Torna l'Oratorio estivo. E che Dio lo benedica. Tutte le volte è come buttarsi in mare senza saper nuotare. È sempre uguale. Ed è sempre diverso e nuovo. Sappiamo a memoria come si fa. Ed ogni volta ci scopriamo dilettanti che hanno bisogno di imparare tutto daccapo. Realtà straordinaria, l'oratorio: che quando funziona ci spiazza e ci disorienta. Realtà prodigiosa poter stare - oggi - accanto a dei ragazzi e a degli adolescenti che con la loro alterità ci destabilizzano. L'oratorio appartiene a chi si lascia sorprendere e destabilizzare. L'oratorio appartiene ai cuori inquieti. Cura. È la parola chiave. Che apre e che chiude. Apre al senso. Chiude per custodire nelle fibre profonde della memoria l'amore ricevuto e donato, i sorrisi, il tempo, la fatica, l'entusiasmo. Apre al senso e non chiude in pareggio. L'ultimo giorno dell'oratorio è dedicato alla celebrazione della sproporzione: tra il donato e il ricevuto, tra le aspettative e lo sperimentato, tra l'entusiasmo che ti lancia e il limite che ti fa chiedere aiuto. L'oratorio appartiene ai cultori della sproporzione e del debito. Che cosa significa essere prossimi, vicini agli altri? La parabola del Buon Samaritano dà la risposta che è la risposta del Signore Gesù che per primo si prende cura di tutti, dell'umanità intera, donando se stesso, facendosi dono per gli altri: è Lui il primo Tu che si dà X Tutti! Sarà dunque un'estate in cui imitare Gesù che si fa dono per tutti, in cui, avendo accettato di seguirlo, cerchiamo di rispondere personalmente alla domanda: «e chi è mio prossimo?»
«La complessità della tematica, lo smarrimento diffuso tra i genitori e gli educatori, la sensibilità acuta fino alla suscettibilità di parti dell'opinione pubblica non possono indurre a scegliere la reticenza rispetto a un tema irrinunciabile dell'educazione cristiana delle giovani generazioni. La dimensione sessuale, affettiva e la sua destinazione relazionale sono benedette da Dio fin dall'intenzione originaria del Creatore. Abbiamo la responsabilità di annunciare e condividere la benedizione di Dio sulla persona umana in tutte le sue dimensioni. Il corpo non è una prigione, non è un contenitore dell'anima, è invece una dimensione della persona che orienta al compimento della vocazione.» (Dalla prefazione di mons. Mario Delpini)
Un agile libretto pensato per i ragazzi, per vivere appieno il Giubileo della Misericordia. Un cammino a loro misura, con riflessioni, preghiere e tante attività: perchè l'attraversamento della Porta Santa non sia soltanto un atto fisico, ma l'inizio di un percorso dal profondo valore spirituale.
Sussidio che accompagna l'itinerario catechetico di Quaresima, guidato dal Cardinale Arcivescovo in Duomo nei martedì sera 3, 10, 17 e 24 marzo. Si tratta di un appuntamento ormai tradizionale, che vede la presenza a ciascun incontro di molti fedeli provenienti dalle sette Zone Pastorali della Diocesi, nonché di folte rappresentanze di Associazioni ecclesiali, Movimenti e Gruppi. Quest'anno l'itinerario quaresimale avrà come filo conduttore la parola "Innalzato da terra, attirerò tutti a me" (cf Gv 12,32), con la quale Gesù ha esplicitato il valore universale della sua morte redentrice. In un contesto umano e sociale sempre più differenziato e alle soglie di una manifestazione come Expo 2015, che porterà a Milano uomini e donne provenienti da ogni parte del mondo, la via Crucis invita a fissare con fede e con amore lo sguardo su Gesù nello strazio della sua passione, per riconoscere nella sua obbedienza filiale al Padre "fino alla morte di croce" (cfr. Fil 2, 8) il dono della salvezza per l'intera umanità. Il presente sussidio, ideato anzitutto per le persone che potranno essere presenti in Duomo nei martedì di Quaresima o che seguiranno la via Crucis per radio-tv o internet, potrà essere opportunamente utilizzato anche per le celebrazioni quaresimali del venerdì che si terranno in molte parrocchie e luoghi di culto.
Il cammino dei 100 giorni è ricco di spunti e possibilità, per un percorso di preparazione alla Cresima interattivo e coinvolgente. La tradizionale scansione tematica del catechismo CEI "Sarete miei testimoni", si interseca con la proposta di Iniziazione Cristiana che sta dando attuazione alle linee diocesane emanate dall'Arcivescovo. L'argomento principale del tempo di Quaresima è la Chiesa, dove, attorno alla celebrazione eucaristica, i cristiani vivono la fraternità. Il tema dello Spirito santo, che nella libertà e nella creatività di Dio dona a ciascuno frutti diversi, viene invece affrontato nel tempo pasquale. Poiché la vita cristiana abbraccia tutte le esperienze dell'esistenza umana anche il cammino di IC considera il ragazzo "a tutto tondo". Gli incontri proposti non saranno sempre e solo momenti di catechesi ma comprenderanno anche celebrazioni, momenti di gioco e di fraternità.
Se, come si dice, la vita è un pellegrinaggio, la preadolescenza è il tempo nel quale si prepara lo zaino per affrontare l'avventura entusiasmante dell'esistenza. Come ogni viaggio che si rispetti, anche il nostro ha una guida, che indica il cammino e permette di apprezzare quanto si incontra. E come ogni viaggio, alcune persone si fanno compagni di cammino. In questo sussidio, rivolto ai gruppi preadolescenti, abbiamo scelto san Francesco come il testimone che può aiutare le comunità educanti ad accompagnare i ragazzi nella scoperta della persona e della parola di Gesù. Ideato sul modello delle guide turistiche, questo testo è utilizzabile sia per strutturare il cammino di Quaresima e del tempo dopo Pasqua, sia durante i giorni del tradizionale pellegrinaggio ad Assisi.
Il presente volume si sviluppa nell'ambito della formazione degli insegnanti di religione e vuole essere uno strumento di riferimento, anche operativo, che accompagnerà l'azione dei docenti che nei prossimi anni affronteranno specifiche azioni formative con i loro colleghi, al fine di allargare sempre più il cerchio educativo con cui si vuole accompagnare e indirizzare la crescita culturale, umana e cristiana dei bambini e degli adolescenti. Il volume potrà, anche più semplicemente, essere uno strumento di riflessione culturale, pedagogica e didattica per il docente di Religione cattolica che costantemente si alimenta col messaggio cristiano che comunica e testimonia nel proprio agire professionale e personale.
Quando da Genova il Santo Padre mi ha chiamato a servire come Vescovo la Chiesa Ambrosiana, da subito ho avuto la forte consapevolezza della necessità di insistere nelle mie linee pastorali sulla realtà della “missione”.
La grande Diocesi di Milano, che in parte già conoscevo perché mi ha generato nel mio essere cristiano e poi sacerdote, possiede una ricchissima tradizione di fede, di apostolato, di carità, ma corre il rischio – se non si apre prioritariamente alla missione - di non essere pienamente fedele al Vangelo in questo mondo che cambia.
C’è una missione anzitutto verso i tanti milanesi e lombardi, che hanno perso totalmente o quasi il riferimento alla fede cristiana o che, più spesso, conservano solo qualche elemento dei valori del Vangelo, qualche sporadica pratica religiosa e un generico e occasionale contatto con la comunità cristiana.
Ci sono poi le nuove generazioni verso le quali la catena ininterrotta da secoli della traditio fidei, che le dovrebbe tenere unite a chi ci ha preceduto nella fedeltà al Vangelo, rischia di spezzarsi.
Infine, occorre pensare ai tanti nuovi venuti - cattolici, cristiani, appartenenti ad altre religioni o senza un preciso credo -, verso i quali la nostra Chiesa non ha solo un dovere di accoglienza e di solidarietà umana, ma soprattutto di annuncio del Vangelo e di testimonianza a Gesù, il Crocifisso risorto, l’unico, universale e necessario Salvatore del mondo e di ogni cuore umano.
Proprio in questa prospettiva i due Percorsi pastorali triennali – “Mi sarete testimoni” e “L’amore di Dio è in mezzo a noi” – hanno avuto come tema centrale la missione, riletto in particolare nell’ottica della famiglia nel secondo triennio. E prima ancora, nella mia omelia il giorno dell’ingresso in Diocesi il 29 settembre 2002, dopo aver ricordato che «il nostro non è il tempo della semplice conservazione dell’esistente», concludevo con l’aggiunta: «Non ci è dunque lecito sottrarci all’impegno missionario! Non lo può questa nostra Chiesa ambrosiana se vuole essere degna della sua vocazione, della sua storia e della magnifica testimonianza di dedizione al Vangelo e di servizio all’uomo».
Con il tempo, che mi permetteva una maggiore conoscenza della concreta situazione pastorale, è maturata in me la convinzione che un rinnovato impegno missionario della nostra Chiesa esigeva anche un ripensamento del suo modo di “strutturarsi” già a livello di base. E questo non affatto per vanificare la ricchissima tradizione delle nostre parrocchie, segnata da una presenza intensa e capillare sul territorio che da secoli ha reso il Vangelo “pane quotidiano” per la gente di ogni paese e città; e neppure soprattutto o solo per rispondere all’invecchiamento e al consistente calo numerico dei sacerdoti. La ragione è specialmente un’altra ed è questa: per essere fedeli oggi alla missione di servire il Vangelo occorre che la nostra Chiesa viva maggiormente, anche nel suo modo di organizzasi e di agire, una reale comunione, che, valorizzando la ministerialità di tutti - una ministerialità fondata sul battesimo e sul sacerdozio comune dei fedeli -, si traduca in una reale collaborazione e in una vera corresponsabilità.
Missione, comunione, ministerialità: ecco le “parole chiave” delle Comunità Pastorali, che ne spiegano l’esistenza e ne guidano l’impegno. Comunità Pastorali che nascono come modalità o mezzo o strumento per rendere la nostra Chiesa ancora più missionaria, ancora più evangelica. In questo senso ho affermato con grande chiarezza e forza nell’omelia della Messa crismale del Giovedì santo di quest’anno 2008: «Diciamolo francamente: se le Comunità pastorali dovessero servire solo a “risparmiare” qualche prete o ad “aprire” qualche spazio in più di ministerialità ai laici, ma non dovessero portare a un vero, costante e concreto rinnovamento missionario, occorrerebbe riconoscerne e dichiararne il fallimento!».
Le Comunità Pastorali sono solo una forma, non l’unica, della “pastorale d’insieme” che deve caratterizzare la Diocesi di Milano in questi anni. E sono solo uno dei “sottocantieri” di quel “cantiere aperto” che è ora la Chiesa ambrosiana e che la vede impegnata nel ripensamento della pastorale giovanile, nel completamento della riforma del rito ambrosiano, nella sperimentazione sull’iniziazione cristiana, nelle nuove modalità di ingresso nel ministero dei sacerdoti, nel rilancio dell’invio di sacerdoti, diaconi e laici “fidei donum”, nel rinnovato impegno per la presenza nella scuola, ecc. Resta comunque il fatto che le Comunità Pastorali possono essere considerate forse la scelta più carica simbolicamente del rinnovamento missionario – insieme spirituale e pastorale - della nostra Chiesa.
La loro notevole crescita, in poco più di due anni, ha manifestato sempre di più l’esigenza di avere a disposizione di chi vi è chiamato a farne parte – come semplice fedele o con compiti di responsabilità nel Direttivo – o di chi comunque è interessato al tema, un testo che raccogliesse i documenti che stanno alla base di questo profondo rinnovamento strutturale e missionario della nostra Chiesa e presentasse la realtà concreta delle Comunità Pastorali.
La Commissione arcivescovile per la pastorale d’insieme e le nuove ministerialità, che ha il compito di seguire e accompagnare il cammino della Diocesi in questo ambito, ha quindi preparato questa pubblicazione che ora ho la gioia di presentare. Essa si apre con “37 domande e risposte” che vogliono delineare la nuova esperienza delle Comunità Pastorali in termini semplici e al contempo affascinanti, senza eludere interrogativi, curiosità, problemi, obiezioni, paure, fatiche e… speranze. Seguono poi tre documenti fondamentali: due omelie del Giovedì santo: quella del 2006, con relativo documento sulla “nuova strategia pastorale”, che dà inizio al cammino delle Comunità Pastorali, e quella del 2008, sul sacerdozio comune dei fedeli. Si tratta di testi che non sono nati “di getto” dalla penna dell’Arcivescovo, ma sono frutto di un lungo confronto all’interno in particolare del Consiglio Episcopale Milanese: frutto quindi di una profonda comunione e di una passione missionaria che mi lega ai miei Vicari e ai quali va la mia sincera gratitudine. Infine, vengono presentate quattro schede che la Commissione ha preparato, e già iniziato a sperimentare, su quattro aspetti decisivi per la nascita e il buon funzionamento di una Comunità Pastorale: il progetto pastorale, la regola di vita del Direttivo, la presenza di diversi ministeri nel Direttivo stesso e l’amministrazione della Comunità Pastorale.
Si tratta di una prima pubblicazione, di carattere pratico, ma penso non priva di interesse. Certamente il tema delle Comunità Pastorali meriterà ulteriori approfondimenti, di carattere teologico, spirituale, pastorale, canonico, sociologico, ecc., ma intanto viene ora messo a disposizione di tutti un testo che mi auguro abbia una sua vera utilità.
Mentre ringrazio i membri della Commissione per il loro impegnativo e paziente lavoro, auguro di cuore a quanti già ora sono coinvolti - o lo saranno più o meno presto – fiducia e gioia nel vivere il servizio al Vangelo nell’avventura missionaria delle Comunità Pastorali.
+ Dionigi card. Tettamanzi
Arcivescovo di Milano
Che senso ha la vita? Cosa significa credere? Quali sono i cardini della fede cristiana? Domande importanti e difficili. Questo sussidio nasce dall'esigenza di fornire ai ragazzi l'equipaggiamento necessario per affrontare il cammino della fede ed è frutto dell'esperienza pastorale di don Danilo Dorini. Gli articoli del Credo, accompagnati da schede per la riflessione personale e comunitaria e da divertenti vignette, costituiscono la cartina per orientarsi in questo viaggio...una straordinaria avventura che dura tutta la vita.