Il sottile confine tra la vita e la morte è l'orizzonte in cui si colloca il racconto in prima persona della degenza in ospedale dell'autore, disabile grave. La relazione con il personale sanitario l'arduo cammino verso un ascolto reciproco, le scelte drammatiche prese in pochi minuti, l'autocomprensione di sé sono lo sfondo per una narrazione sospesa tra il buio e la luce, densa di sentimenti, capace di arrivare al cuore dell'esistenza di ognuno. Una testimonianza profonda e coinvolgente di una particolare <<guarigione>>, giunta inaspettata affrontando con tenacia le avversità, accettando con serenità i propri limiti.
C’era una volta il servizio militare obbligatorio. C’era una volta l’obiezione di coscienza.
Oggi il Trentino ha istituito il servizio civile universale provinciale; una risposta politica alla forte richiesta del «Manifesto per un servizio civile universale» espressa a Villa Sant’Ignazio – la culla, all’inizio degli anni Settanta, del primo nucleo di obiettori – da un centinaio di testimoni privilegiati rappresentanti degli enti di servizio civile.
Il volume approfondisce questo grande tema civile, sociale e politico attraverso differenti punti di vista senza tralasciare mai l’aspetto educativo. Quali implicazioni pedagogiche ha, da un lato, la disponibilità di diritti universali e, dall’altro, l’imposizione di obblighi da parte dello Stato ai giovani cittadini? Quali interpretazioni ci offrono le scienze e le pratiche dell’educazione? Che ruolo hanno o dovrebbero avere il mondo adulto, le istituzioni e lo Stato nella promozione di doveri, responsabilità e opportunità per le ragazze e i ragazzi?
Con i contributi di:
Riccardo Bonacina, Marco Dallari, Johnny Dotti,
Dario Fortin, Giampiero Girardi, Emanuele Rossi,
Livio Passalacqua, Pompeo Viganò
Una voce ammutolita. Un corpo inchiodato alla carrozzina. Una bambina segnata fin dalla nascita dall'asfissia e da un grave danno neuromotorio, considerata per anni irrecuperabile. E poi, finalmente, qualcuno pensa di darle un computer speciale affinché si possa esprimere. Così Mariagrazia Fusari rinasce e comincia a liberarsi dalla prigionia della sua invalidità e dell'incomprensione. L'autobiografia di Mariagrazia Fusari è una storia vera che appassiona come un romanzo: la disperazione, la solitudine, cure dolorosissime affrontate nella speranza di guarire, di diventare "normale", e poi rivelatesi gli inganni di medici senza scrupoli. La fatica quotidiana di convivere con un corpo che non ti obbedisce, le frustrazioni dei primi anni di scuola, gli schiaffi dei pregiudizi, il dolore per la morte del papà quand'è ancora piccola. Finché insegnanti e operatori più attenti scoprono l'intelligenza di Mariagrazia e le danno lo strumento per raccontarsi: il computer. E lei rinasce, si libera. Scrivendo in prima persona, battendo sul computer - con enorme fatica e incredibile perseveranza - un tasto e una lettera alla volta con un solo pollice, Mariagrazia Fusari, oggi trentasettenne, ha narrato la sua vita "diversa" e a quale prezzo ha saputo scalare la montagna della sua disabilità e acquistare la dignità di persona diversamente abile ma ugualmente capace di arrabbiarsi, di lottare e di sorridere.