Storici e araldisti si limitano a esporre le ragioni più evidenti e immediate del fenomeno araldico, trascurandone la natura di "codice distintivo" e quindi identificativo. È proprio tale natura, invece, che sta all'origine del fascino dell'araldica sulle persone. Il presente volume abbraccia questa visione ampliata e solidamente motivata, proponendo una rigorosa trattazione della materia in quattro parti. Nella prima vengono introdotte l'essenza e le cause del fenomeno araldico, l'origine della casta nobiliare, le fonti blasoniche. Il "codice distintivo" viene svolto analiticamente nella seconda e nella terza parte. La quarta parte, infine, è dedicata all'esame dei singoli generi di stemma e alla loro genesi.
Lezione di congedo dell'Anno Accademido 1999-2000, cattedra di Psicologia e Psicopatologia, all'Ist. Giovanni Paolo II. Affronta il tema del linguaggio simbolico nell'esperienza religiosa, specialmente dal punto di vista psicologico. Ogni forma di sapere si confronta oggi con il problema del linguaggio simbolico. La stessa riflessione teologica dimostra un rinnovato interesse per questo tema. Infatti, una delle ragioni della funzione insostituibile del simbolo nella vita religiosa va ricercata nel rapporto che il simbolo stabilisce con la coscienza quando essa si trova davanti ad una realta soprannaturale come quella del sacro. Tale argomento, nel presente volume, e affrontato dal punto di vista psicologico.
Georges Rouault (Parigi 1871-1958), dopo qualche anno di apprendistato presso due maestri vetrai, nel 1890 entrò nell’Ecole des Beaux Arts, dove ebbe come maestro Gustave Moreau e come condiscepolo Matisse. Morto il suo maestro, Rouault, si trovò nel dilemma di fare una pittura che piaceva e si vendeva o seguire una ricerca di forme e mezzi pittorici nuovi, nell’incomprensione quasi generale. Scelse questa seconda e più difficile via. Aveva quattro bambini, e sua moglie Marthe, ottima pianista, lo sosteneva dando lezioni di pianoforte. Frequentava la casa di Léon Bloy, dove conobbe altri artisti e anche Jacques e Raïssa Maritain. Solo dopo la seconda guerra mondiale finalmente giunse il riconoscimento pieno della sua grandezza: le esposizioni si moltiplicarono in tutto il mondo, come pure gli studi critici
Andrej Rublev
scrisse
l'icona della Trinità
affinché gli uomini
contemplando
la divina comunione
imparassero a vivere
sulla terra.
«Se vuoi conoscere chi sei,
guarda all’immagine che Dio aveva nel crearti».
Evagrio il Pontico (IV secolo)
Un breve viaggio alla scoperta del mondo delle icone per incontrare l’icona vivente che siamo e che siamo chiamati a diventare.
Scoprire che non siamo amati perché belli, ma siamo belli perché amati: il segreto di questo libro è tutto qui. Ed è ciò che lo rende prezioso e utile. Per imparare a guardare un’icona. Ma, soprattutto, per imparare a lasciarsi raggiungere dal suo sguardo.
Luisa Sesino, laureata in filosofia, da numerosi anni si dedica con passione allo studio e alla pratica dell’iconografia, unendo alla pittura e all’attività di ricerca un attento lavoro di divulgazione dei contenuti e del significato dell’arte cristiana. Nata a Torino, vive a Pinerolo (To) con il marito e la piccola Maria.
Preziose e rare icone orientali, come tessere di un mosaico, sono disposte a formare la vita della Vergine. Il percorso è accompagnato da un commento che guida il lettore nell’interpretazione delle immagini e dei simboli. Una vera vita di Maria raccontata con gli scritti dei grandi Padri della Chiesa ortodossa, gli inni e i canoni della liturgia bizantina.
Un libro prezioso adatto anche come ottimo regalo, che va apprezzato sia per l’aspetto squisitamente artistico, sia per quello spirituale, patrimonio dell’intera umanità.
Giovanna Parravicini è responsabile dell’edizione russa della rivista La Nuova Europa e ricercatrice presso la Fondazione Russia Cristiana. Da anni cura le pubblicazioni di La Casa di Matriona, casa editrice della fondazione, con particolare attenzione alla storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e alla storia dell’arte bizantina e russa. A causa del suo lavoro a progetti di carattere ecumenico, risiede per gran parte dell’anno a Mosca. Tra le sue pubblicazioni, Lituania popolo e Chiesa, La Casa di Matriona 1984; Ave Gioia di tutto il creato, Gribaudi 1988; Julija Danzas, La Casa di Matriona 2001. In questi ultimi anni ha inoltre curato una Storia dell’icona in Russia in 5 volumi.
Prima dell'età del Rinascimento e della Riforma, le immagini sacre non erano considerate "arte", ma oggetti di venerazione che recavano in sé una tangibile presenza del sacro: oggetti di culto capaci di operare miracoli, emettere responsi, determinare l'esito di una guerra. Il libro prende le mosse dal periodo in cui i cristiani fanno proprio il culto pagano delle immagini e cominciano a sviluppare autonomie pratiche e forme di pensiero, per arrivare fino all'apogeo delle immagini sacre nel mondo medievale. Solo con la fine del Medioevo e l'inizio del mondo moderno, il legame esclusivo tra immagini e culto tende ad allentarsi, e le immagini finiscono per essere apprezzate e discusse soprattutto per il loro stile e per le loro qualità estetiche.