
Articolo
Jorge M. Bergoglio - Francesco: il Pastore. Primi passi del nuovo papa
di G. Brunelli
Regno-att. n.6, 2013, p.121
Dal 13 marzo 2013 il card. Jorge Mario Bergoglio, gesuita, arcivescovo di Buenos Aires, è il nuovo vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Si chiama Francesco. Ed è la prima volta che questo nome viene assunto da un papa. Così come Francesco è il primo papa che proviene dall’America Latina, dall’Argentina, dov’è nato nel 1936 da immigrati italiani. Ed è anche il primo papa della storia che proviene dalla Compagnia di Gesù. È stato eletto alla quinta votazione del secondo giorno di Conclave. Bergoglio era stato il candidato antagonista di Joseph Ratzinger nel Conclave del 2005; allora, ritirandosi dopo la terza votazione, aveva lasciato il passo al futuro Benedetto XVI. Ora, con la sua rinuncia al pontificato, Benedetto XVI, misteriosamente, ha lasciato il passo a Francesco. «Fratelli e sorelle buonasera. (...)»
Articolo
Francesco e la stagione ecumenica. Germogli
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.122
Il dialogo «nasce da un atteggiamento di rispetto verso l’altro, dalla convinzione che l’altro abbia qualcosa di buono da dire; richiede di fare spazio nel nostro cuore al suo punto di vista, alla sua opinione e alla sua proposta. Esige un’accoglienza cordiale e non una condanna preventiva. Per dialogare bisogna abbassare le difese, aprire la porta di casa e offrire calore umano». È quanto scriveva sull’esperienza del dialogo il card. Jorge Mario Bergoglio nel 2011, introducendo il volume sulle sue conversazioni con il rabbino di Buenos Aires Abraham Skorka. Questo atteggiamento sembra improntare i primi gesti e parole del papa Francesco nel rapporto con le confessioni cristiane e le religioni non cristiane, suscitando reazioni positive e riscontri di sostanziale corrispondenza con l’esperienza pastorale a Buenos Aires.
Articolo
Conclave – Rassegna stampa: pope-media. La Chiesa raccontata «a un pubblico vasto e variegato»
di G. Mocellin
Regno-att. n.6, 2013, p.125
Si può circoscrivere, simbolicamente, ai primi 23 giorni di marzo, intercorsi tra l’inizio della Sede vacante e la visita di Francesco a Benedetto XVI, l’analisi della «copertura» che i media italiani, e segnatamente i quotidiani, hanno riservato al recente Conclave e ai primi atti del «nuovo papa». Infatti, se come tale l’evento della successione al soglio di Pietro è una storia che i media sono abbastanza abituati a raccontare (mediamente, una volta ogni undici anni, dalla fine della guerra a oggi), è una «prima» assoluta, in tutta l’età moderna e non solo negli ultimi decenni, la storia della compresenza (oltretutto pacifica) di due vescovi di Roma, uno in carica e uno emerito.
Articolo
Argentina - Bergoglio e la dittatura: Accuse infondate
di M. Bernardoni
Regno-att. n.6, 2013, p.126
La campagna contro Jorge Mario Bergoglio «è ben nota e risale già a diversi anni fa. È portata avanti da una pubblicazione (il quotidiano argentino Página 12 – ndr) che compie campagne a volte calunniose e diffamatorie. La matrice anticlericale di questa campagna e di altre accuse contro Bergoglio è ben nota ed evidente». Così una nota letta ai giornalisti, lo scorso 15 marzo, dal portavoce della Sala stampa vaticana, p. Federico Lombardi.
Articolo
Argentina - Il vescovo Bergoglio: il papa venuto dal Sud: Da conservatore ad amico dei poveri
di W. Uranga
Regno-att. n.6, 2013, p.127
Lui stesso si è definito come il papa che i cardinali sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo». Jorge Bergoglio, argentino, 76 anni, dal 13 marzo scorso è Francesco, il papa della Chiesa cattolica. È un sacerdote di solida formazione teologica e filosofica, ma anche un uomo di profonda spiritualità, nonché studioso di problemi politici e sociali. È dall’età di 37 anni che è abituato a esercitare il discernimento e a prendere delle decisioni: a quell’età fu eletto superiore provinciale della sua congregazione religiosa, la Compagnia di Gesù, in Argentina.
Articolo
Argentina - Intervista a Juan Carlos Scannone: La teologia di Francesco
di M. Castagnaro
Regno-att. n.6, 2013, p.128
Padre Juan Carlos Scannone, gesuita ottantunenne, già docente
in diversi atenei latinoamericani ed europei, compresa
la Pontificia università Gregoriana di Roma, ed ex preside
delle facoltà di Filosofia e teologia dell’Universidad del Salvador di
Buenos Aires, è il massimo teologo argentino vivente.
– Che cosa pensa dell’ascesa del card. Bergoglio al soglio di
Pietro? (...)
Articolo
Stati Uniti - America Latina: ricollegare le comunità. Le Chiese e la geopolitica del continente
di D. Golemboski
Regno-att. n.6, 2013, p.130
Nel corso degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta, ampi settori della comunità cattolica degli Stati Uniti erano fortemente impegnati in varie forme di relazioni ed espressioni di solidarietà con i popoli dell’America Latina, la terra dell’arcivescovo Oscar Romero, della teologia della liberazione e degli squadroni della morte. C’erano anche delegazioni di nordamericani che si recavano in Nicaragua, El Salvador o in altri luoghi e fiorivano i gemellaggi fra parrocchie degli Stati Uniti e comunità cristiane dell’America Centrale. Secondo Christian Smith, sociologo a Notre Dame, oltre 100.000 cittadini statunitensi si recarono in quegli anni in Nicaragua per «vedere con i loro occhi la sua rivoluzione».
Informazione
Stati Uniti - Gesuiti: Quarant’anni di aborto
di A. Franzoni
Regno-att. n.6, 2013, p.133
Il 22 gennaio 1973, con una maggioranza di sette giudici a favore e due contrari, la Corte suprema degli Stati Uniti pronunciava due sentenze che rendevano legale l’aborto in tutta la nazione. Con il caso principale, Roe contro Wade, venivano abrogate tutte le leggi statali che vietavano l’aborto: si riconosceva l’aborto come un diritto a prescindere da qualsiasi circostanza che non fosse la libera scelta della donna. Con il caso gemello, Doe contro Bolton, si estendeva il diritto ad abortire all’intera durata della gravidanza. La legislazione precedente alle sentenze Roe-Doe prevedeva che l’aborto fosse disciplinato da ogni stato secondo leggi proprie. Nella maggior parte degli stati, essendo considerato reato, l’aborto non poteva essere praticato in nessun caso, mentre in alcuni di essi quest’ultimo era consentito solo in determinate circostanze: gravi problemi di salute della donna, violenza carnale, malformazioni del feto. Solo in quattro stati il requisito legale sufficiente era la richiesta di abortire da parte della donna.
Articolo
Vietnam - Chiesa e stato: rifondare la Costituzione: I vescovi appoggiano una riforma democratica
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.134
Sono passati quasi 40 anni dalla fine della guerra con gli Stati Uniti, e il Vietnam sotto molti aspetti sta vivendo una fase di trasformazione e crescita straordinaria che lo rende una potenza emergente tra i paesi del Sud-est asiatico. Boom economico, sviluppo della classe media, turismo e settore manifatturiero in espansione. Il collasso del comunismo nell’Europa orientale e la disintegrazione dell’Unione Sovietica – riferimento ideologico e politico principale del Partito comunista vietnamita – dopo la caduta del muro di Berlino ne hanno modificato radicalmente il contesto strategico, costringendolo a uscire dall’isolamento e a impegnarsi in modo più diretto nelle questioni internazionali a livello sia regionale sia globale. Nel 1992 ne è anche scaturita una riscrittura della Costituzione, che veniva in parte incontro alle esigenze del contesto mutato e poneva le premesse per l’introduzione dell’economia di mercato.
Informazione
Cina - Nuovo presidente: Una scelta di stabilità
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.136
Com’era lecito attendersi, il 14 marzo l’Assemblea nazionale del popolo (il Parlamento cinese) ha votato quasi all’unanimità come nuovo presidente della Repubblica popolare e dell’Esercito di liberazione Xi Jinping, il segretario generale del Partito comunista cinese eletto nel corso del 18° Congresso lo scorso 15 novembre. Pur essendo un «principe rosso», cioè figlio di un alto funzionario del Partito comunista della prima generazione, Xi Jinping ha un curriculum che gli ha permesso di essere accettato anche dalla corrente di quanti si sono invece formati nella Lega della gioventù comunista cinese, l’altro canale d’ingresso privilegiato nel Partito, da cui sono passati per esempio Hu Jintao, attuale presidente della Repubblica, Wen Jiabao, premier uscente, e Li Keqiang, eletto il 15 marzo primo ministro. L’accordo tra le due correnti aveva anche comportato, poco prima del Congresso, l’epurazione del principale concorrente di Xi, Bo Xilai, promotore di una rinascita maoista e di un acceso populismo, accusato di omicidio insieme alla moglie, e ora in sciopero della fame.
Articolo
India - Teologia: Dio nella terra indiana. A colloquio con Francis Gonsalves
di L. Clemente
Regno-att. n.6, 2013, p.137
Raggiungiamo il Vidyajoti College of Theology di Delhi una fredda sera di gennaio. «Noi» siamo un gruppo di viaggiatori interessati a conoscere le diverse realtà religiose dell’India e la lettura di un articolo in una pubblicazione di studi teologici indiani ci ha condotti all’istituto gesuita fondato nel 1881 nel Bengala e al suo rettore,. Lo troviamo che ci aspetta sorridente davanti al cancello. Mentre ci riprendiamo dalle ore passate nel traffico che paralizza, in un’inimmaginabile morsa di metallo e inquinamento (a Delhi come in buona parte delle megalopoli indiane), Gonsalves, nato nel 1960 a Bombay, licenza alla Gregoriana e dottorato a Madras, ci introduce alla problematicità dell’India. Un paese dalle molte lingue e dalle molte religioni che il nazionalismo hindu cerca in parte di assimilare, in parte di emarginare. Le statistiche parlano di un 82% hindu, un 13% musulmano, un 2,3% cristiano, più altre esigue realtà, su una popolazione totale di 1,2 miliardi.
Articolo
Nord Arabia - Chiese: cresce la fede cristiana. Reportage nei paesi del Golfo Arabico
di F. Strazzari
Regno-att. n.6, 2013, p.140
Il 12 dicembre 1952 sono iniziati i lavori per la costruzione della chiesa di Ahmadi, sotto il titolo di Nostra Signora di Arabia, che sono stati completati l’8 settembre 1955, festa della Natività di Maria. La chiesa è stata benedetta dallo stesso p. Urbano Stella il 1° aprile 1956. La grande statua è arrivata nella capitale del Kuwait e da lì è stata portata in processione ad Ahmadi. Dal suo arrivo fino a oggi i fedeli recitano ogni settimana una novena a Nostra Signora di Arabia, alla quale sono molto devoti, anche perché – assicurano – continua a fare non pochi miracoli. Nel 2011 è stato rinnovato il presbiterio della chiesa e la statua miracolosa è rimasta al suo posto, al centro, in uno spazio di nobile bellezza.
Articolo
Egitto - Mediazioni: al Azhar, no alla violenza. Un documento firmato da tutte le forze politiche
di G. Bernardelli
Regno-att. n.6, 2013, p.145
Avevamo lasciato l’Egitto all’indomani del contestatissimo referendum sulla nuova costituzione vinto dal presidente Mohammed Mursi fondamentalmente grazie ai voti dell’Alto Egitto (ma con l’opposizione del Cairo e di Alessandria). E avevamo aggiunto che lo scontro – congelato dopo le giornate caldissime dell’assedio della folla al palazzo presidenziale – era solo rinviato all’appuntamento cruciale delle elezioni politiche, attese per la primavera (cf. Regno-att. 22,2012,723). La tregua è durata in realtà poco: il paese è tuttora nel caos. Ogni venerdì è ormai l’occasione per nuove proteste che sfociano puntualmente in manifestazioni violente.
Libri del mese
Dio fa ombra alla politica. Michael Walzer e le domande politiche alla Bibbia ebraica
di P. Stefani
Regno-att. n.6, 2013, p.147
Desmond Tutu, il grande vescovo e leader sudafricano campione della lotta contro l’apartheid, dichiarò, ironicamente, di essere perplesso su quale Bibbia la gente legga quando afferma che la religione e la politica non si mescolano. La questione sta sia nel definire cosa s’intende per politica, sia nei modi di stabilire come avviene questo «mescolamento». Comunque, se l’affermazione fosse di natura storica, essa potrebbe contare sul sostegno di gran parte della prassi e del pensiero politici delle età tardo antica, medievale e moderna e su robuste tracce, dirette o indirette, presenti nell’epoca contemporanea.
Schede
Libri del mese - Schede - Marzo 2013
di M.E. Gandolfi
Regno-att. n.6, 2013, p.150
I «Libri del mese» si possono ordinare indicando il numero ISBN a 13 cifre:
- per telefono, chiamando lo 049.8805313;
- per fax, scrivendo allo 049.686168;
- per e-mail, all'indirizzo vendite.dirette@dehoniane.it
- per posta, scrivendo a Centro Editoriale Dehoniano, via Nosadella 6, 40123 Bologna.
Segnalazioni
G. Bernardelli (a cura di), Vino Nuovo
di A. Plotti
Regno-att. n.6, 2013, p.163
Segnalazioni
Suor Paola Maria d. Spirito Santo, M. Anselmi, Santa Maria Maddalena De’ Pazzi
di B. Secondin
Regno-att. n.6, 2013, p.164
Segnalazioni
Chiavi di lettura: Gli instant di Francesco
di M.E. Gandolfi
Regno-att. n.6, 2013, p.165
Segnalazioni
G. Valente, Francesco, un papa dalla fine del mondo
di F. Lozito
Regno-att. n.6, 2013, p.166
Segnalazioni
F.D. Tosto, Ultimi o primi?
di A. Franzoni
Regno-att. n.6, 2013, p.166
Articolo
Kenya - Chiese ed elezioni: educazione civica. Diverse denominazioni cristiane per la pace precaria
di D. Maggiore
Regno-att. n.6, 2013, p.167
In attesa di giudizio, in più di un senso. Così appare il Kenya, che ha votato il 4 marzo per le elezioni generali: il verdetto delle urne rischia di non essere l’ultimo. Dal voto presidenziale è uscito vincitore Uhuru Kenyatta. Il figlio del primo capo dello stato kenyano (Jomo Kenyatta, in carica dal 1963, anno dell’indipendenza, alla morte, nel 1978) ha ottenuto il 50,07% dei consensi: un margine appena sufficiente a fargli evitare il ballottaggio contro Raila Odinga, a sua volta «figlio d’arte»: suo padre, Jaramogi Oginga Odinga, fu prima il vice e poi il grande oppositore di Kenyatta. Lo scontro tra gli eredi delle due dinastie politiche sembra destinato a spostarsi ora sul piano legale: Odinga ha parlato di «massicci brogli», annunciando ricorsi. A suo modo, è una buona notizia. Nelle scorse presidenziali, a fine 2007, entrambi i candidati (lo stesso Odinga e il presidente uscente Kibaki) reclamarono la vittoria: furono oltre 1.000, secondo la stima più prudente, i morti negli scontri delle settimane seguenti. L’accordo per un esecutivo di unità nazionale riportò la pace: Kibaki ottenne il secondo e ultimo mandato da presidente, Odinga il posto di primo ministro.
Informazione
Nigeria - Violenze e religioni: Prosegue l’orrore
di D. Maggiore
Regno-att. n.6, 2013, p.169
Sono Ganye, vicino alla frontiera con il Camerun, e Kano, nel Nord, gli ultimi teatri dell’orrore in Nigeria, scossa anche dalle vicende degli ostaggi catturati dai fondamentalisti di Boko Haram e dalla «nuova» formazione Ansaru. A Ganye, il 22 marzo, miliziani armati hanno preso d’assalto una banca, una stazione di polizia, un carcere e alcuni ritrovi all’aperto. Gli attacchi ricordano, per la dinamica, quelli di Boko Haram in altre regioni settentrionali, e hanno provocato almeno 25 morti. Sono state oltre 20, invece, le vittime dell’attentato suicida del 18 marzo a Kano, che ha colpito una stazione degli autobus. Il paese resta dunque instabile, nonostante le forze armate siano impegnate da tempo in vaste operazioni contro i fondamentalisti.
Articolo
Italia - Bergamo - Teologia: il caso bioetica. Ragioni della fede, ragioni della laicità
di L. Testa
Regno-att. n.6, 2013, p.170
La bioetica rappresenta nel contesto contemporaneo un ambito nel quale emergono in modo emblematico le questioni relative al rapporto fra universalità della morale e coscienza cristiana. La questione bioetica è ormai da alcuni decenni uno dei nodi critici del dibattito sociale, sia nelle sue forme mediatiche, sia negli approfondimenti degli esperti, come anche nelle prese di posizione interne al mondo ecclesiale, spesso segnate da un rapporto dialettico con la società civile. In questo senso la bioetica è un «caso» nel senso forte di «banco di prova» (Testfall) che fa emergere i punti critici e le sfide del rapporto fra le ragioni della fede e gli argomenti della cosiddetta «laicità».
Articolo
Teologia - Università: sguardi tra fede e storia. Mons. Müller a Padova, p. O’Malley alla Gregoriana
di M. Bernardoni
Regno-att. n.6, 2013, p.172
Due importanti istituzioni accademiche, la Facoltà teologica del Triveneto e la Pontificia università Gregoriana, hanno celebrato tra fine febbraio e metà marzo il loro dies academicus. Le prolusioni sono state affidate, a Padova, a mons. Gerhard L. Müller, teologo e attuale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e alla Gregoriana, al gesuita americano John W. O’Malley, docente alla Georgetown University e «decano degli storici americani del cristianesimo». I loro interventi hanno riguardato due temi – quello della fede e quello del concilio Vaticano II – che, singolarmente intrecciati, caratterizzano l’Anno della fede che stiamo vivendo.
Informazione
Padova - Chiesa - Quaresima: Prossimità digitale
di S. Melchiori
Regno-att. n.6, 2013, p.174
Utilizzare la rete digitale per «raggiungere persone che non partecipano alla vita delle parrocchie ma sono in ricerca», attraverso uno spunto quotidiano di meditazione su un «“frammento” di Vangelo», con lo scopo di «illuminare le “zone oscure” che sono in noi, guarire le ferite, ritrovare la pace del cuore nell’incontro con Gesù» (mons. Mattiazzo). E farlo – nello spirito dell’Anno della fede – nel tempo forte di Quaresima, come occasione per cercare di seminare e raggiungere in modalità varie e multiple anche quanti sono un po’ lontani dalle soglie delle chiese, vivono distrattamente la propria appartenenza alla religione cattolica, non riescono a collocarsi all’interno delle modalità comunitarie, o appartengono a quella «categoria aperta» dei «ricomincianti».
Diario ecumenico
Le Chiese europee e i nuovi movimenti cristiani
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Diario ecumenico
Dialogo tra Santa Sede e Concordia di Leuenberg
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Diario ecumenico
Rinuncia di Benedetto XVI - Reazioni ecumeniche
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Diario ecumenico
Chiesa d’Inghilterra – Donne vescovo
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Diario ecumenico
Siria – Intronizzazione di Youhanna X
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Diario ecumenico
Chiesa ortodossa russa
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Diario ecumenico
Bulgaria – Neofit è il nuovo patriarca
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Agenda vaticana
Rinuncia del papa
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Altre parole sulla rinuncia
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
IOR
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Monti e Napolitano
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Ravasi predica gli esercizi
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
A Versaldi il governo dei Concezionisti
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Sud Sudan
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Ultimo Angelus e ultima udienza
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Rapporto cardinali su fuga documenti
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
O’Brien dimissionato
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Motu proprio Notas nonnullas
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Ritiro a Castel Gandolfo
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Studio del mese
Rileggere la Pacem in terris 50 anni dopo: Utopia in cammino
di D. Christiansen
Regno-att. n.6, 2013, p.177
Forse solo a 50 anni di distanza si può apprezzare pienamente la visione profetica dell’enciclica Pacem in terris, pubblicata l’11 aprile 1963 e indirizzata da Giovanni XXIII ai fedeli di tutto il mondo, «nonché a tutti gli uomini di buona volontà, sulla pace fra tutte le genti nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà». Mentre all’epoca non fu pienamente capita – come osservava anche questa rivista nel supplemento dedicatole nel maggio 1963, fu accusata di astrattezza o abbassata al rango di una «paterna esortazione del papa buono» –, la Pacem in terris ha nel tempo offerto la struttura portante che ha consentito un impegno diretto della Chiesa nelle questioni globali per gli anni a venire. Questa partecipazione è stata fondamentale per il dispiegarsi di sviluppi quali il movimento per i diritti umani, il concetto di comunità internazionale, il principio della responsabilità di proteggere e l’idea di una governance globale per affrontare problemi globali. L’«utopia» della Pacem in terris è ancora in cammino, con la sua aspirazione alta che dev’essere ulteriormente realizzata.
Profilo
Mons. G. Nervo (1918-2013) - La fede in dono. Il primato della carità vissuto accanto ai deboli
di G. Pasini
Regno-att. n.6, 2013, p.184
I commenti dei media alla notizia della morte di mons. Giovanni Nervo, avvenuta il 22 marzo, dopo una lunga e sofferta permanenza ospedaliera, all’invidiabile età di 94 anni, si sono concentrati attorno a due aspetti della sua vita: il servizio ecclesiale nella Caritas e il suo impegno sociale. In ambedue gli ambiti è stato evidenziato il suo amore verso i poveri e gli ultimi realizzato saldando insieme i grandi valori della carità e della giustizia, un binomio bene rispecchiato nel titolo di una delle pubblicazioni di don Giovanni: Giustizia e pace si baceranno.
Parole delle religioni
Giona. Il profeta chiamato a convertirsi
di P. Stefani
Regno-att. n.6, 2013, p.187
Riguardo alla natura del piccolo-grande libro di Giona, vi sono tre punti su cui il consenso interpretativo è pressoché unanime: si tratta di un libro «favolistico-profetico», «penitenziale» e «universalistico». In esso compare un solo nome di persona, quello del protagonista, e un solo nome di città, Ninive; non vi è però alcun riferimento a eventi e cronologie specifiche. Letta da questa angolatura, la profezia sembra estraniarsi dal fuoco della storia concreta per assumere un andamento sapienziale paragonabile a quello del libro di Giobbe, in cui non è richiesto datare l’«eterna parabola » relativa al giusto sofferente. Da qui la dimensione paradigmatica della «sapienza», che vale al di là delle delimitazioni di tempo e luogo.
I lettori ci scrivono
Kenya: il missionario e il cardinale
di A. Cappi; D. Maggiore
Regno-att. n.6, 2013, p.189
I lettori ci scrivono
Viri probati
di O. Gulot
Regno-att. n.6, 2013, p.189
I lettori ci scrivono
La rinuncia di Benedetto XVI
di A. Pomatto
Regno-att. n.6, 2013, p.189
I lettori ci scrivono
Donne nella Chiesa
di A. Scantamburlo
Regno-att. n.6, 2013, p.190
"Io non mi vergogno del Vangelo"
Due o tre idee avventate. Sulla traumatica e salutifera rinuncia di papa Benedetto
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.191
Sconcerto, tristezza, lenta intelligenza del fatto. Ho bisogno di tempo per fare i conti con l’uscita dalla storia di papa Benedetto, che ho subito avvertito come un traumatico e salutifero fatto di Vangelo. Stavo rileggendo il terzo volume su Gesù di Nazaret, attendevo l’enciclica sulla fede che non avremo. «Penso che basti ciò che ho fatto», aveva detto a Peter Seewald l’agosto scorso. Forse ha fatto più di quanto abbiamo capito, anche quelli che gli abbiamo voluto bene. Sono tra quelli che l’hanno amato da subito. Me lo facevano amico – come argomentai in questa rubrica su Regno-att. 10,2005,359 – la sua avvertenza del mistero del male e della difficoltà di credere, l’invocazione al Signore perché torni a manifestarsi.
Il quaderno si propone di sviluppare il rapporto tra le dimensioni del mangiare e del pensare. Si vive alimentando anima e corpo; e una molteplicità di metafore e modi di dire indica come le due dimensioni siano tra loro collegate (ad esempio, fame di conoscenza o di informazioni, sete di sapere, divorare un libro, fare indigestione di dati, avere la nausea di leggere o di scrivere, non essere mai sazi di racconti, masticare una lingua straniera, digerire-assimilare-metabolizzare alcuni concetti, bersi una storia, paragoni gustosi, parole dolci o amare, risposte acide, riflessioni insipide, storielle appetitose o particolari piccanti). Dall’agri-coltura al campo della cultura si tratta di preparare le condizioni, seminare, far crescere e raccogliere i prodotti di cui vive l’uomo. I frutti del lavoro e del pensiero devono essere ulteriormente elaborati per essere poi offerti in pasto ai lettori. Cucinare è come scrivere e mangiare è come leggere. La cucina e il pensiero raffinato, corretto, seguono delle ricette, perché ogni passaggio deve essere compiuto in un modo preciso e non ogni accostamento è opportuno. Gli abbinamenti tra cibi sono come nessi sintattici e grammaticali. Mentre l’animale si alimenta, l’uomo mangia e pensa il cibo che mangia. La preparazione del cibo è espressione di chi cucina, è come un discorso. E il pasto è qualcosa di più della somma delle portate. È un’arte.
Sommario rivista n. 122
Anno XV - Aprile 2013 - n. 122
03 Editoriale - «Guerra di Dio»
.....di Gianpaolo Barra
04 La pagina dei lettori - Il "raccomandato"
06 Dove trovare il Timone
08 Corsi di formazione apologetica
09 Il giorno del Timone - LAZIO
INFORMAZIONE
10 News dall’Italia e dal mondo
12 Papa Francesco
.....di Vincenzo Sansonetti
14 Si riparte dalla Fede
.....di Riccardo Cascioli
16 Tutti in per la vita
.....di Francesco Agnoli
18 Hai impegni? Sarai felice
.....di Costanza Miriano
20 Il Kattolico. Che fine ha fatto Garabandal?
.....di Rino Cammilleri
FORMAZIONE
22 La Sindone svela la Passione di Gesù
.....di Saverio Gaeta
25 Non tutti sanno che...
26 Plinio, Traiano e i cristiani
.....di Alfredo Valvo
28 "Russia Cristiana"
.....di Andrea Galli
30 Quella "strana" alleanza
.....di Giacomo Samek Lodovici
32 Sesso: la promessa mancata
.....di Laura Boccenti
34 Hanno scritto... hanno detto...
47 Il Graduale simplex
.....di Giannicola D'Amico
48 Marco Simi. Lo scrittore che sapeva ascoltare
.....di Andrea Sciffo
50 In Africa il cristianesimo del futuro?
.....di P. Piero Gheddo
52 11 settembre 1683
.....di Rino Cammilleri
54 Paolo III
.....di Alberto Azzimonti
56 Quando la semplicità paga
.....di Rosanna Brichetti Messori
58 Bendetto XVI e la sfida del relativismo
.....di Marco Invernizzi
60 La scala del Paradiso
.....di Don Pietro Cantoni
61 La vera oggettività
.....di Stefano Biavaschi
62 Libri di Casa Nostra
.....a cura di Giovanni De Marchi
63 Home video
.....a cura di Giovanni De Marchi, Paolo De Marchi, Salvatore Mussari
63 Cinema. Vogliamo vivere
.....di Ludovico A. Grassi
64 Vivaio.
.....di Vittorio Messori
65 Il fine della vita cristiana
67 Cattolici in internet
.....di Alessandro Nicotra
DOSSIER: LUTERO IL MONACO RIBELLE
36 Il nemico della dottrina
.....di Mons. Antonio Livi
39 La rivoluzione politica
.....di Mario Palmaro
42 Quel giacobino di nome Lutero
.....Intervista a Angela Pellicciari
.....di Raffaella Frullone
44 La filosofia di Lutero
.....di Alessandro Gnocchi
46 La vita di Martin Lutero
PAPA FRANCESCO /1
I testi integrali dei discorsi
PAPA FRANCESCO /2
Interviste e contributi sull'inizio del Pontificato
PAPA FRANCESCO /3
La presentazione de "L'attrattiva Gesù" fatta da Bergoglio nel 2001
PIETRE VIVE
Storie dalla Chiesa nel mondo
GIOVENTÙ STUDENTESCA
Lettere e testimonianze
AMERICA LATINA
Storie dall'Assemblea Responsabili
MARCELO CESENA
Alcuni video
GUARDARE LA CITTÀ
Continua la serie con Álvaro Siza Vieira
LA STORIA DI FRANK
Croce e resurrezione a New York
FRANCIA
Parigi torna in piazza contro la legge sulle unioni gay
FOPPA A MILANO
"I tre crocifissi" esposti per la Settimana Santa
L'ultimo numero (Regno-doc. n.5, 2013)
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Documento
Vescovo di Roma. Primo saluto e Omelia ai cardinali elettori
di Francesco
Regno-doc. n.5, 2013, p.129
«Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi» è quello che è iniziato il 13 marzo scorso, quando i 115 membri elettori del Collegio cardinalizio, riuniti in Conclave da poco più di 24 ore, sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo» il nuovo vescovo di Roma, eleggendo al pontificato l’arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio. Accompagnate da segni quanto mai eloquenti nelle vesti e nei gesti, le sue prime parole dalla loggia della Basilica vaticana sono state una domanda di preghiera, per l’emerito Benedetto XVI e per sé, e un’esortazione a pregare sempre «l’uno per l’altro». Il giorno dopo, presiedendo la celebrazione eucaristica dinanzi ai cardinali ancora riuniti nella Cappella sistina, ha pronunciato una breve omelia evidenziando come le tre letture liturgiche fossero accomunate da altrettanti movimenti: il cammino, l’edificazione della Chiesa e la confessione, e concludendo: «Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti».
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Vescovo di Roma. Prima pregate per me. Saluto e benedizione
di Francesco
Regno-doc. n.5, 2013, p.129
«Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi» è quello che è iniziato il 13 marzo scorso, quando i 115 membri elettori del Collegio cardinalizio, riuniti in Conclave da poco più di 24 ore, sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo» il nuovo vescovo di Roma, eleggendo al pontificato l’arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio. Accompagnate da segni quanto mai eloquenti nelle vesti e nei gesti, le sue prime parole dalla loggia della Basilica vaticana sono state una domanda di preghiera, per l’emerito Benedetto XVI e per sé, e un’esortazione a pregare sempre «l’uno per l’altro». Il giorno dopo, presiedendo la celebrazione eucaristica dinanzi ai cardinali ancora riuniti nella Cappella sistina, ha pronunciato una breve omelia evidenziando come le tre letture liturgiche fossero accomunate da altrettanti movimenti: il cammino, l’edificazione della Chiesa e la confessione, e concludendo: «Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti».
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Vescovo di Roma. Camminare, edificare, confessare. Ai cardinali nella Cappella sistina
di Francesco
Regno-doc. n.5, 2013, p.130
«Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi» è quello che è iniziato il 13 marzo scorso, quando i 115 membri elettori del Collegio cardinalizio, riuniti in Conclave da poco più di 24 ore, sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo» il nuovo vescovo di Roma, eleggendo al pontificato l’arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio. Accompagnate da segni quanto mai eloquenti nelle vesti e nei gesti, le sue prime parole dalla loggia della Basilica vaticana sono state una domanda di preghiera, per l’emerito Benedetto XVI e per sé, e un’esortazione a pregare sempre «l’uno per l’altro». Il giorno dopo, presiedendo la celebrazione eucaristica dinanzi ai cardinali ancora riuniti nella Cappella sistina, ha pronunciato una breve omelia evidenziando come le tre letture liturgiche fossero accomunate da altrettanti movimenti: il cammino, l’edificazione della Chiesa e la confessione, e concludendo: «Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti».
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Mi ami più di costoro? Pasci i miei agnelli. Omelia nella messa Pro eligendo romano pontifice
di A. card. Sodano
Regno-doc. n.5, 2013, p.131
I cardinali intendono offrirsi «con Cristo al Padre che sta nei cieli per ringraziarlo (…) per il luminoso pontificato che ci ha concesso con la vita e le opere (…) dell’amato e venerato pontefice Benedetto XVI, al quale in questo momento rinnoviamo tutta la nostra gratitudine». Inizia dal ricordo grato di Benedetto XVI l’omelia del card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, nella messa Pro eligendo romano pontifice da lui presieduta nella Basilica vaticana in apertura del Conclave (12.3.2013) per l’elezione del successore di papa Ratzinger. Le letture proprie della liturgia gli suggeriscono tre sottolineature: la «missione di misericordia» affidata a ogni sacerdote e vescovo, ma «ancor più al vescovo di Roma, pastore della Chiesa universale»; l’edificazione dell’unità della Chiesa (la preoccupazione di custodire «l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace», secondo le parole di Efesini); l’atteggiamento fondamentale del pastore, dare la vita per le sue pecore, che «vale soprattutto per il successore di Pietro, pastore della Chiesa universale. Perché quanto più alto e più universale è l’ufficio pastorale, tanto più grande deve essere la carità del pastore».
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Documento
Catechesi, formazione del clero, norme per il Conclave. Tre motu proprio su competenze nella curia
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.133
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Documento - Parte / Inserto
Tre motu proprio su competenze nella curia. Catechesi e nuova evangelizzazione
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.133
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Documento - Parte / Inserto
Tre motu proprio su competenze nella curia. Formazione dei presbiteri e dei diaconi
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.135
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Tre motu proprio su competenze nella curia. Normas nonnullas sull’elezione del pontefice
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.137
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Eredi del futuro di Dio. Lectio divina al Seminario romano maggiore
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.139
«Noi siamo eredi, non di un determinato paese, ma della terra di Dio, del futuro di Dio. (…) Da cristiani abbiamo il futuro: il futuro è nostro, il futuro è di Dio. E così, essendo cristiani, sappiamo che nostro è il futuro (…). La Chiesa si rinnova sempre, rinasce sempre. Il futuro è nostro». Un invito convinto a non «lasciarsi impressionare (…) dai profeti di sventura» risuonava nelle parole pronunciate da Benedetto XVI solo pochi giorni prima della sua storica rinuncia al ministero petrino (Regno-doc. 3,2013,65s). Il testo della sua lectio divina – nel quale il papa commenta alcuni versetti della Prima lettera di Pietro (cf. 1,3-5) per i seminaristi di Roma, nella vigilia della festa della Madonna della fiducia (8.2.2013) – offre alcune suggestioni importanti alla luce della conclusione del suo pontificato. Su tutte, l’idea di una «custodia» del credente esercitata dalla fede («che ci protegge, ci aiuta, ci guida, ci dà la sicurezza») e il legame tra il martirio e il ministero del successore di Pietro: «Andando a Roma, Pietro certamente è andato anche al martirio (…). Quindi, il primato ha il contenuto dell’universalità, ma anche un contenuto martirologico».
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Documento
Tornare a Dio con tutto il cuore. Omelia nel Mercoledì delle ceneri (13.2.2013)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.143
«Per me è un’occasione propizia per ringraziare tutti, specialmente i fedeli della diocesi di Roma, mentre mi accingo a concludere il ministero petrino, e per chiedere un particolare ricordo nella preghiera». Ha iniziato così Benedetto XVI la sua omelia nel Mercoledì delle ceneri, solenne inizio della Quaresima, celebrato quest’anno in via straordinaria nella Basilica di San Pietro lo scorso 13 febbraio. Due giorni dopo il suo storico annuncio (Regno-doc. 3,2013,65s), l’attenzione del mondo era concentrata sulle parole del pontefice, il quale – sollecitato dalle letture del giorno – ha offerto alcune riflessioni che sono parse altrettante indicazioni per il futuro cammino della Chiesa. In particolare, «sull’importanza della testimonianza di fede e di vita cristiana» per «manifestare il volto della Chiesa, (…) a volte deturpato», soprattutto dalle «colpe contro l’unità della Chiesa, dalle divisioni nel corpo ecclesiale», e il richiamo a guardarsi «dall’ipocrisia religiosa, dal comportamento che vuole apparire, dagli atteggiamenti che cercano l’applauso e l’approvazione», perché «il vero discepolo non serve se stesso o il “pubblico”, ma il suo Signore».
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Commozione grande e profondo rispetto. Saluto del card. Bertone
di T. card. Bertone
Regno-doc. n.5, 2013, p.145
Lo scorso 13 febbraio, al termine della celebrazione eucaristica nel Mercoledì delle ceneri, il cardinale segretario di stato ha rivolto al papa alcune parole di saluto facendo riferimento alla decisione di Benedetto XVI (comunicata solo due giorni prima) di rinunciare al ministero petrino. Riportiamo l’indirizzo di saluto del card. Bertone (www.vatican.va).
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Articolo
Il Concilio come l’ho vissuto Incontro con i parroci e il clero di Roma (14.2.2013)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.146
Nell’incontro annuale coi parroci e il clero di Roma (14.2.2013), Benedetto XVI ha colto l’occasione – la sua ultima volta da pontefice – per una «piccola chiacchierata sul concilio Vaticano II». Ne è scaturito il racconto appassionato di un’esperienza vissuta con entusiasmo da giovane teologo e docente universitario, che rimarrà un riferimento decisivo della sua biografia teologica e pastorale. «Siamo andati al Concilio non solo con gioia, ma con entusiasmo», ha ricordato l’allora prof. Ratzinger. «C’era un’aspettativa incredibile. Speravamo che tutto si rinnovasse, che venisse veramente una nuova Pentecoste, (…) che la Chiesa fosse di nuovo forza del domani e forza dell’oggi». Il racconto, nel quale ha toccato tutte le questioni che furono al cuore dell’evento conciliare, si è chiuso con la polemica contrapposizione tra Concilio dei padri e dei media, quest’ultimo «accessibile, (…) dominante, più efficiente », ma realizzato «fuori dalla fede, con un’ermeneutica diversa». Oggi, ha concluso il papa, «vediamo come questo concilio virtuale si rompa, si perda», per far apparire «il vero Concilio con tutta la sua forza spirituale» di vera riforma della Chiesa.
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Contro la disinformazione, la maldicenza e la calunnia
di Segreteria di stato, F. Lombardi
Regno-doc. n.5, 2013, p.150
Il 23 febbraio la Segreteria di stato ha pubblicato un comunicato in difesa della libertà del Collegio cardinalizio, cui compete la prossima elezione del papa, avendo di mira «la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni», che si sono moltiplicate sui media dopo l’improvvisa rinuncia di Benedetto XVI al ministero petrino. Lo stesso giorno (23.2.2013) anche p. Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, è intervenuto con un severo editoriale – all’interno del Radiogiornale della Radio vaticana (23.2.2013) – dedicato al moltiplicarsi delle pressioni dei media e alla loro tendenza a gettare di-scredito sulla Chiesa e sul suo governo presentati unicamente come realtà di scandali e lotte di potere.
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Documento
Non abbandono la croce. L’ultima udienza generale (27.2); il congedo con i cardinali (28.2)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.153
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Documento - Parte / Inserto
Non abbandono la croce. Udienza generale. Mercoledì 27 febbraio 2013
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.153
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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«Salire sul monte» - «Semplicemente un pellegrino»
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.155
Allle ore 12 di domenica 24 febbraio, Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo apostolico vaticano per recitare l’Angelus coi numerosissimi fedeli e i pellegrini convenuti in piazza San Pietro. Queste le parole del papa nell’introdurre la preghiera mariana. Poco dopo le 17 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha lasciato il Palazzo apostolico vaticano ed è partito in elicottero alla volta di Castel Gandolfo. Là giunto il papa si è affacciato dalla loggia centrale del Palazzo apostolico e ha rivolto ai fedeli che gremivano la piazza antistante le sue ultime parole di saluto. Ne pubblichiamo di seguito la trascrizione.
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Documento - Parte / Inserto
Non abbandono la croce. Saluto di congedo con i cardinali. Giovedì 28 febbraio 2013
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.156
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Documento - Parte / Inserto
Non abbandono la croce. Dio la ricompensi! card. Angelo Sodano
di A. card. Sodano
Regno-doc. n.5, 2013, p.156
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Documento
Testimoni di Cristo, in ascolto. Nota pastorale dopo il Convegno ecclesiale «Aquileia 2»
di I vescovi del Triveneto
Regno-doc. n.5, 2013, p.157
In quel Nord-est del nostro paese caratterizzato da modernizzazione degli stili di vita, vivace intraprendenza economica, un precoce disagio politico che negli anni Novanta favorì l’emergere del leghismo, ma anche da un profondo radicamento ecclesiale fin dalla prima evangelizzazione della penisola: in questo Nord-est, che cosa «lo Spirito dice oggi alle nostre Chiese»? Dopo un lungo e approfondito processo di «discernimento comunitario», che dal 2010 ha impegnato le 15 diocesi del Triveneto nella preparazione del Convegno ecclesiale di Aquileia 2, e dopo la celebrazione di esso un anno fa, i vescovi della regione fanno un bilancio del percorso con una nota pastorale, intitolata Testimoni di Cristo, in ascolto, approvata nell’incontro del 7-8 gennaio e pubblicata il 17. «La situazione di transizione in cui viviamo» richiede «un sapiente discernimento comunitario e coraggiose scelte programmatiche». La direzione prescelta è una nuova evangelizzazione basata sull’accoglienza, in dialogo con le culture del nostro tempo e assumendosi la responsabilità per il bene comune.
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Documento
Attendendo una risposta. I rapporti con Pechino all’esame del prefetto di «Propaganda fide»
di F. card. Filoni
Regno-doc. n.5, 2013, p.162
La «situazione permane grave. Alcuni vescovi e sacerdoti sono segregati o privati della propria libertà (…). Il controllo sulle persone e sulle istituzioni si è acuito » (sulla situazione nei campus universitari, cf. qui a p. 163): è questo il giudizio che il prefetto della Congregazione per ’evangelizzazione dei popoli, card. Fernando Filoni, esprime sulla rivista Tripod – 32(2012) 167 –, espressione del Holy Spirit Study Center di Hong Kong. «I tentativi di dialogo intercorsi fra Roma e Pechino» a cinque anni dalla Lettera ai cattolici cinesi di Benedetto XVI hanno conosciuto almeno «tre recenti pietre d’inciampo». Si tratta dell’VIII Assemblea nazionale dei rappresentanti cattolici del 2010 (cf. Regno-att. 22,2010,737); del controllo sulle nomine dei vescovi da parte del governo, che ha «portato alla scelta di candidati spesso discutibili»; e infine di «consacrazioni episcopali, sia legittime sia illegittime» alle quali sono intervenuti «vescovi illegittimi». Di fronte a tutto questo, la Lettera, proprio per il suo carattere «prevalentemente religioso », rimane «un punto di partenza per il dialogo» che mette «in evidenza la passione del papa per la verità, la giustizia politica e l’amore per il popolo» cinese. Ma ancora «attende una risposta».
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Documento - Parte / Inserto
No all’infiltrazione religiosa nelle università
di M.E. Gandolfi
Regno-doc. n.5, 2013, p.163
Datato 15 maggio 2011 ma messo in rete qualche tempo dopo, è stato tradotto dal cinese all’inglese dall’associazione China Aid con sede negli Stati Uniti, il Documento n. 18 dell’Ufficio generale del Comitato centrale del Partito comunista cinese che offre «suggerimenti per riuscire a contrastare l’uso della religione da parte di stranieri allo scopo d’infiltrarsi negli istituti d’educazione superiore e a fermare le azioni d’evangelizzazione nei campus universitari».
Il testo è visibile a tutti
Documento
La collaborazione tra uomini e donne nella Chiesa. Conferenza episcopale tedesca, assemblea plenaria
di W. card. Kasper
Regno-doc. n.5, 2013, p.166
«Non può la Chiesa fare oggi qualcosa di simile a ciò che avveniva nel III-IV secolo, quando ha creato una sorta di ministero sui generis con le diaconesse per i battesimi delle donne adulte? Non si potrebbe quindi oggi, di fronte alle nuove sfide, prevedere un ministero per le donne, che non fosse quello del diacono, ma piuttosto avesse un proprio profilo, come in passato?». Davanti ai confratelli vescovi tedeschi, riuniti dell’Assemblea plenaria primaverile a Treviri dal 18 al 21 febbraio, il card. Walter Kasper – teologo, già presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani – ha tenuto la relazione introduttiva della giornata di studio su «La collaborazione tra uomini e donne nel servizio e nella vita della Chiesa» (20 febbraio). L’apertura invocata dal teologo ha incontrato il favore della Conferenza episcopale, che in chiusura dell’Assemblea ha emesso un comunicato (qui a p. 168), nel quale afferma l’impegno a «promuovere maggiormente le donne rispettandone la responsabilità, affidata a tutti i cristiani per la vita della Chiesa» e a «far aumentare ulteriormente la quota di donne nelle posizioni di responsabilità», con un bilancio degli sviluppi fissato fra cinque anni.
Il testo è visibile a tutti
Documento - Parte / Inserto
I vescovi tedeschi: più spazio alle donne
di Conferenza episcopale tedesca
Regno-doc. n.5, 2013, p.168
Durante l’Assemblea plenaria primaverile, tenutasi a Treviri dal 18 al 21 febbraio, la Conferenza episcopale tedesca ha affrontato il tema della collaborazione tra uomini e donne nella vita e nel servizio della Chiesa. Al termine della riflessione, il 21 febbraio, ha emesso la dichiarazione che pubblichiamo di seguito in una nostra traduzione dal tedesco.
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Documento
Governo e bene comune. Simposio conferenze episcopali di Africa e Madagascar, lettera pastorale
di Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar - SCEAM
Regno-doc. n.5, 2013, p.176
Per salvare l’Africa occorre «convertirsi al buon governo»: è questo l’appello che rivolgono i vescovi dell’intero continente ai politici e ai leader dei governi con la lettera pastorale Sistemi di governo, bene comune e transizioni democratiche in Africa, resa pubblica lo scorso febbraio (Regno-att. 4,2013,85). Mentre i vescovi plaudono alla «stabilità politica» e allo sviluppo democratico di «alcuni paesi (…), resta ancora molto da fare per rafforzare la credibilità di alcune di queste elezioni». Inoltre «l’Africa resta un continente povero» anche perché «multinazionali straniere», anche con la complicità di «alcuni dirigenti» locali, continuano a «depredare il continente delle sue risorse». Per questo occorre utilizzare gli strumenti democratici, attingendo «anche alla saggezza dei sistemi e delle strutture africani tradizionali di governo», per evitare il prevalere degli interessi «egoistici» di pochi. E occorre anche promuovere un’idea di cittadinanza come un vero «bene comune», considerando «fratello e sorella» ogni uomo, «oltre frontiere statali, politiche, tribali o religiose».
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Documento - Parte / Inserto
Governo e bene comune. Non possiamo rimanere indifferenti. Lettera di presentazione
di Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar - G. Mbilingi
Regno-doc. n.5, 2013, p.176
Per salvare l’Africa occorre «convertirsi al buon governo»: è questo l’appello che rivolgono i vescovi dell’intero continente ai politici e ai leader dei governi con la lettera pastorale Sistemi di governo, bene comune e transizioni democratiche in Africa, resa pubblica lo scorso febbraio (Regno-att. 4,2013,85). Mentre i vescovi plaudono alla «stabilità politica» e allo sviluppo democratico di «alcuni paesi (…), resta ancora molto da fare per rafforzare la credibilità di alcune di queste elezioni». Inoltre «l’Africa resta un continente povero» anche perché «multinazionali straniere», anche con la complicità di «alcuni dirigenti» locali, continuano a «depredare il continente delle sue risorse». Per questo occorre utilizzare gli strumenti democratici, attingendo «anche alla saggezza dei sistemi e delle strutture africani tradizionali di governo», per evitare il prevalere degli interessi «egoistici» di pochi. E occorre anche promuovere un’idea di cittadinanza come un vero «bene comune», considerando «fratello e sorella» ogni uomo, «oltre frontiere statali, politiche, tribali o religiose».
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Documento - Parte / Inserto
Governo e bene comune. Transizioni democratiche. Lettera pastorale
di Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar - P. card. Pengo
Regno-doc. n.5, 2013, p.177
Per salvare l’Africa occorre «convertirsi al buon governo»: è questo l’appello che rivolgono i vescovi dell’intero continente ai politici e ai leader dei governi con la lettera pastorale Sistemi di governo, bene comune e transizioni democratiche in Africa, resa pubblica lo scorso febbraio (Regno-att. 4,2013,85). Mentre i vescovi plaudono alla «stabilità politica» e allo sviluppo democratico di «alcuni paesi (…), resta ancora molto da fare per rafforzare la credibilità di alcune di queste elezioni». Inoltre «l’Africa resta un continente povero» anche perché «multinazionali straniere», anche con la complicità di «alcuni dirigenti» locali, continuano a «depredare il continente delle sue risorse». Per questo occorre utilizzare gli strumenti democratici, attingendo «anche alla saggezza dei sistemi e delle strutture africani tradizionali di governo», per evitare il prevalere degli interessi «egoistici» di pochi. E occorre anche promuovere un’idea di cittadinanza come un vero «bene comune», considerando «fratello e sorella» ogni uomo, «oltre frontiere statali, politiche, tribali o religiose».
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Documento
La Chiesa in America Latina: questioni aperte. Congresso continentale di teologia di Porto Alegre
di V. Codina
Regno-doc. n.5, 2013, p.185
La recezione originale, effettiva e conflittuale del concilio Vaticano II in America Latina «non è stata una mera assimilazione», ma una rilettura creativa «a partire dal basso, dai poveri, dal rovescio della storia». Tuttavia oggi i termini nei quali il Concilio aveva impostato il proprio discorso «sono diventati stretti, e in qualche modo superati: il problema oggi non è tanto la Chiesa, ma Dio…». Così procede l’argomentazione di Victor Codina, teologo gesuita, nella sua relazione al Congresso continentale di teologia tenutosi a Porto Alegre (Brasile) dal 7 all’11 ottobre scorsi (cf. ampiamente Regno-att. 20,2012,705ss). Da qui la preoccupazione, indicata dalla Conferenza generale di Aparecida (2007), di porre l’America Latina, pur segnata «da una forte religiosità popolare fondata su grandi valori cristiani», in uno stato di «missione inter gentes», così da radicare in una nuova comprensione teologica dello Spirito Santo la costruzione di «una Chiesa nazarena, povera, semplice, solidale e pasquale».
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Documento
Il Regno Documenti 5 2013 - La rivista completa in un unico file
di Redazione
Regno-doc. n.5, 2013, p.192
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