In occasione della ricorrenza dei 1900 anni dalla morte dell'imperatore Traiano, Roma gli rende omaggio con la mostra "Traiano. Costruire l'Impero, creare l'Europa", ospitata ai Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali. Il volume è caratterizzato dal racconto della vita 'eccezionale' di Traiano che, primo imperatore adottivo e non romano ma ispanico, si impose al mondo allora conosciuto non solo come grande condottiero ma, soprattutto, "costruttore a 360°": dalle infrastrutture al programma di welfare, agli incentivi economici e alle opere architettoniche. Non manca un focus sulla figura e sugli spazi privati di Traiano, con uno sguardo al ruolo speciale delle donne di casa imperiale. La narrazione si snoda attraverso una ricca selezione di reperti archeologici provenienti da musei della Sovrintendenza Capitolina, da musei e spazi archeologici italiani e stranieri - tra cui statue, ritratti, decorazioni architettoniche, calchi della Colonna Traiana, monete - e installazioni multimediali e interattive, come modelli in scala, rielaborazioni tridimensionali e filmati. Una sfida a immergersi e rivivere la grande storia dell'impero e nelle storie dei tanti che l'hanno resa possibile.
Il Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo, famoso per la sua storia architettonica quale mausoleo, fortezza e carcere conserva un patrimonio di oltre duemila medaglie e decorazioni onorifiche, cartoline e figurini militari disegnati dai migliori artisti della metà del '900, opere d'arte dedicate a temi bellici e oltre cinquecento cimeli legati alla storia italiana dal Risorgimento alla Seconda guerra mondiale, nonché una vasta collezione di armi italiane ed orientali.
Il presepe monumentale conservato nelle collezioni del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma ha uno stretto legame con la storia del nostro Paese: fu infatti raccolto dall'etnologo Lamberto Loria, cui era stata affidata la cura della grande Mostra di etnografia italiana svoltasi a Roma nel 1911 nell'ambito della "Mostra internazionale" organizzata per celebrare il cinquantenario dell'Unità d'Italia. Le figure in catalogo, che rappresentano gli usi e costumi delle diverse regioni d'Italia, sono opera di importanti maestri napoletani del XVIII e XIX secolo e ci mostrano personaggi caratteristici di classi sociali e realtà diverse, occidentali e orientali, cristiani e gentili.
Il lavoro sui santuari calabresi, grazie agli interessanti saggi introduttivi e alle relative schede, è stata occasione per una lettura della storia della cultura religiosa e socio-antropologica del territorio regionale, vasto ed eterogeneo. La Calabria annovera 173 santuari sparsi su tutto il territorio (65 in provincia di Cosenza, 23 nel territorio di Vibo Valentia, 24 nel catanzarese, 13 in provincia di Crotone e 48 in quella di Reggio Calabria). La disparità numerica di siti censiti nella provincia di Cosenza, rispetto alle altre quattro, non deve stupire in quanto determinata dalla grande estensione del territorio che copre quasi la metà dell'intera superficie regionale. La suddivisione, come per tutti gli altri volumi della collana, è per province, quindi per comuni, in ordine alfabetico. Le schede, sottoscritte dai singoli componenti il gruppo di ricerca, riportano: localizzazione geografica, diocesi e parrocchia di appartenenza, dedicazione ed eventuali culti preesistenti, oggetti di culto, provenienza dei pellegrini, rituali, miracoli, ex voto, notizie sulla struttura architettonica. Ogni scheda è corredata da un rilevante corredo iconografico, bibliografico e archivistico. Seguono gli indici analitici: un repertorio dei luoghi e delle denominazioni dei santuari. Relativamente a quest'ultimo repertorio si evidenzia la segnalazione delle diverse intitolazioni che caratterizzano uno stesso santuario.
Questo volume speciale, dal titolo "Scultura lignea. Per una storia dei sistemi costruttivi e decorativi dal Medioevo al XIX secolo (Atti, del convegno di Serra San Quirico e Pergola, 13-15 dicembre 2007)", raccoglie una serie di studi e ricerche promosse dalla Società Italiana di Storia delle Arti del Legno, in larga parte provenienti da approfondimenti e rielaborazioni di relazioni presentate dai vari autori ad un convegno tenutosi nel dicembre del 2007, oltre ad un contributo pervenuto separatamente ma congruente come argomento. L'obbiettivo principale di queste indagini è la validazione del contributo degli aspetti tecnici e materiali nella ricostruzione storica della produzione delle statue lignee e nella loro interpretazione formale, grazie alla contestualizzazione delle conoscenze emerse dalla diagnostica, dal restauro e dalle ricerche storiche e documentarie.
Il tesoro di San Gennaro è senza dubbio una delle meraviglie di Napoli, forse una delle più importanti raccolte di questo genere al mondo sia per la preziosità delle gemme, sia per la raffinatezza delle lavorazioni che per il valore storico dei pezzi. Una esposizione di oggetti preziosi, così ricca e completa come in questa mostra, mette a disposizione del visitatore un panorama ricchissimo di opere che non sempre sono normalmente visibili. Lo scopo di questa esposizione è di mostrare assieme alle meraviglie del Tesoro le meraviglie dei monumenti del centro di Napoli ed in questa ottica la mostra si snoda in varie sedi: il Museo del Tesoro (cuore della mostra che espone le opere più preziose e delicate), la Real Cappella del Tesoro, il Museo Diocesano, il Complesso Monumentale dei Gerolamini, l'Archivio Storico del Banco di Napoli, in un percorso che permette al visitatore di percorrere strade ricche di storia e di conoscere un nucleo fondamentale dei monumenti del centro storico di Napoli. Questa mostra è un'occasione per una riscoperta che comprende non solo i monumenti ma anche le strade e la vita della città che, unica al mondo, conserva un centro storico ricco di vita popolare.
Veneziana, con l'adolescenza trascorsa a Siracusa e Mantova, Elisabetta Fabbri ha completato i suoi studi all'IUAV di Venezia. L'interesse per gli aspetti storici dell'architettura l'ha portata poi a occuparsi in maniera crescente della salvaguardia del patrimonio architettonico nelle sue articolazioni, sia come residenze storiche private, sia relativamente a interventi su opere monumentali. La ricostruzione del teatro La Fenice è stata seguita da Elisabetta Fabbri a partire dal primo studio di fattibilità alla ricostruzione, messo a punto a tre mesi dall'incendio, e quindi a tutte le attività di cantiere connesse al recupero (restauro) di quanto risparmiato dall'incendio e ai nuovi aspetti ornamentali della sala teatrale.
A cent'anni dalla nascita l'attenzione verso la poesia di Caproni non accenna a spegnersi. Sono pochi i poeti del Novecento a poter vantare un simile interesse ed è grazie agli studi sulle sue carte che oggi è ancora possibile esplorare territori fin qui sottovalutati o negati dalla critica. Uno di questi è il controverso e mai scontato rapporto con la città di Roma, "la città del disamore", come suona il titolo di questa mostra. Perché un titolo così problematico e inusitato per rappresentare una scelta di vita che, con il passare del tempo, si è rivelata per Caproni ineluttabile e fatale? Esiste una Roma dei grandi scrittori 'romani d'origine' che è quella di Moravia e della Morante: ed esiste una Roma altrettanto indiscutibile che ha attratto a sé molti giovani talenti destinati a diventare grandi narratori e grandi poeti. È anche questa la Roma che ha concepito il Novecento letterario: quella dei 'romani d'adozione'. Tra loro c'erano Bassani, Bertolucci, Betocchi, Gadda, Gatto, Pasolini, Penna. E tra loro c'era Caproni. La Roma di Giorgio Caproni "non è una città, è un mondo", una meta segreta tutta da esplorare: è qui che il poeta ha scritto la maggior parte delle sue opere in prosa e in versi ed è qui che ha stretto le amicizie più forti. Intrecciando i preziosi materiali cartacei conservati nel Fondo della Biblioteca privata di Giorgio Caproni con le poesie e le prose dell'autore, questo catalogo è un omaggio di Roma Capitale al poeta che l'ha abitata.