Tutto il mondo della scuola, anche in Italia, è stato investito dall'emergenza sanitaria, che ha coinvolto ogni fascia d'età, dai bambini delle scuole dell'infanzia (e addirittura degli asili nido) agli studenti universitari. Il Rapporto annuale del Centro Studi per la Scuola Cattolica, articolato in tre parti, intende offrire spunti importanti per riorientare il nostro futuro e per dare un senso a tutto ciò che abbiamo vissuto. La prima parte esamina il quadro complessivo della situazione e affronta i problemi organizzativi e le prospettive per un rinnovamento effettivo del sistema scolastico nel suo insieme, facendo tesoro di questa esperienza per rilanciare alcuni aspetti essenziali dell'essere scuola. La seconda parte presenta i risultati di una ricerca sul campo, condotta fra i coordinatori educativi e didattici delle scuole cattoliche per descrivere attraverso la loro diretta testimonianza e valutazione come è stata vissuta la pandemia e quale futuro si prospetta per un settore da tempo in crisi. La terza parte raccoglie una serie di buone pratiche offerte a scuole distribuite su tutto il territorio nazionale. Sono la testimonianza concreta di ciò che si è fatto e dello spirito costruttivo con cui tanti insegnanti hanno saputo reinventare la propria professionalità, in nome del servizio educativo agli alunni. I dati statistici che chiudono il volume documentano, in maniera tempestiva, le principali dinamiche delle scuole cattoliche italiane in questo difficile anno scolastico.
Quale è il dovere etico fondamentale dell'uomo? In che modo risponde ai valori e quale è l'origine del male morale? Nell'opera più rappresentativa della sua feconda produzione, il filosofo tedesco, sfuggito alla minaccia nazista, affronta i valori in generale e il loro primato, il loro ruolo nella vita dell'uomo e il rapporto con Dio. Distinguendo ciò che è soddisfacente per il soggetto e ciò che è importante in sé stesso, l'autore delinea la struttura di un'etica di impostazione fenomenologica, basata sull'esperienza. Ne deriva un'opera di filosofia morale che scandaglia la natura dei valori e la risposta dell'uomo - non limitabile al mero apprezzamento ma determinata dall'agire in conformità ad essi -; l'articolazione dei valori morali realizzati dalla persona attraverso la propria libertà della quale si è responsabili; la fondamentale differenza tra l'uomo moralmente consapevole e quello inconsapevole e le radici del male morale, orgoglio e concupiscenza. Un pensiero che si conclude con l'elaborazione di un'etica cristiana, quella del santo, che porta a compimento la morale naturale, la quale raggiunge la sua pienezza solo se permeata dall'amore, dal momento in cui l'essere umano è relazionale e nessuna relazione è adeguata alla sua dignità di persona quanto l'amore interpersonale. L'uomo trova infatti la sua vocazione suprema nell'amare e nulla lo rende felice quanto amare ed essere amati. L'etica di von Hildebrand è quindi una filosofia dell'amore, che pone il vertice della moralità nell'amore per Dio.
Il libro affronta il tema del rapporto tra la Chiesa ed il fenomeno della criminalità organizzata. Esso viene sviscerato partendo dall'analisi dei pronunciamenti offerti dai Pontefici e dai Vescovi sulla piaga delle mafie, evidenziando come, seppur a tratti in modo faticoso, la denuncia ecclesiale si sia gradualmente affermata fino ad essere ai giorni nostri incontrovertibile, con l'attestazione della totale incompatibilità tra l'appartenenza cristiana e quella mafiosa. Da tale constatazione, con particolare riferimento alla "scomunica" di Papa Francesco in Calabria del 2014, si cerca di appurare quali concreti provvedimenti tale denuncia abbia generato, per rilevare l'assenza di una vera norma penale canonica che colpisca i fedeli mafiosi. Si prospetta perciò il percorso da seguire per giungere ad un possibile intervento normativo canonico, cosa potrebbe motivarlo a partire dalla grave condotta morale degli aderenti alle mafie e quale ne sarebbe la finalità.
Trasmettere l'eredità è un atto di consegna del Padre, atto che esige fedeltà al mandato ricevuto, in un mondo che ci addestra a un godimento senza freni e senza limiti, con il dovere di comprare secondo l'imperativo di mercato. Particella vagante, il soggetto si sfalda nell'anonimato perché la contemporaneità ha smarrito la funzione del Padre, con effetti decostruttivi operanti nella lingua, nella politica, nell'economia e nel sociale. Queste sono le conseguenze visibili di una crisi che parte da lontano e che si può definire con le parole dell'autrice "l'evaporazione del Nome-del-Padre".
La maggior parte degli strumenti didattici sui media digitali si concentra generalmente sui fenomeni del presente o sugli ultimi anni dell'evoluzione della digitalizzazione. Questo manuale vuole essere innovativo e guardare alla relazione tra società e media digitali in un arco temporale di lungo periodo. Ciò nella convinzione che sia necessario fornire un quadro ampio e coerente dei modi in cui i media digitali sono diventati così rilevanti per le società contemporanee. Adottare una prospettiva di lungo periodo è utile in primo luogo per far emergere l'inestricabile intreccio tra il cambiamento portato dalle tecnologie digitali e le forme di continuità con il sistema dei media precedente e, in particolare, con le pratiche e le culture formatesi con i media analogici. Infatti, il computer, internet e i telefoni mobili - a cui sono dedicate ampie parti del libro - se da una parte sono emblematici della cosiddetta 'rivoluzione digitale', dall'altra hanno radici profonde nel passato della comunicazione: quella analogica. Una sezione importante del libro è dedicata all'evoluzione del processo di digitalizzazione nei media 'tradizionali' (musica, libri e giornali, cinema e video, fotografia, TV e radio), di cui si esaminano le principali tendenze, ma anche le contraddizioni più evidenti. Il capitolo finale del libro si concentra sulle narrazioni e sulle vere e proprie 'mitologie' legate ai media digitali: storie eccezionali (e talvolta esagerate) di personaggi, prodotti, aziende e luoghi che hanno svolto un ruolo di supporto simbolico all'affermazione della digitalizzazione nelle società contemporanee. Oltre alla bibliografia, utile per approfondire alcuni dei temi affrontati nel libro, è presente anche un'appendice di dati che riportano alcune serie storiche, selezionate poiché in grado di illustrare le principali tendenze nello sviluppo dei media digitali a livello globale.
«I bambini affamati erano tanti. Cominciava il tempo umido e freddo e non c'era carbone. I casi pietosi erano molti, moltissimi. Bambini che dormivano in casse di segatura per avere meno freddo, senza lenzuola e senza coperte. Bambini rimasti soli o con parenti anziani che non avevano la forza e i mezzi per curarsi di loro.» Così scrisse Teresa Noce, dirigente dell'Udi, Unione donne italiane, che fu l'anima del grande sforzo collettivo avviato all'indomani della Seconda guerra mondiale per salvare i piccoli del Sud condannati dalla povertà. Li accolsero famiglie del Centro-Nord, spesso a loro volta povere ma disposte a ospitarli per qualche mese e dividere quel che c'era. Un'incredibile espressione di solidarietà che richiese un intenso lavoro logistico, con il coinvolgimento di medici e insegnanti. E che non fu priva di ostacoli, tra cui la diffidenza della Chiesa timorosa dell'indottrinamento filosovietico, con qualche parroco che avvertiva: «Se andate in Romagna i bimbi li ammazzano, se li mangiano al forno». Giovanni Rinaldi raccoglie queste storie da oltre vent'anni: partendo dalla sua terra, il Tavoliere delle Puglie, ha viaggiato in ogni regione d'Italia parlando con tanti ex bambini dei «treni della felicità». Franco che non aveva mai dormito in un letto pulito. Severino che non era mai andato in vacanza al mare. Dante che non sapeva cosa fosse una brioche. Rosanna che non voleva più togliere l'abito verde ricevuto in regalo, il primo con cui si sentiva bella. Con le loro voci e un'accurata ricostruzione storica disegna un mosaico di testimonianze di prima mano, divertenti e commoventi: il ritratto di un'Italia popolare eppure profondamente nobile.
Attraversiamo metropoli futuristiche e hutong, locali fumosi e campi di ginseng, antichi principi confuciani e intelligenza artificiale, neomarxismo e ipercapitalismo. Incontriamo l'ambiguo funzionario del Partito comunista, l'operosa dottoressa di Wuhan, l'eterea vlogger della Cina rurale, l'astro della letteratura fantascientifica, la giovanissima attivista per l'ambiente. Addentriamoci nella Cina nuova, quella che scopriamo appena smettiamo di leggerne soltanto la superficie. I cambiamenti attraversati dalla Cina in poco più di cinquant'anni sono così profondi e radicali che, nella storia di altri paesi, analoghe trasformazioni hanno impiegato secoli per affermarsi. Là dove oggi si innalzano grattacieli dalle architetture sbalorditive, fino a pochi anni fa c'era solo campagna. Ragazzi e ragazze dell'ultima generazione, una massa di figli di operai e nipoti di contadini, sono arruolati nel settore hi-tech più dinamico al mondo. Il mastodontico inquinamento industriale si affianca alla più avanzata ricerca di fonti di energia sostenibile. Ma nonostante sia apparentemente tutta proiettata verso il futuro, la Cina contemporanea ha radici che affondano in un passato millenario, al quale spesso attinge traendone valori, idee, strategie che usa nel confronto sempre più serrato con l'Occidente. È un gigante con un'identità fatta di contrasti, che mischia furiosamente passato e presente in modo del tutto inedito ai nostri occhi. Simone Pieranni ci accompagna alla scoperta della Cina più contemporanea, immergendoci sapientemente nella sua atmosfera, indagandone i valori, guardando alle più recenti tendenze culturali, ma soprattutto smontando pezzo a pezzo quel volto apparentemente contraddittorio che si mostra allo sguardo del laowai, dello straniero.
Viviamo immersi nell'ambiente creato dalle nuove tecnologie. Internet, telefoni cellulari, dispositivi autoregolati sono ciò di cui facciamo costantemente uso. Ma a volte nasce il dubbio di non essere tanto noi a utilizzare questi apparati, quanto piuttosto di esserne utilizzati. Questo libro vuole riflettere sul nostro rapporto con le nuove tecnologie e su come tale rapporto può essere realizzato eticamente, in un confronto con i criteri e le procedure che contraddistinguono l'agire tecnologico. Dopo aver distinto tecnica e tecnologia e aver analizzato nel dettaglio alcune tecnologie emergenti, si discutono i modi in cui - attraverso il diritto, l'approccio deontologico e i Comitati etici - vengono affrontate molte questioni di grande attualità; lo scopo è di mostrare come solo un preventivo approfondimento in chiave etica dei problemi qui emersi possa rendere davvero efficaci i tentativi di soluzione proposti.
Le competenze relazionali - cioè la capacità di costruire relazioni efficaci che stimolino la crescita e lo sviluppo dei nostri piccoli o grandi interlocutori - sono fondamentali in ogni pratica educativa. Il libro si occupa di queste competenze, evidenziando anzitutto la necessità di fare proprie le funzioni "materne" e "paterne" nella relazione educativa e amplificando in secondo luogo alcune strategie tipiche della relazione analitica che - mutatis mutandis - possono essere proficuamente riutilizzate nei vari contesti educativi.
Due medici che danno due diagnosi diverse allo stesso paziente sulla base degli stessi esami. O due giudici che assegnano pene diverse a colpevoli dello stesso reato. O, addirittura, lo stesso manager che prende una decisione diversa a seconda del momento della giornata. Non dovrebbe accadere, invece l'esperienza insegna che sono decine gli ambiti in cui le decisioni dovrebbero essere dettate da criteri oggettivi, ma in cui alla fine la realtà è ben diversa dalla teoria. E la colpa è del rumore. Daniel Kahneman, premio Nobel per l'economia e autore del bestseller mondiale "Pensieri lenti, pensieri veloci", ha studiato per anni con Olivier Sibony e Cass R. Sunstein questo difetto del funzionamento mentale e in questo libro dimostra come ovunque si eserciti il giudizio umano - nella sanità pubblica come nelle aule di giustizia, nei processi aziendali come nelle decisioni quotidiane di tutti noi - lì si trovi il rumore, a sviare il ragionamento e causare errori. Una ricerca accurata, un libro ricco di idee che svela un fenomeno onnipresente ma finora largamente ignorato e consente ai suoi lettori di riconoscere e controllare l'influenza che il rumore esercita su tutte le loro decisioni, previsioni e valutazioni.
Con l'avvento di Internet, si è tornati a comunicare per iscritto, già dalla più tenera età i millenial comunicano quasi unicamente scrivendosi, per qualunque motivo. Questo fenomeno che riguarda la popolazione mondiale e di qualsiasi età, presenta però anche degli svantaggi. Con la velocità consentita dai nuovi mezzi di comunicazione, si sono perse alcune regole che conviene rispettare per farsi comprendere al meglio, per fare arrivare nel modo più efficace possibile ciò che desideriamo dire. Per scrivere, non importa se alla nonna, all'amica del cuore, al Professore con cui si sta preparando la tesi o al Presidente della Repubblica, ci sono delle regole e consuetudini che devono essere conosciute e applicate. Una corretta comunicazione, rispettosa delle regole e delle consuetudini, è indispensabile sia nei rapporti tra privati, sia nei rapporti professionali. In questo agile manuale, si potranno trovare preziose indicazioni, criteri e suggerimenti per ogni occasione.
Dag Hammarskjöld, premio Nobel per la pace noto per il suo impegno internazionale, era un uomo animato da una profonda vita interiore. Le parole che ci ha lasciato indicano nell'interiorità la via maestra per affrontare le sfide di ogni giorno con lucidità e decisione, maturità e lungimiranza. "In un'epoca in cui l'ideale della politica come servizio pubblico è ignorato o disprezzato, è importante sapere dove cercare segni di speranza e di impegno. Hammarskjöld è un esempio straordinario di politica astuta, umile, coraggiosa, paziente e rischiosa allo stesso tempo: un esempio necessario per noi oggi come l'acqua nel deserto. Questo libro espone con chiarezza e passione esemplare ciò che potremmo imparare da Hammarskjöld, il tesoro che potremmo scoprirvi" (Rowan Williams).