Questo libro raccoglie un corpo di scritti rivolti a psicoanalisti e psicoterapeuti: un testo di riferimento sul pensiero di una delle figure più rappresentative della psicoanalisi postfreudiana.
Il volume presnta un resoconto semplice, lucido ed essenziale della schizofrenia e dei tentativi attuali di comprensione sia in termini di disfunzione cerebrale sia di disturbo psicologico di tipo cognitivo. Partendo dall'osservazione dei processi cognitivi normali, l'autore utilizza gli strumenti della neuropsicologia cognitiva per valutare i segni e i sintomi dei pazienti diagnosticati schizofrenici. Individua nella metarappresentazione, definita come la rappresentazione degli stati mentali, la principale disfunzione del pensiero schizofrenico, che si riflette in un comportamento incongruente e incoerente.
L'estremo digiuno religioso e l'astinenza delle sante, gli scioperi della fame, l'esibizione degli scheletri viventi, il destino dei melanconici, delle isteriche, dei posseduti e delle streghe: il libro di Vandereycken e van Deth si interroga sul rapporto esistente tra l'anoressia, malattia del nostro tempo, e altre manifestazioni che appartengono a contesti storici diversi, mostrando il significato attribuito in epoche differenti all'alimentazione, al suo rifiuto, al rapporto con la corporeità, con il trascendente, con la morte.
La teoria dell'attaccamento ha avuto un'importante influenza su diverse branche delle discipline psicologiche e psichiatriche, ma finora il suo impatto sulle terapie familiari è stato assai limitato. In questo libro le autrici espongono un modello di trattamento familiare fondato proprio sulla teoria dell'attaccamento. Partendo da una ricerca che ha dimostrato l'efficacia del modello sulle famiglie di pazienti schizofrenici o affetti da grave disturbo della personalità, le autrici presentano una suddivisione tipologica delle famiglie in base al tipo di attaccamento (famiglie scollegate, ad alta intensità, a bassa intensità) e le strategie di intervento da adottare.
Dopo aver esaminato, nei precedenti lavori, le dinamiche dell'aggressività, Kernberg qui si occupa dell'amore. Le vicissitudini dell'amore di coppia, della passione e della sessualità si snodano in un percorso che va dall'infanzia all'adolescenza all'età adulta. L'autore prende in esame il gioco delle interazioni emotive tra i partner, comprese quelle di natura superegoica, che si attivano a livello inconscio. Egli suggerisce che i partner strutturino un ideale dell'Io congiunto in quanto membri di una coppia, e che tale istanza giochi un ruolo poi fondamentale nel destino della loro relazione.
Ma la coppia vive l'amore e il sesso nel contesto di un determinato ambiente sociale. Viene quindi illustrata anche la natura dei rapporti tra la coppia e il gruppo: il piccolo gruppo di amici, o il grande gruppo costituito dalla società in cui essa nasce e si sviluppa. Il modo in cui i mezzi di comunicazione di massa, in particolare il cinema,rappresentano l'amore e il sesso si inserisce in questa dialettica, in gran parte determinata da motivazioni inconsce. Dopo aver descritto le basi biologiche e psicologiche dell'esperienza sessuale, Kernberg illustra la natura di tale esperienza alla luce della teoria delle relazioni oggettuali. Nei rapporti di coppia è appunto l'attivarsi di specifiche relazioni oggettuali interiorizzate a innescare sia i più ampi conflitti sia le esperienze più appaganti. L'analisi delle relazioni "normali" e di quelle patologiche, il ruolo del narcisismo, del masochismo e dell'aggressività nei rapporti d'amore costituiscono dunque il nucleo centrale del testo.
Il libro offre un dialogo aperto, su un problema che costituisce l'interrogativo, l'attesa e il dinamismo piu vitale dei giovani.
Amare non significa possedere in maniera esclusiva, limitare la libertà del partner o escludersi dalla vita del mondo; al contrario l'amore può aprirsi all'intero universo, spalancando inattese prospettive. Un trattato sull'amore che insegna a sviluppare la propria personalità e raggiungere la pienezza affettiva.
"Nel corso della mia pratica professionale di medico di malattie nervose mi ha da tempo colpito il fatto che, accanto alle molte diversità individuali della psicologia umana, esistono anche "differenze di tipi": più specialmente mi hanno colpito "due tipi", che ho denominato "introverso" ed "estroverso"..." L'opera, forse la più famosa di Jung, non descrive soltanto quella polarità caratteriale alla quale può essere ricondotta ogni altra diversità del comportamento umano, ma si presenta come un trattato di psicologia junghiana, prodigo di informazioni, di casi clinici, di una cultura sterminata. Dunque un libro di grande respiro, che è anche una storia del pensiero umano.
La schizofrenia, in quanto testo classico della psichiatria del Novecento, ha la sua platea ideale nell'ambito della Facoltà di Medicina e della scuola di specializzazione in Psichiatria. Data la particolare prospettiva assunta dall'autore e la ricchezza di pensiero filosofico e psicologico del libro, è una lettura consigliata anche a tutti quegli operatori della salute mentale i quali, abbandonato per un momento l'atteggiamento irriflessivo di chi pretende una risposta per ogni problema umano, siano disposti a porsi ancora qualche domanda circa l'enigma della psicosi schizofrenica e dell'umano dolore.