
Questo manuale, dedicato alla metodologia e alle tecniche di cui si avvale la ricerca sociale, si compone di 4 volumi (I. I paradigmi di riferimento; II. Le tecniche quantitative; III. Le tecniche qualitative; IV. L’analisi dei dati) che, pur rappresentando tappe di un percorso di approfondimento unitario, possono essere utilizzati in modo autonomo.
Con questo secondo volume ci si addentra nelle specifiche tecniche di ricerca basate sull’approccio quantitativo. Dopo aver descritto il passaggio dalla teoria alla ricerca empirica, l’autore si volge ad esaminare l’esperimento, l’inchiesta campionaria e la tecnica delle scale, per chiudere con un richiamo al prezioso contributo che le fonti statistiche ufficiali possono fornire alla ricerca sociale.
INDICE DEL VOLUME: Introduzione. - I. La traduzione empirica della teoria. - II. Causalità ed esperimento. - III. L’inchiesta campionaria: parte prima. - IV. L’inchiesta campionaria: parte seconda. - V. La tecnica delle scale. - VI. Le fonti statistiche ufficiali. - Riferimenti bibliografici. - Indice analitico.
Piergiorgio Corbetta ha insegnato Metodologia e tecnica della ricerca sociale nell’Università di Bologna. Tra i suoi libri con il Mulino: «Statistica per la ricerca sociale» (con G. Gasperoni e M. Pisati, 2001), «Le ragioni dell’elettore. Perché ha vinto il centro-destra nelle elezioni italiane del 2001» (curato con M. Caciagli, 2002), «Metodologie e tecniche della ricerca sociale» (nuova ed. 2014).
La vita umana è appesa al filo delle relazioni, quelle con sé stessi, con gli altri e con il mondo. Eppure di queste relazioni sappiamo poco o nulla. Le usiamo, ma non le vediamo. Di solito pensiamo che tutto dipenda dagli individui e solo da essi. Oppure pensiamo che ciò che accade sia dovuto alle 'strutture' della società. Il fatto è che pensare la relazione in sé stessa, e ciò che genera, significa affrontare un enigma che ci rende muti, incerti, disorientati. La modernità ha rifiutato di confrontarsi con l'enigma della relazione. Si è rifugiata nell'autoreferenzialità del Soggetto individuale. La globalizzazione fa esplodere le relazioni sociali, soprattutto virtuali, e così moltiplica a dismisura gli enigmi che portano con sé. Le conseguenze si constatano oggi nei vuoti esistenziali, nella frammentazione e nella solitudine di un numero crescente di persone. La ragione occidentale è in declino e non potrà più essere un motore di civiltà se non sarà capace di affrontare gli enigmi insiti nel 'vivere in relazione'. Ma com'è possibile rispondere alle sfide degli enigmi nascosti nelle relazioni sociali generate dalla società emergente?
Il volume affronta il tema della cooperazione sociale come agente di sviluppo locale. Gli autori, dopo aver illustrato le cooperative sociali ed i relativi aspetti giuridici e organizzativi, presentano dodici (macro)progettazioni di territorio. Si tratta di importanti esperienze (best practice), realizzate all'interno della rete di Federsolidarietà (Federazione nazionale delle cooperative sociali, aderente a Confcooperative), capaci di creare lavoro, ripristinare la legalità, riportare dignità e generare benessere anche nelle zone più difficili e disagiate. Nella seconda parte della pubblicazione sono descritti gli strumenti per tradurre in realtà questi progetti, con particolare riferimento ai settori del turismo e dei beni culturali nonché all'accesso ai fondi, e le diverse opportunità finanziarie di sistema.
La riflessione sulla comunità è una questione aperta a diversi livelli dell'esperienza contemporanea: essa investe tanto l'ambito dei rapporti sociali quanto la problematica politica della convivenza nelle società plurali, come pure il dibattito su come costruire un'esperienza comunitaria all'interno della vicenda ecclesiale. La ricerca che viene pubblicata in questo libro affronta l'interrogativo sulla comunità inserendolo nel contesto del dibattito filosofico contemporaneo. L'autore evidenzia diversi approcci al tema individuandoli sia nelle voci di filosofi collocabili nell'ambito della post-modernità sia in quelle di teologi cristiani. Il lavoro si situa quindi sul confine tra mondi e pensieri diversi, svolgendo una lettura analitica e critica di diverse proposte, ed evidenziando elementi di contatto e dialogo possibili. In tal senso si inserisce bene nel quadro della collana "Sul confine": la ricerca dell'autore, infatti, viene condotta sul confine tra filosofia e teologia nel tentativo di approfondire percorsi che possono apparire distanti e individuare vie di dialogo e di scambio. Si situa sul confine anche perché l'ascolto di queste voci è guidato dal tentativo di superare una distanza d'indifferenza, incomprensione e talvolta sordità tra pensiero teologico e percorsi della post-modernità. Il volume è introdotto da un saggio di Alessandro Cortesi.
La tanto decantata "democrazia digitale" si situa appena un passo prima della dittatura degli stupidi e dei creduloni. Serve un antidoto, ed è con questo libro che Charles Seife ci viene in soccorso. Non è che prima di internet gli uomini non mentissero, anzi, però internet ha dato ai mentitori uno strumento fantastico e potente per esercitare liberamente la loro paziente opera distruttiva. Sia chiaro: internet è uno strumento straordinario. Grazie al Web oggi siamo in grado di fare cose che fino a pochi anni fa sembravano semplicemente impensabili. Ma, nel bene e nel male, internet è anche una gigantesca cassa di risonanza, nuova di zecca e potenzialmente devastante, che può essere facilmente usata dai malintenzionati. E loro la usano, eccome! Oggi è più che mai necessario capire come può essere usata l'informazione digitale: riconoscendo i segni delle manipolazioni della Rete si può capire come (e perché) la gente sfrutti le proprietà di questo strumento per cercare di alterare la nostra percezione della realtà. Ben venga allora questa guida per gli scettici, un manuale per chi desidera comprendere con chiarezza in che modo la sfera digitale stia influenzando tutti noi. Viviamo in un mondo dove il reale e il virtuale non possono più essere del tutto separati, tanto che a volte c'è ben poca differenza tra ciò che è reale e ciò che non lo è. Ma non è un gioco indolore: questa "irrealtà virtuale" ha conseguenze che possono essere alquanto spiacevoli.
Il volume, presentato alla Camera dei Deputati il 27 maggio 2015, nasce dal rapporto realizzato dalla società Ermeneia per Assimoco. Nello studio sono state individuate 21 tipologie di famiglia italiane con esigenze di welfare molto diverse tra di loro e una maggiore sensibilità nella percezione dei grandi rischi rispetto al passato. Nonostante una situazione economica complessa, dalla ricerca emerge che gli intervistati hanno metabolizzato la crisi e imparato a reagire. Lo studio, oltre ad analizzare i dati della popolazione italiana, offre un contributo concreto e fattivo in materia di welfare, raccontando casi virtuosi a livello nazionale e internazionale.
Il tema del disagio sociale è affrontato e declinato con un interesse particolare a quelle periferie esistenziali (e dunque non solo geografiche) su cui ha attirato più volte l'attenzione papa Francesco, quelle periferie "dove Dio non c'è" e dove non si cammina per "andare incontro all'altro" (discorso nella Cattedrale di San Rufino ad Assisi, 4 ottobre 2013). C'è una diffusa difficoltà a far fronte alla complessità esistenziale, riscontrabile anche nel disagio di molti giovani e adolescenti; ecco quindi l'importanza, soprattutto per la comunità cristiana, di mettere al centro la persona e la promozione di relazioni capaci di reciprocità e prossimità, interpretando la realtà e il mondo che cambia, nella prospettiva di un miglioramento esistenziale e di una nuova progettualità di vita.
La dimensione sociale dell'amore. In dialogo sull'amore Agape. Riconoscere che l'amore ha una dimensione pubblica e non solo intima nella società globalizzata di oggi sembra un azzardo. Eppure, la nostra quotidianità è costellata di azioni, interazioni e relazioni che hanno come caratteristica fondante l'eccedenza, l'incondizionalità e la non contabilizzazione. E proprio questa è la sfida che coglie il libro: trovare ciò che già esiste nel sociale, per dargli un nome: amore-agape. Agape dunque come possibilità fenomenica, mai abbastanza evidenziata nella vita sociale, nelle comunità e nei comportamenti professionali e di consumo. Agape, come nuova categoria interpretativa, che rovescia lo stereotipo pessimista di una società vista soltanto come luogo del consumismo e dell'incertezza. Agape come strumento che può farsi progetto e stimolo al rinnovamento istituzionale. Di tutto questo parla il libro, un progetto culturale avviato da anni dal gruppo di studiosi Social-One, con l'obiettivo di aprire un dialogo con la cultura e con alcuni tra i più autorevoli autori contemporanei della sociologia e del servizio sociale: Luc Boltanski, Michael Burawoy, Annamaria Campanini, Axel Honneth, Paulo Henrique Martins.
Nella pianura emiliana un Comune con un'alta percentuale di stranieri si è guadagnato il titolo di "capitale dell'integrazione". Grazie a politiche nuove ha trasformato il "problema" dell'immigrazione in risorsa per la competitività del territorio.Uno degli spazi più cruciali è il mondo della scuola. Qui si gioca una delle sfide più avvincenti: saper accogliere l'esperienza del multilinguismo e della multiculturalità e avviarla sulla strada della cittadinanza.
"Il povero", pubblicato per la prima volta nel 1906 e successivamente incluso nella "Soziologie del 1908", rappresenta uno degli scritti più importanti di Georg Simmel. Con la capacità di analisi che gli è propria, il sociologo tedesco dimostra che non è una mancanza personale o una semplice condizione di privazione a fare di qualcuno un povero, al contrario si entra a far parte di una cerchia sociale caratterizzata dalla povertà solo nel momento in cui si riceve un determinato tipo di assistenza. E quindi una "reazione sociale", più o meno intensa, a dare forma concreta ad una figura complessa come quella del povero e a delineare le dinamiche di un fenomeno, come quello della povertà, che attraverso forme diverse continua a caratterizzare tutte le società finora conosciute.
Un ghostbuster si aggira per l'Europa: l'antiziganismo. Come ogni razzismo, l'antiziganismo combatte un fantasma, gli "zingari", che esso stesso ha evocato. Ma, come in ogni caccia ai fantasmi sociali, esso ha bisogno di corpi materiali e tangibili su cui far presa: così, in tempi e luoghi diversi, suoi capri espiatori sono state e sono quelle persone che si addensano in una nuvola identitaria e si dicono rom, sinti, manus, calons, travellers, romanicel... Questi soggetti a volte soccombono, a volte sfuggono, a volte si adattano, a volte vincono, ma la loro vita terrena è votata all'autodifesa e la loro intelligenza deve essere quotidianamente dedicata al contenimento dell'antiziganismo che li perseguita; vi devono investire energie individuali e collettive. Quando l'antiziganismo offre loro delle pause, la tranquillità li rende finalmente cittadini.
Nando Pagnoncelli, volto noto per la sua collaborazione con il giornalista Giovanni Floris nelle trasmissioni "Ballarò" e poi "Di Martedì", offre in questo libro una lettura del nostro Paese con analisi e interpretazioni che descrivono le profonde modificazioni che interessano l'animo e i modi di pensare degli italiani. Lungo un arco di tempo che ripercorre gli ultimi 50 anni, l'autore si chiede come siano cambiati i bisogni e le aspettative, i desideri ed i progetti delle persone, in Italia. Il punto di partenza è il referendum sul divorzio del 1974, evento che ha spaccato in due la popolazione e che è andato ben oltre la data in cui si è consumato, assumendo la caratteristica di simbolo di una nuova epoca che si apriva. Da qui prende le mosse anche la postfazione di don Roberto Fiorini per una riflessione sulla Chiesa in Italia dove la comparsa sulla scena di papa Francesco ha dato la stura a un dibattito reale e pubblico.