Di questo libro Alessandro Galante Garrone ha scritto: "Non è solo e non è tanto uno spietato e rovente atto di accusa contro le cricche degli alti papaveri politici e militari, la criminale imprevidenza e impreparazione, le vergogne dei profittatori nelle retrovie, la prepotenza disumana e sprezzante dell'alleato tedesco. E' prima di tutto la tragedia dei "poveri cristi" gettati allo sbaraglio, beffati, traditi e che pure, nello sfacelo immane di un esercito e poi di uno Stato riscoprono in sé le ragioni profonde della dignità del vivere."
"Offrire un'interpretazione sintetica, ma non schematica, delle vicende della sinistra italiana è, senza alcun dubbio, un'impresa difficile non priva di rischi. A Massimo L. Salvadori, che quest'impresa ha tentato e portato a termine con risultati assai brillanti, va il merito di averlo fatto con grande chiarezza e limpidità di scrittura, proponendo una tesi centrale che può essere certo discussa e magari respinta, ma che è caratterizzata da una sua interna, sostanziale coerenza" (Nicola Tranfaglia, "La Stampa"). Aggiornato agli ultimi risultati elettorali del maggio 2001, il primo bilancio del ruolo della Sinistra italiana nel Novecento. Massimo L. Salvadori è professore di Storia delle dottrine politiche all'Università di Torino.
Da Stonehenge alle piramidi di Giza, dagli osservatori maya all'orologio atomico, il racconto dell'epica lotta degli uomini per organizzare le proprie vite e determinare un anno "vero". Incontreremo giganti della scienza e pavidi oscurantisti. Cammineremo nella Roma dell'"annus confusionis", che durò ben 445 giorni, e in città devastate dalla peste. Per comprendere in che modo il mondo è giunto finalmente a un accordo sul tempo. E scoprire che fine hanno fatto i 10 giorni che papa Gregorio, tra le proteste e lo scompiglio delle popolazioni, ha cancellato per sempre dalla faccia della Terra.
L'Europa non è nata nel primo millennio dell'era cristiana, come di solito si crede, ma nel secondo. Gli europei hanno accarezzato l'idea di essere eredi delle civiltà classiche del mondo mediterraneo e pensato che la loro fosse il prodotto della fusione della cultura umanistica di Grecia e Roma, con le intuizioni spirituali e le forze morali della tradizione religiosa giudaico-cristiana. Quest'idea è un prodotto dell'XI e XII secolo, quando l'Europa nord-occidentale conquistò per la prima volta una centralità continentale. Tuttavia, dal blocco di materiali sociali, istituzionali e intellettuali che l'eredità greco-romana fornì all'Europa, la civiltà di quei secoli prese solo ciò che gli interessava per la propria costruzione.
Nel dicembre del 1909 l'editore tedesco Mohr chiese a Croce di scrivere una sorta di "manuale di Filosofia della storia". Commessa stravagante, se rivolta a un autore secondo il quale "un volume di Filosofia della storia non si può fare in niun modo; o almeno, non si può fare da me, che nego radicalmente la filosofia della storia". E singolare risultato, questo "Teoria e storia della storiografia", che richiede quasi otto anni di lavoro, e si legge oggi come il libro che più di ogni altro scandaglia, e illumina, la tesi forse più celebre di Croce: "Ogni vera storia è storia contemporanea".
E se Antonio Gramsci non fosse morto nel letto di ospedale, mafosse stato ucciso?
Stalin e Togliatti avrebbero voluto questo epilogo? Lo sapevate che la moglie Julka Schucht era iscritta al Kgb? Sposò Gramsci per amore, o per ragioni di partito? E sua sorella Tatiana fu per Antonio una cognata premurosa? Un'inchiesta mozzafiato che ha tutti i requisiti di un giallo d'autore. Caprara, per trent'anni al fianco di Togliatti, si conferma giudice implacabile dell'ideologia comunista. Contributi degli eredi di Gramsci e di Yaroslav Leontiev, tra i più grandi esperti dei misteri dell'ex Urss (pp. 200).
Nell'affascinante excursus della Pernoud, all'interno di un taglio storico molto accattivante, si rivelano particolari vivaci, curiosi, poco noti, che contribuiranno a mutare radicalmente il nostro concetto di Medioevo.