
Roma, 1° novembre 1922. Sono passate solo poche ore dalla marcia su Roma, e il neo-presidente del Consiglio Benito Mussolini promette l'immediata smobilitazione di tutte le squadre in nome del ripristino più rigoroso dell'ordine pubblico. In realtà, la conquista del potere non segna affatto la fine dello squadrismo né della violenza. Sia che vengano arruolati nelle unità della nuova Milizia Volontaria oppure che agiscano sotto le spoglie dei circoli rionali o dei gruppi sportivi, gli squadristi continuano a giocare un ruolo decisivo nella scena politica italiana. E quando il regime, anche per merito delle sue camicie nere, sarà abbastanza forte da imporre una dittatura a viso aperto, squadrismo e violenza non verranno mai meno. Attraverso il ricorso a nuove fonti, questo libro propone una visione innovativa del ruolo dalla violenza squadrista negli anni centrali della dittatura mussoliniana. Le vicissitudini dei protagonisti dello squadrismo sono indagate a tutto tondo: dalle camicie nere condannate al confino di polizia, al pari dei tanto odiati antifascisti, a coloro che sulla pratica della violenza e sul mito dello squadrismo hanno scommesso tutta la loro vita.
Alan Turing ha dato il più grande contributo alla vittoria degli alleati sulla Germania nazista con la sua macchina per decrittare il famigerato codice enigma, il segreto sistema di crittografia con cui i nazisti comunicavano tra di loro. Ma il mondo è altresì in debito con il genio di Turing per molte delle intuizioni che hanno portato all'invenzione del computer moderno, è infatti considerato da molti il padre della scienza informatica. Figlio di un alto funzionario dell'Indian Civil Service, dato a balia a una rispettabile famiglia ritiratasi nella campagna inglese, fu chiaro fin dalla sua prima infanzia che il piccolo Alan fosse dotato di una mente prodigiosa. Imparò a leggere in appena tre settimane e la preside della scuola elementare che frequentava affermò: "Ho avuto ragazzi intelligenti e laboriosi, ma Alan ha del genio puro". Ma la vita di Turing non fu solo ricca di riconoscimenti per il suo lavoro svolto durante la guerra: a causa della sua omosessualità (considerata ancora un reato nella Gran Bretagna dell'epoca) fu incriminato e sanzionato con la castrazione chimica. Le umiliazioni fisiche e psicologiche che dovette subire lo segnarono profondamente. Il 7 Giugno 1954, a soli quarantuno anni e nel pieno della sua vita accademica, morì mangiando una mela avvelenata con cianuro di potassio. Questa è la sua storia.
Agli albori del 1915 l'Italia è una nazione ancora da forgiare. Il popolo è diviso da irriducibili differenze: non c'è una lingua, non c'è un sentimento comune. Gli italiani devono temprarsi in una solida unità nazionale. La soluzione è la guerra, la fucina il campo di battaglia. Più alto sarà il sacrificio, più nobili saranno i risultati. A pagarne il prezzo saranno i giovani costretti in un fronte che corre per seicento chilometri, dalle Dolomiti all'Adriatico. Combatteranno in un biancore di pietre e di neve che dura tutto l'anno, saranno uniti nella paura e nell'angoscia, uccideranno. Intorno a loro l'assordante fuoco di sbarramento, l'insostenibile tensione prima dell'"ora zero", l'inferno della terra di nessuno. Luigi Cadorna avrà in pugno le vite dei suoi soldati. Nel 1919 chi alla patria aveva dato tutto si lascia conquistare dalla "trincerocrazia" di Mussolini e dall'idea che la Grande guerra costituisca il fondamento della nazione. Si prepara così la scena per l'avvento del fascismo. Valorizzando fonti come i diari dell'epoca e le interviste ai veterani, lo storico inglese Mark Thompson con "La guerra bianca" restituisce il pathos degli assalti alle trincee, ripercorre con sobrietà e precisione l'epica del fronte italiano, mette a nudo la foga nazionalistica e gli intrighi politici che hanno preceduto il conflitto. Tra le pagine del libro, le esperienze di guerra di una grande generazione di scrittori schierati su fronti opposti: Ungaretti, Hemingway, Kipling e Gadda.
L'universo di Roma antica sfugge a una decifrazione immediata. Il patrimonio sterminato di architetture, sculture, pitture e arti minori è letto spesso come un insieme di capolavori isolati, mirabilia estrapolati da ogni contesto. Andrea Carandini - uno dei massimi archeologi contemporanei, artefice di quello straordinario tour de force erudito e intellettuale che è "L'Atlante di Roma antica" - tenta in questo libro un esperimento singolare: consegnarci una lettura organica dell'Urbe durante un periodo capitale della sua storia, quello dell'ascesa al potere e del lunghissimo principato di Ottaviano Augusto, attraverso il racconto di 100 monumenti giunti come rovine fino a noi. Edifici amministrativi, luoghi di culto, infrastrutture, costruzioni commerciali, spazi per lo spettacolo, monumenti onorari, abitazioni private e aree funerarie - l'intero programma urbano del princeps - sono illustrati da immagini e testi illuminanti che formano una guida della Roma augustea tra il 44 a.C. e il 14 d.C. Centro simbolico, oltre che fisico, di questo itinerario è la domus Augusti, lo straordinario complesso architettonico palatino e primo "palazzo" da cui il principe governava il mondo. Idee, fantasie, forme artistiche e azioni politiche sono, per Carandini, inseparabili dal luogo in cui sono state concepite e attuate. È cosi che dalla descrizione minuziosa della prima residenza imperiale emerge prodigiosamente un inedito ritratto del suo inventore e abitante.
Chi uccise Mussolini? Dove finì l'oro di Dongo? Quante persone furono vittime della strage avvenuta per nascondere furti e altre azioni delittuose? Roberto Festorazzi indaga su tali questioni da 30 anni e si è fatta largo in lui una convinzione, a proposito della morte del dittatore: e cioè che la versione ufficiale dell'esecuzione, per quanto non del tutto convincente, rappresenti comunque un punto fermo dal quale è difficile, se non impossibile, prescindere; e che, viceversa, le versioni antagoniste rendano ancora più lontano e complicato l'accertamento di una verità definitiva. Questo libro contiene anche molte novità: ad esempio il reale ruolo avuto da Cadorna nella decisione di sopprimere il Duce, una testimonianza pure inedita sulle ultime ore di Graziani a Como e una dettagliata ricostruzione sulla presenza incombente, infiltrante e decisiva degli Alleati. Inoltre, di grande interesse è un'articolata testimonianza del figlio del leader comunista Luigi Longo. Una sezione iconografica include una selezione di immagini storiche, e di fotografie contemporanee, tale da formare un vero e proprio percorso "visivo" alla scoperta dei luoghi in cui si consumò la fine del Duce.
Rivisitare la missione e l'opera di alcuni Cappellani Militari - 210 per la precisione - attraverso le relazioni-testimonianze inviate al Vescovo di Campo mons. Angelo Bartolomasi al termine della Grande Guerra, è un atto di amore e un'opportunità di omaggio. Facciamo così memoria di tutti i sacerdoti, Cappellani Militari e Pretisoldati, che offrirono la vita sul campo, in trincea, accanto ai soldati impegnati in duri e aspri combattimenti: in particolare ricordiamo i 93 Cappellani Militari caduti. Martiri e testimoni di una carità senza confini: 3 Medaglie d'Oro; 137 Medaglie d'Argento; 299 Medaglie di Bronzo; 94 Croci al V.M. Un atto di fraterna solidarietà ricordare l'impegno, per tutto l'arco della guerra, dei 2048 Cappellani (e dei circa 500 Aiuto- Cappellani). Né vanno dimenticati i circa 20.000 Preti-soldati e Chierici mobilitati, non tutti in cura d'anime, impiegati, la maggior parte, nelle Sezioni di Sanità.
Questa miscellanea (in inglese), in onore della studiosa Leah Di Segni dell'Università ebraica di Gerusalemme, tocca i principali campi di interesse e di ricerca nei quali la stessa ha lavorato in quarant'anni di attività e legati soprattutto all'epigrafia classica, all'archeologia e alle antichità cristiane.
Si raccolgono qui i risultati della seconda fase del progetto di ricerca di interesse nazionale dedicato alla costruzione dell'atlante storico dell'istruzione negli stati italiani dall'età delle riforme fino alle soglie dell'unità nazionale, che sono stati presentati al convegno "Per un atlante storico dell'istruzione maschile e femminile in Italia tra '700 e '8002 (Perugia, 28-31 maggio 2008), e si compie così un ulteriore passo nell'avanzamento dei lavori. Al volume dei saggi è allegato il tomo della cartografia, che raccoglie ottantuno nuove carte storiche, che si affiancano alle precedenti quarantasette, e che forniscono così i primi elementi iconografici omogenei di comparazione tra le diverse realtà politiche studiate.
Giuseppe Gullino, ordinario di Storia moderna, presso l'Università di Padova, ci guida nell'affascinante viaggio della Repubblica Veneta, rivelandoci fatti e personaggi di ieri sorprendentemente vivi e attuali. Le invasioni longobarde, franchi e bizantini, la leggenda di san Marco, le Crociate, le Repubbliche marinare, Marco Polo, i dogi e i papi, la peste, Galileo e Paolo Sarpi, e, sul finire, Casanova e Napoleone seguiti dal feldmaresciallo Radetzky e sulla scena rimane, intramontabile, il faro della Serenissima.
Questo studio ripercorre i tratti salienti del fascismo e presenta ai lettori gli snodi più interessanti, quali ad esempio le diverse posizioni sulla presa del potere, la svolta totalitaria o la questione razziale. Ampio spazio è lasciato alla parte documentaria, costituita da discorsi, programmi di governo e regole di partito, interventi ufficiali o note interne.