Vangelo e Atti degli Apostoli da regalare per la Prima Comunione. Il volume riporta il testo integrale dei Vangeli (Matteo, Marco, Luca, Giovanni) e degli Atti degli Apostoli nella traduzione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana. Il volume è presentato in un'edizione con caratteri grandi che facilitano la lettura e con copertina flessibile illustrata. I Vangeli sono preceduti da un'introduzione generale e da un'introduzione ai singoli libri curate da don Mariano Grosso, monaco benedettino. Il volume è arricchito da un indice analitico dei termini, che rimandano alle parti del testo dove sono menzionati. L'uso dei colori permette di trovare facilmente i singoli libri: Vangelo di Matteo (sezione verde), Vangelo di Marco (sezione rossa), Vangelo di Luca (sezione celeste), Vangelo di Giovanni (sezione arancione) e Atti degli Apostoli (sezione blu).
Vangelo e Atti degli Apostoli da regalare per la Cresima. Il volume riporta il testo integrale dei Vangeli (Matteo, Marco, Luca, Giovanni) e degli Atti degli Apostoli nella traduzione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana. Il volume è presentato in un'edizione con caratteri grandi che facilitano la lettura e con copertina flessibile illustrata. I Vangeli sono preceduti da un'introduzione generale e da un'introduzione ai singoli libri curate da don Mariano Grosso, monaco benedettino. Il volume è arricchito da un indice analitico dei termini, che rimandano alle parti del testo dove sono menzionati. L'uso dei colori permette di trovare facilmente i singoli libri: Vangelo di Matteo (sezione verde), Vangelo di Marco (sezione rossa), Vangelo di Luca (sezione celeste), Vangelo di Giovanni (sezione arancione) e Atti degli Apostoli (sezione blu).
Gabriele Bertin rilegge in chiave critica alcuni testi biblici salienti su Mosè – particolare identità maschile posta come norma per le successive, nonché emblema di un rapporto esclusivo con Dio e, al tempo stesso, mediatore con il popolo di Israele – mettendoli in dialogo con i gender, men’s e queer studies nel contesto della violenza contro le donne e degli episodi di omo-transfobia di questi nostri tempi.
La visione binaria dell’identità che traspare dai testi biblici, e che presenta un complesso di atteggiamenti attesi e propri di un uomo e non di una donna, e viceversa, è un elemento caratteristico della cultura redazionale da cui provengono e con cui anche la figura di Mosè dovrebbe fare i conti. Gabriele Bertin ne propone quindi un’analisi e una rilettura con categorie di nuova matrice, in particolare dei men’s studies, che guardano con occhio critico al concetto di maschilità, specialmente di fronte al dilagare della violenza uomo-donna e uomo-uomo e all’impoverimento che ne deriva per la costruzione dell’identità maschile.
«Intenderei porre il mio lavoro come inizio di una riflessione che porti a riconoscere la criticità, determinata sessualmente, dei testi biblici e, di conseguenza, dei tratti delle maschilità che vi sono rappresentate, come rottura di una visione monolitica e superiore della maschilità, non solo rispetto al femminile ma anche a possibili identità maschili».
Gabriele Bertin
La Bibbia non è solo «il» libro della religione ebraica e cristiana; è anche uno sterminato magazzino di storie e immagini che hanno influenzato nel profondo l'arte occidentale. Poeti, romanzieri, pittori vi hanno regolarmente attinto rendendo spesso il loro lavoro, consapevoli o meno, un'eco, un riflesso di quelle storie, in breve una sorta di riscrittura delle Scritture. Così come aveva fatto raccontando in un libro fortunato le reincarnazioni di Ulisse lungo i secoli della letteratura europea, Boitani rintraccia qui il riaffiorare della Parola in una pluralità di autori lontani e diversi, da Dante a Saramago, da Shakespeare a Faulkner, da Milton a Thomas Mann. È un viaggio vertiginoso, iniziato oltre vent'anni fa, che testimonia quante sorprendenti ricchezze ancora ci può riservare la nostra tradizione culturale quando è esplorata per sentieri originali da un lettore come Piero Boitani.
Le legioni di Tito, distruggendo Gerusalemme, sempre pensata come la città simbolo del regno di Dio, avevano messo in crisi le comunità di Matteo, di origine giudaica.
Anche la loro fede in Gesù di Nazaret era stata scossa, stava quasi per affondare, visto che molti autorevoli rabbini li stavano accusando di aver provocato l'ira divina per aver abbandonato i sacrifici del tempio, le pratiche di pietà e l'osservanza stretta della legge; avevano disprezzato l'insegnamento e le tradizioni dei padri per seguire un semplice galileo, senza istruzione né riconoscimento.
Come essere testimoni di questo Gesù vivo in mezzo a noi? Il Vangelo delle comunità di Matteo cerca di rispondere a questa domanda: Gerusalemme era già luogo di oscurità e di morte quando Gesù nacque e le sue pietre furono scosse da un terremoto quando egli morì le legioni romane avevano solo concluso il servizio. La chiesa, invece, era stata edificata su una pietra sicura che nessuno avrebbe mai distrutto; una casa costruita sulla roccia.
Quante volte fatichiamo a vedere la presenza di Dio negli eventi della nostra vita? Come possiamo scoprire che non siamo mai soli, neanche nel silenzio assordante della notte più buia? Questo libro può aiutarci a trovare le risposte giuste attraverso le tante storie di successi e insuccessi che raccontano dell'impegno quotidiano contro il disagio sociale che una straordinaria "coppia- di missionari, il gesuita padre Georg Sporschill e Ruth Zenkert, inviano settimanalmente ai loro amici e sostenitori in forma di mail (bimail@elijah.ro) da quelle "periferie del mondo- in cui sono stati chiamati da Dio a vivere per incontrarlo e servirlo nei fratelli più poveri. Ogni "bimail- (dal tedesco: biblische Mail) narra una vicenda reale da loro vissuta e la rilegge in modo sapiente attraverso il filtro di un versetto biblico, offrendo alla fine alcune domande che invitano il lettore alla riflessione personale per riconoscere le tracce di quel "quinto Vangelo-, che Dio scrive sulle righe storte della nostra vita. Ogni storia si rivela, quindi, un viatico per prendere confidenza con la Bibbia, il libro dei libri, quello in cui ogni vicenda umana passata, presente e futura è stata già scritta e raccontata. Anche la nostra.
La lectio divina o lettura pregata della Sacra Scrittura è lo spazio di incontro tra Dio e l'uomo. Debitrice della tradizione ebraica, in cui affonda le radici, la lectio è allo stesso tempo erede della tradizione ermeneutica dei Padri, per i quali non è tanto l'erudizione che va cercata ma l'unzione, non la scienza ma la coscienza, non la carta ma la carità. L'intento del presente volume è di prendere per mano il lettore, come un padre il proprio figlio, per introdurlo all'ascolto di Colui che parla e misteriosamente instaura quella singolare relazione che è fautrice di autentica libertà umana. Ascoltare la Parola non significa decifrarne semplicemente il contenuto; di più, significa lasciare che quella Parola giunga a decifrare la nostra vita.
Un percorso di lectio divina attraverso le parabole contenute nel Vangelo secondo Luca, per ripartire dall'ascolto di quello che il Signore vuole dirci e come vuole trasformarci per rimanere nel suo bene, che è donato a tutti, provando a ripensare in forma di preghiera l'inesauribile novità della missione che attende i credenti in questo tempo. Le parabole meditate raccontano l'eccesso di Dio che si manifesta dentro realtà e vicende che conosciamo bene. Ci sono pratiche ed eventi familiari che diventano manifestazione della presenza di Dio e del suo stile. Esse svelano e coprono, nello stesso tempo, il mistero di Dio, la sua vita e il suo regno. L'agire di Dio e il suo mistero sono troppo grandi per essere rinchiusi in un'immagine o in un racconto ma, insieme, dentro di essi questo stesso mistero si lascia conoscere e intravvedere.
Attraverso la lettura di passi biblici, l'autrice mette a fuoco il fascino ambiguo e i labili confini di magia, occulto e superstizione.
Un coacervo di idee alle quali il nostro autore ha fattivamente partecipato, organizzando le prime marce per la pace, creando collegamenti tra disparate personalità, dando vita a centri di volontariato e via dicendo; con l'intento precipuo di superare gli egoismi, di mettere le proprie energie al servizio di tutto quel che potesse aiutare a superare gli egoismi, contro i privilegi di classe, ma anche degli interessi delle gerarchie clericali. Un discorso del quale vengono qui riprese le fila con lucidità teorica, ma anche con accensione poetica: dei "semplici appunti" ordinati con liturgico richiamo alle evangeliche letture della messa domenicale e che però si appoggiano, con inusitata precisione, alla prassi politica e fanno ricorso costante alla preghiera. Mostrando una strada "stretta e difficile", ma che potrebbe essere decisiva per correre ai ripari in questi "tempi duri".
Tutti avvertiamo talvolta il bisogno di "istruzioni per l'uso" nella nostra vita. Molti cercano modelli nella televisione, sui social, qualcuno nei libri... Marco Tibaldi propone come modello proprio un libro, o meglio il Libro, mostrando come la Bibbia, molto prima dei reality, si sia occupata delle questioni fondamentali dell'esistenza. I due "pensionati" Abramo e Sara, il "truffatore" Giacobbe, Mosè il liberatore e Naaman "il barbaro" sono alcuni dei personaggi messi in scena. Le storie prendono vita e parlano ai lettori, che scoprono l'intensa e continua decisione di Dio di non dimenticarsi mai dell'uomo. Le più belle storie della Bibbia rilette in chiave contemporanea. Perché il Libro parla ancora oggi a tutti noi, e ha ancora molto da dire.
Le pagine seguenti si propongono come un florilegio delle risposte date nei primi decenni del cristianesimo alla domanda su chi è Gesù. È un recupero del linguaggio proprio delle prime comunità che, essendo esse stesse diversificate, hanno pensato e parlato di Gesù in modi differenziati. Ci si propone di cogliere sul nascere, dal vivo, l'autentico pensiero sulla identità di quell'«ebreo morto troppo presto» (Nietzsche), espresso dai primi credenti. «Il secolare patrimonio culturale del pensiero e dell'arte dimostra che sono stati davvero molti i pensatori e gli artisti, per non dire dei santi, ad aver tratto ispirazione dalla figura e dalla vicenda di Gesù di Nazaret, «che non è improprio definire tra le più dense di pathos e di logos mai offerte dalla storia». Vale perciò la pena scandagliare i suoi lineamenti sulla base dei testi più antichi che lo riguardano e ne rivelano una stimolante pluralità di volti». (Romano Penna)