Storia della congregazione domenicana di Ragusa, una delle istituzioni nate nell'ambito dell'ingente sforzo operato per il ripristino della disciplina regolare nell'ordine dei Predicatori.
Il beato Paolo Giustiniani nacque a Venezia nel 1476, da famiglia patrizia. Si dedicò agli studi per molto tempo: dapprima in patria, poi all'Università di Padova; umanista profondamente imbevuto della dottrina stoica, si orientò sempre più verso Dio. Egli nutrì la sua anima con la lettura della Bibbia, dei santi Padri della Chiesa, degli scrittori monastici del medioevo e dei grandi Scolastici. Con alcuni discepoli fondò la Compagnia degli Eremiti di s. Romualdo, tuttora esistente sotto il nome di Congregazione degli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona. La sua ricca personalità, la sua cultura, la sua esperienza dolorosa della vita, danno ai testi un sapore umano che ne accresce la potenza evocativa; hanno un valore universale, quindi sono benefici non solo per qualsiasi monaco ma anche per qualsiasi fedele.
È possibile leggere oggi un documento nato più di quindici secoli fa come un testo che parli ancora alle donne e agli uomini del nostro tempo? Questo piccolo libro vorrebbe dare la risposta di un chiaro sì. Le monache e i monaci di questo nostro oggi, se sono veramente portatori della sapienza evangelica di Benedetto, possono ancora dire la parola di cui la nostra società ha bisogno: una parola di unità in un mondo diviso; una parola di comunione in un mondo individualista; una parola di pace in un mondo in conflitto. Il libro esprime l'esperienza di chi ha creduto in questo cammino e vuole testimoniare che, come dice Benedetto, nel percorrerlo, il cuore si dilata e diventa capace di superare ogni fatica e avanzare verso il Signore.
Da quando anche la storia del monachesimo è studiata dal punto di vista della cultura, della spiritualità, dell'autocoscienza che il monachesimo stesso aveva di sé, in parallelo a quanto è avvenuto in diversi campi della ricerca storica, si sono dischiusi, al riguardo, numerosi e suggestivi orizzonti. Valori, modelli, rapporti tra identità e cultura, temi biblici e loro proiezione nel campo della spiritualità, simboli, testi e immagini sono alcuni degli spunti che paiono maggiormente interessati a questo genere di problematica. Speriamo possa giungere maggior luce su quel mondo così complesso e misterioso - e perciò così vivo e affascinante - che continua a essere il monachesimo medievale.
Teodoreto, vescovo di Ciro, rappresenta l'ultima grande voce di Antiochia ed uno dei più rappresentativi esponenti dell'età aurea della patristica. Uomo dalla solida cultura sia classica che religiosa, scrittore fecondissimo, è testimone della fioritura monastica nella sua patria. Fenomeno originale - è ormai acquisito il fatto che il monachesimo della Siria non dipende da quello egiziano - questa storia presenta i grandi monaci che hanno segnato una stagione importante della Chiesa. Gli asceti che Teodoreto stesso ha conosciuto, o di cui altri gli hanno parlato, sono uomini e donne che hanno portato su di sé l'esperienza di Cristo. Se si oltrepassa la scorza di un'ascesi apparentemente "bizzarra", comprensibile se la si colloca nel suo periodo e contesto, si scoprono modelli di vita stimolanti a servire il Signore con fedeltà e amore.
In assenza di documentazione ufficiale circa la presenza dei domenicani in Inghilterra, ci si avvale dei registri dei vescovi per compilare un esaustivo indice biografico e un altrettanto completa lista dei conventi, che si rivelano il sommario più chiaro e completo circa la presenza dei domenicani nelle province di Canterbury e York dalla seconda metà del XIII secolo a tutto il tardo medioevo.
In questo volume sono state raccolte le edizioni delle fonti diplomatiche della storia del santo e delle fondazioni anteriori alla sua morte. I documenti disposti in ordine cronologico dal 1199 al 1221 sono stati così classificati dagli editori: I. "Cartulaire de l'Ordre des Frères Prêcheurs"; 2. "Cartulaire de Prouille"; 3. "Chartes concernant S. Dominique à titre personel"; 4. "Chartes sans relation expresse avec S. Dominique et son oeuvre"; 5. "Chartes ecclésiastique"; 6. "Chartes seigneuriales"; 7. "Actes privés passés par devant notaire". Un indice finale chiude il volume.
Si puntualizza il contributo dato dall'ordine dei Predicatori alla riforma cattolica napoletana del Cinque-Seicento, un movimento che ebbe come centro Napoli e la Campania, ma che ben presto non tardò a far sentire il suo influsso su diversi altri conventi domenicani meridionali. La riforma del 1583 non ebbe all'inizio una facile applicazione, anche se poté contare sull'appoggio del maestro generale e dei papi, ma riuscì a essere un tentativo riuscito che risollevò il prestigio dei domenicani nel Mezzogiorno.
Edizione critica del testo stabilito attraverso la collazione di cinque manoscritti contenenti l'opera alcuni in toto altri in parte. Il testo elaborato a partire dalla fine del XIII secolo, verosimilmente mentre l'autore era priore ad Albi (1294-1297), doveva essere di fatto concluso nel 1311, come dimostrerebbe in un esemplare della tradizione manoscritta la dedica al provinciale della Provincia di Provenza fr. Guglielmo de Laudun. Un indice finale chiude il volume.
Studio sulle origini, lo sviluppo e l'influenza della provincia domenicana inglese nel XIII secolo in relazione alla vita e alla storia dell'ordine stesso: dal primo nucleo di domenicani, attestati ad Oxford nel 1221 sotto la guida del priore provinciale Gilbert of Fresney, sino al loro pieno inserimento nella vita pubblica durante il regno di Edoardo I (1272-1307).