P. Wilson ci introduce alla comprensione della rivelazione di Dio da parte di Gesù. Una rivelazione comprensibile solo alla luce della comprensione dell'identità e della natura di Cristo. Tale rivelazione non avviene nel vuoto, ma nel contesto delle azioni e delle parole di Gesù come evento e parole visibili e udibili. Così, i sette "Io sono" di Gesù non sono solo enunciati, ma rivelano; l'identità, la persona, la missione e la relazione di Gesù con il Padre. P. Wilson afferma che è essenziale conoscere la persona e l'identità di Gesù. Cristo, che non è un semplice simbolo di luce ma la luce personificata e incarnata. Gesù stesso è il miglior rivelatore della propria identità, sebbene il Gesù giovanneo sia anche il supremo rivelatore del Padre. Noi, proprio come i discepoli del tempo di Gesù, dobbiamo imparare a camminare alla luce del Signore, anche quando Egli non è fisicamente presente come il Gesù della Storia. Egli è sempre presente come Signore e Cristo della nostra fede.
In questo scritto l'autore evidenzia il ruolo del monachesimo nella formazione spirituale e culturale del nuovo mondo che si profilava dopo il crollo di quello antico, ricordando la figura di Cassiodoro e il suo scriptorium, quella di san Benedetto di Norcia che con la sua regola dettata a Montecassino, propose alla società in rovina un nuovo modello spirituale e sociale che in epoca altomedievale si propagherà in tutta Europa, civilizzando i popoli della Britannia e quelli germanici. Si sottolinea l'importanza della personalità di san Gregorio Magno, il quale diede una prospettiva missionaria al monachesimo benedettino. In epoca carolingia sono ricordati in particolare Paolo Diacono, il più grande storico del tempo, Alcuino che realizzò una rilevante rinascita delle arti liberali e Rabano Mauro, il quale lasciò un'impronta importante, con la sua enciclopedica cultura, al sapere medievale. L'autore, dopo il crollo dell'impero carolingio considera la spiritualità, sviluppatasi tra il X e il XII secolo, con i nuovi movimenti monastici originati da altre esigenze spirituali sorte nella società, non più feudale, ma mercantile del tempo. Prefazione di Jeronimo Pereira Silva.
Attraverso le testimonianze dei confratelli compagni di cammino e i pochi scritti di don Elio conservati, si ricostruisce la vita di un prete medaglia d'oro al valor militare, alla memoria, che nato nel 1913 morì fucilato dai Fascisti a orrende nel 1944.
Don Giuseppe Dossetti, nel fondare la sua comunità, la Piccola Famiglia dell'Annunziata, volle affidarla in modo particolare alla intercessione di quattro Santi, il cui insegnamento egli ritenne fondamentale per l'indirizzo spirituale della comunità stessa. Si tratta di sant'Ignazio di Antiochia (35ca.-107ca.), san Benedetto da Norcia (480-547), san Francesco d'Assisi (1181-1226), santa Teresa di Gesù Bambino (1873-1897). Abbiamo perciò pensato che fosse utile per noi, e per chi ci conosce o vuole conoscerci, presentare questa piccola raccolta di testi, che sono parti di discorsi pronunciati da don Giuseppe Dossetti nel corso degli anni, a partire dagli albori della sua comunità, quando cioè si stava formando nel 1955, fino ad arrivare agli anni '90.
Il volume raccoglie otto riflessioni che formano un affresco sorprendente su come l'evangelizzazione (la "buona notizia" dell'interesse di Dio per l'uomo) è "narrata" e concretizzata dai più diversi - e forse insospettati - protagonisti dell'intera Bibbia; e su come l'evangelizzazione influisca sulle culture e ne sia influenzata, su come le formi e ne sia a sua volta formata.
Un percorso di esegesi scientifico e approfondito, ma tuttavia ben comprensibile per ogni tipo di lettore sul tema del silenzio di Dio. Per l'Antico Testamento l'analisi ha affrontato la crisi del profeta Elia sul monte Oreb, dove Dio gli si presenta come «voce di silenzio che si frantuma» (1Re 19); la crisi nel Salmo 88, l'unico salmo in cui l'orante, alla fine, non trova alcuna risposta da Dio; infine la crisi del Servo sofferente, chiamato ad offrire la sua vita, la sua sofferenza e la sua morte (Is 53). Per il Nuovo Testamento è stata presa in esame la morte in croce di Gesù nel secondo vangelo: Gesù, che prova paura e angoscia, rimane comunque fedele a Dio, il quale, per amore e rispetto dell'uomo, non interviene, accettando persino la morte del Figlio amato.
Un profeta che ha parlato 2700 anni fa in un piccolo santuario ha ancora qualcosa da dire a noi, uomini del terzo millennio? I temi della giustizia, della povertà e della ricchezza, del poter e degli abusi del potere sono antichi ma non hanno perso di attualità. soprattutto non ha perso attualità la motivazione che sta sotto le accuse di Amos.
Ho individuato per Isaia, Geremia ed Ezechiele una parola che possa richiamarne il messaggio. Isaia contiene l'annuncio della salvezza; Geremia è il profeta che annuncia la devastazione e infine Ezechiele è il grande visionario, il profeta dell'utopia. (dalla prefazione dell'autore)
Siamo soliti accostarci ai Testi Sacri guardando alle figure maschili e al loro operato nella storia della salvezza. In realtà, sia l'Antico che il Nuovo Testamento sono contrassegnati da figure femminili che hanno rivestito un ruolo fondamentale e che in molteplici occasioni si sono mostrate determinanti per il destino del popolo "eletto". Il testo vuole, perciò, essere un elogio a queste eroine ebraiche, mettendone in luce, nei vari capitoli, la storia, le caratteristiche essenziali, il coraggio, la fede, l'operato ed evidenziando al contempo anche personalità meno note. Molta strada deve essere ancora percorsa dalla Chiesa, e non solo, per giungere a una concreta valorizzazione e a un effettivo riconoscimento del ruolo della donna nella società. Questo libro, attraverso ventidue ritratti femminili veterotestamentari, vuole essere un motivo di riflessione in questa direzione. D'altronde, come evidenzia anche papa Francesco nella prima omelia dell'anno 2020, la figura e l'importanza della donna vanno promosse e riconosciute poiché "non c'è salvezza" senza di lei e "se vogliamo tessere di umanità le trame dei nostri giorni, dobbiamo ripartire dalla donna". Con i saggi di: Ferruccio Ceragioli, Emanuela Buccioni, Claudio Micaelli, Douglas Regattieri.
L’Apocalisse dovrebbe regalarci una specie di patrimonio di fantasia, di immaginazione che vi permetta di ritrovare la presenza del Signore e il suo mistero in persone, avvenimenti, cose, immagini: insomma, una trasfigurazione della realtà e questo è un cammino prezioso anche perché dovrebbe aiutarci a purificare l’immaginazione.
Questa purificazione è uno dei grandi campi del cammino dell’ascetica. L’unico modo per purificare tutte quelle immagini che ci portiamo dentro al cuore e che sono fondamentalmente egoistiche, è quello di sostituirle con altre che vengono dal Signore e che ci riconducono istintivamente, facilmente a Lui.
È il cammino che hanno tentato di fare i padri del deserto attraverso l’abbandono della vita delle città, del mondo, per trovarsi soli con il Signore. Essi desideravano purificare anche i sentimenti profondi istintivi che non sono peccato, perché non dipendono ancora dalla volontà, ma che bloccano il cammino dell’uomo nella fede e nella carità e che hanno quindi bisogno di essere rigenerati, purificati, cristianizzati. Questo l’Apocalisse lo può fare molto bene.
Queste dunque le due premesse. State attaccati al testo e cercate di interiorizzare le immagini e le parole che il testo vi regala.
(dall’introduzione dell’autore)
Che cosa è veramente essenziale nella vita della Chiesa di Gesù Cristo e, in particolare, della Chiesa cattolica nelle regioni europee italofone? Le varie vicende e conseguenze legate alla pandemia Covid-19 hanno reso urgente tentare di rispondere a questo interrogativo, che molti già si erano posti, in molte forme, in particolare a partire da molte sollecitazioni provenienti dal ministero di Jorge Mario Bergoglio. Quanto abbiamo vissuto e viviamo in questi mesi chiama in causa, a diverso titolo, la responsabilità dei credenti, dai pastori a tutti coloro che frequentano parrocchie, gruppi e movimenti e sta incidendo seriamente nelle scelte formative e nei comportamenti religiosi. Come cercare di cogliere al meglio le sollecitazioni che sono venute e vengono da questa inedita condizione andando alle radici della vita ecclesiale? Tramite una serie di riflessioni su quelle che appaiono vere priorità in vista di un'azione pastorale che faccia entrare sempre più e sempre meglio nella logica del Vangelo del Dio di Gesù Cristo.
Il testo cerca di offrire una riflessione sulle grandi domande dell'esistenza, che hanno mosso l'intelligenza e che continuano ad essere presenti nell'interiorità dell'uomo. Gli autori hanno focalizzato una serie di importanti temi mettendosi in dialogo con i grandi classici del pensiero filosofico, religioso e teologico, con particolare attenzione per i pensatori che hanno influito maggiormente sulla tradizione culturale dell'Occidente, a partire dai primi filosofi greci fino ai grandi pensatori del Novecento europeo. Questa scelta è motivata dalla convinzione che in tali "classici" del pensiero si trovino una serie di concezioni "esistenziali", valide in ogni tempo e per ogni persona che voglia capire il senso di ciò che la riguarda, della propria storia e del contesto nel quale si trova a vivere. La grande tradizione filosofica, religiosa e teologica dell'Occidente ci ha messo a disposizione un vero e proprio tesoro di classici, sui quali si deve fondare una "sapienza" contemporanea seria, ricca di valori autentici e non semplicisticamente negativa e negatrice di ogni valore e di ogni sostegno etico all'esistenza umana. Gli interrogativi che ogni persona pone a se stessa.