La vita quotidiana dei monaci di clausura, pur diversa da un Ordine religioso all'altro per la specificità delle "consuetudini" che ne regolano l'osservanza, presenta dei tratti comuni che costituiscono il chiaro indizio di un'analoga vocazione. Il tempo dei monasteri, ad esempio, è da sempre, per tutti i monaci, un tempo lento, estraneo alla fretta dell'affaccendarsi quotidiano degli uomini che vivono nel mondo, scandito da ritmi che si susseguono con poche variazioni sin dai secoli del Medioevo. Parallelamente, gli spazi, al di là delle differenze di organizzazione architettonica esistenti tra un Ordine e l'altro, si pongono come delle autentiche città monastiche, consacrate al vigile esercizio della preghiera. Della vita dei monaci sono parte integrante le "regole" a cui essi si sottopongono, senza per questo avvertirle come una "gabbia d'acciaio" che li costringerebbe a una serie ininterrotta di privazioni e rinunce. Il rapporto parco e misurato con il cibo, le lunghe veglie, il mancato possesso di beni materiali, gli orari precisi da rispettare, tutto ciò che - con una sola parola - viene definito "ascesi", deve essere collocato all'interno di una dimensione alla quale è essenziale la gioia, il contatto più pieno con l'Altro che conferisce senso all'intera esistenza.
Atti del Simposio sui Rapporti tra Santa Sede e Russia da Leone XIII a Pio XI". " Il volume raccoglie gli atti del Simposio sui Rapporti tra Santa Sede Russia da Leone XIII a Pio XI" organizzato dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche (Citta del Vaticano) e dall'Istituto di Storia Universale dell'Accademia Russa delle Scienze (Mosca) presso la Facolta Teologica dell'Universita di Vienna dal 25 al 30 aprile 2001. L'incontro di studio si e svolto nell'ambito dell'accordo di collaborazione scientifica siglato tra i due istituti nel 1993 e dal quale scaturi il primo di questi Simposi, tenutosi a Mosca dal 23 al 24 giugno 1998, i cui atti, editi nel 2002, costituiscono il primo volume di questa serie. "
Documentata ed attenta analisi dei rapporti tenuti dalla Santa Sede con Cina e Giappone ai tempi del conflitto tra i due stati, nei periodi 1931-1934, 1937-1945. Il volume tratta del rapporto tra Chiesa, Cina e Giappone, in particolar modo riguarda la questione dell'atteggiamento tenuto dalla Santa Sede nei confronti della Cina e del Giappone al tempo delle guerre sino-giapponesi (1931-1945) e, di conseguenza, nei confronti del Manciukuo, ovvero di quell'effimero stato creato per imposizione dalle armi nipponiche nella regione della Manciuria, la cui esistenza venne allora considerata come una vera e propria onta per la Cina.
Fin dal proprio sorgere, la Massoneria individuò nella Chiesa Cattolica la garante di antichi equilibri religiosi, sociali e politici da mutare radicalmente: da qui il ruolo propositivo della Massoneria all'interno di tutte le Rivoluzioni dei secoli XVIII e XIX, dalla Rivoluzione Francese al Risorgimento italiano. La risposta della Chiesa non si fece attendere, e Papa Leone XIII, il grande Pontefice codificatore della Dottrina Sociale Cattolica, attraverso l'Enciclica Inimica Vis vergò una scomunica contro la Massoneria che è nel contempo una completa risposta alle tesi ed agli scopi massonici. L'Enciclica rappresenta un fonte essenziale per comprendere da un lato i fondamenti dottrinali di quella che viene definita la "setta massonica" e nel contempo le motivazioni che condussero la Chiesa Cattolica - in una condizione di fortissima pressione politica e poliziesca da parte delle giovani istituzioni dell'Italia appena unificata - ad impegnarsi in una battaglia culturale e spirituale contro la potentissima organizzazione segreta.
DESCRIZIONE: Alvin Plantinga (1932), oltre ad essere uno dei più significativi pensatori americani, è tra i protagonisti della rinascita, negli ultimi decenni, della filosofia analitica della religione. Opere come God and Other Minds (1967), Reason and Belief in God (1983), Warranted Christian Belief (2000) sono ormai considerate dei classici, oggetto di dibattito non solo nel mondo anglo-americano. Al punto che oggi per discutere della categorie-base della filosofia della religione – teismo, credenza, fondazione, fede, esistenza\non esistenza di Dio, male, libertà – le riflessioni di Plantinga e della sua "epistemologia riformata" sono divenute punti di riferimento imprescindibili. Una epistemologia che, grazie all’indagine sulla razionalità della credenza teistica, sottopone la ragione a nuove interrogazioni e rivela inaspettati significati delle classiche domande: "Cosa significa credere in Dio? E credere che Dio esiste?".
Come scrive Mario Micheletti nella Premessa a questa prima monografia italiana, "una ricostruzione storica dello sviluppo del pensiero di Plantinga, come quella che viene presentata in questo volume, è l’approccio che può pretendere di avvicinarsi maggiormente al cuore della sua avventura intellettuale".
L'Autore è dottore di ricerca in filosofia della religione e insegna presso l'Università "G. D'Annunzio" di Chieti. Ha pubblicato su diverse riviste nazionali saggi dedicati alla filosofia analitica della religione e in particolare alla reformed epistemology.
Questo libro di Massimo Venuti colma una grave lacuna negli studi italiani sulla Riforma protestante, solitamente interessati ai Riformatori tedeschi e svizzeri e meno attenti al pensiero teologico anglosassone. E' invece qui proposta l'opera dei teologi inglesi del Seicento, inseriti nelle complesse vicende storiche, politiche ed ecclesiastiche del loro tempo. Ne risulta l'affresco intenso di un'epoca e di una teologia «militante»: una ricerca, dunque, che definisce temi religiosi vitali, come quello della giustificazione, dell'elezione, dal particolare punto di vista della dottrina protestante inglese, impregnata di calvinismo e di rigore puritano. Da questo complesso intreccio di religione e di politica, di teologia e di storia, si formano i princìpi che disegneranno le società moderne, in un rapporto dialettico di laicità e di spirito religioso.
«Il libro di Venuti» scrive il filosofo Vittorio Mathieu nella Prefazione, «benché parli di autori per lo più sconosciuti anche alle persone di media cultura, è utile per capire la nostra situazione d'oggi. E anche, in particolare, la differenza di mentalità tra l'Inghilterra e l'America, che accettava i cattolici. Nonché l'arcaicità di certi atteggiamenti mentali, come il rigore "scientifico" (in realtà scientista) del raffinato Massachusetts, dove (a quanto mi è stato detto) nell'atrio del celebre Institute è incisa la frase: Eritis sicut dei, scientes» (pp. 312).
Il volume, basato su fonti inedite di primaria importanza, ripercorre le nervature di una stagione politica straordinariamente complessa per le relazioni politiche della Santa Sede: quella nella quale essa entra in contatto con il sistema sovietico uscito dalla seconda guerra mondiale. Dopo un quindicennio nel quale le condanne di Roma scivolavano senza scalfire la strategia persecutoria dei regimi dell'ateismo di stato, col 1963 si apre il filo d'un dialogo di cui sarà protagonista Agostino Casaroli, diventato segretario di stato del papa venuto dall'est. La sua stagione è quella dell'Ostpolitik vaticana, ma anche della Conferenza di Helsinki e dell'implosione del socialismo reale. I saggi qui raccolti non costituiscono una biografia di Casaroli, né un manuale sulla superficie delle relazioni della chiesa con i paesi dell'est così come emergono dalla pubblicistica: sono piuttosto esplorazioni approfondite di angoli e settori dell'azione vaticana di cui Casaroli è protagonista, in una chiesa che non sa rassegnarsi all'idea che le sofferenze dei perseguitati vadano guardate come la prova della malvagità del male, e non come una vocazione per tutta la chiesa. Il volume si chiude con un inventano dell'Archivio Casaroli, e con testimonianze di illustri ecclesiastici e politici che l'hanno avuto come collega, controparte o amico.
Il presente testo è frutto di molti anni di studio e della grande passione di padre Aldo per l’affascinante storia delle Riduzioni. In queste comunità il missionario italiano afferma di aver “visto e reincontrato il vero volto della Chiesa”, che è sempre stata mossa unicamente dal desiderio che Gesù Cristo sia conosciuto e amato grazie alla nuova evangelizzazione. Tant’è vero che egli stesso, nel vivere la sua missione nella capitale paraguayana, ha tentato solamente di far riaccadere un’esperienza di fede e di compagnia, facendo della parrocchia affidatagli una vera e propria "reducción". Ciò che ha spinto l’autore a scrivere queste pagine, quindi, non è solo la gratitudine verso coloro che lo hanno concretamente accompagnato nell’opera missionaria ad Asunción, appartenenti come lui alla Fraternità Sacerdotale San Carlo Borromeo, ma anche il desiderio che tutti i giovani del Paraguay, ma non solo, conoscano ed amino le radici della loro civiltà, nata dall’incontro con l’esperienza gesuitica e francescana. Il testo si presenta quindi come una breve ma intensa descrizione di tali origini, una descrizione che va da un primo accenno al contesto storico (la presenza dei padri missionari in territorio sudamericano abbraccia la fine del XVI e tutto il XVII secolo), ad una narrazione, ricca di particolari, della vita quotidiana nelle Riduzioni. Dopo un primo abbozzo di quella che era la realtà umana e sociale delle popolazioni che abitavano quelle regioni all’arrivo dei padri gesuiti, la dettagliata descrizione dell’organizzazione sociale, politica ed economica che essi furono in grado d’incentivare è una splendente testimonianza di quanto il cristianesimo possa realmente essere portatore di civiltà ed umanità.Scritto in modo semplice e scorrevole, il testo può considerarsi al tempo stesso come un libro di storia, di sociologia o di religione, ma, soprattutto, come uno splendido affresco di vita umana realmente vissuta, adatto a lettori di ogni genere ed età.
GLI AUTORI
Padre Aldo Trento (1947) entra nel seminario dei Padri Canossiani e nel 1971 è ordinato sacerdote. Nei primi anni di sacerdozio si dedica ai figli dei carcerati della città di Salerno. Viene trasferito a Feltre (BL) ed entra in C.L. dove ricopre il ruolo di responsabile provinciale per 13 anni. In seguito entra nella Fraternità Sacerdotale di San Carlo Borromeo, e viene inviato da Mons. Luigi Giussani e Mons. Massimo Camisasca in missione in Paraguay, dove vive da 14 anni.