"L'epoca dei concili" è un'opera di riferimento all'interno della grande «storia della chiesa» organizzata. Hubert Jedin, direttore della collana, fu padre conciliare nel Vaticano II. A partire dalla libertà religiosa, divenuta presto posizione maggioritaria del cristianesimo nell'impero romano, i concili divennero il modo per costruire una cultura religiosa condivisa da parte dei cristiani. In questa costruzione non mancarono forti scontri che furono non solo religiosi ma anche politici (con ariani, donatisti, nestoriani, monofisiti, pelagiani, ecc.). Se furono occasioni di importanti chiarimenti sulle figure di Cristo, di Maria, della Trinità e della Chiesa stessa, a volte le separazioni si dimostrarono pretenziose e solo nel tempo si ritrovò la comunione. È questo noto anche come il periodo dei grandi «Padri della Chiesa», sia nel mondo di tradizione greca che latina. Si tratta infine del periodo che vede il sorgere del monachesimo, prima in Oriente, poi in Occidente. In un periodo in cui il tessuto civile dell'ex impero romano era condannato a sfaldarsi, il monachesimo era invece vocato a divenire non solo un nerbo religioso, ma anche uno strumento di aggregazione e di civiltà. Dopo il primo sulle origini, questo secondo volume approfondisce i temi della formazione del dogma, del monachesimo, della diffusione missionaria e della cristianizzazione dell'impero romano.
In questo volume si analizzano la grande opera di Bernardo e la riforma cistercense e le città tornate a essere luogo di attrazione della vita sociale e culturale dei Paesi europei. La risposta della Chiesa alla rivoluzione cittadina sono gli ordini cosiddetti mendicanti, primi tra tutti francescani e domenicani. Di fronte ai gravi problemi sociali e alle nuove povertà, così come alle esigenze culturali, la Chiesa diviene il punto di riferimento e si può così parlare di una vera civitas medievale, con le grandi opere ospedaliere, le università e le cattedrali, lo sviluppo delle arti e della musica. Ma il periodo vede anche lo strappo con la Chiesa d'Oriente, il disastro della quarta crociata contro Bisanzio, l'Inquisizione contro i movimenti di riforma ed ereticali.
Il volume ripercorre la nascita di quell'Europa cristiana composta da una pluralità di popoli. L'idea di Impero cristiano d'Occidente si ripresenta sotto Carlo Magno nell'800 e in seguito con gli Ottoni intorno all'Anno Mille. Ma la vera unità dell'Europa è forse frutto più dei grandi movimenti monastici che non di una effettiva realizzazione imperiale. La riforma di Gregorio VII unificherà la Chiesa, la liturgia e l'arte, ma l'Europa si stava già preparando alla divisione tra gli Stati nazionali. Il volume arriva alle soglie della Scolastica, vale a dire del maggior sforzo operato nello studio e nell'insegnamento della teologia, dopo le scuole dei monasteri e delle cattedrali.
Le origini del monachesimo, come quelle della Chiesa, esercitano un fascino insostituibile non solo sugli ammiratori della vita monastica, ma su tutti i cristiani. È la primavera del monachesimo, la sua epoca idilliaca, carismatica, libera, spontanea. Tuttavia l'ammirazione dei grandi monaci delle origini spesso è accompagnata da una insufficiente conoscenza della loro vita, delle loro gesta, della loro spiritualità. García M. Colombàs colma proprio questa lacuna tracciando un quadro scientifico di figure come Antonio Pacomio, Simeone, Efrem, Basilio, Girolamo, Cassiano, Onorato e delle correnti monastiche di cui furono gli iniziatori. Scopriamo così che, già nel secolo, il monachesimo pre-benedettino aveva conosciuto un grande sviluppo istituzionale e spirituale.
La GS, Gioventù Studentesca, di Luigi Giussani, fu negli anni ’50 e ’60 uno shock dentro la Chiesa. CL, a cavallo fra gli anni ’60 e ’70, fu uno shock nella società civile, a partire dalle università, dove ebbe inizio. Mondo universitario e società civile più abituati alla dialettica destra-sinistra sono sorpresi da un movimento che porta nelle università post sessantottine un annuncio cristiano culturalmente attrezzato che forma comunità negli ambienti universitari e invita a un impegno sociale. Poi CL diventa vastissima, internazionale, irriconoscibile per alcuni, opportunità economico-politica per altri. Ma quali istanze portava CL delle origini? Cosa si è perso per strada, ma anzitutto cosa non fu percepito e forse può ancora interpellarci? Lo abbiamo chiesto a persone diverse, interne ed esterne alla nascita del movimento di CL, ma tutte ugualmente impegnate in quel periodo della nostra storia: chi ha partecipato a fondarla, chi l’ha vissuta da cristiano dal di fuori, chi l’ha incontrata da agnostico, chi l’ha vista forse “bloccarsi” e ha ripreso con libertà quelle istanze per altre strade.
«Nel primo volume abbiamo cercato di cogliere le principali manifestazioni del monachesimo delle origini: ciò che potremmo chiamare la sua vita esteriore e visibile. Lo abbiamo visto nascere e diffondersi... Abbiamo visto sfilare davanti a noi figure egregie per santità, per opere, per autorevolezza. Abbiamo assistito all'insorgere di forme diverse di vita monastica... Ci siamo adoperati per sapere in che modo vivevano i monaci, quali erano le loro occupazioni quotidiane, quali i loro rapporti con la Chiesa e la società... In questo secondo volume cercheremo di analizzare ciò che potremmo definire la vita interiore del monachesimo delle origini: l'ideale che lo animava, il suo mondo spirituale. L'importanza di questa ricerca è evidente. I veri monaci non nutrivano alcuna ambizione terrena. La sola cosa che loro importava era cercare di trovare Dio facendo la Sua santa volontà... Accingiamoci dunque a trattare alcune questioni: quale è la vera natura della spiritualità del monachesimo delle origini; come esso si formò e chi furono i suoi principali teorici; su quali basi si regge; quali sono i suoi principi più saldi; come i monaci concepivano l'ascesa spirituale, dalla 'conversione' fino alle vette della carità e della contemplazione.» (dall'Introduzione dell'autore)
Questo saggio rappresenta un'ampia analisi dell'attività intellettuale di un uomo della fine dell'antichità, degli ideali che cercava di realizzare in essa, degli elementi a sua disposizione, degli studi compiuti nella sua formazione, degli scopi, dei metodi e delle tecniche, messi in atto per compiere una trasformazione in senso cristiano dell'intelligenza. In Agostino si trovano condensate e articolate una molteplicità di esperienze intellettuali: dalla complicità con i quadri dell'eloquenza e dell'erudizione antica, si passa alla dimensione di una ricerca metafisica che, abbandonando l'ingenuo gnosticismo manicheo, si inoltra nella speculazione più pura della ragione e verità cristiana. Senza rinunciare mai allo studium sapientiae, Agostino sente acutissima l'esigenza di una scienza specificamente cristiana subordinata all'intelligenza delle Scritture e in funzione di un insegnamento delle verità rivelate: nasce così la definizione di tutte quelle regole che stanno alla base dello sviluppo medievale della teologia.
Fin dall'inizio del suo pontificato papa Francesco ha proposto all'attenzione di tutti il tema delle periferie. Nel cristianesimo, le periferie hanno una storia lunga e complessa, anzi sono un crocevia di storie e di esperienze differenti. Di fatto, però, il Pontefice ha rinnovato l'interesse della Chiesa attorno a questa tematica. "La Chiesa - aveva detto Bergoglio poco prima di essere eletto - è chiamata ad uscire da se stessa e andare nelle periferie, non solo geografiche, ma anche nelle periferie esistenziali: dove alberga il mistero del peccato, il dolore, l'ingiustizia, l'ignoranza, dove c'è il disprezzo dei religiosi, del pensiero e dove vi sono tutte le miserie". Questo libro muove dalle parole del Papa per andare alla ricerca delle periferie concrete e metaforiche che dai testi sacri giungono attraverso i millenni fino alle metropoli in cui viviamo, interrogandoci sul senso profondo della crisi che la Chiesa sta attraversando e sul cammino di speranza che è possibile percorrere per dare al messaggio cristiano una nuova centralità.
Mentre la generazione che ha fatto il Vaticano II tramonta lentamente dall'orizzonte del tempo, questo Atlante storico diretto da Alberto Melloni riprende fonti, momenti, problemi del Concilio e ne documenta lo spessore con gli strumenti degli storici. Nato dalla ricerca archivistica, dalle edizioni di fonti, dalle monografie e dal lavoro dei membri della Fondazione per le scienze religiose di Bologna, l'Atlante conserva la dimensione di evento del Vaticano n e, nel poco concesso allo studioso, mostra come ancora una volta la ricerca storica abbia contato per impedire che un Concilio diventasse il repertorio per citazioni vuote e improbabili equilibrismi teologici. Attraverso immagini d'epoca, e mappe, disegni, tabelle, grafici illustrativi creati appositamente per la pubblicazione, il volume ripercorre gli snodi storici dell'iter conciliare; focus tecnici sulle trasformazioni dell'aula, sui sistemi di votazione e sui suoi partecipanti (gli organi direttivi, le commissioni, i vescovi, gli ordini religiosi, i periti, gli osservatori, i media) documentano lo svolgersi quotidiano di un evento di portata straordinaria.
Un viaggio nella storia, nei luoghi, nei simboli, nella mentalità dei pellegrinaggi medievali nel tentativo di comprendere e illustrare il significato di un fenomeno che ha profondamente segnato la civiltà europea e che torna oggi a essere di grande attualità
Le ricerche condotte nel secolo XX hanno permesso di ritrovare e studiare documenti antichi e autorevoli che hanno gettato nuova luce sulle origini di questo Ordine monastico di regola benedettina: tali documenti sono pubblicati in lingua originale e con la traduzione italiana corredata da note che rimandano alle fonti bibliche, liturgiche, di autori classici e patristici. Emerge la grande ricchezza spirituale dell'esperienza dei cisterciensi.
Storia del monachesimo occidentale dal medioevo all’età contemporanea. Il carisma di san Benedetto tra VI e XX secolo, di Mariano Dell’Omo, monaco di Montecassino che insegna Storia del monachesimo benedettino nell’Ateneo Anselmiano a Roma, appare finalmente come una nuova sintesi rigorosamente scientifica di storia dell’esperienza monastica benedettina dalle origini fino ad oggi, dopo quelle sempre utili ma ormai datate di Hilpisch (1950), Schmitz (1948-1956), Cousin (1956), mentre poco si prestano ad un’agile consultazione i tredici volumi in lingua spagnola dedicati da Colombás a La Tradición Benedictina (1989-2004).
Fattore storico tra i più rilevanti nello sviluppo della civiltà medievale, il monachesimo benedettino entrò a far parte pienamente dell’esperienza comune degli abitanti del continente europeo lungo i secoli dell’età di mezzo. Il volume nella Parte prima (Da Benedetto a Bernardo) intende perciò rispecchiare l’itinerario cronologico e spaziale di questo plurisecolare svolgimento, a partire da san Benedetto fino alle riforme monastiche altomedievali scaturite dal ceppo benedettino, articolandosi lungo le tre direttrici essenziali ad una giusta prospettiva storica: quella politico-istituzionale, culturale e spirituale.
La Parte seconda abbraccia i secoli che vanno dall’autunno del medioevo alle soglie del terzo millennio. Come nella società, così nel monachesimo europeo fra XIII e XIV secolo si nota una parabola discendente, anche se una nuova efflorescenza di correnti monastiche appare in Italia. Durante il XV secolo, pur tra i gravi ostacoli causati dalla commenda, nuove congregazioni monastiche sorgono nel quadro del movimento dell’"Osservanza". Quindi dopo riforma protestante ed età tridentina, in epoca barocca si consolidano le antiche congregazioni mentre ne sorgono di nuove. Un’ulteriore crisi del monachesimo si registra nel secolo dei lumi e della rivoluzione francese. Il XIX secolo scorre per la vita monastica tra restaurazioni e soppressioni, concludendosi felicemente con l’istituzione della Confederazione benedettina (1893). Nel ’900, infine, mentre la diffusione del monachesimo si fa ormai planetaria, il concilio vaticano II (1962-1965) - ultima significativa tappa cronologica - anche per la vita monastica di Regola benedettina è fonte di rinnovamento e impulso decisivo a molteplici esperienze di ritorno alle sorgenti.
Il libro, per chiarezza di linguaggio e aggiornata bibliografia, è destinato a rappresentare un indispensabile strumento di lavoro per l’università e per tutti coloro che desiderano avvicinarsi alla lunga e straordinaria vicenda storica del monachesimo benedettino europeo ed extraeuropeo fino ai nostri giorni.