarire dalla corruzione, che raccoglie le riflessioni dell’allora cardinale Bergoglio a Buenos Aires e di cui ho avuto l’onore e il privilegio di scrivere la post-fazione. Il testo di Bergoglio è un’analisi accurata e soprattutto spietata del fenomeno della corruzione: una condanna senza appello e quasi senza redenzione. Il Papa la descrive non solo come una somma «quantitativa» di peccati, ma come una mala pianta che minaccia le fondamenta su cui sono costruiti gli Stati democratici e la Chiesa stessa.
E su questo tema Papa Francesco è tornato davvero molto spesso in questi mesi, dicendo, ad esempio, che i corrotti danno da mangiare ai loro figli «pane sporco»; e anche la settimana scorsa lo ha fatto, chiedendo attenzione perché «è facile entrare nelle cricche della corruzione», e mai come in questi giorni queste parole andrebbero scolpite nella pietra. Con una sintesi economicamente e politicamente, oltre che spiritualmente, impeccabile, Papa Francesco si chiede: «Chi paga la corruzione? La paga il povero. Pagano gli ospedali senza medicine, gli ammalati che non hanno cura, i bambini senza educazione».
Quanto diversa la parola di Francesco da quella della politica! Il linguaggio dei politici, con qualche eccezione, è, in genere, ancora un linguaggio chiuso, pieno di enfasi retorica, ma che allo stesso tempo gioca ancora in difesa, anzi in autodifesa. Un linguaggio autoreferenziale che allontana invece di avvicinare, che chiude invece di aprire. Spesso è malato di astrazione teorica, e non arriva quasi mai alla concretezza simbolica e tematica come invece fa Papa Francesco. Mentre le persone ascoltano e capiscono immediatamente il cuore del ragionamento del Papa, perché è posto loro sinteticamente e con quelle immagini che abbiamo prima richiamato, che brillano per chiarezza e potenza, la politica adotta slogan certamente semplici ma vuoti, che non artigliano l’attenzione e non schiudono alcuna consapevolezza.
Anche nella selezione dei temi si verifica una sorta di paradosso: il Papa parla dei temi che toccano la vita quotidiana delle persone, temi di cui la gente ha bisogno di sentir parlare. Anche il politico sa quali siano questi temi, ma spesso parla d’altro, di alchimie parlamentari e di governo che nulla hanno a che fare con i problemi quotidiani dei cittadini, con le loro difficoltà, e soprattutto con le loro speranze. Quando poi il discorso si centra su questi temi, nella migliore delle ipotesi i politici offrono ottime analisi, con statistiche e dati, ma senza affrontarli con la drammaticità di chi vive l’esperienza, senza mettersi dal punto di vista di chi ascolta: in poche parole — anzi, per usare le parole di Francesco — si dimostra di non conoscere l’odore e la scomodità della frontiera, ma solo l’asetticità del laboratorio.
Ricordo la grande emozione di quel 13 marzo 2013 — ero stato eletto da poco senatore, ma ancora la legislatura non era iniziata —, quando dal balcone Bergoglio si presentò al mondo per la prima volta come Francesco, e disse che i suoi fratelli cardinali erano andati a prendere il Vescovo di Roma «quasi alla fine del mondo», per poi aggiungere: «E adesso incominciamo questo cammino», e salutare tutti, dopo le preghiere, con un caloroso: «Ci vediamo presto, buona notte e buon riposo». Già da quelle pochissime parole si era potuto intravedere in nuce quello stile che nei giorni e nei mesi successivi è stato evidente al mondo.
Solo tre giorni dopo sono stato eletto presidente del Senato, e nel mio discorso di insediamento cercai di mettere subito in relazione quella mia percezione di cambiamento della Chiesa a quello della politica con queste parole: «Penso a questa politica, alla quale mi sono appena avvicinato, che ha bisogno di essere cambiata e ripensata dal profondo nei suoi costi, nelle sue regole, nei suoi riti, nelle sue consuetudini, nella sua immagine, rispondendo ai segnali che i cittadini ci hanno mandato, ci mandano e ci continuano a mandare in ogni occasione. […] Quanto radicale e urgente sia il tempo del cambiamento lo dimostra la scelta del nuovo Pontefice, Papa Francesco, i cui primi atti hanno evidenziato un’attenzione prioritaria verso i bisogni reali delle persone».
La velocità impressa da Papa Francesco al cambiamento nella Chiesa è ineguagliabile. In pochi mesi ha rotto le tradizioni, infranto ogni barriera, innovato il linguaggio, superato le burocrazie, aprendosi nello stesso tempo alla collegialità, arrivando al paradosso che, mentre il Papa cerca il confronto, i politici si sentono depositari della verità. Il Papa inoltre ha rimesso al centro del discorso l’uomo, con le sue debolezze e i suoi punti di forza, nel rapporto con Dio. Il suo messaggio, anzi la sua testimonianza condivisa (perché non dà messaggi distaccati) è chiara e forte: non lasciamo che i princìpi e i valori religiosi restino solo nella preghiera e nella contemplazione, facciamone uno stile di vita quotidiano basato sull’accoglienza, sulla fiducia, sulla speranza, sulla solidarietà.
Papa Francesco sente l’urgenza del cambiamento: «I tempi stringono, non abbiamo diritto a continuare ad accarezzarci l’anima, a restare chiusi nelle nostre cosucce. Non abbiamo diritto a restare tranquilli». Invita addirittura i più giovani a ribellarsi contro questo orizzonte: «Un giovane che non protesta non mi piace. Perché il giovane ha l’illusione dell’utopia, e l’utopia non è sempre negativa. L’utopia è respirare e guardare avanti». Devo confessarvi di aver sentito un’intima risonanza tra queste parole e quelle, proprio sull’utopia, che rivolgo spesso alle ragazze e ai ragazzi quando mi capita di incontrarli, e di cui ho scritto nel mio libro Liberi tutti. Lettera a un ragazzo che non vuole morire di mafia.
Come dice padre Spadaro, Papa Francesco non è solo un uomo dolce e tenero, per quanto queste siano senza dubbio due caratteristiche che lo contraddistinguono. È un uomo che indica anche un ring dove si combatte, detta le regole del gioco — il discernimento — e non teme di combattere egli stesso per realizzare l’utopia del cambiamento.
In conclusione, nell’innovazione del linguaggio impressa da Papa Francesco troviamo dunque molte componenti: la sua origine sudamericana, la sua formazione gesuitica, un carattere aperto, il bisogno di avere il contatto con la comunità, l’accurata scelta di temi di urgente attualità, la capacità di farsi comprendere da tutti attraverso immagini semplici ma di grande potenza simbolica, il tutto unito a una istintiva capacità di utilizzare le forme e gli strumenti della comunicazione per arrivare al cuore della gente. Tutto questo però non è fine a se stesso, ma è al servizio di un alto e profondo disegno riformatore della Chiesa: un cambiamento radicale, politico e spirituale, di cui la comunicazione è un fondamentale e indispensabile sostegno.
© Civiltà Cattolica pag.61-66
RUBRICA
Per comunicare meglio
12. Rinnovare il Consiglio Pastorale Parrocchiale/5 (pag. 3)
(Roberto Laurita)
DOSSIER
Le nostre grandi parole 47. Mondo
Presentazione a cura della Redazione (pag. 11)
1. ‘Mondo’: l’uso della parola nel linguaggio comune e i suoi significati (pag. 13)
(Valeria Boldini)
2. Il significato di ‘mondo’ in Paolo e Giovanni (pag. 18)
(Roberto Vignolo)
3. ‘Mondo’: mutamenti di comprensione nei documenti del Vaticano II (pag. 26)
(Francesco Scanziani)
4. ‘Mondo’: indicazioni per la predicazione (pag. 30)
(Chino Biscontin)
5. ‘Mondo’: breve antologia di testi (pag. 35)
(Benedettine dell Isola S. Giulio)
SUSSIDIO
Due celebrazioni in apertura e in chiusura di un campo scuola (pag. 39)
(Guido Novella)
PREPARARE LA MESSA
Dalla 17ª domenica alla 22ª domenica del Tempo ordinario
Presentazione a cura della Redazione (pag. 49)
17a domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 51)
Interpretare i testi:
La saggezza delle scelte giuste (pag. 52)
(Claudio Doglio)
Attualizzare il messaggio:
Una vita ben riuscita: frutto di un dono o di un impegno? (pag. 58)
(Lilia Sebastiani)
Programmare la celebrazione (pag. 61)
(Vittorio Brunello)
18a domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 67)
Interpretare i testi:
L’amore di Dio sazia la fame dell’uomo (pag. 68)
(Claudio Doglio)
Attualizzare il messaggio:
C’è una fame che solo Gesù può saziare (pag. 76)
(Luciano Manicardi)
Programmare la celebrazione (pag. 78)
(Massimo Orizio)
19a domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 85)
Interpretare i testi:
Il Signore si rivela nella notte (pag. 86)
(Claudio Doglio)
Attualizzare il messaggio:
Quali doni offre la fede quando la vita è nella tempesta? (pag. 96)
(Carmine Di Sante)
Programmare la celebrazione (pag. 98)
(Massimo Orizio)
Assunzione di Maria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 105)
Interpretare i testi:
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente (pag. 106)
(Claudio Doglio)
Programmare la celebrazione (pag. 116)
(Massimo Orizio)
20a domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 122)
Interpretare i testi:
L’accoglienza degli stranieri (pag. 123)
(Claudio Doglio)
Attualizzare il messaggio:
La preghiera di intercessione (pag. 132)
(Maurizio Aliotta)
Programmare la celebrazione (pag. 135)
(Massimo Orizio)
21a domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 142)
Interpretare i testi:
Le chiavi del Regno (pag. 143)
(Claudio Doglio)
Attualizzare il messaggio:
Il potere di legare e sciogliere nella Chiesa (pag. 152)
(Nunzio Capizzi)
Programmare la celebrazione (pag. 156)
(Vittorio Brunello)
22a domenica ordinaria
Presentazione a cura della Redazione (pag. 161)
Interpretare i testi:
Discepoli in crisi (pag. 162)
(Claudio Doglio)
Attualizzare il messaggio:
I nostri desideri e l’azione di Dio, in Gesù (pag. 171)
(Maurizio Gronchi)
Programmare la celebrazione (pag. 175)
(Vittorio Brunello)
Uno strumento per la meditazione quotidiana basato sulle letture del giorno, che si arricchisce dei ritratti dei santi del mese e delle testimonianze di chi vive e mette in pratica gli insegnamenti del testo evangelico, e da significative note esegetiche. Il sussidio quest'anno contiene alcuni elementi di novità rispetto alle edizioni passate: - Commenti spirituali ai brani evangelici "popolari", fatti prevalentemente da laici, non necessariamente specialisti. - Note esegetiche ai brani evangelici brevi e non tecniche, anch'esse accessibili ad un vasto pubblico. - Esperienze flash di Vangelo vissuto provenienti da tutto il mondo e tutti i contesti sociali e culturali.Brevi ma succosi profili di "testimoni": santi del mese, ma anche semplici cristiani (cattolici o di altre confessioni) che con la loro vita coerente fino all'ultimo si possono definire esemplari. Non mancano "testimoni" di altre fedi, sì da offrire una gamma varia di persone che hanno arricchito l'umanità con la loro vita e il loro messaggio.