Il libro racconta la "battaglia per le coscienze" tra la Chiesa cattolica e il fascismo negli anni 1924-1938, con il confronto tra due modelli educativi alternativi: quello cattolico, che Pio XI rivendicava essere preminente, difendendo il ruolo educativo dell'Azione cattolica; quello fascista, teso a inquadrare gli italiani nelle organizzazioni del regime e a farne dei "credenti", devoti al culto del littorio. La Chiesa e il fascismo, entrambi impegnati nel tentativo di egemonizzare la vita italiana, coabitarono e collaborarono, in una sorta di pace armata, mentre ciascuno tentava di assorbire l'interlocutore nel proprio primato ideologico: la Chiesa cercò di cattolicizzare il fascismo; Mussolini, che giunse a definirsi "cattolico e anticristiano", delineò un'ideologia che valorizzava il cattolicesimo in senso identitario, culturale e nazionale, per cercare di inglobarlo nella visione fascista dell'Italia e del suo ruolo nel mondo. Con l'avvicinamento ideologico al nazismo e con la svolta razzista del 1938 caddero le illusioni del mondo cattolico italiano di poter cattolicizzare il fascismo, mentre Mussolini decise di "tirare dritto" sul razzismo, ignorando le proteste di Pio XI. Erano i primi segnali di uno scontro ben più drammatico che si sarebbe aperto in Europa tra lo Stato razziale e l'universalismo cristiano.
«Il pensiero di Francesco, letto dalla ricerca di Monda, trova la "messa a fuoco", il discernimento e il chiarimento proprio nella tensione aperta e drammatica, e dunque nella trama della Storia, e delle storie e racconti che vi sono compresi. Il racconto scelto in questo libro è quello del popolo, un mito antico e forse dimenticato: la trama di quella storia si è sfibrata, soprattutto in Occidente. Nel volume però non si propone una toppa, un "rammendo", come direbbe il Papa, ma si intravede e si racconta una nuova tessitura, una nuova trama: si prosegue il racconto, si abita la Storia». Antonio Spadaro «L'Autore focalizza un aspetto di cui si è parlato spesso non in modo approfondito, ma su cui è importante invece soffermarsi. Aggiunge così un capitolo non solo alla conoscenza delle idee di Bergoglio, ma anche alla riflessione generale sul mondo contemporaneo, sull'idea di nazione e di comunità dei popoli. Questo libro è un contributo originale, che fa pensare e che arricchisce il dibattito, ponendo papa Bergoglio come un interlocutore per tutti, cioè per chi voglia pensare il futuro in modo aperto e per chi senta che stiamo andando verso il domani un po' come ciechi che hanno l'illusione di vedere o come persone (governi, popoli, decisori) troppo trascinate da processi incontrollati». Andrea Riccardi
In occasione della Beatificazione di Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo I, una biografia per immagini dell’amatissimo pontefice bellunese: oltre 150 foto in un volume inedito, per raccontare la vita del “Papa del Sorriso” dall’infanzia alla beatificazione. Un’opera straordinaria da conservare, per conoscere e ricordare il Papa e l’uomo.
Uscita originariamente in due volumi quest'opera di Paolo Prodi ricostruisce la vicenda di Gabriele Paleotti - dagli anni di formazione fino alla promozione a vescovo di Bologna annunciata da Pio V nel concistoro del 30 gennaio 1566 - e analizza la complessità della vita della chiesa nella seconda metà del Cinquecento. Facendo perno proprio sulla figura del cardinale bolognese, che aveva preso parte all'ultima fase del concilio di Trento e che, in parallelo con Carlo Borromeo a Milano, intendeva applicare i decreti tridentini, vengono messi in luce le difficoltà e gli impedimenti che la struttura sempre più accentrata della chiesa romana poneva alla realizzazione della riforma nelle chiese locali. Non mancano aspetti meno noti come la vicinanza del cardinale a esponenti dell'ambiente accademico bolognese e del mondo intellettuale e artistico che saranno basilari per l'elaborazione di una riflessione sulla natura, sulla storia sacra e sulle arti figurative. Perché ripubblicare a distanza di tanti anni una biografia dedicata a Paleotti che è stata pensata prima del concilio Vaticano II, e prima della cosiddetta globalizzazione? Ebbene, questa nuova edizione vuole significare non un mero omaggio a un grande storico scomparso di recente, ma l'occasione per la riscoperta di un vero classico della storiografia italiana. Perché, sebbene le traiettorie religiose, politiche e culturali della Penisola e i percorsi della ricerca internazionale siano sensibilmente mutati rispetto agli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso (ma potrebbe essere diversamente?), le pagine del Paleotti non appaiono affatto invecchiate e possono ancora stimolare numerose domande sul cammino moderno della Chiesa latina. (dall'Introduzione di Vincenzo Lavenia)
Matteo Ricci è una delle personalità occidentali più note in Cina. Arrivato nel 1582, vi rimase per quasi trent'anni svolgendovi un ruolo decisivo nella diffusione non solo del cristianesimo ma anche della cultura e della scienza europea. Avvalendosi delle fonti sia occidentali sia cinesi, Po-chia Hsia racconta la vicenda di questo leggendario gesuita, seguendolo dall'infanzia nella nativa Macerata agli anni della formazione nella Roma dei papi, dal soggiorno nell'India portoghese fino all'approdo in Cina, dove grazie alle sue conoscenze di cartografia, matematica e astronomia, e al prestigio acquisito, fu ricevuto alla corte imperiale dei Ming e fu il primo occidentale a poter entrare nella Città Proibita.
Giovanni XXIII - il papa del concilio caramellato nella formula del "papa buono" - era stato eletto per essere un papa "di transizione" dopo il lungo pontificato di Pio XXII. E invece decise di convocare la Chiesa a concilio, prima e unica assemblea globale di pari sul pianeta: un'assise che lasciò preparare alla curia romana, trattenendo per sé pochissime decisioni e pochissimi nodi, fino all'apertura l'11 ottobre 1962, quando già sapeva della sua malattia. E quando decise di "aprire" il concilio: non solo in senso formale ma sostanziale. Alberto Melloni, una delle voci più autorevoli della ricerca storica sul cristianesimo, racconta quel momento, quel giorno nel quale il papa fa due discorsi, tanto diversi quanto epocali: la mattina in San Pietro, all'episcopato di tutto il mondo e agli osservatori delle altre Chiese, definendo le ragioni del concilio che aveva voluto; e la sera, nonostante non fosse preventivato, a una piazza affollata per una fiaccolata di saluto che ha segnato la storia del papato. Si svelano così subito i due lati della struttura spirituale di Giovanni XXIII: la sua capacità di cogliere e riformare il patrimonio della grande tradizione, ma anche di essere maestro dei fedeli comuni. All'allocuzione di inizio del Vaticano ii, pronunciata in latino, studiata al millimetro, scritta e riscritta, risponde il discorso informale della sera, improvvisato in italiano, nella sua cadenza bergamasca, in cui riprende e quasi traduce le dimensioni di paternità e fraternità che il concilio chiede alla Chiesa. Negli annali televisivi resta la frase celeberrima, in cui la carica più alta di una delle istituzioni più longeve mostra un cristianesimo dal volto umano: «Date una carezza ai vostri bambini e dite: "Questa è la carezza del papa"». Ancora non lo sapevamo, ma era l'inizio di una rivoluzione.
L'anno 1492 segna tradizionalmente una cesura epocale importante: con la scoperta dell'America e l'avvio dell'unificazione del mondo per opera degli europei si considera concluso il Medioevo e iniziata l'età moderna. In quello stesso anno accadono cose che fissano alcuni meccanismi di identità e di esclusione tipicamente moderni. In Spagna, la conquista dell'ultimo regno musulmano e l'espulsione della minoranza ebraica avviano la formazione di uno stato fortemente caratterizzato dall'unità religiosa. Non solo, alle altre figure già codificate dell'alterità umana, l'eretico, il giudeo, l'espansione extra-europea aggiunge la figura del selvaggio. È su di loro che si esercitarono i dispositivi di potere creati nella penisola iberica, in modo particolare quello dell'Inquisizione. In una realtà sociale come quella spagnola, divisa per lingue, culture, tradizioni e religioni, lo Stato moderno nasce issando le barriere dell'intolleranza e creando categorie di 'diversi' su cui si esercitano i meccanismi dell'esclusione o dello sfruttamento: si va dall'assoggettamento dei popoli extraeuropei (i 'selvaggi') all'eliminazione dell'eretico e dell'ebreo. In tutti questi casi la religione offre la legittimazione all'esercizio del potere. Sugli ebrei in particolare si registra un passaggio carico di un pesante futuro: quello dalla tradizione dell'antigiudaismo cristiano del Medioevo a base religiosa alle nuove forme di antisemitismo a base 'naturale', fondato sulla presunta differenza di sangue.
Il volume propone il tema dell'amore per la famiglia, attraverso i testi delle Catechesi sulla famiglia di papa Francesco, frutto della sua amorosa e appassionata "contemplazione" della famiglia umana nella sua dimensione vocazionale e condizione esistenziale. A partire dalla famiglia di Nazaret, Francesco, con la sua narrazione sempre pertinente ed empatica, ci fa attraversare le identità dei protagonisti (madre, padre, figli, nonni, zii...), le reciproche interrelazioni e le responsabilità in ordine alla vita familiare, al compito formativo in rapporto alla società, alla cura del creato e ai valori, senza tralasciare gli aspetti "critici" con i quali fare i conti giorno per giorno. Ne risulta un affresco che attira e coinvolge la più variegata audience sul tema "famiglia", ritenuto dal Papa urgente e fondamentale per l'umanità. Il volume è arricchito dal commento di Mimmo Armiento che tesse, sullo sviluppo dei contenuti delle Catechesi di Francesco, un approccio alla bellezza e importanza della famiglia, nella vita umana, a partire da "Un sorriso...", ritenuto dall'Autore «nutrimento della coppia e grembo da cui nasciamo...»
Breve storia del Concilio Vaticano II con i profili biografici di alcuni protagonisti fondamentali, in cui vengono delineati i punti-chiave dei vari documenti, ricordate le varie fasi delle assemblee e vengono presentate le diverse posizioni teologiche e sociali. La speranza non è solo quella di risvegliare curiosità ed interesse storico, ma di spronare ogni comunità e ogni cristiano a riprendere in mano almeno le quattro Costituzioni dogmatiche (Sacrosanctum Concilium, Lumen Gentium, Dei Verbum, Gaudium et Spes) in modo da assaporare la preziosa azione dello Spirito, che mai ricusa di suggerire alla Chiesa vie nuove ed efficaci per l'annuncio della Buona Notizia secondo i "segni dei tempi". Prefazione di mons. Luigi Bettazzi. Postfazione del card. Arrigo Miglio.
A sessant'anni dall'apertura del Concilio Vaticano II (11 ottobre 1962) e dalla morte di Giovanni XXIII (3 giugno 1963), e nell'Anno dedicato alla famiglia, il carteggio fra Angelo Giuseppe Roncalli e i suoi genitori assume un valore molto speciale. Accanto alle lettere del futuro pontefice, ecco la novità assoluta: le missive inedite di papà Battista e mamma Marianna al figlio. Sono documenti di straordinaria semplicità, intrisa di fede, speranza e carità. L'epistolario riflette sia la parabola umana e spirituale del seminarista, sacerdote, poi vescovo Roncalli, fra Bergamo, Roma e l'Oriente, sia la quotidianità di una famiglia rurale lombarda all'alba del Novecento con tutte le sue difficoltà, i momenti di dolore e gioia, i lutti e le nuove nascite, le giornate scandite dal duro lavoro nei campi, nelle vigne, nell'allevamento, ritmate dalla partecipazione alla messa, alla catechesi, alle ricorrenze del ciclo liturgico. Uno scambio epistolare unico, che esalta il valore del legame famigliare e della pace domestica e aiuta a scoprire la linfa da cui ha attinto il pontefice più amato del secolo scorso.
«La ragione misura di tutte le cose» è stato lo slogan pretenzioso di tutti i razionalisti. Ma costretti a escludere ciò che la ragione non riusciva a misurare, finivano sempre per trasformare la ragione stessa in una gabbia, privandola di mille energie conoscitive. «La ragione protesa a tutte le cose», anche a quelle che la superano da ogni parte, è stato, invece, il principio glorioso di tutti i veri filosofi, innamorati della Verità. Essi hanno ritenuto beatificante il fatto di accendersi e di vibrare di commozione ogni volta che la loro ragione sfiorava il mistero, sempre convinti che sia gloriosamente ragionevole accoglierne la rivelazione, se essa viene donata. E quando Dio, l'Assoluto Vero, comincia a manifestarsi, la ragione non teme di essere schiavizzata, ma si inoltra in ampiezze e profondità illimitate. In questo libro padre Antonio Maria Sicari «riascolta» cinque grandi Santi e Dottori della Chiesa (sant'Agostino, sant'Anselmo d'Aosta, sant'Alberto Magno, san Tommaso d'Aquino e J.H. Newman) in cui la ragione umana è luminosa e affascinante come quando è pervasa dalla fede.