Lo studio degli effetti delle tempeste solari, delle fasi lunari e dei climi sulla salute e sulle malattie dell'uomo è diventato ormai un capitolo della moderna ricerca scientifica. Grazie a essa i dati tradizionali, bagaglio da sempre della Medicina Tradizionale Cinese e dell'antica cronobiologia, sono di continuo verificati e spesso riscontrati efficaci. All'uomo moderno, sempre più fragile perché affaticato dallo stress, dai sovvertimenti climatici in corso e da un'alimentazione squilibrata, è data così l'opportunità di riscoprire nuovi valori per vivere in salute. In questo libro gli autori collegano il sapere tradizionale cinese riguardante gli effetti del clima sulla salute al sapere moderno occidentale. Vengono così approfondite le situazioni critiche che l'organismo subisce per il solo fatto di essere sottoposto alla ciclicità stagionale. Stagione dopo stagione, sono descritti i disturbi più frequenti e i relativi strumenti e metodi per far sì che l'organismo possa più facilmente e rapidamente possibile adattare la sua omeostasi alle variazioni stagionali. Per ogni disturbo e in base alla stagione, saranno proposti rimedi che attingono al corpo della Medicina Tradizionale Cinese. Infine saranno proposti dei consigli e delle tecniche di meditazione per armonizzare lo stato emozionale inerente al clima specifico della stagione.
Che cosa direbbe un bonobo a un ateo? Anzitutto lo esorterebbe a smettere di darsi tanto da fare per dimostrare l’assenza di un dio. La legge morale dentro di noi è nata ben prima delle religioni, che svolgono la funzione non di produrla, ma soltanto di sostenerla.
Frans de Waal si pone qui l’obiettivo di sondare l’origine della morale. Con il rigore scientifico e la prosa accattivante che gli sono soliti, ci mostra come i comportamenti morali dell’uomo, la cui giustificazione ultima è tradizionalmente ricercata nella componente religiosa, siano in realtà il frutto dell’evoluzione naturale e derivino da modi di agire e di sentire già presenti, a diversi livelli, in altri mammiferi.
L’etica è nata dal basso e si è evoluta nel mondo animale, in particolare fra i primati, da forme embrionali di socialità, da pratiche di socializzazione come il grooming (la pulizia reciproca del pelo) e la sessualità, dallo sviluppo dell’empatia, dalla presa d’atto che l’altruismo e la cooperazione apportano vantaggi alla comunità, concorrendo ad accrescere le possibilità di sopravvivenza di tutti e di ciascuno. La proposta finale di De Waal è quella di un umanesimo non religioso, anche se non antireligioso, che sviluppi al meglio le capacità naturali umane.
La storia delle biotecnologie non possa essere compresa senza tener conto dell'ascesa, simultanea, dell'economia neoliberista come forza politica ed economica. Indagando gli sviluppi delle tecnologie del DNA ricombinante del 1970, le politiche dell'amministrazione Bush sulla ricerca sulle cellule staminali, l'autrice fa risalire l'utopia del libero mercato alla crescita delle sue contraddizioni interne e alla privatizzazione delle scienze della vita.
La rivoluzione biotech ha ricollocato la produzione economica a livello genetico, microbiologico, cellulare. Partendo dall'assunto che la vita è stata catturata dai circuiti di valorizzazione economica, Cooper rintraccia i rapporti che intercorrono tra pratiche economiche, politiche e sociali. Analizando le politiche della scienza nel periodo reaganiano, la militarizzazione delle biotecnologie, l'imperialismo farmaceutico e il movimento per la vita, l'autrice mette in luce l'impulso speculativo che ha animato lo sviluppo della bioeconomia. Il libro offre un quadro sia della dimensione transformativa, terapeutica delle attuali scienze della vita, sia della violenza, dell'obbligo, della servitù del debito che si diffondono con l'emergere della bioeconomia stessa.
L'autrice
Melinda Cooper è ricercatrice presso l'Università di Sydney. Ha precedentemente svolto attività di ricerca presso il Centre for Biomedicine and Society al King's College di Londra. Numerosi sono i suoi lavori sulle biotecnologie e le trasformazioni economiche.segnaliamo il suo ultimo lacoro in collaborazione con Catherine Waldby, Clinical Labour: Human Research Subjects and Tissue Donors in The Global Bioeconomy, Duke University Press, 2013.
Light? Integrale? Arricchito? Senza zuccheri? Oggi scegliere cosa mangiare è diventato davvero un'impresa. Soprattutto perché spesso non sappiamo che cosa si nasconda dietro queste definizioni tanto care al marketing. Come acquistare in modo consapevole e secondo le nostre esigenze, evitando prodotti poco salutari o addirittura nocivi? Questa guida, frutto di accurate ricerche, dimostra che è possibile fare la spesa mettendo d'accordo gusto e benessere, aiutandoci a districarci nelle scelte quotidiane e a interpretare etichette e denominazioni per individuare al volo cosa privilegiare e cosa scartare. Organizzato come un vero e proprio viaggio tra gli scaffali e i reparti di un supermercato, il libro contiene preziosi suggerimenti nutrizionali, strategie per migliorare l'alimentazione in famiglia, curiosità salutistiche, indicazioni per prevenire e alleviare molti disturbi e malattie, ricette semplici e appetitose - curate dallo chef Giovanni Allegro - e brevi intermezzi narrativi sul cibo. Finalmente uno strumento pratico, completo e di facile consultazione, che raccoglie un'enorme mole di informazioni e avvertenze documentate con rigore scientifico.
La fisica quantistica è la più solida base delle nostre conoscenze. Praticamente tutto ciò che sappiamo sul mondo passa per questa disciplina, e sono tantissime le realizzazioni pratiche che questa scienza ha reso possibili: dal laser ai transistor, dalla risonanza magnetica al telefono cellulare che ognuno di noi ha in tasca. Eppure, per la grande maggioranza delle persone si tratta di una materia totalmente ignota, ritenuta troppo "difficile", "arida" nella sua trattazione matematica, o "astrusa" nei suoi assunti di base. Nel migliore dei casi, un gioco per menti eccentriche, terribilmente complesso, al quale non conviene avvicinarsi, e che comunque nulla ha a che fare con la poesia del mondo. E questo è un vero peccato, perché la fisica quantistica è innanzi tutto "bella", almeno quanto la poesia; e sebbene sia in effetti controintuitiva in maniera sconcertante (come la poesia) e a suo modo complicata, per capirne i segreti non è affatto necessario conoscere la matematica, almeno se a raccontarcela sono il Premio Nobel Leon Lederman e il suo collega Christopher Hill. Il dono della divulgazione di questi due autori, la loro verve stilistica e la loro indubbia competenza, permettono infatti a chiunque legga "Fisica quantistica per poeti" di capire finalmente a fondo fenomeni reali (eppure in un certo modo fiabeschi), come l'esistenza di particelle che "sanno" dove andare ancor prima di partire o che possono trovarsi in due luoghi contemporaneamente.
Qual è la situazione della comunicazione scientifica in Italia? Da un lato, vi è un pubblico che esprime una forte domanda di informazione, che ha poi spesso difficoltà a gestire. Dall'altro, vi sono scienziati e istituzioni che non sempre si dimostrano in grado di comunicare con la società. Nel mezzo, un mercato in continua evoluzione in cui i giovani professionisti sono chiamati a cimentarsi con temi e media diversi. Il testo ripercorre le esperienze passate ed espone i trucchi del mestiere di chi fa comunicazione della scienza.
A partire dal progetto genoma umano e dalla nascita della Celera Genomics di Craig Venter, le scienze della vita ci avevano promesso cure miracolose e una rivoluzionaria comprensione dell'essere umano. Dov'è oggi quel mondo nuovo? In "Geni, cellule e cervelli" i coniugi Rose mettono in discussione il ricchissimo apparato di questa mastodontica biotecnoscienza, in cui la ricerca accademica ha incrociato pericolosamente gli interessi economici di Big Pharma e del comparto militare. Società biotech, spregiudicati venture capitalist, scienziati-imprenditori e brevetti commerciali, ma anche il bisogno sempre più impellente di liberare la ricerca scientifica dai rischi della sua mercificazione. Hilary e Steven Rose firmano uno dei libri più coraggiosi degli ultimi anni, una riflessione onesta e provocatoria sui delicati rapporti tra scienza e società civile.
La vita di Erwin Schrödinger, premio Nobel per la Fisica nel 1933, autore del famoso esperimento mentale in cui un gatto - vivo e morto allo stesso tempo rivela la natura paradossale della meccanica quantistica, merita davvero di essere raccontata. Nel 1906, quando Schrödinger fece il suo ingresso all'università, Einstein aveva già pubblicato i suoi articoli rivoluzionari sulla relatività, e una nuova generazione di scienziati, fra i quali Werner Heisenberg, Paul Dirac e Niels Bohr, stava per fare il suo ingresso nella storia. In questa biografia, John Gribbin ci conduce nel cuore della rivoluzione quantistica. Con maestria e garbo, ci narra la storia della vita incredibilmente affascinante e singolare di Schrödinger, fisico geniale e impenitente seduttore, che si presentò all'Università di Oxford, per un colloquio, con la moglie e l'amante. Il racconto della vita di Schrödinger e della sua celebre equazione d'onda quantistica permetterà ai lettori di immergersi in uno dei periodi più fertili e creativi dell'intera storia della scienza.
In questo libro gli autori documentano che la società italiana, pur essendo entrata nella famiglia delle società industriali avanzate, continua ad essere caratterizzata da un diffuso e radicato analfabetismo scientifico quotidianamente alimentato dalla esiziale presenza attiva di ideologie radicalmente ostili alla scienza, alla tecnica e al mercato. Il che costituisce uno sconcertante paradosso storico, dal momento che sono proprio la scienza, la tecnica e il mercato i potenti motori di quella epocale rivoluzione in permanenza che siamo soliti chiamare modernizzazione. Il risultato è un libro indispensabile per prendere coscienza di ciò che il nostro Paese ha bisogno per evitare la deriva della regressione storica e per garantire un futuro alle nuove generazioni.
Come fa un fiore di ciliegio a sapere quando è ora di sbocciare? Si rende davvero conto che è arrivata primavera? E come fa una Venere acchiappamosche a capire quando far scattare le sue foglie e intrappolare la preda? È forse in grado di avvertire le sottilissime zampe dell’insetto?
Per secoli abbiamo provato meraviglia di fronte alla struttura delle piante. Ora Daniel Chamovitz punta lo sguardo sulle modalità con cui i vegetali fanno esperienza del mondo, dai colori che “vedono” agli odori che “annusano”, e a quel che “ricordano”. Noi e i vegetali siamo figli della medesima evoluzione darwiniana, anche se due miliardi di anni fa è avvenuta la grande biforcazione tra le bellisime forme animali e quelle vegetali. In questo viaggio tra erbe, fiori e alberi, possiamo imparare come le piante distinguano l’alto dal basso, come si accorgano che una loro vicina è infestata, scoprendo che con i girasoli e le querce abbiamo in comune molto più di quanto possiamo immaginare.
L'autore
Daniel Chamovitz, biologo, dirige il Manna Center for Plant Biosciences all’Università di Tel Aviv. È autore di scoperte rivoluzionarie nell’ambito della biologia delle piante, e le sue ricerche sono state pubblicate sulle riviste più prestigiose.
- See more at: http://www.raffaellocortina.it/quel-che-una-pianta-sa#sthash.6BhaYKWg.dpuf
Tonino Cantelmi, il primo a studiare in Italia la tecnodipendenza e l’impatto della tecnologia digitale sulla mente umana, sostiene che stiamo vorticosamente precipitando in una “società incessante”, sempre attiva, sempre più incapace di staccare la spina, sempre intenta a digitare,
a twittare, a condividere, senza differenze tra giorno e notte, tra feriale e festivo, tra casa e ufficio, forse avviata verso una colossale dipendenza dalla “connessione”. In tal modo la rivoluzione digitale e la virtualizzazione della realtà intercettano, esaltano e plasmano alcune caratteristiche dell’uomo liquido: il narcisismo, la velocità, l’ambiguità, la ricerca di emozioni e il bisogno di infinite relazioni light. Tuttavia la caratteristica fondamentale della socialità tecnoliquida consiste nella pervasiva tecnomediazione della relazione. In fondo, però, si ha la sensazione che la fine della società di massa e il transito nella tecnoliquidità postmoderna dovranno fare i conti con l’esasperazione della solitudine esistenziale dell’individuo e forse non sarà Facebook, né Twitter o neanche ogni altra forma di “socializzazione virtuale” a placare l’irriducibile bisogno di “incontro con l’altro-da-sé” che è proprio dell’uomo e della donna di
ogni epoca: il bisogno di “incontro con l’altro” nell’autenticità è così prepotente e vitale che oltrepasserà il mondo tecnoliquido.
L'AUTORE
Tonino Cantelmi è psichiatra e psicoterapeuta. Dirige la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo interpersonale di Roma. È presidente e fondatore dell’Associazione Psicologi e Psichiatri Cattolici. È professore universitario e autore di oltre duecento pubblicazioni scientifiche e di numerosi libri, tra cui: Amori difficili (San Paolo, 2007), Cattolici e psiche (San Paolo, 2008), L’immaginario prigioniero (Mondadori, 2009), Omosessualità e psicoterapie (Franco Angeli, 2010), Scusa se non ti chiamo (più) amore. Come scegliere il partner e vivere felici (San Paolo, 2010 con Michela Pensavalli) e Erosi dai media. Le trappole dell’ipersessualizzazione moderna (San Paolo, 2011 con Emiliano Lambiase, Stefano Lassi e Daniele Mugnaini).
"Ogni forma di progresso, sia teorico sia pratico, è sempre nato da una precisa attività umana: la ricerca di quelle che io chiamo 'buone spiegazioni'. Pur essendo una caratteristica unica della nostra specie, la sua efficacia riflette anche una verità fondamentale a livello non umano e cosmico: infatti si conforma alle leggi universali della natura che sono, sotto ogni punto di vista, buone spiegazioni. Questa relazione immediata tra il cosmico e l'umano ci fa intuire quale ruolo importante abbiamo noi nello schema universale delle cose. Il progresso deve per forza terminare, magari per colpa di una catastrofe, o semplicemente per esaurimento, oppure non ha mai fine? La risposta giusta è la seconda. L'infinito nel titolo del libro si riferisce proprio a questa illimitatezza. Spiegarne le ragioni, e le condizioni sotto le quali il progresso può o non può avvenire, ci porterà in un viaggio attraverso quasi ogni campo fondamentale della scienza e della filosofia. Da ciascuna di queste discipline impareremo che il progresso, pur non dovendo necessariamente finire, ha una causa originaria, o comunque una condizione necessaria perché inizi e si sviluppi. Ogni disciplina, dunque, vede dalla propria prospettiva un 'inizio dell'infinito'. A un esame superficiale può sembrare che si tratti di eventi non legati tra loro, ma in realtà sono aspetti diversi di un unico attributo della realtà, che io chiamo l'inizio dell'infinito."