
Una persona giusta, integra e retta viene colpita, nel pieno della felicità e senza alcuna spiegazione, da una grande sventura. Il filo rosso che attraversa il Libro di Giobbe ci ricorda che la vita è molto più complessa delle nostre convinzioni meritocratiche e ci invita ad abbandonare una visione «retributiva» della fede - centrale anche nell'etica del capitalismo - portata a considerare la ricchezza e la felicità come premi per una vita giusta. In questo senso, la storia biblica è un insegnamento non solo sulla sventura del giusto, ma anche sul senso dell'esistenza umana.
Un prezioso commento alle Scritture, in prima edizione italiana, corredato da introduzioni e note di approfondimento. Il volume raccoglie per la prima volta in una traduzione italiana originale tutto quanto rimane dell'esegesi di Origene sul Libro del profeta Ezechiele, vale a dire 14 omelie nel latino di Girolamo e più di 200 frammenti greci di provenienza per lo più catenaria, molti dei quali tratti dal perduto commentario origeniano. Ogni omelia è preceduta da un'introduzione ed è puntualmente corredata da note di approfondimento. I frammenti corrispondenti alle omelie sono proposti in parallelo con il testo latino per evidenziarne somiglianze e differenze; per gli altri, sono segnalate in nota le frequenti affinità con il Commento a Ezechiele di Girolamo, che spesso ha attinto da Origene. L'introduzione generale presenta uno studio sui criteri di traduzione di Girolamo e un saggio sulla figura del profeta in Origene.
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Nel quinto secolo a.C., in Persia, gli Ebrei corsero il rischio di essere sterminati. Un decreto reale ne ordinava la distruzione, senza distinzione tra uomini, vecchi, donne e bambini. Il libro di Ester descrive il modo in cui questo pericolo fu evitato grazie al coraggio della regina Ester, alla saggezza di Mardocheo, suo parente, e all’unità del popolo ebraico. Il libro rivela anche l’azione di Dio che sommessamente, e a volte sorprendentemente, opera dietro le quinte per guidare gli eventi della vita di coloro che a lui si affidano.
L'edizione quadriforme del libro dei Proverbi, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone:1) il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basata prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008; 2) il testo greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente al IV secolo dopo Cristo; 3) il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica; 4) il testo della Bibbia CEI 2008, normativa per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall'ebraico; 5) la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata a privilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale. Il volume prosegue la nuova sezione della collana.
Cassiodoro, membro di una nobile famiglia che governava l'Italia meridionale, anticipò e preparò l'intuizione monastica di Benedetto da Norcia e fu l'unico scrittore ecclesiastico latino a commentare l'intero Salterio. La sua chiave di lettura è cristologica; per lui in ogni salmo è Cristo a parlare e ogni salmo parla di Cristo. Cassiodoro è considerato il traghettatore della cultura, classica e cristiana, dalla Tarda Antichità al Medioevo e, attraverso di esso, alla Modernità. Quest'opera aiuta a riscoprire la sua straordinaria figura: la vita, gli scritti e la riflessione cristologica. In appendice il commento a tre salmi (2, 71, 109) in traduzione italiana.
I 150 salmi contenuti nell’omonimo libro della Bibbia sono da sempre un testo di preghiera comune a Cristiani ed Ebrei.
Dio, nella storia, dal “sì” di un uomo, Abramo, ha fatto nascere un popolo che per duemila anni ha camminato imparando a gridare. Nella prova, nella gioia, nell’abbandono, nella consolazione, nel lamento, nel trionfo… il popolo eletto di Israele ha imparato a far gridare il cuore perché Dio non rimanesse un pensiero, ma presenza in ogni istante, risposta al desiderio di ogni giorno.
I salmi sono l’espressione di questo grido che, però, è in attesa di un vagito. I salmi sono il grido dell’uomo che attende il vagito del Figlio di Dio. La preghiera dei salmi ci aiuta a cogliere tutta la portata del bisogno umano. Per questo la Chiesa non li ha sostituiti con altre parole, ma da sempre usa quelle stesse parole per la sua preghiera ufficiale di ogni giorno, di ogni ora del giorno.
L’edizione appartiene alla collana “A CARATTERI GRANDI” che facilita la lettura in ogni situazione di difficoltà.
Un libro per scoprire il piacere di recitare i salmi. L’autore, grazie all’ausilio dei padri della Chiesa che insegnano a leggere i salmi nel loro quadruplice senso - letterale, morale, come profezia del Salvatore e come rivelazione dell’aldilà - e grazie alla sua esperienza personale e comunitaria, rivela come i salmi possano illuminare la vita e svelarne il significato più profondo. Meditazioni su dodici salmi: 1. Il dono della famiglia (salmo 27) 2. La mia eredità è magnifica (salmo 15) 3. Il mistero del male (salmo 72) 4. La gioia degli amici (salmo 132) 5. Il dolore del peccato (salmo 50) 6. I frutti del perdono (salmo 50) 7. Lo stupore della paternità (salmo 126) 8. L’altalena delle passioni (salmo 12) 9. I giorni del buio (salmo 87) 10. L’uscita dalla tempesta (salmo29) 11. Il prodigio della creazione (salmo 138) 12. La figlia del re (salmo 44)
Il Libro di Enoch è un testo apocrifo di origine ebraica la cui versione definitiva risale al primo secolo a.C., raggiunto oggi in pieno in una versione in lingua Ge'ez (antica lingua Etiope), da cui il nome Enoch etiopico. Il primo libro di Enoch è un apocrifo dell'Antico Testamento, non incluso nella Bibbia ebraica, non è parte della Bibbia in greco chiamato dei (Settanta) e non è parte di, almeno oggi, anche della Bibbia cristiana. Gli storici ebrei Flavio Giuseppe e Filone di Alessandria non lo menzionano tra i libri canonici del giudaismo nel primo secolo d.C., anche se sappiamo che in passato è stato spesso utilizzato nel mondo ebraico e anche i primi padri della chiesa cristiana, ci sono infatti alcune analogie tra passi e idiomi caratteristici del Nuovo Testamento, e questo libro. In epoca medievale si sono perse le tracce misteriosamente tranne qualche rara citazione, come quelli di Sincello e Cedreno del IX secolo non è più stato utilizzato, e 1 Enoch è rimasto un testo sconosciuto e misterioso fino a '700. La tradizione dice il patriarca Enoch autore di oltre trecento sessantasei libri.
Nella tradizione giudaica sono chiamati «Megillot», cioè «rotoli», il libro di Rut, il Cantico dei cantici, il Qoèlet, le Lamentazioni, il libro di Ester, che vengono letti nelle cinque principali feste dell'anno. L'edizione quadriforme di Megillot, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone:- il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basata prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008;- il testo greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente al IV secolo dopo Cristo;- il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica;- il testo della Bibbia CEI 2008, normativa per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall'ebraico;- la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata a privilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale.
"La mia anima ha sete di Dio - del Dio vivente - quando verrò, e vedrò il volto di Dio?" (Sal 42-43). Questa domanda apre il secondo libro del Salterio (Sal 42-72) e lo caratterizza in profondo nel segno di "libro degli esilii" dove il problema di chi prega non è più soprattutto e soltanto ?esterno', costituito dagli avversari del giusto, ma piuttosto personale e interiore, focalizzato dal rapporto - diventato sempre più difficile e impegnativo - tra Dio e l'orante, che ne è l'anima più viva e più vera, lungo tutti i suoi diversi tornanti. Su questo tema le voci di esperti biblisti offrono una sorta di ?piccola grammatica della preghiera' di chi fatica a trovare la relazione con Dio, non ne coglie le tracce nella propria vita, se ne sente distante, talvolta come abbandonato. Muovendo dalla coppia dei salmi iniziali "Tristezza dell'anima e sete di Dio" (Sal 42-43, R. Vignolo), "Quando Dio si dimentica di noi" (Sal 44, F. Dalla Vecchia) -, viene valorizzato il luminoso esito finale del percorso, raggiunto nel Sal 72, espressione della migliore speranza messianica degli afflitti e dei miseri ("Il regno del Messia", G. Barbiero). Tra l'inizio e la fine del secondo libro dei Salmi, spiccano tre tappe del cammino, centrate su "Sapienza di vita e speranza in Dio" (Sal 49, P. Bovati), sulla sete di Dio (Sal 63: "Il tuo amore vale più della vita", L. Invernizzi) e infine sul Sal 68 ("Una casa dona Dio ai solitari", M.I. Angelini), un salmo di speciale importanza per la tradizione monastica.
"Questa esplorazione del Cantico è fatta di sentieri nel folto del bosco, colpi di sonda nell'oceano, aperture verso nuovi cammini. Una meditazione che si fa sorgente di vita." Bruno Forte
Nell'Antico Testamento la salvezza del popolo prende avvio sotto forma di liberazione, di cui il libro dell'Esodo rappresenta la versione epica. Nella memoria degli israeliti, questa liberazione assume un carattere fondamentale e una funzione esemplare, due aspetti che consentono al tema di attraversare l'intera Scrittura.Luis Alonso Schökel accompagna il lettore in questo «attraversamento tematico» incentrato su due poli che corrispondono a due verbi: «uscire» (dall'Egitto, dalla schiavitù, dal lavoro forzato) ed «entrare» (nella terra, nei doveri, attraverso il deserto), fino a dischiudere il panorama su «ciò che segue», e quindi sugli altri esodi.