«Dovevo cercare di parlare di lei: non solo della sua perdita, ma di lei viva e palpitante, di ciò che abbiamo vissuto insieme, di tutto quello che mi ha dato e non solo di quello che mi ha tolto con la sua assenza. Dovevo, soprattutto, asciugarmi le lacrime e cercare di avvicinarmi a ciò che è stata lei in sé, avulsa dal sottoscritto, alla sua essenza interiore che sono appena riuscito a intravedere e che ho amato ciecamente. Ma dovevo anche raccontare la sofferenza, atroce e definitiva, patita negli ultimi mesi e sopportata con un coraggio superiore a quello che mostravo io con i miei gemiti esibizionisti. Uno dei primi giorni del nostro calvario, all'ospedale di Pontevedra, appena conosciuta la diagnosi il cui esito fatale ancora ignoravamo ma che già presagivamo capace di separarci, abbracciati sul tuo letto sfatto, mi dicesti: "Se tu non lo racconti, nessuno saprà che cosa siamo stati l'uno per l'altro". Non sono sicuro di poterlo raccontare, amore mio, temo di non essere all'altezza di una tale sfida, ma capisco che sarebbe miserabile, da parte mia, non provarci nemmeno. Ecco dunque che cosa mi resta da fare.» Fernando Savater ha deciso di scrivere questo libro dopo la morte di sua moglie Sara. Pagine toccanti e sincere che raccontano l'esperienza della malattia e della morte, che parlano a chi ha perso un affetto caro, ma che sono insieme un inno alla vita e all'amore.
Abbracciando suo nipote Guido Carlotto o Ignacio Hurban, tanto che importa più adesso che il sangue ha trovato una direzione, Estela potrà finalmente toccare el nieto recuperado numero 114, e sfiorare con la fantasia il 115, 116, 126, 150, fino al numero preciso di nipoti che altre abuelas come lei stanno cercando. Siamo qui a Buenos Aires per parlare con Javier Cossettini, figlio di una desaparecida, vogliamo sapere la sua storia, qual è la sua vera identità, quella naturale o quella che si è costruito in trent'anni di vita. Vogliamo saperlo, perché noi trent'anni ancora non li abbiamo. È lui, Javier, il filo conduttore di questa esplorazione attraverso i barrios di Buenos Aires. Attraverso il tango, l'economia instabile e la vita notturna, Maradona, il Boca, la passione sfrenata per il calcio. Attraverso la letteratura e gli orrori della dittatura. Attraverso l'identità di un popolo magico che ha saputo trasformare una resa in una reazione.
Ho conosciuto tanti ragazzi come Kang Zhengguo quando, negli anni Cinquanta e Sessanta, studiavo all’Università di Pechino. Non hanno scritto la loro storia come ha fatto Zhengguo, ma tutte le storie degli studenti cinesi di quegli anni per molti versi si assomigliano, per il fatto di essersi svolte sotto il segno delle varie campagne di critica o di educazione di massa che si sono succedute come ondate fino al punto di far perdere la testa, di ridurre al silenzio i testimoni, di creare alla fine una connivenza tra carnefici e vittime. E questa connivenza ancora è di ostacolo oggi, in Cina, al libero fluire della narrazione di quegli anni che non furono, come qualcuno sostiene, ‘grandi e terribili’ ma soltanto terribili. Renata Pisu
Questo è il miglior racconto di vita quotidiana durante la Cina comunista che io abbia mai letto. Perry Link, Princeton University
«Un giorno, all’inizio dell’estate del 1949, la balia impacchettò tutti i suoi gioielli in un fagotto di stoffa grezza di colore blu, mi prese per mano e fuggimmo insieme dalla Porta Dongguo di Xi’an. Molto più tardi appresi che era il giorno della liberazione di Xi’an». Il primo ricordo di Kang Zhengguo coincide con il trionfo di Mao e del Partito Comunista Cinese. Per lui, figlio di un proprietario terriero e nipote di un industriale diventato monaco buddista, crescere e studiare nel nuovo paese guidato dal Grande Condottiero non sarà uno scherzo. Mentre la Cina si sforza di compiere il ‘Grande balzo in avanti’, tra industrializzazione forzata e carestie devastanti, Zhengguo si appassiona ai romanzi cavallereschi e alla poesia epica classica. Una passione che gli costa cara, vista con sospetto da compagni e insegnanti che lo tacciano di elemento individualista e reazionario. Espulso e bollato come criminale, Zhengguo comincerà il suo ‘cammino di rieducazione’ che lo porterà ad attraversare la Cina in lungo e in largo, sperso tra masse sterminate in movimento e ciclopici progetti politici. Isolato dalla propria famiglia che lo vede come un disonore, il ‘soggetto antisociale’ Kang Zhengguo attraversa la storia del suo paese, intersecando la rivoluzione culturale con la difesa di frutteti di pere dai corvi, il fumo delle sigarette con la morte di Mao, l’amore tra templi in rovina e fiori di pesco con il controllo poliziesco e la delazione.
Lui italiano, lei straniera. Lui straniero, lei italiana. Oppure nuovi italiani, figli a loro volta di genitori di nazionalità diverse. Nella relazione a due le identità si moltiplicano, si mescolano, si frammentano, a volte si contrappongono, diventano un caleidoscopio ricco e complesso. I matrimoni tra stranieri e italiani negli ultimi dieci anni sono triplicati e negli ultimi quattro anni il numero dei bambini nati da loro è aumentato del 22 per cento. In queste pagine, i racconti di quattro autori della nuova letteratura italiana fotografano la società che cambia, ne colgono le sfumature, i dettagli, li rileggono in modo ironico, svagato, intenso. Il figlio in arrivo in una coppia afro-italiana irrompe come un ciclone nelle vite dei genitori e ne stravolge il rapporto. Una ragazza somala racconta con tenero umorismo la fine del suo amore con un italiano, decretata da cause di forza maggiore. Un impacciato ragazzo cinese chiede in sposa un'italiana, ma non ha idea dei guai in cui sta andando a cacciarsi, a voler conciliare le tradizioni millenarie delle rispettive famiglie. Nel Nord Italia un musulmano si incontra e si scontra con il mondo provinciale e piccolo borghese della sua compagna cattolica.
Uno scrittore si trascina sotto il sole soprannaturale che irradia le giornate tropicali dell'Isola, sospendendone l'esistenza in una lenta ripetizione di gesti e rituali che sembrano annullare lo scorrere del tempo. Solo e sofferente per amore nel cuore dello Sri Lanka, divide la sua stanza d'albergo con una macchina da scrivere malandata, un pesce-scorpione in una boccia di vetro, un serraglio di formiche, termiti e scorpioni che popola le sue ossessive fantasie. Un viaggio di struggente poesia nella psiche e nell'immaginazione.