
Il libro procede su un doppio binario: da un lato espone i nodi principali della vita di Marx, i legami con la famiglia d'origine, con la moglie e con l'amico Engels, dall'altro affronta le idee di Marx nei confronti della propria missione politica, segue l'elaborazione del "Capitale" e del concetto cardinale di lotta di classe, e valuta l'atteggiamento di Marx nei confronti delle utopie concorrenti e dei "traditori" ideologici.
Un pellegrinaggio alle radici: il ritorno in Palestina-Israele, una terra che non ha ancora trovato la pace ed è già irriconoscibile, è l'occasione per mettere a fuoco torti e ragioni di due popoli storicamente e fisicamente uniti. Il volume si compone di due brevi memorie di viaggio che si possono leggere come due intensi pamphlet: l'uno, contro Israele; l'altro, contro Arafat. Più intimo e personale, il primo; più esplicitamente politico, il secondo.
Dopo la sconfitta del nazismo e del suo credo nella superiorità della razza ariana, nessuno oggi potrebbe definire il razzismo come una dottrina che si fonda sull'affermazione di una gerarchia tra le razze umane. Si tratta, allora, se si vuole combattere un fenomeno così diffuso, di pensare a una sua ridefinizione. E ciò comporta, contemporaneamente, la necessità di una ridefinizione dell'antirazzismo, il quale si trova di fronte alle nuove forme di razzismo dell'epoca postnazista: la persecuzione delle minoranze, la xenofobia anti-immigrati, le manifestazioni e le guerre etnonazionaliste.
Uno dei più affermati psicologi italiani si rivolge a un giovane che aspira a seguire le sue orme e, attraverso una serie di esempi, introduce il lettore all'interno dei problemi della psicologia. Il rapporto con Jung, Lacan e Freud, il transfert, la funzione dell'analista, la struttura della mente: come vedere in modo nuovo questi concetti, rapportandoli alla società contemporanea.