Pregare è una facoltà umana: nasce probabilmente dall'intuizione di poter comunicare con le presenze viventi, umane e non, che sono intorno a noi o sono passate o sono altrove. La preghiera è un anelito comune, al di là delle differenze teologiche, ideologiche e politiche. Significa invocare la divinità fuori o dentro di noi perché ci venga incontro e migliori le nostre vite. Si tratti di monoteismo o di politeismi, di animismi o di culto degli antenati, pregare è rivolgersi a una presenza o a più presenze al di fuori di noi, stabilendo una reciprocità fondamentale per motivare il proprio stare al mondo. La nostra società è l'unica che nega questa facoltà, come se avesse deciso di vivere in un quadro dell'adesso impoverito da tutte le ispirazioni che vengono da altrove.
È il momento di andare incontro alla maternità, alla genitorialità e all'educazione con la competenza di chi conosce come "funziona" la cosiddetta diade (coppia) madre-bambino. Negli anni Sessanta è stata sviluppata la cosiddetta Teoria dell'Attaccamento grazie allo psicologo, medico e psicoanalista John Bowlby che riguarda il funzionamento della relazione madre-bambino nei primi anni di vita. Gli studi di Bowlby sono stati solo l'inizio di un'enorme quantità di scoperte che ancora non si sono diffuse a sufficienza tra le co-protagoniste più importanti di questa relazione: le mamme. Ancora oggi, però, durante i corsi pre-parto si punta soprattutto a dare informazioni sugli aspetti di cura del corpo del bambino, sicuramente molto importanti, ma attualmente non c'è un'informazione adeguata e aggiornata sugli aspetti mentali e psicologici del bambino. La speranza è che non solo i genitori, ma anche l'intero sistema educativo e le politiche per la famiglia possano tenere conto di tutte le scoperte scientifiche che riguardano lo sviluppo dell'essere umano per costruire un'umanità fatta di persone che stanno meglio emotivamente, psicologicamente e anche fisicamente.
Cosa ci hanno trasmesso e a cosa mirano i poteri dominanti? Il femminile viene indagato puntando oltre i soliti dibattiti che lo vedono contrapposto al maschile. Qui viene esaltato il ruolo di entrambi, evidenziando come la natura, il mito e gli archetipi fondino il proprio equilibrio sulle due essenze complementari. La sfida per la donna è rimanere sé stessa. Un viaggio da Eva al mito di Atena, fino alla Vergine Maria: il femminile può salvare l'umanità dagli inganni nascosti nelle logiche dei poteri. Una vera rivoluzione educativa!
«Una donna schizofrenica in forma grave doveva essere trasferita in un altro ospedale per essere sottoposta a cure psichiatriche. Gli autisti dell'ambulanza vennero mandati in una stanza nella quale la donna stava seduta sul letto, vestita, con la borsa pronta. Nel momento, però, in cui la si invitò ad alzarsi, la paziente diventò con tutta evidenza di nuovo schizofrenica, oppose resistenza, si spersonalizzò e alla fine dovette essere sedata. Quando l'ambulanza era già in viaggio ci si accorse che si aveva a che fare con uno scambio di persona. La signora sull'ambulanza era una donna che intendeva andare a trovare un parente». Ecco uno degli esempi con cui Watzlawick mostra come la normalità nelle relazioni umane sia sempre una costruzione dei singoli individui. Costruzione che, lungi dal portare al relativismo e al nichilismo, paradossalmente consente all'uomo di essere libero.
Attraverso alcune storie analitiche, il libro racconta il percorso del dolore nella vita delle donne. I "romanzi familiari" si snodano attraverso sogni e frammenti di esistenza e sono incastonati dentro i versi del Libro di Giobbe, uomo giusto "stritolato da Dio", voce guida che impronta tutto il testo. A partire dalla sofferenza nasce una nuova possibilità di stare al mondo, forti di una dignità che si riconosce nel grido di Giobbe, nel "perché" a cui dare una risposta. Le donne sfidano il dolore apprendendo la forza della non risposta: non c'è una facile via di fuga, di fronte al male bisogna imparare a "stare", a fare del "perché" una provocazione vitale. Alla fine, ci si ritrova dentro il mondo, dentro la vita, avendo imparato a rispettare i confini del dolore e un nuovo modo di giocare la vita con amore.
Come aiutare gli altri? Quali sono gli strumenti efficaci nell'animazione educazione-formazione di ogni persona?. E' a queste domande che Crescere nella relazione si pone l'obiettivo di rispondere, facendo appello ale principali teorie e tecniche in campo psicologico e pedagogico, con una particolare attenzione al Counselling e alle possibilità da esso offerte nella relazione d'aiuto in genere e nella sua applicazione, specifica, nei campi pedagogico, sociale, pastorale e vocazionale: con gli adolescenti, la coppia e la famiglia, poveri e gli emarginati, i religiosi e gli aspiranti tali, laici. Per ciascuna di queste condizioni esistenziali, il testo indica possibili percorsi e strumenti. L'opera è collegata ad altri volumi dell'autore riguardanti la fondazione teorica dei percorsi di ascolto, il discernimento e l'accompagnamento, la risoluzione di problemi e la generazione di maggiore benessere personale e relazionale, con un particolare carattere pratico per il training di formatori, educatori e operatori del sociale e della vita ecclesiale.
La lettura di questo testo permetterà al lettore di approfondire contenuti che dovrebbero essere interiorizzati da tutti i professionisti dediti all'aiuto, all'educazione, e alla formazione integrale della persona.
Quella tra i 18 e i 28/30 anni è una fase di transizione, tra la turbolenza dell'adolescenza e la relativa stabilità della giovane età adulta, che costituisce un punto di svolta nel ciclo di vita. I giovani adulti devono fronteggiare scelte significative che riguardano autonomia, relazioni e carriera, con l'obiettivo di definire la propria identità e i processi di soggettivazione iniziati nell'adolescenza. Il volume illustra le caratteristiche di questa fase, considerando i processi di costruzione di nuove relazioni e di trasformazione identitaria; evidenzia inoltre gli indicatori di rischio per la salute mentale e le problematiche psicopatologiche più frequenti. Propone poi un innovativo approccio psicoterapeutico a indirizzo psicodinamico, volto ad aiutare il giovane adulto ad acquisire maggiore consapevolezza delle proprie risorse e inclinazioni. Attraverso esemplificazioni cliniche approfondite vengono illustrate sia psicoterapie psicoanalitiche a lungo termine sia consultazioni brevi focalizzate sul counselling psicodinamico condotte con giovani soggetti.
La settima edizione di Introduzione alla psicopatologia descrittiva è stata completamente aggiornata nella convinzione che la psicopatologia sia un soggetto in divenire e bisognoso di revisioni che rispondano a cambiamenti culturali e nuove evidenze empiriche. La struttura del testo presenta una dettagliata descrizione di tutti i maggiori sintomi e sindromi che si affrontano nella pratica clinica; le modifiche più rilevanti riguardano i capitoli che trattano i disturbi dissociativi, sono presenti nuove e ampie descrizioni della sindrome di Ganser, della sindrome di Charles Bonnet, l'autoscopia, la gelosia, l'esaltazione psichica e morbosa degli impulsi sessuali e i disturbi del pensiero in generale. È stato inoltre aggiunto un nuovo capitolo sul senso della bellezza, fondamentale nella vita sociale e che sempre più si intreccia con i temi della psicopatologia.
Un libro pensato e scritto per le vittime di abuso narcisistico, per chi ha subìto l'abuso senza nemmeno rendersene conto, per chi ha sofferto a causa di un inganno scientemente perpetrato. L'abuso psicologico narcisista è manipolazione attraverso precise tecniche per sottomettere e controllare. Per anni la violenza narcisistica è stata confusa con la violenza domestica. Da essa, invece, differisce profondamente e da qualche anno costituisce un campo di studi a sé. Oggi si parla di "Relazioni sentimentali patologiche", con specifiche caratteristiche sia dell'abusante, della vittima, che delle tecniche della violenza stessa. Un testo che parla alle donne, ma vuole raggiungere e dialogare con psicoterapeuti, medici, avvocati e giornalisti. Con coloro che si relazionano quotidianamente con le vittime per questioni professionali.
Pensato sia per i clinici in formazione sia per i professionisti più esperti, L'esame diagnostico con il DSM-5-TR è uno strumento pratico ideato per agevolare i colloqui diagnostici e al tempo stesso favorire la creazione di un'alleanza terapeutica, elemento fondamentale di qualsiasi trattamento psichiatrico. Il volume offre un breve riassunto dei disturbi del DSM-5-TR, l'esame dello stato mentale, un glossario psichiatrico, suggerimenti per la pianificazione del trattamento e una rassegna dei sistemi diagnostici tradizionali e alternativi, degli strumenti e delle scale di valutazione presenti nel manuale. Inoltre fornisce una procedura per effettuare una diagnosi differenziale basata su un approccio in sei fasi, che aiuterà i clinici ad affinare le valutazioni e a prendere in considerazione le numerose e interconnesse cause dei disturbi mentali. Infine, indica come condurre un colloquio in maniera ottimale e in tempi congrui, proponendo le domande di screening e follow up adeguate.
Obiettivo del volume è presentare un nuovo modello di terapia basato sui costrutti della mentalizzazione e dell'intersoggettività, con particolare attenzione ai processi di rottura e riparazione dell'alleanza terapeutica. Diviso in una prima parte più teorica e in una seconda più centrata sul trattamento, il testo contiene contiene molti esempi in forma di vignette cliniche e brevi trascrizioni di sedute. Nella parte dedicata alle appendici sono inclusi due strumenti per la valutazione della mentalizzazione, che possono essere utilizzati dai clinici nella pratica quotidiana, e uno strumento elaborato ai fini della ricerca in psicoterapia per la valutazione della mentalizzazione nei trascritti delle sedute.
Le emozioni sono un grande dono per la nostra vita. Proviamo per un istante a immaginare la realtà circostante completamente grigia: come sarebbe monotona la nostra esistenza! Un mondo senza emozioni assomiglia a una realtà monocroma, priva di colori e sfumature, di spinte e dinamismo. Ma le emozioni possono essere anche un peso, una fonte di tensione e fatica. Da qui l'importanza di "curare" il nostro vissuto emotivo imparando a conoscere e regolare il mondo degli affetti.