Il libro di preghiere della Bibbia è l’ultima opera pubblicata da Dietrich Bonhoeffer prima che il regime nazista gli imponesse il silenzio. Dato alle stampe nel 1940, si tratta del libro dei Salmi commentato da Bonhoeffer con uno scopo preciso: offrire ai giovani un’iniziazione alla preghiera. Un volume che nasce dall’esigenza, sempre più sentita in quegli anni drammatici, di un servizio da rendere alla comunità,
e in cui emerge l’anima più profonda del grande teologo, preoccupato non tanto e non solo di una conoscenza scientifica del testo biblico del salterio, ma piuttosto teso a comunicare l’esigenza della radicalità cristiana, come affermazione della più autentica pienezza umana.
A 75 anni dalla sua prima pubblicazione, questo testo mantiene la sua forza originaria e rimane un perfetto viatico per chiunque voglia avvicinare il mistero della preghiera nel testo biblico.
Il libro del Levitico è il cuore del Pentateuco perché esprime le preoccupazioni teologiche fondamentali della redazione Sacerdotale, che di esso costituisce la struttura di base. Dopo avere descritto nei primi capitoli della Genesi il passaggio da una creazione «molto buona» (Gen 1,31) a una situazione di ritorno al caos, il Pentateuco indica le linee fondamentali della risposta di YHWH alla decadenza della sua creazione: la formazione, per mezzo della discendenza di Abramo, di un popolo con cui stringere un?alleanza. Al libro del Levitico è affidata la regolazione del culto: dalla consacrazione del personale che celebra alle regole sulla purità, per mezzo delle quali il popolo di Israele è determinato e racchiuso in un confine sacro che lo distingue dalla realtà circostante e che servono da preludio al rituale del grande giorno dell?Espiazione, che permette la permanenza del rapporto tra Yhwh e il suo popolo nonostante le infedeltà di questo.
Ridestare la voce con i Salmi, quella voce che è assopita dentro di noi e che pure nei sotterranei dell?essere fa pressione per uscire fuori. In cerca di Dio. Una biblista e un teologo-psicoterapeuta ci consegnano il loro commento ai primi dodici salmi. Per percorrere tutto il salterio, un salmo dopo l?altro, come sentiero di guarigione spirituale per il cuore umano.
Una persona giusta, integra e retta viene colpita, nel pieno della felicità e senza alcuna spiegazione, da una grande sventura. Il filo rosso che attraversa il Libro di Giobbe ci ricorda che la vita è molto più complessa delle nostre convinzioni meritocratiche e ci invita ad abbandonare una visione «retributiva» della fede - centrale anche nell'etica del capitalismo - portata a considerare la ricchezza e la felicità come premi per una vita giusta. In questo senso, la storia biblica è un insegnamento non solo sulla sventura del giusto, ma anche sul senso dell'esistenza umana.
Un prezioso commento alle Scritture, in prima edizione italiana, corredato da introduzioni e note di approfondimento. Il volume raccoglie per la prima volta in una traduzione italiana originale tutto quanto rimane dell'esegesi di Origene sul Libro del profeta Ezechiele, vale a dire 14 omelie nel latino di Girolamo e più di 200 frammenti greci di provenienza per lo più catenaria, molti dei quali tratti dal perduto commentario origeniano. Ogni omelia è preceduta da un'introduzione ed è puntualmente corredata da note di approfondimento. I frammenti corrispondenti alle omelie sono proposti in parallelo con il testo latino per evidenziarne somiglianze e differenze; per gli altri, sono segnalate in nota le frequenti affinità con il Commento a Ezechiele di Girolamo, che spesso ha attinto da Origene. L'introduzione generale presenta uno studio sui criteri di traduzione di Girolamo e un saggio sulla figura del profeta in Origene.
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Nel quinto secolo a.C., in Persia, gli Ebrei corsero il rischio di essere sterminati. Un decreto reale ne ordinava la distruzione, senza distinzione tra uomini, vecchi, donne e bambini. Il libro di Ester descrive il modo in cui questo pericolo fu evitato grazie al coraggio della regina Ester, alla saggezza di Mardocheo, suo parente, e all’unità del popolo ebraico. Il libro rivela anche l’azione di Dio che sommessamente, e a volte sorprendentemente, opera dietro le quinte per guidare gli eventi della vita di coloro che a lui si affidano.
L'edizione quadriforme del libro dei Proverbi, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone:1) il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basata prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008; 2) il testo greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente al IV secolo dopo Cristo; 3) il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica; 4) il testo della Bibbia CEI 2008, normativa per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall'ebraico; 5) la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata a privilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale. Il volume prosegue la nuova sezione della collana.
Cassiodoro, membro di una nobile famiglia che governava l'Italia meridionale, anticipò e preparò l'intuizione monastica di Benedetto da Norcia e fu l'unico scrittore ecclesiastico latino a commentare l'intero Salterio. La sua chiave di lettura è cristologica; per lui in ogni salmo è Cristo a parlare e ogni salmo parla di Cristo. Cassiodoro è considerato il traghettatore della cultura, classica e cristiana, dalla Tarda Antichità al Medioevo e, attraverso di esso, alla Modernità. Quest'opera aiuta a riscoprire la sua straordinaria figura: la vita, gli scritti e la riflessione cristologica. In appendice il commento a tre salmi (2, 71, 109) in traduzione italiana.
I 150 salmi contenuti nell’omonimo libro della Bibbia sono da sempre un testo di preghiera comune a Cristiani ed Ebrei.
Dio, nella storia, dal “sì” di un uomo, Abramo, ha fatto nascere un popolo che per duemila anni ha camminato imparando a gridare. Nella prova, nella gioia, nell’abbandono, nella consolazione, nel lamento, nel trionfo… il popolo eletto di Israele ha imparato a far gridare il cuore perché Dio non rimanesse un pensiero, ma presenza in ogni istante, risposta al desiderio di ogni giorno.
I salmi sono l’espressione di questo grido che, però, è in attesa di un vagito. I salmi sono il grido dell’uomo che attende il vagito del Figlio di Dio. La preghiera dei salmi ci aiuta a cogliere tutta la portata del bisogno umano. Per questo la Chiesa non li ha sostituiti con altre parole, ma da sempre usa quelle stesse parole per la sua preghiera ufficiale di ogni giorno, di ogni ora del giorno.
L’edizione appartiene alla collana “A CARATTERI GRANDI” che facilita la lettura in ogni situazione di difficoltà.
Un libro per scoprire il piacere di recitare i salmi. L’autore, grazie all’ausilio dei padri della Chiesa che insegnano a leggere i salmi nel loro quadruplice senso - letterale, morale, come profezia del Salvatore e come rivelazione dell’aldilà - e grazie alla sua esperienza personale e comunitaria, rivela come i salmi possano illuminare la vita e svelarne il significato più profondo. Meditazioni su dodici salmi: 1. Il dono della famiglia (salmo 27) 2. La mia eredità è magnifica (salmo 15) 3. Il mistero del male (salmo 72) 4. La gioia degli amici (salmo 132) 5. Il dolore del peccato (salmo 50) 6. I frutti del perdono (salmo 50) 7. Lo stupore della paternità (salmo 126) 8. L’altalena delle passioni (salmo 12) 9. I giorni del buio (salmo 87) 10. L’uscita dalla tempesta (salmo29) 11. Il prodigio della creazione (salmo 138) 12. La figlia del re (salmo 44)
Il Libro di Enoch è un testo apocrifo di origine ebraica la cui versione definitiva risale al primo secolo a.C., raggiunto oggi in pieno in una versione in lingua Ge'ez (antica lingua Etiope), da cui il nome Enoch etiopico. Il primo libro di Enoch è un apocrifo dell'Antico Testamento, non incluso nella Bibbia ebraica, non è parte della Bibbia in greco chiamato dei (Settanta) e non è parte di, almeno oggi, anche della Bibbia cristiana. Gli storici ebrei Flavio Giuseppe e Filone di Alessandria non lo menzionano tra i libri canonici del giudaismo nel primo secolo d.C., anche se sappiamo che in passato è stato spesso utilizzato nel mondo ebraico e anche i primi padri della chiesa cristiana, ci sono infatti alcune analogie tra passi e idiomi caratteristici del Nuovo Testamento, e questo libro. In epoca medievale si sono perse le tracce misteriosamente tranne qualche rara citazione, come quelli di Sincello e Cedreno del IX secolo non è più stato utilizzato, e 1 Enoch è rimasto un testo sconosciuto e misterioso fino a '700. La tradizione dice il patriarca Enoch autore di oltre trecento sessantasei libri.
Nella tradizione giudaica sono chiamati «Megillot», cioè «rotoli», il libro di Rut, il Cantico dei cantici, il Qoèlet, le Lamentazioni, il libro di Ester, che vengono letti nelle cinque principali feste dell'anno. L'edizione quadriforme di Megillot, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone:- il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basata prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008;- il testo greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente al IV secolo dopo Cristo;- il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica;- il testo della Bibbia CEI 2008, normativa per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall'ebraico;- la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata a privilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale.