Ebraismo, cristianesimo e islam affermano di avere in Abramo lo stesso padre: ma i miliardi di loro seguaci in genere lo ignorano. Questo volume si propone di ricordarlo affiancando passi della Bibbia ebraica, del Nuovo Testamento e del Corano, alla ricerca di quanto le tre religioni dicono sugli stessi temi nel loro testo di fondazione, cioè nel loro momento iniziale, prima che teologi e chiese ne trasformassero lo spirito originario. Il libro non dà giudizi e non intende rispondere alla domanda che sembra implicita in un confronto di tal genere: quale sia la religione migliore, la più giusta, la più profonda.
L'autore intende fare conoscere in questo volume le motivazioni filosofiche, dottrinali e in genere culturali che i pagani misero in campo, durante l'impero romano, contro la nuova fede. Le testimonianze raccolte trattano quindi delle argomentazioni di ordine storico, filosofico, etico-politico ed antropologico che puntano innanzitutto a smantellare la fede dei nuovi credenti nelle Sacre Scritture e attaccano il monachesimo nascente, il ruolo dei martiri, il culto delle reliquie.
L'autore intende fare conoscere in questo volume le motivazioni filosofiche, dottrinali e in genere culturali che i pagani misero in campo, durante l'impero romano, contro la nuova fede. Le testimonianze raccolte trattano quindi delle argomentazioni di ordine storico, filosofico, etico-politico ed antropologico che puntano innanzitutto a smantellare la fede dei nuovi credenti nelle Sacre Scritture e attaccano il monachesimo nascente, il ruolo dei martiri, il culto delle reliquie.
Descrizione dell'opera
Le radici protestanti dei Testimoni di Geova, che oggi contano circa otto milioni di fedeli in tutto il mondo, impongono l'uso della Bibbia come unica fonte autorevole della teologia. Ma com'è possibile che un gruppo che si definisce «cristiano» ed è così saldamente ancorato al testo sacro non creda alla Trinità, alla divinità di Cristo, all'immortalità dell'anima, all'esistenza dello Spirito Santo, dunque al fondamento stesso di tutte le confessioni cristiane? La risposta passa attraverso la rigorosa analisi filologica della Traduzione del Nuovo Mondo, la versione biblica prodotta a partire dagli anni '50 del secolo scorso e utilizzata dai Testimoni di Geova per lo studio e la predicazione. Come dimostra questo saggio, primo lavoro scientifico edito in Italia sull'argomento, il testo biblico usato dai Testimoni di Geova è stato piegato alle esigenze teologiche del movimento con procedimenti filologicamente sbagliati. È la storia di una falsificazione che ha avuto e ha tuttora una ricaduta pesantissima sulla vita di milioni di persone, indotte a cambiare vita sulla base di un testo manipolato ad arte con finalità che poco o nulla hanno a che fare con la religione.
Sommario
Principali abbreviazioni e sigle. Presentazione (V. Cottini). Premessa. I. INTRODUZIONE AL GEOVISMO. Breve storia dei Testimoni di Geova. Organizzazione. Liturgia e sacramenti. Sono cristiani? La Traduzione del nuovo mondo (TNM). Il metodo WTS. Aspetti sociali. Disassociazione. II. CRISTOLOGIA GEOVISTA. Inferiorità di Cristo e sua creaturalità. Gesù Cristo: «rappresentante» e «agente» di Dio. Gesù Cristo o arcangelo Michele? L'adorazione «relativa». Liceità della preghiera a Cristo. Appendice I. Uso e abuso del nome divino tra la LXX e il NT. Appendice II. La risurrezione dell'iconoclastia nel geovismo. Appendice III. Croce o palo? La questione dello stauròs. III. LA POLEMICA ANTI-TRINITARIA E LA TEOLOGIA DELLO SPIRITO. «Il Padre è in me» nel quarto vangelo. L'inno cristologico di Fil 2,5-11. Digressione: volontà e scienza in Cristo. Lo Spirito Santo: persona o energia? IV. ESCATOLOGIA GEOVISTA. L'anima immortale e la parabola di nefeš. Gli inferi nell'immaginario geovista. Le due risurrezioni. La natura del corpo dell'uomo dopo la risurrezione. Chi sono gli «unti»? Parousìa: presenza o venuta? Cronologia del regno di Cristo. Il «riposo di Dio». Il regno millenario. Appendice IV. Il canone biblico della WT. Conclusioni. Letteratura classica e patristica citata. Opere citate non edite da Watchtower.
Note sull'autore
VALERIO POLIDORI (Roma 1977) è laureato in Filologia patristica all'Università di Roma «La Sapienza», ha compiuto studi specialistici alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Ateneo Sant'Anselmo in Roma, e ha conseguito il dottorato in Scienze ecclesiastiche orientali al Pontificio Istituto Orientale. È socio ordinario della Society for Oriental Liturgies, consulente della Diocesi d'Italia del Patriarcato di Mosca per la traduzione delle ufficiature liturgiche, con cui ha pubblicato la versione italiana della Liturgia di san Giovanni Crisostomo, e membro del comitato scientifico della rivista Studi sull'Oriente Cristiano. Ha curato l'edizione di manoscritti italo-greci inediti e per EDB ha pubblicato I Testimoni di Geova e la falsificazione della Bibbia (2007).
L’incarnazione di Dio hic et nunc costituisce il culmine della storia della salvezza. Nel cristianesimo, inoltre, «storia della salvezza» e «geografia della salvezza» sono entrambe essenziali e qui in Terra Santa se ne ha l’evidenza, giacché senza geografia non vi è storia e se si prescinde dal luogo svanisce l’evento.
Qui appare chiaro come il cristianesimo non sia un’ideologia, né un mito, né propriamente un messaggio, bensì innanzitutto l’incontro con una Persona Vivente che coinvolge e trasforma totalmente l’esistenza.
Venire in Terra Santa, toccare i suoi luoghi, significa dunque sperimentare «il Luogo» stesso.
Basterebbero queste parole per risaltare l’importanza di questa Guida di Terra Santa. Bibbia, archeologia, catechesi.
È necessario accogliere il mistero della Terra Santa così com’è, abbracciarla nelle sue ferite, che possono essere trasfigurate solo dall’amore di Dio e mai dalla sola giustizia umana.
Questa terra, però, non è solo luogo di conflitti, ma è anche la culla della cultura occidentale e, in gran parte, anche di quella orientale, e per noi cristiani è ancora di più: è la terra in cui è germogliata la nostra salvezza.
Se da un lato, quindi, essa sembra essere ormai senza speranza per le insanabili contese di cui è teatro, dall’altro rimane paradossalmente il centro che dà vita e speranza a molti, e specialmente a ebrei, cristiani e musulmani: «Tutti là sono nati», tutti là siamo nati.
(Dalla presentazione di Pierbattista Pizzaballa)
La Bibbia non è nata già fatta. Né l'Antico né il Nuovo Testamento hanno avuto una storia anche solo vagamente lineare. In effetti, tutta la vicenda di come la Bibbia è giunta a essere il testo che noi oggi conosciamo - fissato nel canone ebraico e in quello cristiano - è molto più affascinante di quanto ci si potrebbe aspettare. Quella che narra Michael Satlow è dunque la storia altamente romanzesca di un certo numero di testi, scritti in periodi storici differenti, da persone differenti, in lingue differenti e per scopi differenti, che per una serie di contingenze storiche alla fine sono diventati il primo libro dell'umanità. In maniera inaspettata e unica, questi testi dopo secoli di dibattiti e di intricate vicende, e dopo essere rimasti dormienti e impolverati negli archivi di un tempio periferico del Medio Oriente - sono stati infine riconosciuti come vera "parola di Dio" da ebrei e cristiani. Ma questo è avvenuto solo molto tempo dopo: almeno mille anni dopo le prime composizioni. I protagonisti di questa epopea sono molti e spesso oscuri e anonimi; ci sono gli scribi, i traduttori, gli stranieri e le guerre, i sacerdoti, i re e i profeti, i babilonesi, gli assiri, gli egizi, i greci e i romani. Finché, per motivi sostanzialmente politici, il partito dei sadducei decise di dare alle parole rinvenute nel Tempio di Gerusalemme un valore di legge, coinvolgendo in questo anche il neonato movimento cristiano, fino ad allora pressoché inconsapevole dell'esistenza delle Scritture.
Cristianesimo e islam nel passato e nel presente: un percorso tra divergenze e analogie, nodi e snodi
La Bibbia nel Corano: Adamo, Eva, Caino, Abele, Abramo, Giuseppe figlio di Giacobbe, Maria e Gesù
I musulmani in Europa: la sfida della multiculturalità e la necessità dell’accoglienza e dell’ascolto
E' possibile ai musulmani tentare una lettura islamica della Bibbia e ai cristiani un approccio cristiano del Corano sfuggendo a volontà proselitiste e a pretesti polemici?
Una riflessione alla ricerca dei presupposti culturali e teologici, per un confronto interculturale e un dialogo islamo-cristiano oltre gli stereotipi.
Dalla quarta di copertina:
E' possibile ai musulmani tentare una lettura islamica della Bibbia e ai cristiani un approccio cristiano al Corano sfuggendo a volontà proselitiste e pretesti polemici? E' possibile trovare nelle diverse tradizioni religiose forme complementari di una comune ricerca dell’unica Verità?
La riflessione di La Torre intorno ai concetti chiave della fede islamica e al rapporto teologico tra Bibbia e Corano si pone nell’ottica di un autentico confronto interculturale, del superamento di equivoci e incomprensioni, per un dialogo islamo-cristiano oltre gli stereotipi.
Analizzando convergenze e divergenze tra i due testi sacri, La Torre intende così fornire un contributo alla ricerca nell’"altro" del volto di Dio.
Sono due testi sacri differenti: uno e' la Bibbia di ebrei e cristiani, l'altro e' il Corano dei musulmani. Fronte a fronte, Bibbia e Corano parlano, spiegano, fanno capire che i ''popoli del Libro'' non hanno affatto lo stesso Libro.