La bioetica non è una disciplina di settore, ma la forma in cui la filosofia morale rivive e trionfa nelle società contemporanee: a partire dai dilemmi quotidiani sollevati dalla medicina e dalla tecnica, essa impone a tutti, e non solo all'esperto, di ripensare il significato di esperienze umane universali come la nascita, la morte e la malattia.
Guardare alla bioetica nell'orizzonte della complessità significa proporre un collegamento tra le sue diverse dimensioni: quella medica, che riguarda la nascita dell'uomo, la sua salute, la sua morte dinanzi alle nuove possibilità offerte dalle biotecnologie; quella ambientale, che s'interessa alle questioni di valore connesse alle conseguenze pratiche del rapporto tra l'uomo e la natura; quella animale, che si occupa degli aspetti morali, sociali, giuridici delle relazioni dell'uomo con le altre specie. La riflessione filosofica è chiamata a un confronto critico con le diverse scienze della vita, dalla biologia alla medicina umana e veterinaria, dall'ecologia all'etologia. Da qui una serie di interrogativi, per molti aspetti inediti: quali sono i confini del nostro universo morale? quali le nuove frontiere della giustizia? come raccordare gli interessi dell'umanità attuale con quelli delle generazioni future, dell'ambiente e delle altre specie? La risposta è in un umanesimo capace di andare oltre le mura della città dell'uomo, nel riconoscimento dei nuovi soggetti che appartengono anch'essi alla comunità di vita della terra.
«Il volume non si limita ad entrare, con un approfondito scavo archivistico, nella vicenda di per sé complessa e divisiva che porta, dopo l'approvazione della legge numero 194/1978, al referendum abrogativo, ma si pone sul piano di una ricerca che riguarda l'identità del cattolicesimo politico di fronte alle sfide del tempo. Tema altrettanto appassionante che investe la storia della Chiesa e del Movimento cattolico (ivi compresa la sua componente politica) in una fase interessante, quella che si apre anche in Italia dopo il Concilio Vaticano II. Due differenti livelli di lettura, entrambi costruiti con le fonti archivistiche e le pubblicazioni del tempo e verificati con un'ampia storiografia» (dalla Prefazione di Ernesto Preziosi).
L'evoluzione della scienza e della tecnologia medica e i grandi cambiamenti socio-culturali, religiosi ed etici della società contemporanea domandano agli operatori pastorali - sacerdoti, religiosi/e e laici - di aggiornare costantemente modi di essere e di agire nell'esercizio del loro ministero, per rispondere appropriatamente ai bisogni dei malati e dei loro familiari e proporre orientamenti creativi a quanti sono impegnati direttamente o indirettamente nella cura e nell'assistenza sanitaria. Nell'aderire a questa esigenza di aggiornamento, il presente volume si prefigge di rivisitare tutti gli ambiti della pastorale della salute, offrendo fecondi spunti di riflessione e proponendo modalità d'intervento che consentano di trasmettere con maggiore efficacia l'amore misericordioso del Cristo, medico delle anime e dei corpi, a quanti vivono la difficile stagione della sofferenza.
Quando, nell'Ottocento, William Perkin sfruttò il risultato casuale di un esperimento finito male, inventò il colorante malva e fece nascere la chimica industriale (degli esplosivi, della fotografia, dei profumi). Da allora siamo stati in grado di "sintetizzare", cioè produrre reazioni chimiche, e creare medicine come l'aspirina, colori, diamanti, carne e addirittura la vita. Emerge così una nuova categoria con cui classificare la realtà, il sintetico: qualcosa che non è distinguibile dal naturale, ma che esiste perché prodotto secondo processi che normalmente definiscono l'artificiale. Che significa? Oggi possiamo teoricamente produrre per sintesi un essere umano o la vita aliena per un altro pianeta. Quali domande etiche pone tutto questo? Ciò porterà a sconfiggere tutte le malattie oppure l'uomo, giocando ad essere Dio, trasformerà il futuro in un incubo distopico?
"Il bene della persona e della società umana e cristiana è strettamente connesso con una felice situazione della comunità coniugale e familiare" (GS 47). Il Concilio Vaticano II parla di famiglia in riferimento alla società e alla Chiesa, considerandola il primo ambito di dialogo Chiesa- mondo. Col passar del tempo si è confermato il carattere profetico di questa visione: testimone privilegiato della presenza della Chiesa nel mondo, la famiglia è sempre più al centro del dialogo sociale. A cinquant'anni dalla Gaudium et spes e nella prospettiva aperta dai due ultimi Sinodi, è urgente una riflessione teologica che, nella memoria dell'importante documento, colga le nuove inedite sfide aperte alla missione: l'annuncio del vangelo della famiglia in un contesto secolarizzato e plurale, la difficile trasmissione della fede alle nuove generazioni, l'emergenza antropologica e la rilevanza della famiglia quale soggetto per il bene comune della società.
Un sussidio operativo per celebrare la XX Giornata Mondiale del Malato come servizio efficace ai parroci, alle associazioni, agli ammalati e ai propri familiari.