Il portoghese Yanez de Gomera e il principe malese Sandokan vedono minacciati i loro beni, le loro stesse vite e quelle dei loro amici quando subiscono l’attacco di una misteriosa forza maligna che si manifesta attraverso una nebbia verde e lascia dietro di sé una scia di cadaveri. I due vecchi pirati libertari sono allora costretti a richiamare a raccolta le Tigri della Malesia per intraprendere quella che si presenta come la più pericolosa delle loro avventure. Una vera e propria discesa agli inferi su un’imbarcazione che porta il nome di La Mentirosa. Ben presto incontreranno Friedrich Engels, il professor Moriarty, sottomarini minacciosi, società segrete cinesi, Rudyard Kipling, i postriboli della Cambogia, gli orangutan del Borneo, trafficanti di schiavi, una sopravvissuta della Comune di Parigi, fondamentalisti islamici, filologi greci, la flotta militare britannica, filosofi stoici, piante carnivore, messaggi cifrati, banchieri filippini alleati di José Martí, spie antimperialiste… Paco Ignacio Taibo II sceglie di scrivere, sotto forma di pastiche, un nuovo, avvincente capitolo della saga salgariana. Un intreccio di avventura, sesso e politica, dove felicemente coesistono lo spirito ribelle e antimperialista del narratore, l’attenzione alla Storia e i grandi modelli del feuilleton ottocentesco.
A Oviedo, nel cuore delle verdi Asturie, cinque ragazzi vivono sulla loro pelle gli orrori della Guerra civile. Mentre papà e zio passano i giorni rintanati in un armadio nel vano tentativo di sfuggire ai falangisti, il piccolo Paco Ignacio e i suoi amichetti ingannano il tempo e la fame negli spazi angusti di un seminterrato, tendendo l'orecchio alle granate, sognando i luoghi proibiti della città, ascoltando gli inni dei nemici e divorando i volumi della vecchia biblioteca di famiglia. Giocare con i personaggi di carta, loro attività prediletta per resistere alla guerra, diventerà un'esperienza unica, che li accompagnerà per tutta la vita. Un legame indelebile, più forte del logorio del tempo e delle estenuanti violenze della dittatura franchista. Romanzo decisivo, intenso e palpitante, Per fermare le acque dell'oblio è - oltre che un dono dell'autore al proprio figlio - un tuffo nella memoria, un canto alla vita e all'amicizia, "un libro per piangere quegli anni, per suscitare compassione nei giovani che mi leggono, per scuotermi di dosso i mostri. È un libro per fermare le acque dell'oblio, per far sì che non tornino a inondarci le altre acque, quelle del terrore e delle formule rigide e vendicative".
Cadice, 1811. Mentre la Spagna combatte per l'indipendenza contro le truppe di Napoleone, le Americhe si battono per la loro, contro la Spagna. Ma nella città più aperta d'Europa, eterno crocevia di uomini e merci, si svolge una battaglia di ben altra natura. Da settimane compaiono corpi di giovani donne dilaniati a colpi di frusta. E c'è una strana combinazione: i luoghi di ritrovamento coincidono con i punti d'impatto dell'artiglieria francese. Chi è il colpevole? Perché tanta ferocia? Come spiegare il nesso con le bombe? Con il tempo, Cadice si trasforma in un'immensa scacchiera sulla quale ha luogo una partita tesa, sinistra, dove la mano di un giocatore occulto muove i pezzi segnando in maniera indelebile i destini dei protagonisti: un poliziotto corrotto, una prestigiosa armatrice, un capitano corsaro, un imbalsamatore misantropo e un eccentrico artigliere, per il quale la guerra serve soltanto a migliorare la gittata dei suoi obici.
Sulla piccola isola di Ono, nell'estremità meridionale del Giappone, la famiglia Eguchi si dedica da generazioni alla forgia delle spade, un'arte antica in cui rivive la fierezza dei primi samurai che colonizzarono la regione. È l'inizio del Novecento quando il giovane Minoru decide di seguire le orme paterne e di legare il proprio destino a questo isolato microcosmo rurale, dove il tempo sembra sospeso nell'incanto di tradizioni ancestrali. Con ingegno e forza d'animo, Minoru supera le sfide del progresso che presto cambia il volto dell'isola, i rovesci della sorte, gli orrori delle due guerre mondiali, ma nel suo intimo, attraverso gli anni, riecheggia un tormentoso interrogativo, legato al significato dell'esistenza, al mistero della morte, al valore della memoria. La risposta coinciderà con l'ultima grande prova della sua vita, e avrà a che fare con la visione di un maestoso Buddha bianco che fin dall'infanzia lo sorregge nei momenti bui. Evocativa saga familiare ispirata alla storia del nonno dell'autore, questo romanzo trascende i confini del tempo per affrontare i grandi quesiti dell'uomo, attraverso quella profondità di sentire, quella saggezza filosofica e quella impalpabile levità che sono proprie della cultura orientale.
Hitonari Tsuji è nato a Tokyo. La sua fama in Giappone è dovuta sia all'opera di narratore e poeta, sia a quella di musicista e voce rock. Autore di molti romanzi che hanno riscosso un successo straordinario, è considerato un capofila della nuova letteratura giapponese. Per la storia del Buddha bianco, si è ispirato alla vita di suo nonno. Con questo libro ha vinto in Francia il Prix Femina Étranger - il prestigioso premio nato nel 1904 - che lo colloca accanto ad autori quali Erri de Luca, Javier Marías, Ian McEwan, Sandro Veronesi e Rose Tremain.
La mamma e il papà sono sul punto di separarsi, la nonna è a letto malata, il fratello minore si conferma l’essere più fastidioso del pianeta, e come se non bastasse quell’odiosa di Danyelle fa di tutto per soffiarle il ragazzo che le piace. È questa la dura realtà con cui deve fare i conti tutti i giorni Joana Dalva, tredicenne in piena crisi adolescenziale che sogna di diventare scrittrice.
Un giorno, però, la scrittura prende il sopravvento e Joana scopre di possedere un dono straordinario: dopo aver terminato un racconto sulla sua quasi omonima Giovanna d’Arco in cui la santa patrona di Francia si salva dal rogo, Joana si rende conto di aver provocato una vera e propria rivoluzione nella Storia. Ma se un suo racconto può plasmare il passato, perché non usare le parole per cambiare il presente? È qui che inizia, tra le pagine scritte e la vita reale, un avvincente gioco a rincorrersi che presto le sfuggirà di mano.
Per partecipare a questo gioco non occorre avere l’età di Joana Dalva né l’esuberanza dell’adolescenza: il romanzo Sérgio Klein toccherà il cuore di tutti coloro che credono, o non hanno ancora iniziato a credere, nell’energia creatrice delle parole.
Questa volta non c'è la terra a dare conforto con i suoi frutti, a parte brevi momenti in cui trovare ristoro fra le taverne di qualche approdo mediterraneo. Non ci sono donne da amare, per cui soffrire o duellare, ma soltanto bordelli dove riscaldare l'animo con il vino e con gli immancabili piaceri di una effimera compagnia. Non ci sono gli intrighi di corte, le congiure di palazzo, o le manovre dell'Inquisizione. C'è un periodo di stanza in una Napoli barocca e spagnola, alcune scaramucce con la gente del posto, i versi di don Francisco de Quevedo - per non perdere l'esercizio della lettura - una pericolosa lettera d'amore che riapre ferite lontane, e uno scontro a muso duro con un Alatriste più che mai pensieroso e solitario. Il resto è sole, vento, onde, isole e pirati, insenature e porti naturali, abbordaggi e duelli, in mezzo alla tempesta o alla bonaccia, con la salsedine appiccicata alla pelle e la prua a Levante. Imbarcato sulla Mulata, l'agile galea a ventiquattro banchi della flotta di Filippo IV, il giovane Iñigo si immerge nella dura vita militare e affronta le esperienze che lo porteranno a diventare uomo. Sotto la vigile presenza dell'amato capitano, di un compagno fedele e di un moro convertito, solcheranno i mari del Mediterraneo, a caccia dei corsari e degli inglesi, tra bordate e arrembaggi. Fino all'ultima battaglia, davanti a Iskenderun, dove, contro cinque galee turche, sarà il valore, o forse il caso, a decidere della vita e della morte.
In "Fuga, ferro e fuoco" s'intrecciano due racconti ambientati in epoche distinte. Da una parte la rivolta di un gruppo di suore nella città messicana di Puebla, nell'anno di grazia 1776; dall'altra, la vicenda personale dello scrittore, vecchio e malato, che si lascia alle spalle una vita priva di emozioni, e si ritira in una casa della Puebla di oggi per scrivere il suo romanzo. Mentre evoca quel lontano successo - la ribellione delle suore contro il potere delle autorità religiose e civili - la città è sconvolta dagli scontri fra studenti e polizia. In questi disordini, ecco il figlio rivoluzionario dello scrittore, che cerca riparo nella casa del padre per curare un compagno ferito. Il passato e il presente risultano così molto meno distanti di quanto si potrebbe pensare, e da queste coincidenze storiche nasce un senso più profondo e complesso della realtà e del romanzo.
La nuova avventura del capitano Alatriste nello sfavillante mondo del teatro del Secolo d'Oro. Le opere di Lope de Vega e Caldéron de la Barca riempiono i corral di Madrid, mentre la città è animata da una fervida vita mondana, fra duelli di spada e di versi poetici, intrighi di corte, schermaglie amorose, invidie e sgambetti per i favori della Corona. Alla malia del teatro non sfugge neppure il malinconico capitano dai folti mustacchi e dallo sguardo di ghiaccio, che si è invaghito di María de Castro, la più famosa attrice dell'epoca, godendo del privilegio di essere ricambiato. Ma sulla bella María ha messo gli occhi Filippo IV in persona e, come tutti sanno, nessuno può "andare a caccia nella riserva del re". Ferito nell'orgoglio, Alatriste non può soffocare le proprie emozioni e si ribella al capriccio reale, contro i consigli del poeta Francisco de Quevedo e le minacce del potente conte di Guadalmedina. E mentre anche il suo giovane scudiero Iñigo Balboa impara a proprie spese che la passione per una donna nasconde più insidie di qualsiasi fendente, il capitano Alatriste si scoprirà pedina di oscuro complotto. Ancora una volta Pérez-Reverte schiude le porte dell'avventura e dell'immaginazione sullo sfondo di un potente ritratto d'epoca, offrendoci allo stesso tempo un'articolata mappa poetica delle passioni umane.
Ambientato sotto il regno di Ramses III, l'ultimo dei grandi faraoni, il romanzo è la storia avventurosa di una famiglia di ladri di tombe. Personaggi storici e di finzione si intrecciano dando vita a un ampio affresco sull'antico Egitto, ricco di dettagli sulla vita quotidiana, i costumi, la lotta per la sopravvivenza delle classi più povere e gli interessi di potere dell'aristocrazia; in cui si percorrono le strade buie di Menfi, la capitale amministrativa, e si ritrova la bellezza dei paesaggi, la ricchezza e la magnificenza dell'architettura, la grandezza degli eserciti impegnati nella battaglia contro i popoli vicini, lo splendore della corte faraonica.
In un'antica torre di guardia sul Mediterraneo, Falques, ex fotoreporter di guerra, dipinge un immenso affresco circolare: il paesaggio atemporale di una battaglia, la fotografia che non è mai riuscito a scattare, il caos del mondo dall'assedio di Troia a oggi. Dopo trent'anni in prima linea in molte guerre, infatti, ha deciso di ritirarsi in solitudine, non solo per gli orrori ai quali ha assistito ma anche per il proprio lavoro, che non sempre è stato oggettivo e innocente come avrebbe dovuto. Su questo punto è d'accordo il croato Markovic. Fotografandolo, Falques gli ha distrutto la vita. E molti anni più tardi, Markovic lo rintraccia, determinato a ucciderlo. Dal passato torna anche il ricordo di Olvido Ferrara, la donna amata, saltata su una mina in servizio nella ex Iugoslavia, da cui ha compreso come solo l'arte può dove l'occhio o la macchina fotografica falliscono.
Gabriel-Atlan Ferrara è un grande direttore d'orchestra che si innamora di Inez Prada, affascinante cantante lirica. Simile a un eterno inseguimento, la loro storia d'amore si articola in vari modi e momenti storici: Londra sotto le bombe tedesche nel 1940, Città del Messico nel 1949, di nuovo Londra nel 1967 e Vienna alla fine del millennio. Una trama che sembra intersecarsi con un'era primigenia, alle origini del mondo.