Il neorealismo è stato tra i fondamenti di una cultura cinematografica che papa Francesco ha poi coltivato e arricchito nel corso del tempo e di cui il suo magistero è nitida testimonianza: non sono rare, infatti, le occasioni in cui il Papa ha fatto riferimento a questo o quel film nell'ambito di discorsi e omelie e perfino nei grandi testi del suo magistero. È emersa così l'idea di una intervista al Papa che cerca di comporre un quadro unitario del suo rapporto con il cinema, ma che va anche molto oltre. In questa intervista il Santo Padre afferma la forza testimoniale e documentale delle immagini e dei film, riconoscendo per alcuni di essi il loro valore universale e la loro capacità di interrogare il cuore dell'uomo. Oltre all'intervista a papa Francesco il volume si compone di un saggio nel quale viene proposta una riflessione sull'importanza dello sguardo tra memoria e storia a partire dall'esperienza del neorealismo: un'analisi che guarda al fenomeno neorealista senza pretese filologiche ma allargando volutamente l'interpretazione alla luce delle vicende presenti e delle specifiche riflessioni del Papa su questo cinema. Arricchiscono infine il volume le opere inedite e originali dell'artista Walter Capriotti che reinterpretano alcuni dei capolavori del neorealismo estendendo lo sguardo anche oltre quel cinema. "Vedere è un atto che si compie solo con gli occhi, per guardare occorrono gli occhi e il cuore. I film neorealisti non sono dei documentari che restituiscono una semplice registrazione oculare della realtà; la restituiscono sì, ma in tutta la sua crudezza, attraverso uno sguardo che coinvolge, che muove le viscere, che genera compassione. È la qualità dello sguardo a fare la differenza, allora come oggi. Quello neorealista non è uno sguardo da lontano, ma uno sguardo che avvicina, che tocca la realtà così com'è, che se ne prende cura e, dunque, che mette in relazione". (Papa Francesco)
La sala della comunità prima di essere uno spazio fisico è un "luogo della mente"; oserei dire è uno "spazio teologico" dove la Chiesa e le comunità ecclesiali sul territorio si giocano il rapporto con l'uomo contemporaneo e con la cultura della nostra epoca. La sala della comunità potrebbe assurgere a caso di specie o, meglio ancora, potrebbe essere quel "luogo privilegiato" in cui sperimentare delle nuove pratiche di socialità e di evangelizzazione. Quello che spesso manca alla Chiesa non sono le strutture (ce ne sono in abbondanza), mancano i contenuti e le idee con i quali farle vivere. Il gap che attanaglia le comunità ecclesiali non è di tipo strutturale, ma culturale e, forse, in definitiva anche spirituale. Stare, vivere nella contemporaneità, aprirsi al mondo non è solo un fatto di consapevolezza, ma grazie alle sale della comunità e alle attività che si svolgono al suo interno (attività culturali, cinema, teatro, musica) la Chiesa potrà assumere uno stile nuovo che segnerà la stessa prassi pastorale.
Un'interpretazione diretta e non allegorica del Cantico dei Cantici attraverso numerosi riferimenti cinematografici. Non un commento esegetico, ma una lettura d'amore, un invito a comprendere che l'incontro di un "io" con un "tu", quando diventa un "noi", spalanca le porte della vita divina. Per evitare che questo poema diventi una sorta di "Atlantide" della Sacra Scrittura e per farlo conoscere e amare. Il Cantico, perla custodita nella conchiglia della Bibbia, vede come protagonista una coppia che non smette mai di dichiarare il proprio amore: due attori, due amanti che manifestano il loro desiderio e anelano a vivere l'amore profondamente gioioso e tenero, dono straordinario del Dio-Creatore. "...e in ogni caso, non è al possesso che aspiro. Credo invece che siamo entrambi dentro un altro essere che abbiamo creato, e che si chiama 'noi'." (Robert ,Clint Eastwood, ne "I ponti di Madison County")
In occasione dell'Anno della Fede, l'ACEC ha realizzato questo volume.«Il bisogno di credere è un bisogno pre-politico e pre-religioso sul quale poggia il desiderio di sapere. Riconoscendo l'importanza di tale bisogno, noi atei possiamo favorire il dialogo tra credenti e non credenti...». Così si esprimeva, recentemente, la filosofa francese Julia Kristeva. Molti film sono stati inseriti nel presente volume proprio partendo da questa considerazione. Anche quelli che apparentemente sembrano muoversi su territori lontani dalla fede, ne sono talvolta profondamente vicini. I valori cristiani seminati a larghe mani nella lunga storia di duemila anni, improvvisamente emergono quasi carsicamente nella letteratura, nel teatro e nel cinema che, tra tutte le forme d'arte, è forse quella che riesce a metabolizzare meglio il credo cristiano in chiave contemporanea. Il cinema contemporaneo, quello che sa osare e non si adatta a riprendere e ad adeguarsi al "politicamente corretto", crede in una alterità posta al di fuori di se stesso. È un cinema, naturalmente, che di solito non offre risposte, ma pone tante domande, lasciandole spesso irrisolte. La vera difficoltà, non solo per il cinema, sta casomai nella capacità di porle correttamente, anche perché le risposte stanno nel cuore delle stesse domande.Le 14 schede dei film sono redatte da Cinema in prospettiva con la supervisione critica e pastorale di Don Gianluca Bernardini.
Una selezione di opere utili per comprendere come la famiglia sia una continua fonte di ispirazione, un tema centrale nell'immaginario cinematografico. Seppur tartassata o trascurata, la famiglia fornisce una risposta ai grandi cambiamenti nella vita dell'uomo, alle insicurezze, ai fragili equilibri politico-economici e sociali che caratterizzano il primo decennio del nuovo millennio. E il cinema offre un'opportunità feconda per uno sguardo analitico sulle dinamiche relazionali e sulle disfunzioni della famiglia. Il volume si propone come utile strumento per tutti coloro che operano nel settore della comunicazione, dagli studenti ai docenti, in particolare per gli animatori della comunicazione e della cultura e per i cineforum, per i dibattiti con gruppi e famiglie in occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie.
Un fenomeno singolare caratterizza il panorama televisivo nazionale da più di vent'anni: il costante successo della fiction religiosa. A rappresentare questo filone di indubbio successo, in grado di adunare sempre numerosi telespettatori, sono le storie di figure bibliche, le biografie-agiografie di santi, papi e preti esemplari, nonché le stravaganti avventure di preti detective. Ma perché queste fiction sembrano andare sempre così bene? Qual è il pubblico che le guarda? E chi sono i protagonisti di queste storie: religiosi dalla vita esemplare o semplicemente eroi dalla veste religiosa? Nell'analizzare l'impianto, gli aspetti narrativi, nonché le questioni relative agli ascolti televisivi di queste fiction, l'autore si sofferma anche su temi di carattere sociologico, per cercare di comprendere perché una società segnata da un processo di secolarizzazione manifesti un "ritorno del sacro", un fermento religioso che ha ricadute anche in ambito televisivo.
I padri tornano alla ribalta. Il cinema italiano, e non solo, indaga e riscopre la figura del padre. Una panoramica attraverso una ventina di film ed una decina di interviste ad attori, attrici e registi come: Luca Argentero, Anita Kravos, Diane Fleri, Pupi Avati, Alessandro Angelini.
Un altro? Ancora un libro sul linguaggio audiovisivo e sull’analisi del film? Non sono già abbastanza le opere di questo tipo che – più o meno polverose – popolano gli scaffali delle librerie? Questi immagino possano essere gli interrogativi che subito verranno alla tua mente di lettore quando (per caso o per scelta) ti troverai in mano questo libro. E questi sono stati i dubbi che hanno accompagnato i primi passi del mio lavoro. Alle esitazioni e ai timori si sono però, giorno per giorno, contrapposte le ragioni e le passioni che stanno dietro questo lavoro, immaginato e desiderato in tanti anni di incontri. Incontri con i film, con i loro spettatori e con i tanti – diversi – esperti dell’affascinante universo cinematografico. Cineforum, conferenze, laboratori e corsi di approfondimento, serate in cui la discussione si protraeva fino a tardi, costando a tutti il giorno dopo un risveglio più brusco del consueto. Nessuna ambizione teorica. Soltanto l’intento di offrire uno strumento votato ad un particolare ‘uso’ dell’analisi del film, che ne commisuri la pratica alle esigenze del cineforum.
Alberto Bourlot è docente presso l’Università Cattolica di Milano e svolge un’intensa attività professionale di consulenza semiotica. Ha pubblicato Parola, Immagine e Simbolo (San Paolo 1997), Immagini della Scrittura (Queriniana 2002) e il primo volume di questa Introduzione alla metodologia del cineforum (Effatà 2007). Insieme a Mariagrazia Fanchi ha pubblicato anche La Sala della Comunità (Effatà 2004) e I pubblici della Sala della Comunità (Effatà 2006).
Nel cinema è consueto trovare tracce di immagini, segni, passaggi narrativi che rimandano alla Sacra Scrittura. Partendo dalla personale visione e dal racconto di alcuni film, gli autori si propongono di ricercare un respiro che si nutra di tale riferimento, esca dallo schermo per diffondersi rafforzando il segno visivo con lo Spirito della Parola. Nell’analisi delle pellicole selezionate, si incontrano donne che cercano Dio, parlano direttamente di Lui oppure si pongono domande sull’esistenza terrena e sull’eterno. Le protagoniste che vivono nel limitato tempo di celluloide non necessariamente sono credenti, ma le riflessioni etiche o le suggestioni spirituali sono presenti nella loro quotidianità. Comunque in tensione verso il cielo queste donne si confrontano con l’umano e con un Dio interrogato, provocato, a volte frainteso, altre volte amato. Il desiderio è quello di condividere con il lettore l’emozione che scaturisce nel cogliere, durante la visione di un film, una rappresentazione visiva dei molteplici segni del divino.
Eugenia Romano lavora nel settore dei cartoni animati per il cinema e la televisione. Organizza seminari sul cinema presso la Scuola Internazionale di Comics di Firenze e attività di cineforum presso vari enti.
Andrea Bigalli proviene da studi teologici e di antropologia. Giornalista pubblicista, è critico cinematografico presso Radio Toscana e collabora con alcune riviste. Svolge attività di direzione e animazione di cineforum per varie associazioni. È vice delegato regionale dell’Associazione Cattolica Esercenti Cinema.
Il cinema insegue i giovani, sia confezionando prodotti per loro sia parlando di loro. Il libro presenta un ampio e aggiornatissimo panorama di film italiani, con interviste a registi e attori.