Siamo in grado di definire ciò che normalmente chiamiamo ebraismo? Sotto questo nome, di fatto, si cela una realtà complessa, una piccola etnia in via di sviluppo nel più ampio mondo mediterraneo che, fra il I sec. a.e.v. e il IV e.v., è lo scenario di una rete di interazioni culturali il cui principale interlocutore fu l'impero romano. Un contesto all'interno del quale prendono forma i rapporti fra Gerusalemme e Roma e gli effetti stessi della diaspora. Si tratta di un confronto tra cultura ebraica e civiltà romana che nella storia ha preso i nomi di ortodossia e deviazione, ellenizzazione, giudaismo normativo... In queste pagine si cerca di comprendere tale confronto - perlopiù trattato come scontro - alla luce di una storia delle culture che ceda il passo a categorie interpretative più costruttive quali acculturazione, adattamento, assimilazione.
Oggi vediamo lo Stato di Israele come una realtà forte e costituita, ma la storia del popolo ebraico è lunga più di tremila anni. Partendo dalla rilettura in chiave "laica" della Bibbia, "Rumor" ci accompagna nello svolgersi degli avvenimenti storici e dei cambiamenti che inevitabilmente hanno portato alla popolazione ebraica, fino ad arrivare agli sviluppi più recenti. Questa rilettura consente al lettore di comprendere nel profondo l'attitudine e la resilienza di questo popolo, tanto da arrivare a "prendersi" da solo ciò che Dio gli aveva promesso. Nella parte finale poi l'autore ci conduce in un'analisi di massima delle caratteristiche e della struttura dello Stato ebraico (nei suoi risvolti politici, economici, industriali e culturali), permettendoci di conoscere al meglio la realtà odierna di uno degli Stati più moderni ed efficienti.
Storia di un legame eterno di Dio col mondo, il tempo ha sempre sollecitato uomini di fede e pensatori a riflettere sul mistero della sua realtà. Il tempo sperimentato nel vivere quotidiano, il tempo indagato dalle scienze esatte, il tempo oggetto di riflessione filosofica: assai diversi, e poco assimilabili tra loro, sembrano essere i connotati di questa grande realtà. Anche nella Bibbia il concetto di tempo conosce diverse specificazioni, come ben appare dai contributi offerti in questo volume, che raccoglie gli atti del XXVI Corso Biblico Aquilano, appuntamento culturale ormai parte integrante della vita culturale della città e diocesi di L’Aquila e non solo. Obiettivo dei diversi interventi qui pubblicati è individuare il proprium di un concetto e realtà – il tempo, appunto – che conosce molti profili e non è certo appannaggio esclusivo del testo sacro. Mentre alcuni studiosi presentano così l’esperienza del tempo quale emerge nella prospettiva di determinati libri biblici, altre voci si soffermano sulla riflessione dedicata al tempo dalla letteratura, dal pensiero patristico (agostiniano soprattutto) nonché dalla filosofia e teologia contemporanee. Ne emerge – volutamente – un libro a più voci, ricco di sfaccettature diverse, in grado di aprire la riflessione ad un orizzonte che, avendo il proprio focus nel primario interesse biblico, faccia proprio anche il confronto e l’appropriazione di altre prospettive di pensiero.
P. Lino Dan, gesuita, laureato in ingegneria elettronica prima del suo ingresso nella Compagnia di Gesù, ha compiuto studi filosofici e teologici a Padova, Roma e Cambridge (USA), conseguendo la Licenza in Teologia biblica con una tesi sulle immagini di Dio nel libro di Giobbe. Direttore tecnico di Radio Vaticana dal 1999 al 2005, è stato successivamente Rettore del Collegio universitario d’Abruzzo a L’Aquila. Impegnato in molteplici attività, ha sempre continuato lo studio della Sacra Scrittura in prospettiva ermeneutica e dal 2006 al 2009 ha insegnato Esegesi biblica presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università dell’Aquila.
Descrizione delle calamità che Dio scatenerà realmente sulla terra alla fine dei tempi o narrazione metaforica volta a dare speranza e consolazione a coloro che vivono una vita di sofferenza? Secondo Bart Ehrman, l'Apocalisse di Giovanni non è né l'una né l'altra. E forse non riflette pienamente neanche il messaggio di Gesù, tanto da rischiare di non essere nemmeno inclusa nel Nuovo Testamento. Ciò nonostante, in un'epoca come la nostra, segnata da fame, migrazioni di massa, epidemie, guerre e riscaldamento globale, e da un atteggiamento fatalistico e d'impotenza rispetto alle crisi che siamo chiamati a fronteggiare, può valere la pena tornare a riflettere sui temi e sulle suggestioni che questo testo straordinario continua a suscitare.
Lo scopo del vasto e competente lavoro del botanico e cultore biblico, il danese Hans Arne Jensen, è introdurre il lettore nell'affascinante mondo delle piante nella Bibbia. In particolare, gli appassionati di botanica, archeologia o storia potranno trovare argomenti di interesse in questa pubblicazione, poiché si fa riferimento sia al ricco utilizzo di piante nella Bibbia sia all'uso di piante nelle coeve circostanti culture, grazie ai ritrovamenti archeologici in Israele e zone limitrofe. La descrizione delle piante e del loro impiego è affiancata da preziose illustrazioni, alcune contemporanee al testo biblico. Viene quindi data una descrizione del contesto in cui la specie, o un suo prodotto, viene citata nella Bibbia. Lo scopo è quello di includere tutti i riferimenti relativi possibili, in modo tale da fornire armonia alle piante bibliche.
Il fascino della "Parola" che continua ad attirare generazioni che hanno colto la distanza che le separa dalle altre parole umane, fascino che continua ad esercitare anche al di fuori del mondo cristiano. Con testo e note dell'edizione della CEI, l'edizione Città Nuova si caratterizza per una impaginazione più ariosa e per una maggiore leggibilità.
L'estetica della Bibbia potrebbe essere un campo di studi molto ricco e di grande interesse, ma gli studiosi di estetica oggi lo curano assai poco. Questo saggio ne discute la possibilità e sviluppa, come esempi particolarmente significativi, quattro nuclei tematici: l'estetica della creazione, la questione delle immagini, la poesia come preghiera e la sapienza come arte.
Il dossier esplora il tema affascinante del mar Mediterraneo "visto" dai lidi di Palestina e dagli autori dei libri biblici, con i suoi simboli e significati, ma anche, inevitabilmente, con gli "occhi" di chi nei nostri anni cerca nelle Scritture riferimenti etici. Alla voce "Io e la Bibbia" si trova in questo numero un'intervista al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. La rubrica "Dentro la storia" esplora il dualismo fra "Galilea e Gerusalemme". Mentre "Nel mondo della musica" si incontra The Apostles, gli Apostoli, l'imponente oratorio per soli, coro e orchestra di Edward Elgar (1857- 1934) di cui il musicologo Jerrold Northrop Moore ebbe a dire: «L'opera, al di sopra di tutte le altre opere di Elgar, rende omaggio al puro coraggio del suo genio. Si innalza come un inno - il più profondamente toccante di quanto io conosca - all'inevitabile imperfezione dei progetti terreni e alla fallibilità della visione umana».
Una nuova traduzione della Sacra Bibbia. In tre colori: blu, rosso, e verde.