Di famiglia e di educazione la Modernità occidentale si è costantemente interessata nei modi più diversi. La famiglia è stata inquadrata in una "narrazione di perdita" di funzioni, relegandola a mero fatto privato senza più alcuna reale rilevanza sociale. L'educazione, a contrario, è stata immaginata come la risorsa fondamentale della modernità, quell'insieme di processi formali che avrebbero permesso agli individui sia di cogliere le innumerevoli opportunità sociali che andavano sempre più velocemente creandosi (un ascensore) sia come meccanismo che avrebbe permesso a chiunque di proteggersi dai pericoli di emarginazione e retrocessione sociale (un cuscinetto di protezione). In questi saggi il sociologo Niklas Luhmann ci racconta una storia ben diversa. La famiglia moderna non perde affatto le sue funzioni sociali, bensì le cambia e diventa uno spazio-tempo sempre più rilevante per i processi di inclusione sociale e di generazione delle persone. L'educazione elabora la sua funzione di ascensore, ma non più solo verso l'alto e si trasforma in un contesto di formazione altamente rischioso per gli individui ormai costretti a scegliere le loro "carriere" rendendosi responsabili di fallimenti sempre più probabili. Ne deriva una riflessione altamente sorprendente che può aiutare il lettore a osservare in modo diverso cosa sta realmente accadendo oggi nella nostra società.
Il potere può assumere, e ha assunto nel corso della storia, le forme più diverse. Cosa ci viene in mente quando pensiamo al potere? Pensiamo al capo di stato, al sindaco della nostra città? Al poliziotto che alza il manganello per mantenere l'ordine pubblico? Certo, può essere tutte queste cose. Ma nella società complessa e smaterializzata di oggi il potere si insinua nelle nostre vite in modi molto più sottili. E allora è più che mai necessario tornare a riflettere sulle radici del problema e domandarsi: che cos'è e come si esercita il potere? In questo classico della sociologia e della teoria dei sistemi sociali, con un incredibile anticipo e una scelta spiazzante per il suo tempo ma che oggi non può non sembrarci profetica, Niklas Luhmann risponde che il potere non è altro che «un mezzo di comunicazione», in grado di produrre simboli tanto più efficaci quanto più riescono a persuadere spontaneamente chi vi è sottoposto. Il ricorso alla coercizione tramite la violenza, per quanto sia la sua espressione più appariscente, «segna non già il successo del potere ma il suo scacco». E non capiremo mai la sua vera natura, sostiene Luhmann, se continueremo a pensarlo come una corrente unidirezionale, che va dall'alto al basso, dal dominatore al dominato: il potere è qualcosa che tutti noi produciamo, facciamo circolare e accresciamo esercitando le nostre libertà individuali. Dalla democrazia all'opinione pubblica, dalla legittimità allo stato di diritto, Luhmann ha passato tutti questi concetti al vaglio delle teorie cibernetiche e funzionalistiche, trasformando per sempre la teoria politica classica: scritto agli albori dell'era informatica, "Potere e complessità sociale" svela la meccanica di una forza che oggi abbiamo troppo sotto gli occhi e non riusciamo più a vedere, e ci fa capire chi e come governa realmente le nostre esistenze.
Ancora inedita in Italia, questa opera costituisce il quarto di una serie di testi attraverso i quali Luhmann tematizzò uno per uno i sistemi funzionali della nostra società applicando loro la sua teoria più famosa: quella dei Sistemi sociali (1984). "L'arte della società" sviluppa e documenta sulla base di testi storici i temi della differenziazione e dell'organizzazione del sistema dell'arte all'interno della società. Particolare attenzione viene rivolta al salto evolutivo compiuto a cavallo tra il Quindicesimo e il Sedicesimo secolo, momento nel corso del quale, secondo Luhmann, avvenne una cruciale trasformazione per ciò che il sistema arte rappresenta oggi. Il testo si chiude con un'illustrazione storica e una discussione dell'autodescrizione nell'arte.
Il principio di uguaglianza è un principio cardine dei moderni ordinamenti democratici. Elevata a espressione della giustizia sin dalla riflessione filosofica più antica, l'uguaglianza entra nelle costituzioni moderne come diritto al godimento di diritti, garante dell'ordine giuridico e sociale. L'articolo qui tradotto, propone una descrizione del principio fondamentale di uguaglianza basata sulla sua osservazione come forma-a-due-lati. In questo modo si rende evidente il paradosso insito nell'applicazione del principio costituzionale, "condannato" a non potersi liberare dell'altro lato della forma, della sua stessa negazione.
Amare è stato spesso considerato l’esperienza più personale e incomunicabile di tutte, quella passione non razionalizzabile che tocca ciascuno in un modo unico e inesprimibile e che non ha nulla da spartire con le dimensioni e le problematiche collettive e generali dell’esistenza. Per questa sua qualità particolaristica, l’amore è stato il tema preferito di scrittori e di romanzieri, così come di poeti, di artisti e filosofi, ma raramente è stato considerato da un punto di vista sociologico e scientifico.
In questa breve lezione del 1969, Niklas Luhmann compie una vera e propria rivoluzione concettuale: invece che concepire l’amore come un’esperienza personale unica e ineffabile, lo raffigura come una soluzione funzionale a problemi che dipendono dallo sviluppo di una immensa gamma di strutture e forme sociali. Gli esseri umani devono fronteggiare un mondo drammaticamente sempre più complesso, cercando modi per orientarsi facilmente e per dare senso a quella condizione. Necessitano perciò di speciali mezzi – chiamati da Luhmann “media della comunicazione” – che facilitano la scelta tra una molteplicità di alternative di senso così da poter essere facilmente compresi da tutti e capaci di motivare una risposta, agevolando i processi comunicativi. L’amore è uno di questi media, come lo sono la verità, il denaro, il potere, l’arte, il diritto, la morale. Il cambiamento, la differenziazione, la complessificazione di una società sempre più pluralista e policontesturale pongono crescenti aspettative nei confronti della funzione sociale dell’amore in quanto ne rendono sempre più improbabile la realizzazione: l’amore diventa perciò un’improbabile normalità, con tutti i problemi che ne derivano soprattutto a livello della sua elaborazione culturale (sempre più problematica) che impone aspettative sempre più esigenti a personalità in crescente difficoltà.
Mientras que la tradición filosófica buscó un fundamento último de la moral, la teoría de la sociedad elaborada por Niklas Luhmann pretende describir la sociedad tal como es: la tarea del sociólogo no es normativa, simplemente ha de mejorar la comprensión de la complejidad social.
Según Luhmann, la sociedad actual, funcionalmente diferenciada, no puede ya integrarse gracias a la moral. Tampoco cabe aislar la moral en ninguno de los sistemas funcionales de la sociedad, que aparecen desacoplados del código moral. Sin embargo, operan en ellos equivalentes funcionales de la moral: medios de comunicación simbólicamente generalizados que procuran la fluidez y la continuidad de la comunicación. El análisis sociológico descubre así la función de toda regla moral en las expectativas y las expectativas de expectativas, requeridas para la estabilización de las interacciones en una sociedad de individuos.
El presente volumen reúne por vez primera los ensayos más importantes de Luhmann acerca de la moral. Dentro de su proyecto de una teoría de la sociedad, plantean un nuevo tipo de ética como «descripción de la moral» o «teoría reflexiva de la moral». Se abre así la posibilidad de un estudio de la moral en relación con los riesgos y peligros, así como una concepción de la persona desde la perspectiva de su inclusión en la sociedad sobre la base de la estima y el menosprecio.
L'assicurazione è una delle istituzioni più astratte e complesse della società moderna. Una sociologia dell'assicurazione, tuttavia, non esiste ancora. Gli articoli di Niklas Luhmann qui raccolti rappresentano un primo tentativo di delineare i confini di una ricerca sociologica che sappia collocare l'assicurazione fra le principali conquiste evolutive della società e colleghi alla trasformazione delle strutture sociali l'ipotesi fondamentale che l'essenza dell'assicurazione consista nel trasformare i pericoli nel rischio di essere o non essere assicurati.
In questo saggio Niklas Luhmann condensa alcune delle problematiche che lo occuparono maggiormente nell'ultima fase della sua opera sociologica. Il problema del tempo che corrode ogni certezza, l'indispensabilità di norme che lo vincolino e lo "trattengano": in buona sostanza l'impossibilità che il sistema del diritto possa "salvare" la società. Di fronte all'aumentata probabilità che la società elabori processi di crescente de-normativizzazione ed esclusione sociale, Luhmann apre una fondamentale riflessione sulla funzione dei diritti umani e sulla loro "strana" forma di legittimazione.
«Il potere può essere accresciuto congiuntamente a un aumento delle libertà da parte di coloro che sono sottoposti all’esercizio del potere.» Cos’è e come si esercita il potere? Partendo dal rifiuto delle concezioni classiche di tipo liberaldemocratico e marxista, secondo le quali esso è un attributo di determinati soggetti o l’applicazione della forza fisica, Luhmann ritiene che il potere non sia altro che un «mezzo di comunicazione» generato attraverso simboli. Solo questo modello può spiegare i fenomeni di produzione, circolazione e consumo del potere nelle moderne società informatizzate e multimediali. La teoria del potere nella concezione di Luhmann diventa quindi parte integrante di una teoria della società. Più che mai attuale, a oltre trent’anni dalla sua prima pubblicazione, Potere e complessità sociale è una riflessione su chi e come governa le nostre esistenze.