Il volume riproduce il testo del Pontificale del 1485, commissionata da papa Innocenzo VII a Patrizi e Burcardo, cerimonieri pontifici. Nella storia del Pontificale l'opera del Patrizi e del Burcardo ha avuto un ruolo importante in quanto la loro edizione segno una fase decisiva nell'evoluzione di questo libro liturgico tipico del vescovo. Essa ha attraversato secoli di prassi celebrativa, ha lasciato un'impronta nella riforma liturgica del Concilio di Trento, e per vari contenuti caratterizza ancora oggi la lex orandi del Rito romano, rinnovata secondo le indicazioni del Vaticano II.
Nel volume venti liturgisti di fama internazionale, cardinali, vescovi e altri studiosi, provenienti da tutto il mondo, indagano sulla centralità della liturgica e sul ruolo che essa riveste nella missione della chiesa. Il volume approfondisce varie temi legati alla Liturgia: l'arte liturgica, architettura, musica, ars celebrandi, ed esplora anche aspetti legati all'importanza del rito nella psicologia umana. Dal volume emerge come la Sacra Liturgia sia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa e come essa sia una risorsa fondamentale per la formazione del clero, dei religiosi e dei laici. Il rinnovamento della Chiesa non può prescindere dalla tradizione liturgica che rappresenta un tesoro preziosissimo da conservare e mettere a profitto leggendo il Concilio Vaticano II secondo un'ermeneutica della continuità.
Uno studio sul rito aquileiese. L'opera offre un recupero storico che permette agli studiosi di cogliere anche de visu la struttura e i contenuti di un'edizione che, al di la' della sua bellezza tipografica, riflette la bellezza e la ricchezza dei testi.
Meditare, leggere, diffondere: una guida a un grande servizio nella liturgia della Chiesa. Dare voce alla Parola di Dio durante una celebrazione liturgica è un compito fondamentale, da svolgere con la dovuta preparazione. Questo testo è indirizzato ai lettori che partecipano alla liturgia, come strumento per far maturare la consapevolezza del loro ministero. Inoltre, il libro offre alle comunità una guida per la formazione di coloro che vengono chiamati a questo servizio prezioso. Il testo è diviso in tre parti che abbracciano altrettanti grandi argomenti: come rapportarsi e avvicinarsi alla Parola, prima della lettura in pubblico; come leggere la Parola, con diversi suggerimenti (le azioni, lo sguardo, il tono, l’ambiente, l’abito); come portare la Parola al di fuori della celebrazione, nella vita quotidiana, anche attraverso la preghiera a Maria. Il sussidio è completato da 10 schede per i formatori e per i lettori che intendono tradurre i suoi contenuti in “laboratorio di pratica”.
L'Associazione Professori e Cultori di Liturgia Italiani, con la XXXVIII settimana di Studio, ha voluto addentrarsi nella questione omiletica. La pubblicazione degli Atti rappresenta un contributo alla promozione del dibattito e della ricerca intorno a tale questione, fornendo indicazioni per un possibile equilibrato e rigoroso approccio all'omelia quale servizio alla Parola in ambito liturgico.
Atti della XXXIII Settimana di Studio dell'Associazione Professori di Liturgia, Camposampiero (Padova), 28 agosto - 2 settembre 2005.
Un utile strumento per sacerdoti, operatori pastorali e laici, corredato da indici delle citazioni e indice analitico, per utilizzare al meglio il «Rito delle esequie» nella sua seconda edizione in lingua italiana. I riti di accompagnamento, della cura del corpo, di consolazione, di invocazione della misericordia di Dio, di proclamazione del mistero della risurrezione, del rendimento di grazie e della memoria della vita del defunto conducono per mano il fedele ad accostarsi al mistero della morte con quel senso di fiducioso abbandono che comporta l’affidarsi nelle mani del Signore della vita.
Destinatari
* Sacerdoti, operatori pastorali nelle parrocchie, nelle case di cura, negli ospedali. * Operatori delle camere mortuarie e dell'attività funeraria.
Autore
ANGELO LAMERI, sacerdote della diocesi di Crema, si è laureato in teologia presso l’Istituto di liturgia pastorale S. Giustina di Padova. Docente di liturgia e sacramentaria generale presso la Pontificia Università Lateranense e presso la Pontificia Università della S. Croce, insegna anche presso lo Studio teologico e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose della propria diocesi. È collaboratore dell’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI. Per le Edizioni Messaggero ha curato «La Liturgia delle Ore» (2009) e «Benedizionale» (2010).
La sfida della complessità sta pro- vocando anche la comunità cristiana, dalla professione di fede alle sue forme rituali, dal teologare alle prassi pastora- li, in una irreversibile tensione sinodale. Il presente volume, opera di ricerca dei liturgisti della Facoltà Teologica di Sici- lia in dialogo e collaborazione con litur- gisti di altre istituzioni accademiche, è pensato come l’avvio di un percorso secondo il metodo interdisciplinare. Ri- leggerà il contesto ecclesiale e liturgico attuali secondo il paradigma della complessità, ripasserà la grammatica e la sintassi rituali per mettere alla prova la prassi sacramentale e celebrativa, per raccoglierne le provocazioni, sco- prirne la forza profonda e aprire a nuo- ve piste di riflessione e approfondimen- to pastorale.
Lo studio del rito come mediazione propria della liturgia può contribuire non solo a comprendere e affrontare meglio le questioni pastorali sottese alla prassi celebrativa, ma anche a considerare in modo nuovo le questioni teologiche della liturgia e della sacramentaria. Esso può costituire anche, in modo sorprendente, un terreno comune per proseguire nel dialogo ecumenico in modo rinnovato e meno preconcetto. Il volume presenta diversi contributi che, a partire da una più profonda conoscenza del rito, sviluppano percorsi riflessivi di tipo storico, ecumenico, sistematico e pastorale.
La sfida che il Convegno APL di Verona ha voluto accettare, e che la pubblicazione degli atti attesta con bella evidenza, può essere così formulata: nella articolazione della “ministerialità liturgica” si manifesta, simbolicamente, il percorso di riconsiderazione ministeriale ed ecclesiale, maturato nel cammino della cultura comune e della coscienza cristiana, durante gli ultimi 100 anni.
Il volume offre un’ampia riflessione sul tema della ministerialità, da molteplici e diversi punti di vista, ponendo la teologia e prassi liturgica in un dialogo deciso e aperto con cultura contemporanea. Gli autori evidenziano alcune delle mete raggiunte, ma soprattutto le vie non ancora percorse. Ci auguriamo che il testo possa rappresentare un punto di partenza per continuare ad elaborare risposte alle numerose istanze che la questione della ministerialità pone alla Chiesa di oggi.
La Chiesa-madre giudeo-cristiana di Gerusalemme, è all'origine della ricca letteratura apocrifa assunzionista. Gli scritti apocrifi denominati transitus e dormitio illuminano il culto che i giudeo-cristiani praticavano nei luoghi legati al trapasso di Maria (monte Sion), e alla tomba della Vergine al Getsemani. La festa ebraica delle Capanne (sukkot), carica di valenza escatologica, è una chiave di lettura del mistero dell'Assunzione di Maria. La letteratura assunzionista ha un triplice scopo: difendere, confermare e attualizzare il credere Maria come Vergine madre di Dio. La diffusione degli apocrifi colma vuoti circa le origini e la fine gloriosa di Maria onorata con diversi titoli tra cui quello di Madre dei dodici rami. Gli apocrifi sono fonti a cui teologi, pastori, liturgisti, artisti si sono ispirati per diffondere il culto mariano. Non si potrebbero infatti celebrare le feste solenni di Maria senza il ricorso a questi testi. Giovanni Paolo II riconosce anche la tradizione apocrifa come traccia che ha contribuito alla formazione del dogma dell'Assunta del 1 novembre del 1950. Il libro del Riposo etiopico, il Transitus Romano, il libro dello Pseudo Giovanni, il racconto dello Pseudo Melitone, il racconto della Storia Eutimiaca, l'omelia di Teotecno di Livia e la Legenda aurea di Jacopo da Varazze, costituiscono una lettura valida per comprendere tradizioni circa una delle feste più care alla pietà mariana.
La buona recezione della liturgia postconciliare si gioca sulla maturazione della capacità di celebrare (ars celebrandi). È ormai evidente che l'agire rituale esige una competenza specifica, che consiste anzitutto nel rispettare le regole fondamentali del rito stesso. L'accostamento tra rito e teatro fa emergere aspetti fondamentali di tale competenza, pur dentro un rapporto complesso tra realtà e finzione, tra reale e virtuale. Anche se su piani diversi, entrambe le esperienze hanno la capacità di "mettere in scena" il mondo per trasformarlo, attivando tutti i linguaggi di una performance globale.