È il primo testo letterario, non di finzione, in cui l'autore esiliato dal mondo, è davvero convinto di rivolgersi soltanto a se stesso. È anche un documento della patologia psichica di un uomo che cerca compensazione e sollievo nella libera attività del sognare, contemplare, divagare della mente e quindi nel registrare nella scrittura, l'ebbrezza di questo abbandono. Un romanzo di "ecologia della mente", testimonianza poetica e psichica di un'operazione alchemica: una trasformazione della sofferenza in musica, del disagio del vivere in estasi, dove immanenza e trascendenza, vita e sogno, coincidono.
Uno scrittore si trascina sotto il sole soprannaturale che irradia le giornate tropicali dell'Isola, sospendendone l'esistenza in una lenta ripetizione di gesti e rituali che sembrano annullare lo scorrere del tempo. Solo e sofferente per amore nel cuore dello Sri Lanka, divide la sua stanza d'albergo con una macchina da scrivere malandata, un pesce-scorpione in una boccia di vetro, un serraglio di formiche, termiti e scorpioni che popola le sue ossessive fantasie. Un viaggio di struggente poesia nella psiche e nell'immaginazione.