Da Cavour a Badoglio, dai Savoia ai politici di questi anni, ministri, alti funzionari, segretari di partiti hanno spesso cercato di manipolare la realtà storica. Un saggio illuminante e dissacrante che svela il lato oscuro del nostro Paese.
Attraverso significative figure di donne di estrazione e culture diverse - una grande signora, una strega, la compagna di due banditi, una monaca riverita e una 'esorcizzata', una prostituta, una mistica - si delinea una prospettiva inconsueta dell'Italia dell'Umanesimo e della Controriforma. Ottavia Piccoli insegna Storia moderna nella Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento e si occupa di storia della società, della cultura e della vita religiosa della prima età moderna.
La prima guerra mondiale fu una carneficina inaudita: i sopravvissuti, tanto i reduci quanto chi era rimasto a casa, dovettero fare i conti con l'accaduto, elaborare il lutto. Ai molti e differenti modi, pubblici e privati, di questo lutto è dedicato il libro, nella convinzione che l'esigenza di trovare un senso alla guerra e alla sofferenza subita non generi soltanto una "memoria moderna", quanto un ritorno a forme culturali arcaiche.
Gino Frontali compose subito dopo la guerra questa breve memoria rielaborando diari e lettere scritti al fronte. L'autore ricorda inizialmente il suo periodo di istruzione militare e, vissuta da soldato, l'atmosfera di incertezza e attesa della guerra che precede il maggio del 1915. Nominato sottotenente medico, il 20 maggio (quattro giorni prima dell'inizio delle ostilità) parte per la linea del fronte in Cadore: prima a Santo Stefano di Cadore, poi nella zona del Seikofl. Il racconto comprende i mesi estivi del 1915.
Questo volume intende fornire i tasselli per ricostruire la vita di Umberto Terracini, dalla formazione giovanile a Torino alla scelta ordinovista, dalla detenzione nelle carceri fasciste all'isolamento personale e politico del confino, dalla partecipazione alla repubblica partigiana dell'Ossola al ruolo di padre della Costituzione del '48, dalla rivendicazione del "diritto del dissenso" nelle svolte del PCI fino all'ultima battaglia di critica al "compromesso storico".
Dopo la sconfitta del nazismo e del suo credo nella superiorità della razza ariana, nessuno oggi potrebbe definire il razzismo come una dottrina che si fonda sull'affermazione di una gerarchia tra le razze umane. Si tratta, allora, se si vuole combattere un fenomeno così diffuso, di pensare a una sua ridefinizione. E ciò comporta, contemporaneamente, la necessità di una ridefinizione dell'antirazzismo, il quale si trova di fronte alle nuove forme di razzismo dell'epoca postnazista: la persecuzione delle minoranze, la xenofobia anti-immigrati, le manifestazioni e le guerre etnonazionaliste.