Nessuno riporta in maniera più teologicamente mirabile di San Giovanni l'Ultima Cena, quando Cristo istituì la Santa Messa e il sacerdozio. Parole, gesti, rivelazioni di Gesù sono trasmessi dall'apostolo più caro al suo Cuore in forma divina, trinitaria. In questo libro. Madre Agnese Carandente la rivive, mantenendo il sacro rispetto e con mistica partecipazione. Nel Settantesimo di Professione Religiosa, dopo una vita di preghiera e contemplazione, offre ai consacrati uno strumento per comprendere i passi giovannei e per dare ragione alla chiamata dei prescelti, non sognatoti, bensì innamorati che vivono da protagonisti la storia con Dio, trasmettendo le meraviglie della Santissima Trinità. "Non cielo chiamata senza prospettiva di ciò che si abbraccia. Dio si rivela nella luce che mi invade l'anima, Alloa il mio sì, libero e voluto, mi apre orizzonti infiniti. Nessuno al mondo può darmi questa Luce, la ricevo dal Verbo fatto Uomo, Luce Eterna del Padre. Ed è questa Luce- Parola che mi dà libertà", proposta da Cristo, con cui l'agostiniana è entrata in profonda comunione grazie ad umiltà, docilità, perseveranza e grazie anche al mistico San Giovanni.
Finalmente sono riuscita a scrivere la mia storia, il mio dolore, la mia affannosa ricerca della felicità che per anni ho cercato in tanti surrogati come: spiritismo, medium, cartomanti. Ho provato in prima persona cosa vuol dire allontanarsi dalla Verità per rifugiarsi nella menzogna. Ecco perché ho voluto scrivere questo libro. È mio desiderio mettere in guardia le anime da pratiche che rischiano non solo di allontanare da Gesù, ma anche di far assorbire negatività. Sono tanti i mercenari della fede che ogni giorno bussano alla porta del nostro cuore per proporci: reiki, yoga, meditazione trascendentale, spiriti guida, angeli, kundalini, chakra, PNL? con la mera illusione che queste pratiche ci porteranno quella felicità che tanto andiamo cercando.
Mancava, nel vasto panorama delle pubblicazioni su questo tema dopo l'indizione dell'Anno Santo speciale della Misericordia, la comprensione di un semplice fatto: la Misericordia non è solo un attributo di Dio, ma il drammatico, ultimo appello che Dio manda all'umanità di questo tempo, secondo le famose rivelazioni a santa Faustina Kowalska, canonizzata da papa Giovanni Paolo II. Dunque, l'ineffabile dono della Misericordia divina è la lettura teologica del nostro tempo, l'interpretazione dei fatti che succedono, la via, la porta indicata, l'unica risposta. Ed è l'ultima. L'autore cerca di colmare questa lacuna legando il solenne appello del Cielo ad una possibile risposta immediata: la pratica della misericordia.
San Paolo della Croce è l'uomo della Passione di Gesù. Per lui, tuttavia, la Passione non è un evento della vita del Figlio chiuso dentro limiti di tempo e di spazio. È l'oceano della carità di Dio Padre che si riversa nell'oceano di dolore del Figlio e nell'effondersi dello Spirito. L'itinerario di santità di san Paolo della Croce è una vera immersione nella vita intima della Trinità, attraverso l'immersione battesimale nella morte e nella sepoltura di Gesù, per riemergere nella nuova nascita e nella risurrezione. È un'esperienza che si può vivere oggi come al suo tempo, semplice, profondissima e, soprattutto, efficace.
Sei mesi di diario, negli ultimi mesi della sua vita (2011), ci aprono l'anima di Cecilia Giannini in pagine di rara intensità e bellezza. Pagine che rivelano la finezza spirituale e la profondità di fede di una donna, laica consacrata nella Comunità di Gesù (Firenze), davanti al manifestarsi della malattia da lei affrontata in intima unione con Dio e nel compimento di un ricchissimo itinerario interiore, umano e di fede. Un piccolo gioiello di testimonianza del suo colloquio con il Signore Gesù, mai interrotto e che in quest'ultimo diario sfiora la soglia della mistica.
La visita di Giovanni Paolo II a Firenze, il 18 e 19 ottobre 1986, nell'anno in cui il capoluogo toscano era stato proclamato, seconda città dopo Atene, capitale europea della cultura fu un evento di straordinaria portata spirituale e culturale. La città del rinascimento e della bellezza, di san Zanobi e di sant'Antonino, di Leonardo Bruni, Botticelli e Michelangelo, di Lorenzo il Magnifico e Girolamo Savonarola, di Giorgio La Pira, Giulio Facibeni e don Lorenzo Milani, si sentì richiamare con forza dal papa pellegrino di pace alla sua missione di portare nel mondo la luce dell'umanesimo cristiano: "Se il Rinascimento fu una delle epoche più luminose della storia fiorentina - diceva il papa in piazza della Signoria rispondendo ai saluti di accoglienza delle autorità -, quell'esperienza singolare non può rimanere senza un messaggio anche per voi. (...) Essa vi richiama alla necessità di una continua rinascita spirituale e morale, secondo la celebre espressione di san Paolo agli abitanti di Efeso: "Rinnovatevi nello spirito della vostra mente" (Ef 4,23)". Dal sommario: Introduzione di Carmelo Mezzasalma - Giovanni Paolo II, Discorso all'arrivo a Firenze - Mario Luzi, Indirizzo di saluto - Giovanni Paolo II, Discorso alle persone di cultura - Giovanni Paolo II, Discorso ai giovani - Editoriale della Rivista "Feeria" n. 1 (marzo 1987) dedicato a Firenze Capitale europea della cultura.
"Credo che l'artista debba operare per svegliare e dilatare questa scintilla di assoluto che è in tutti, e che ci fa veramente uomini", affermava Diego Fabbri (1911-1980), una delle più alte e intense espressioni di quel "teatro cattolico" che darà altri straordinari esempi di feconda vitalità. Nel suo teatro, in effetti, Diego Fabbri, riconosciuto come autore di sicuro talento anche dai suoi critici più prevenuti, mette in scena una fede cristiana che si interroga e interroga senza posa lo spettatore fino a delineare quel senso "tragico della vita" che accomuna l'umanità migliore e più attenta alla realtà spirituale del vivere, e molto al di là degli steccati ideologici o confessionali. Scandagliare l'uomo, dunque, per giungere a quel mistero di Dio rivelato nella vicenda, scandalosa e luminosa, della croce e risurrezione di Gesù di Nazaret. A distanza di tanti anni, in un clima culturale mutato, sempre più teso ma anche aperto alle ragioni della speranza, cosa rimane e cosa può dirci ancora il teatro di Diego Fabbri? È la domanda a cui cercano di rispondere, da vari angolazioni, i contributi qui proposti.
Frutto delle celebrazioni dei due anniversari promosse dalla Carmelitane Scalze di Sassuolo, il volume contiene una serie di saggi incentrati sulla spiritualità monastica. Roberto Fornaciari e Giancarlo Bruni parlano della vocazione monastica e della necessità anche odierna di "uscire dal mondo". Bruno Secondin invece parla della fecondità e della ricchezza della spiritualità carmelitana portando come esempi i monasteri carmelitani di Palestina. Sempre su questo tema, Alessandro Andreini e Carmelo Mezzasalma descrivono l'attualità di S. Teresa d`Avila e S. Giovanni della Croce. Carla Bettinelli esprime una meditazione sulla vicenda di Edith Stein e sul senso del martirio. Chiudono il libro le testimonianze di Romano Zanni e don Mario Prandi sulla musica sacra nella spiritualità carmelitana.
Daniela Alberetti morì in un incidente stradale il 23 luglio 2000. Qualche tempo dopo a sua madre Rossana inizia ad accadere un particolare fenomeno: la sua mano inizia a scrivere, indipendentemente dalla sua volontà, messaggi che sembrano proprio venire dallo spirito della figlia...