
Il testo propone approfondimenti spirituali sui sette dolori di Maria e sulle ultime sette parole di Cristo sulla Croce. Ogni meditazione si conclude con una preghiera. La riflessione culmina con due testi sulla risurrezione.
Siamo pecore smarrite fra grano e zizzania, chiamati ad essere samaritani, "prossimi" tanto dell'uno quanto dell'altra. Germogli soffocati fra le spine, corriamo il rischio di uccidere e gettare fuori dalla vigna il Figlio. Più che un libro, questo è un viaggio di meditazione scandito da dipinti e brani letterari, che costituiscono un'introduzione all'orizzonte delle parabole e alla riflessione personale. Perché pittura e letteratura, anche quando affrontano temi che apparentemente nulla hanno a che vedere con la fede, si fanno intermediarie di domande profonde che scaturiscono dall'uomo e dalla donna, creati a immagine di Dio.
Il volume raccoglie brevi testi sulla virtù teologale della speranza. Gli autori sono cattolici, ortodossi e protestanti. Le aree di ricerca sono principalmente due: biblica e spirituale. Ognuno dei testi è accompagnato da una breve preghiera. I brani sono raccolti in quattro capitoli: i primi due riguardano le radici e il cammino della speranza, gli altri due si soffermano sulla necessità di perseverare nella speranza e sulla meta finale verso la quale essa ci sospinge.
Imprenditori e responsabili di opere non profit raccontano come stanno vivendo questo tempo di crisi, quale sfida e opportunità rappresenta per sé e per le proprie attività. Tra timori e preoccupazioni emerge una indomabile volontà di costruzione, di responsabilità verso se stessi, le proprie imprese e la società. In tempi in cui dominano lamento e scetticismo è urgente dare voce a tante persone che con impegno e sacrificio operano per dare lavoro nel presente e per assicurare un futuro al nostro Paese. Chiude il volume una conversazione imprenditoriale con Ettore Sansavini e Bernhard Scholz.
"In questi Esercizi ho scelto di soffermarmi sul tema centrale del cristianesimo, vale a dire sull'amore come essenza di Dio che si è rivelato in Cristo. Di nulla abbiamo bisogno, noi e il nostro mondo, più che di Dio. Viviamo in un tempo di sofferenza senza precedenti. E la sofferenza, almeno quando è vissuta con purità e semplicità, dissipa gli idoli ai quali l'uomo si afferra e apre il cuore a Dio. Egli si è rivelato in Cristo come amore Trinitario, come comunione di persone. Solo alla luce del suo amore possiamo scoprire il nostro vero volto e possiamo essere noi stessi. Vivendo un rapporto vero e profondo con Lui, possiamo anche ridestare il mondo alla Sua presenza" (dall'introduzione dell'autore).
L'epoca moderna ha cercato di conservare molti valori di origine cristiana - ragione, libertà, verità, fratellanza, giustizia - separandoli dalla loro sorgente. Ma la storia dimostra che, se non permane Colui che li fa sorgere, «queste grandi cose senza le quali non c'è vera umanità diventano irreali» (De Lubac). Da dove ripartire in un tempo che papa Francesco ha definito di «cambiamento d'epoca»? Dallo stupore di fronte alla misericordia di Dio che si manifesta in Cristo: «Volle venire Colui che si poteva accontentare di aiutarci» (San Bernardo). Le meditazioni contenute in questo libro sono un aiuto e un invito a lasciarci trascinare dal venire di Cristo nel mondo. Seguendo quell'uomo, come per Giovanni e Andrea, inizia un cambiamento di sé e della realtà. Anche l'operare acquista la sua vera consistenza. «Solo uno stupore per l'avvenimento di Cristo ci può mandare, anzi: portare, attirandoci, verso tutte le periferie in attesa della Salvezza» (padre Lepori).
«Questi dialoghi con Gesù sono piccoli capolavori di intelligenza, di umorismo, e di fede pienamente ortodossa, che di questi tempi è una merce rara, soprattutto se unita alle altre due.
Si capisce che don Pierre ama davvero il Signore, il che presuppone che creda sul serio in Lui, creda che Dio fatto uomo, morto e risorto per noi, cammina al nostro fianco e si interessa alle nostre vite in ogni particolare, come conviene a un innamorato pazzo che vuol sapere tutto della sua amata, l’umanità. Ma non tutta insieme, bensì una persona alla volta.
È questa la bella notizia che consegno al mio cuore dopo aver letto i dialoghi».
Prefazione di Costanza Miriano
Il vecchio pescatore di Galilea rivive nei versi di Sergio Silecchia che abbracciano quegli anni insieme a Gesù, quei tre anni che hanno cambiato la sua vita. «Da qui in poi / sta a voi seguitarne e ampliarne la scrittura / perché io sono solo un vecchio pescatore / in Galilea». «Quel che è contenuto di Vangelo, in questo Monologo di Pietro regalatoci da Sergio Silecchia, diventa un fatto di respiro, di fiato. Il respiro evangelico di quei tre anni in terra di Galilea ci giunge come vento plurimillenario direttamente dal fiato del diretto protagonista: quel pescatore, Pietro, ci viene restituito come impietrito dall'avventura trascorsa con l'amico "figlio del carpentiere". Il Pietro-impietrito di allora rivive in questi versi come un'aria poetica che si può inspirare, letteralmente (in lettura e ascolto), tutto-d'un-fiato» (dalla prefazione di Giuseppe Fidelibus).
C'è un interrogativo che sale dal cuore della terra e che nel Figlio di Dio è divenuto un lacerante grido al Cielo: «Perché?». Fin dalla notte dei tempi l'umanità si è scontrata con la dura roccia del dolore, talora urtando violentemente contro di essa, altre volte fuggendola con orrore oppure cercando di scalarla per dominarla. Ma il gemito del morire di Gesù - che riassume quello di ogni figlio dell'uomo - si è fatto, al mattino di Pasqua, grido di gioia, nel cuore della Madre Chiesa, per la nascita dell'uomo nuovo. Le pagine del seguente volume, nate in un contesto di lectio divina, fanno risuonare dapprima il lamento di Giobbe, che si innalza fino alla bestemmia disperata e impotente, e poi quello di Gesù, il «Santo che soffre» (G. Ungaretti), nel quale si rivela l'amore di Dio, che non vuole la morte dell'uomo, ma che egli viva e assuma la sua esistenza come una vocazione e un compito da realizzare in alleanza con Lui. «È noto l'interrogativo degli antichi: «Se c'è un Dio giusto, perché il male? E se c'è il male, può esserci un Dio giusto?». Chi, come Giobbe, pone domande a Dio, e lo fa con coraggio, non troverà risposte razionalmente esaurienti al perché della sofferenza, ma troverà Dio stesso in persona, nella cui luce si svela il senso profondo del vivere e del morire» (Sandro Carotta).
Un anno di pensieri e parole del papa più amato della storia
a cura di Santino Spartà
In pochissimo tempo – dal 13 marzo del 2013, giorno dell’elezione al soglio di Pietro – papa Bergoglio è entrato nel cuore dei fedeli della Chiesa di Roma, suscitando grande ammirazione e ampi consensi anche tra i non credenti.
Il primo pontefice gesuita – quel papa che, per usare le sue stesse parole, «sono andati a prendere quasi alla fine del mondo» – ha davvero conquistato tutti. In questo libro vogliamo ricordare le frasi che lo hanno reso celebre e amato in ogni parte del mondo. Un viaggio di 365 giorni in cui ripercorreremo le tappe del suo cammino di fede e potremo conoscere i suoi semplici insegnamenti – imperniati sull’amore per il prossimo e, in particolare, per i più deboli – che in poco tempo sono diventati il nuovo verbo della Chiesa cattolica, fatto di parole chiave quali misericordia, tenerezza, gioia, speranza.
Le più belle frasi del papa che sta cambiando la storia
Jorge Mario Bergoglio è stato eletto il 13 marzo del 2013 266mo Vescovo di Roma e papa della Chiesa Cattolica
Questo libro intende ripercorrere i temi più cari al pontefice sotto la veste di propositi cristiani e offrirli ai lettori come indicazione per l'anno che deve arrivare. Una raccolta di intenzioni composta da brani tratti da discorsi e scritti del papa, con una lingua semplice e immediata e una particolare attenzione alla produzione più recente. Tra i temi che Papa Francesco ha maggiormente a cuore e che non perde occasione di affrontare con i fedeli di tutto il mondo ci sono: il forte richiamo alla pace, l'attenzione per l'ambiente, l'interesse per la convivenza in famiglia, la denuncia verso un'economia eticamente insostenibile e un rapporto con il denaro degenerato, l'accusa nei confronti della corruzione. Importanti poi sono i temi legati strettamente alla fede: da quello nella libertà da ricercare nel rapporto con Cristo a quello della religiosità dei piccoli gesti quotidiani; dal ricordo del ruolo della Madonna a quello dei santi.
«Interroga tuo padre e te lo farà sapere» (Dt 32,7). Così la Bibbia esorta i giovani. «Racconta!», invece, è il monito che tutta la tradizione ebraica rivolge ai genitori, ovvero «fate haggadah», raccontate la storia, trasmettete la fede, tramandate “le proprietà”. Ecco allora alcuni racconti per immaginare gli ambienti, le atmosfere, i mondi storici e geografici in cui gli uomini, migliaia di anni fa, incontrarono il Dio fatto carne, impastato di umano, incredibilmente terreno, il Dio pastore che odora di pecora. Cosa accadde quella notte presso le rive del Mar Rosso quando Israele uscì dall’Egitto? Come immaginare la Betlemme di duemila anni fa? Perché mai una mandria di porci dovrebbe gettarsi in un lago ed affogare? Cosa avvenne durante la Pasqua dell’anno 36 nei recinti interni del tempio di Gerusalemme? Come vissero i pochi sopravvissuti dell’anno 70 la devastante avanzata delle macchine belliche di Tito sulla Città Santa?