Viviamo nell'era dell'immagine. Come mai in passato, oggi la nostra coscienza è quotidianamente bombardata da innumerevoli e fugaci stimoli visivi: figure, icone, segni e simboli creati per catturare la nostra attenzione nell'inesausto tentativo di informarci o convincerci, sedurci o allarmarci, e un attimo dopo la loro capacità di richiamo è già esaurita. Ci sono altre immagini, invece, che fin dai tempi più remoti hanno saputo imprimersi in maniera indelebile nella mente dell'uomo per aver rappresentato momenti e passaggi cruciali nel processo di conoscenza della vita e dell'universo in cui abitiamo, diventando così gli emblemi, oltre che la documentazione, di una ben precisa visione del mondo.
L'idea originale di John D. Barrow è stata quella di selezionare e raccogliere le immagini più influenti e innovative di ogni disciplina scientifica ed epoca storica, e di raccontare, di ciascuna, la storia che ne illumina l'origine e il significato. Dalle prime rappresentazioni della volta celeste, della Terra e del corpo umano, alla visualizzazione di complessi concetti matematici per mezzo di grafici e diagrammi, vere e proprie armi del sapere, per arrivare agli affascinanti regni dell'infinitamente grande e dell'infinitamente piccolo: da una parte, i meravigliosi panorami cosmici visibili con il telescopio spaziale Hubble o ripresi da satelliti sempre più sofisticati; dall'altra, i disegni degli organismi viventi tratti dalle pionieristiche osservazioni al microscopio di Robert Hooke e le "impossibili" traiettorie delle particelle elementari, componenti fondamentali della materia.
E poi le immagini che hanno infranto i nostri pregiudizi antropocentrici sui limiti e la natura dell'esistenza: le prime, straordinarie fotografie della Terra vista dallo spazio, che stimolarono la riflessione sui problemi ambientali; il fungo prodotto dalle esplosioni atomiche e nucleari, divenuto sinonimo di morte e distruzione; il disco volante, la "prova" della possibilità della vita su altri pianeti.
Ma la storia di tali immagini, che tutte insieme ci danno un'idea dell'incredibile bellezza dell'universo, è anche quella degli uomini che le hanno concepite e realizzate, e del cammino, spesso curioso e bizzarro, che li ha portati alle loro straordinarie scoperte e alla fama eterna o, altrettanto facilmente, a un ignominioso oblio. Grazie a questo libro, anche i meno fortunati di loro tornano a occupare il posto che meritano tra i grandi artefici dello sviluppo della conoscenza umana.
SFIDE, INVENZIONI E SCOPERTE
NELLE PAGINE DEL CORRIERE DELLA SERA
Scrivere di scienza per un quotidiano significa trovare un equilibrio fra tecnicismi e divulgazione, tra narrazione e competenza specialistica, saper passare agilmente dal reportage al ritratto biografico, dal commento al pezzo curioso, popolare, di varietà. Le pagine del “Corriere” sono state in questo una vera palestra, che ha prodotto giornalisti di grandissima levatura, ma ha anche sapientemente messo a frutto firme eccentriche, non strettamente legate al mondo della scienza, misurando così l’impatto che scoperte e invenzioni hanno avuto sui modi del pensiero e del vivere sociale. Ma prima di ogni analisi, nell’avventura della scienza, spiccano sempre gli uomini e le donne che ne sono stati protagonisti, con le loro sfide, i loro dubbi, i trionfi e le sconfitte. E così la cronaca in presa diretta diviene una affascinante storia di vita, quella del rapporto dell’uomo con se stesso e con la sua evoluzione su questo pianeta.
La Fondazione Corriere della Sera ha tra i suoi compiti istituzionali quello di promuovere e di diffondere presso il pubblico la conoscenza del patrimonio storico del “Corriere della Sera”.
La collana Il Corriere racconta, diretta da Angelo Varni e realizzata in collaborazione con la casa editrice Rizzoli, si propone di ricostruire alcuni dei temi che hanno connotato il formarsi della società italiana nei suoi aspetti culturali, economici, politici, ideali, di costume, dall’ultimo scorcio dell’Ottocento a oggi. A tal fine si utilizza la traccia offerta dalle pagine del quotidiano, con le sue firme più illustri, le sue fonti iconografiche, i materiali documentari e illustrati tratti dal suo archivio e dal suo fondo di disegni originali.
Una storia, dunque, affidata all’immediatezza della testimonianza della cronaca giornaliera, alla sua vivacità, alla sua capacità di riprodurre atmosfere e sensazioni. E proprio per questo capace di uscire dalla caducità del quotidiano per assumere il valore di un insostituibile ritratto del tempo narrato, in grado di darci ancora oggi le sfumature e i toni più vividi degli eventi, dei personaggi, dei luoghi con un’immersione nel passato affidata alla guida di chi li colse e li narrò con la tempestività del giornalista di razza.
Nella stessa collana:
UN PALCO ALL’OPERA
Il Teatro alla Scala nelle pagine del Corriere della Sera
L’ITALIA IN NERA
La cronaca nera italiana nelle pagine del Corriere della Sera
RACCONTI DI GLORIA
L’epica dello sport italiano nelle pagine del Corriere della Sera
MILANO IN PICCOLO
Il Piccolo Teatro nelle pagine del Corriere della Sera
DAI NOSTRI INVIATI
Inchieste, guerre ed esplorazioni nelle pagine del Corriere della Sera
Da Balzac a Poe, da Gautier a Keller, da Stoker alla Nesbit, da Cechov a Kipling a Saki, fino ai nostri Alfredo Cattabiani e Silvana De Mari. I grandi scrittori da sempre celebrano il gatto, l'animale più amato e più enigmatico, più affascinante e più sorprendente. I racconti riuniti in questa antologia comici, fantastici, gotici, surreali, fiabeschi, sentimentali - ne propongono una ricchissima galleria: gatti parlanti, gatti pasticcioni, gatti filosofi, gatti spioni, gatti rubacuori, gatti innamorati, gatti domestici, gatti selvatici. Intelligenti, ruffiani, egoisti, oziosi, romantici, permalosi, gelosi, alteri, i gatti non deludono mai.
L'opera
Il mistero del cosmo è scritto nel linguaggio della matematica, e le equazioni sono le frasi che ne esprimono la bellezza e la profondità. Cercare di spiegare la scienza senza equazioni è come cercare di spiegare l’arte senza illustrazioni: partendo da questo presupposto, Sander Bais presenta una galleria delle principali equazioni della fisica, vere icone della conoscenza in cui sono racchiuse le leggi fondamentali della natura. Delle diciassette equazioni prescelte, Bais racconta il percorso scientifico, storico e umano che ha portato alla loro genesi. Di ognuna di esse viene sottolineato il ruolo svolto nel plasmare la nostra comprensione della realtà fisica, nei suoi molteplici aspetti: dalla meccanica all’elettrodinamica, dalla fluidodinamica alla relatività e alla fisica quantistica. Dopo una breve introduzione dedicata al vocabolario del linguaggio delle equazioni, costituito da concetti matematici e dai simboli che li rappresentano, il lettore può decidere liberamente il proprio percorso: le chiavi di lettura, infatti, possono essere diverse, così come i legami tra le equazioni. Il risultato, nelle parole dell’autore, è un volo che ci permette di con templare la bellezza di un paesaggio montuoso senza dover faticare sui sentieri accidentati che conducono alle vette. Ascoltiamo la natura che ci parla nella sua lingua.
I lettori
Studenti e insegnanti di matematica e fisica; chiunque voglia capire meglio il ruolo delle equazioni e, più in generale, del linguaggio matematico nell’evoluzione della conoscenza dell’Universo.
Il libro
Che cos’è il tempo? Perché sembra scorrere in una sola direzione? Sono possibili i viaggi nel tempo? Esiste il futuro? E che dire dell’idea, presente nella gravità quantistica, che il tempo non esista?
Questi e altri temi sono tra i più profondi e delicati che si possano porre ma Il tempo a fumetti li presenta per la prima volta in modo chiaro e coinvolgente. E ironicamente illustrati dai disegni di Ralph Edney.
Gli autori
Craig Callender insegna Filosofia all’University of California di San Diego. Ha pubblicato scritti su argomenti di fisica e filosofia.
Ralph Edney, matematico di formazione, illustratore e vignettista politico, ha collaborato con numerosi giornali di grande diffusione.
Un omaggio alla sfera celeste e a tutti coloro che ancora si incantano volgendo lo sguardo in alto. Il volume si apre con un ampio capitolo dedicato al Sistema Solare e agli otto pianeti che ne fanno parte. Segue il capitolo dedicato a stelle e costellazioni e, dopo una parte introduttiva che comprende anche le mappe del cielo boreale e del cielo astrale, si passa alla trattazione delle costellazioni dello Zodiaco completa delle relative mappe. Chiudono il volume le due sezioni sulle galassie e sull'Universo: queste pagine sono impreziosite da immagini spettacolari. Accanto alle informazioni di base e a una trattazione sintetica delle esplorazioni, vengono dati consigli pratici che spaziano dall'attrezzatura ai momenti migliori per l'osservazione, a indicazioni precise per individuare i pianeti.
Non esisterebbe la Ribollita, piatto fondamentale della cucina toscana, senza questa pianta che Felice La Rocca, insieme a Laura Paganucci, presentano ai lettori.
Con Valentina Acordon, Claudio Castellano e Daniele Cat Berro
Breve storia del clima con uno sguardo al futuro
Dagli schermi di Che tempo che fa
alle pagine di Che tempo che farà:
dalla storia degli uomini che hanno
scoperto l’effetto serra ai suggerimenti
su come agire oggi per salvare il clima
(e l’uomo) di domani.
“Il pericolo costituito dal cambiamento del clima è innegabile, e la nostra responsabilità a farvi fronte è indifferibile.”
– Barack Obama
Mai come oggi l’atmosfera terrestre, gli oceani e i continenti sono stati tanto sorvegliati dal punto di vista meteorologico e ambientale: le informazioni non mancano, anzi, sono talmente sterminate che è facile perdersi. Tanto la stampa di casa nostra quanto quella internazionale pullula di titoli allarmanti che annunciano prossime catastrofi , ingigantendo dati già di per sé drammatici, oppure minimizzano o negano i cambiamenti climatici.
L’aumento della temperatura, il ritiro dei ghiacciai e l’innalzamento dei livelli del mare sono ormai fenomeni assodati, ma perché tutto ciò accade? In che condizioni vivremo fra cinquant’anni? I titoli che leggiamo sono esclusivamente frutto dell’allarmismo o stiamo davvero andando incontro a una mutazione climatica irreversibile, causata dall’uomo?
Luca Mercalli, che ogni settimana dagli schermi della trasmissione Che tempo che fa racconta la meteorologia e i fenomeni climatici agli italiani, offre una serie di risposte, semplici ma scientifiche, alle svariate domande sul futuro che ci aspetta. Tracciando una breve storia del clima sul nostro pianeta, con ampie sezioni dedicate al caso particolare dell’Italia, questo libro chiarisce i rischi che ci troveremo ad affrontare un domani non troppo lontano e propone alcuni accorgimenti da prendere fin da ora per limitare le emissioni di gas serra. Perché, se non iniziamo subito a utilizzare gli strumenti di cui già disponiamo, difficilmente otterremo in seguito risultati apprezzabili.
Una miniera di informazioni, corredata di un ricco apparato iconografico a colori, per chiunque desideri capire ciò che sta succedendo e cosa fare per migliorare la qualità della vita sulla Terra.
Luca Mercalli, climatologo con 25 anni di esperienza nell’analisi di antiche serie di dati meteorologici e storia climatica delle Alpi, fondatore e direttore della rivista “Nimbus”, presiede la Società Meteorologica Italiana. Ospite fisso di Che tempo che fa su Rai 3, scrive per “la Repubblica” e numerosi periodici. Fa parte del Climate Broadcast Network dell’Unione europea.
Questo libro è opera dello staff scientifico della Società Meteorologica Italiana onlus (SMI), associazione per lo studio e la diffusione delle scienze dell’atmosfera fondata nel 1865. È un gruppo di giovani ricercatori indipendenti, composto, oltre che da Luca Mercalli, da:
Valentina Acordon, fisico dell’atmosfera e meteorologo previsore, fa parte della redazione di “Nimbus”; è specializzata in modellistica numerica e fluidodinamica in ambiente montano.
Claudio Castellano, previsore senior e componente della redazione di “Nimbus”, ha una vasta esperienza nell’analisi di eventi meteorologici estremi e in meteorologia forense.
Daniele Cat Berro, climatologo specializzato in glaciologia e nivologia, è responsabile di campagne di misura sui ghiacciai delle Alpi occidentali. Membro della redazione di “Nimbus”, scrive anche su “La Stampa” e opera come divulgatore nelle scuole.
Biodiversità e beni comuni si ispira a
un evento di grande rilevanza storica: il
5 giugno 1992, a Rio de Janeiro, in occasione
della Conferenza delle Nazioni
Unite su ambiente e sviluppo, venne firmata
la Convenzione sulla Biodiversità
(CBD). Dopo Rio, la CBD si è affermata
come uno degli accordi multilaterali più
importanti per la messa a punto di politiche
di sviluppo sostenibile e conservazione
della natura; al contempo, però, si
è progressivamente distinta come il trattato
globale più controverso in seno ad
alcune importanti agenzie sovranazionali
a causa dei vincoli che essa impone
allo sfruttamento e al libero commercio
di beni biologici. La CBD, infatti, enfatizzando
il carattere di “bene comune”
(commons) insito nel patrimonio biologico
del pianeta, nega che esso possa
essere considerato una mera commodity, una merce da cui
trarre profitto.
Nel volume i beni comuni vengono intesi come tutti i fattori
materiali e immateriali che incidono sulle condizioni di
vita dell’umanità. Questa nozione implica evidentemente
anche il riferimento alle modalità del loro sfruttamento da
parte del sistema sociale. Emerge allora
che la gestione della biodiversità naturale
e agricola – così com’è stata concepita
fino a oggi – non può più essere
guidata dai paradigmi economici del
mondo occidentale. La tutela della biodiversità
pone sfide che richiedono
strumenti e politiche in grado di riconoscere
e valorizzare tutti i valori che
in essa sono stati individuati dalla
Convenzione di Rio. Ciò introduce un
ulteriore elemento a cui il volume presta
particolare attenzione. La variabilità
antropologica e linguistica che si è
sviluppata nel corso della storia umana
deve misurarsi con nuove forme di
omologazione economica delle culture,
che agiscono distruttivamente in
sinergia con altri fattori di erosione del
patrimonio naturale e agricolo della
Terra. Ma la diffusa tendenza dei paesi industrializzati a
ignorare l’importanza delle culture “altre” rappresenta una
delle conseguenze più azzardate di una civiltà che persegue
un unico modello economico; l’idea di sviluppo che ne
discende, infatti, da un lato distrugge le risorse biologiche e
dall’alto genera fame e povertà.
Carlo Modonesi è laureato in biologia e specializzato in igiene ambientale. All’Università di Milano ha svolto attività di ricerca
nei settori della biologia del comportamento e della socioecologia animale. Dal 1998 lavora al Museo di Storia Naturale
dell’Università di Parma, dove si occupa di evoluzione biologica ed evoluzione culturale, nonché della loro relazione. All’Università di
Parma è stato docente di biologia comparata dei cordati, mentre attualmente, nello stesso Ateneo, insegna comunicazione naturalistica
per il corso di laurea specialistica in conservazione della natura. È stato direttore scientifico della Fondazione Diritti Genetici.
Gianni Tamino è laureato in scienze naturali. Ha compiuto ricerche sugli effetti degli inquinanti ambientali e sugli organismi
geneticamente modificati. Docente di biologia generale all’Università di Padova dal 1974, attualmente è titolare degli insegnamenti
di diritto ambientale e di bioetica nell’ambito dei corsi universitari e post-universitari dello stesso Ateneo. Ha fatto parte
del Comitato nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ed è stato membro
del Parlamento italiano e successivamente del Parlamento europeo.
«L'universo non è piú quello di un tempo e non è ciò che sembra». Frank Wilczek decide di iniziare cosí questo suo libro, una folgorante carrellata di domande e di possibili risposte sulla struttura ultima dei componenti basilari dell'Universo. Usando costantemente un'ironia sottile e facendo uso di metafore illuminanti, Wilczek - Premio Nobel per la fisica, grazie ai suoi studi sulla cromodinamica quantistica - pone domande cosí «fondamentali» da sembrare spiazzanti. Cos'è la materia? Cos'è lo spazio? Le risposte, benché ancora parziali, rappresentano quasi una sfida al senso comune: «La massa è l'energia contenuta nei componenti piú elementari, in sé privi di massa»; «Lo spazio vuoto è un mezzo complesso, brulicante di attività spontanea».
La fisica contemporanea, presentata qui nell'avvincente racconto di uno dei suoi massimi esponenti, indaga la struttura dell'essere grazie a sofisticati esperimenti e a eleganti costruzioni matematiche, cercando di inglobare in una teoria unitaria anche la gravità - la piú elusiva e flebile delle forze della natura - in un quadro coerente, nel quale anche la bellezza gioca un ruolo importante. Wilczek ci restituisce cosí un mondo nuovo, immaginario ma suscettibile di verifica sperimentale, una possibilità che sarà piú vicina quando l'LHC, il nuovo acceleratore di particelle del CERN, a Ginevra, entrerà pienamente in funzione.
«Nei Principî matematici della filosofia naturale (1686) Isaac Newton formulò tre leggi del moto. Ancora oggi i corsi di meccanica classica di solito iniziano con qualche versione delle tre leggi di Newton. Queste leggi, però, non sono complete. Esiste un altro principio, senza il quale le tre leggi di Newton perdono gran parte del loro potere. Questo principio nascosto era talmente basilare per la sua visione del mondo fisico che Newton non lo considerava come una legge che governa il movimento della materia, bensí come la definizione di ciò che la materia è. Quando insegno la meccanica classica, inizio presentando l'assunto nascosto che chiamo "zeresima legge di Newton". E sottolineo il fatto che è sbagliato! Com'è possibile che una definizione sbagliata sia il fondamento di una grande opera scientifica?
Il leggendario fisico danese Niels Bohr distingueva tra verità ordinaria e verità profonda. La negazione di una verità ordinaria è una falsità. La negazione di una verità profonda è anch'essa una verità profonda. In quello spirito, potremmo dire che un errore è ordinario quando conduce in un vicolo cieco, mentre è profondo quando porta a un progresso. Chiunque può commettere un errore ordinario, ma solo un genio può fare un errore profondo».
Il libro prende l'avvio dall'ipotesi nebulare di Kant-Laplace sull'origine del mondo a partire da una nuvola e si conclude con tre ipotesi letterarie sulla fine del mondo collegata a una nuvola. Nel volume si affiancano due percorsi: un itinerario cronologico, mediante il quale si ricostruisce la "storia culturale" delle nuvole da Talete a Don DeLillo; un "tracciato" tematico in cui si affrontano una serie di questioni associate alle nuvole e di rilevanza solo marginalmente meteorologica (la forma delle nuvole e le possibili tassonomie che questa implica, le nuvole e i terremoti, le nuvole e i demoni, le nuvole "terrestri"). Viste "da vicino", le nuvole mostrano la loro ambivalenza costitutiva: da un lato rinviano a un modo d'essere distratto e stralunato, lontano dalla realtà ordinaria, ma dall'altro pongono l'uomo proprio di fronte a quella realtà dalla quale sembrerebbero distoglierlo. Come il dio della filosofia eraclitea le nuvole sono duplici, non temono la contraddizione, sopportano gli opposti. Alla fine, siano esse le minacciose nubi dell'apocalisse o l'oggetto di sublimi immaginazioni poetiche, le nuvole è di noi che "parlano".
Sono passati duecento anni dalla nascita di Charles Darwin (1809-1882), Si rende necessario un bilancio critico non solo del darwinismo, ma piu' in generale dell'evoluzionismo, un insieme composto da una teoria scientifica e da una teoria filosofica che si sorreggono a vicenda.