
Una popolarità che non accenna a calare a tanti anni dalla sua morte e una lunga serie di luoghi comuni fanno di Giovannino Guareschi un illustre conosciuto. Imprigionato dentro schemi che lo dipingono come reazionario, ma anche come profeta del compromesso storico, in realtà è stato ben altro: un grande scrittore e, prima ancora, un grande uomo. Grazie alla lunga frequentazione della sua opera e di documenti di archivio spesso inediti, uno dei suoi maggiori studiosi rimette al centro dell'attenzione il letterato dalle invenzioni geniali, di cui il mondo di don Camillo e Peppone è solo un esempio, e il personaggio che ha segnato la storia e la cultura italiane nei decenni a cavallo della Seconda guerra mondiale.
Hammamet è il luogo scelto da Bettino Craxi per sfuggire ai processi di Mani pulite: una villa in Tunisia sulla «collina degli sciacalli e dei serpenti». Ma è anche la metafora politica della fine della Prima Repubblica e delle sue scorie mai del tutto smaltite. Per questo, rileggere quella vicenda surreale può apparire archeologia politica, ma è una questione aperta e attualissima. Chiama in causa la questione del primato della politica e il rapporto con la magistratura, che tuttora ci riguarda nella sua conflittualità. Fornisce una chiave attraverso cui ripercorrere il declino e l'agonia di un partito, il PSI, e soprattutto dell'uomo che lo aveva plasmato, cercando in parallelo di riformare l'Italia. Racconta la parabola di uno dei politici più potenti e controversi della storia nazionale, travolto dalle inchieste sulle tangenti. Ecco perché, a venticinque anni dalla morte di Craxi, questo libro, nato nel 1995 da decine di testimonianze dirette e da incontri riservati in quella che per i magistrati e una gran parte del Paese era la sua latitanza tunisina, e per i familiari e i socialisti il suo esilio, viene qui riproposto in una nuova edizione ampliata. È un documento che racconta in modo vivido i legami, le ipocrisie, le trame inconfessate che hanno unito la Prima e la Seconda Repubblica: dalla famelica corte finita nell'isolamento, al «tesoro» inghiottito in un labirinto dei prestanomi. Si materializzano attentatori misteriosi, vassalli e nuovi pretoriani, vescovi e donne, statisti, spie e faccendieri. E tutti ruotano intorno a Craxi. È lui il fantasma di Hammamet di cui l'Italia potrà liberarsi soltanto quando sarà riuscita a fare i conti con sé stessa, senza rimuovere le proprie latitanze interiori.
Appostamenti, rincorse a rotta di collo sui tornanti di montagna in un'appassionante e drammatica caccia ai contrabbandieri, sulla linea di confine tra Italia e Svizzera. Sono gli ingredienti mozzafiato del libro di un Maresciallo Maggiore della Guardia di Finanza che descrive le scene dei pedinamenti e dei sequestri di migliaia di pacchetti di sigarette, il tutto condito da una straordinaria vena poetica con cui l'autore descrive i panorami emozionanti e il trascorrere delle stagioni in alta quota. Il libro si conclude con un commovente a tu per tu con "Signora morte" che gli ha strappato drammaticamente due dei suoi "bravi ragazzi" seppellendoli sotto una valanga e ha tentato di prendersi anche lui.
Viaggio nella Napoli di ieri e di oggi attraverso i brani di Pino Daniele che continuano a parlarci del presente. Le "carte sporche" della città amata e criticata, senza mai perdere la speranza nel cambiamento. Il racconto dei luoghi, sospesi tra colera e terremoto, in cui lo straordinario artista trova ispirazione per le prime, intramontabili canzoni di sferzante denuncia. Poi, momento per momento, lo storico concerto del 1981 con duecentomila giovani arrabbiati e sognanti, ma anche le molte delusioni patite in una metropoli rivelatasi troppo spesso matrigna, motivo per cui Pino Daniele sceglie di allontanarsi e ora le sue ceneri sono custodite a Magliano in Toscana.
Francesco Bonini, La testimonianza politica e sociale cristiana Nel settantesimo anniversario della morte di De Gasperi Il governo di centro e la costruzione della democrazia. Alcide De Gasperi presidente del Consiglio (1945-1953) A cura di Pier Luigi Ballini e Federico Mazzei Pier Luigi Ballini e Federico Mazzei, Introduzione Pier Luigi Ballini, De Gasperi: il "centrismo". Temi e vicende Daniela Preda, Oltre lo Stato nazionale: De Gasperi e il nuovo ordine internazionale Giovanni Tassani, De Gasperi e i giovani. Due generazioni di fronte a uno statista Federico Mazzei, Comunicare la democrazia. De Gasperi e la stampa Storia Maria Teresa Antonia Morelli, Le parlamentari della prima legislatura repubblicana (1948-1953) Musica Valerio Ciarocchi, Musica in oratorio. Riflessioni a partire da alcune significative esperienze Anniversari Gennaro Luise, L'eredità della pax kantiana. Intervista a Daniela Falcioni In ricordo di Mimmi Cassola Marina Valmaggi, Alcuni passi con Mimmi Cassola Rassegna bibliografica - storia antica Alberto Barzanò, Novità sulla bibliografia scientifica di Storia antica La nostra biblioteca P. Fausto Gianfreda S.J., Anna Laura Sanfilippo.
Nel 2013, Jon Fosse si è convertito al cattolicesimo. Dopo essersi dimesso dalla Chiesa di Norvegia per protesta a sedici anni, in seguito ha ritrovato la sua strada verso una visione religiosa del mondo attraverso la scrittura. Affascinato prima dallo gnosticismo e dal misticismo cristiano, quindi attratto dal movimento quacchero, si è infine convertito al cattolicesimo. Che cosa è successo lungo questo percorso? In "Il mistero della fede", il teologo e cattolico Eskil Skjeldal discute con Fosse la sua conversione in un dialogo serrato sulla fede e su Dio, le esperienze spirituali e mistiche, la scrittura, l'alcolismo e la sofferenza, e su ciò che pensa Fosse delle posizioni della Chiesa cattolica in ambito sociale e nel campo della morale sessuale. Un breve libro prezioso, uno sguardo decisivo nel pensiero di uno scrittore fondamentale del nostro tempo.
«Gli avvenimenti della mia vita non sono successi mai casualmente, ma favoriti da incontri con persone straordinarie, ognuna delle quali ha contribuito a ciò che ho vissuto: un'avventura esistenziale irripetibile.» La memoria percorre il filo della vita di Paolo Crepet alla ricerca dell'essenziale: le radici artistiche della sua famiglia, le esperienze molteplici e cosmopolite nella formazione, la meraviglia della scoperta della psichiatria, la nascita della passione per la scrittura. In queste pagine dense di aneddoti e di eventi inconsueti, affiorano innumerevoli incontri singolari, ciascuno dei quali ha contribuito ad aggiungere un tassello al cantiere di un'identità personale e professionale in continuo rinnovamento; su tutti svetta la figura di Franco Basaglia, amico e maestro, l'uomo capace di trasformare la concezione della follia e di riconoscere diritti fondamentali ai più fragili e indifesi. Le grandi tappe della vita vengono così raccontate alla luce di un costante comun denominatore: gli affetti, le emozioni, la capacità di creare fra sé e gli altri un legame che oltrepassi la distanza e il tempo. Ai lettori viene affidato questo insegnamento che affiora da ricordi ironici e benevoli, simili a scogli a cui aggrapparsi saldamente mentre si avanza nell'ampio mare aperto.
Sono più di 900 le lettere tra Giorgio La Pira ed Amintore Fanfani conservate presso la Fondazione La Pira. Ne vengono qui pubblicate 394, oltre a 48 appunti di La Pira ad esse collegati. Accuratamente trascritte e annotate da Federico Perini, permettono di ripercorrere, per la prima volta in modo completo, le vicende di uno dei sodalizi più significativi nella storia politica dell'Italia repubblicana, durato più di trent'anni e fondato su una amicizia sincera quanto travagliata. Il carteggio offre uno spaccato senza filtri su molte importanti questioni di politica fiorentina, italiana ed internazionale. Per La Pira «il problema storico e politico fondamentale per un cristiano è prendere coscienza del 'tempo storico' in cui si trova», leggendo i «segni dei tempi». Le vicende della Guerra fredda, della decolonizzazione, del Medio Oriente, dell'Africa, del Vietnam, dell'America Latina, del processo di integrazione europea e della politica italiana
Di destra o di sinistra? Rivoluzionaria o reazionaria? Operaista o teorica delle radici? Femminista sans le dire o antimoderna? Impegnata o mistica? Difficile capire qual è la vera Simone Weil. La sua vita breve e intensa rischia di oscurare l'originalità della sua riflessione politica: il lavoro, la libertà, la critica dei totalitarismi e del collettivo sono i suoi temi costanti. Il pensiero di Weil si ispira a Trockij, riprende le idee di Proudhon, Sorel, Péguy, ma la sintesi a cui dà luogo è unica. Michela Nacci ci guida attraverso la vita di questa intellettuale senza mezze misure e ne ricostruisce l'ideologia sociale e politica.
Nell'Europa del Cinquecento è esistita una donna che ha attraversato tutto il continente, perennemente in fuga. Una donna che ovunque sia stata, da Lisbona ad Anversa, da Venezia a Ferrara, passando per Lione, ha costruito relazioni, ha lasciato il segno per le sue incredibili capacità commerciali e finanziarie. Una donna che è appartenuta a una delle minoranze più perseguitate della storia, quella degli ebrei spagnoli convertiti forzatamente al cattolicesimo - i marrani - e ha saputo fare di questa identità marginalizzata una forza. Gracia Nasi, questo era il suo nome, si è trovata a 26 anni, vedova e con una figlia ancora piccola, a gestire i capitali della propria famiglia e a diventare in breve una delle donne più ricche del suo tempo. In ognuna delle città dove ha abitato si è svolta una storia avvincente: rapimenti, prestiti di portata colossale, fughe improvvise, intrecci di dispacci per guadagnare accoglienza, mediazioni, doni generosi, straordinarie iniziative editoriali, roghi e boicottaggi di reazione. Ogni tappa è per noi il modo di aprire una finestra sul suo tempo. Scorre sotto i nostri occhi un campionario di comportamenti spesso cangianti, contraddittori e generatori di insicurezza dove il denaro aveva una parte importante: serviva a patteggiare la salvezza ma anche a condizionare le politiche dei diversi potentati. Denaro che Gracia, spregiudicata e generosa, aveva in abbondanza e sapeva maneggiare ma che fu anche occasione di lunghi e profondi dissidi interni alla famiglia. Insomma sacrifici, rischi e viaggi lunghi, pericolosi, estenuanti, fino alla meta finale, Istanbul. Là finiscono le avventure e la vita di Gracia, in un paese che fu capace di capire la convenienza dell'accoglienza.
Di Alcide De Gasperi (1881-1954) resta un'impronta politica potente. È nella forma del nostro Stato, nei principi della Costituzione, nella politica estera, nelle riforme sociali. La sua vita e la sua opera hanno avuto caratteristiche morali e politiche eccezionali, quasi profetiche. Guidò con mano ferma il passaggio dell'Italia dal fascismo alla Repubblica in una difficile congiuntura internazionale dominata dalla Guerra Fredda. Non è stato solo l'uomo della Ricostruzione materiale dell'Italia tra il 1945 e il 1954 ma anche un leader che ha mostrato l'efficacia di un approccio cristiano alla democrazia europea e che ha anticipato temi e problemi del nostro tempo. Questo volume presenta i frutti del percorso ormai ventennale della Lectio degasperiana, l'evento con cui ogni anno la Fondazione Trentina Alcide De Gasperi ricorda lo statista invitando personalità di primo piano del mondo accademico e politico a confrontarsi con la sua figura e il suo esempio. Lezioni di P. Scoppola, L. Elia, U. De Siervo, J.-D. Durand, S. Romano, I. Rogger, F. Traniello, G. Vacca, V. e S. Zamagni, P. Castagnetti, M. Cau e M. Mondini, N. Galantino, S. Mattarella, Ch. Cornelissen e E. Letta, A. Panebianco e P. Pombeni, M. Odorizzi e S. Malfatti, M. Cartabia, G. Guzzetti e G. Tremonti, S. Fabbrini, D. de Pretis, I. Maffeis.
Il 4 giugno del 1944, mentre a sud di Roma gli Alleati stanno entrando nella città liberandola, qualche chilometro più a nord, lungo la via Cassia, i tedeschi ormai in fuga uccidono quattordici prigionieri prelevati dal carcere di via Tasso. Partigiani e antifascisti, tra i quali il deputato e sindacalista Bruno Buozzi: sono i "Martiri della Storta", vittime di quella che, dopo le Fosse Ardeatine, è stata la strage nazifascista più efferata compiuta a Roma. Tra di loro anche il "soldato inglese sconosciuto", come è stato indicato da sempre nei libri di storia e sulla lapide dell'eccidio un uomo non identificato. In realtà si trattava di un giovane ungherese, Gabor Adler alias capitano John Armstrong, arruolato dai servizi segreti britannici e sbarcato nel 1943 in Sardegna per una missione che doveva depistare il nemico dall'imminente sbarco alleato in Sicilia. Questo libro racconta la storia della sua vita e della sua missione, riemerse dal nulla e ricostruite attraverso documenti e testimonianze inediti. È anche la storia di quelle ore straordinarie che segnarono la liberazione di Roma. Introduzione di Massimo Giannini.