Anche quest'anno la Collana Percorsi di Comunicazione, propone, nel suo decimo volume, una serie di riflessioni originali e complementari sul Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, arrivata alla sua 56a edizione. L'invito del Papa ad imparare ad ascoltare con l'orecchio del cuore ha infatti ispirato diversi docenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell'Università Salesiana a commentare il suo Messaggio a partire dalle proprie competenze nel campo della comunicazione sociale. I primi tre saggi (Teresa Doni, Cristiana Freni, Fabio Pasqualetti) offrono una visione più generale e "fondativa" del valore e della necessità di riscoprire la dimensione spirituale, antropologica e socio-culturale dell'ascolto; segue una suggestiva visita guidata all'"ascolto" di alcune opere d'arte rappresentanti storie e personaggi della Sacra Scrittura(Gian Carlo Olcuire), che introduce i saggi successivi, maggiormente entrati su temi specifici. L'attenzione è posta in primo luogo al mondo della comunicazione, in particolare al giornalismo (Renato Butera e Pietro Saccò) e all'ascolto radiofonico (Cosimo Alvati). Gli ultimi tre contributi propongono una riflessione sull'emergenza educativa (Emanuela Proietti), la presentazione delle "7 regole dell'arte di ascoltare" (Vittorio Sammarco), la condivisione sul senso dell'ascolto nella metodologia propria dell'intervista sociologica (Maria Paola Piccini). Dall'orecchio al cuore. Esplorando nuove vie di ascolto si presenta afferma Vania De Luca nella sua prefazione - come un volume che fa proprio, e, contemporaneamente ripropone con coraggio, l'invito contenuto nell'Evangelii Gaudium: «Abbiamo bisogno di esercitarci nell'arte di ascoltare, che è più che sentire» (EG n.171).
L’Istituto di Teologia Pastorale dell’Università Pontificia Salesiana ha promosso questa pubblicazione in cui si vuole riflettere – fedelmente al dettato del recente Sinodo dei Vescovi del 2018 – sul trinomio Bibbia, giovani e discernimento vocazionale: si vuole cioè mostrare, sotto varie angolature e da diverse prospettive teologiche e pratiche, come l’animazione biblica della pastorale, soprattutto nell’ambito giovanile, possa offrire percorsi e strumenti a servizio del discernimento di vita anche in vista di scelte vocazionali in senso ampio ed in senso specifico. Un ulteriore contributo di studio alla riflessione in atto nelle comunità cristiane su come ascoltare, dialogare, educare la fede delle giovani generazioni.
Guido Benzi. Sacerdote diocesano di Rimini (8 dicembre 1990). Licenziato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico nel 1992, ha conseguito il Dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana nel 2004. Attualmente è Docente Stabilizzato di Sacra Scrittura presso la Università Pontificia Salesiana (Roma), membro dell’Istituto di Teologia Pastorale e Docente di Antico Testamento presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” di Rimini.
Franciszek Krason. Salesiano dal 1975 e sacerdote dal 1982, ha ottenuto il dottorato in Liturgia presso il Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo di Roma nel 1987. Negli anni 1987-2014 è stato docente di liturgia e omiletica nel Seminario Salesiano di Cracovia. Attualmente è professore straordinario di liturgia nella Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana di Roma e membro dell’Istituto di Teologia Pastorale.
L’accattivante riflessione su Archivi e memorie di santità nasce dalla collaborazione tra Centro Studi sulle Figlie di Maria Ausiliatrice della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” e Archivio Storico dell’Ispettoria Piemontese delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) di Nizza Monferrato. Un contributo più generale sulla santità uciale introduce ad altri sui caratteri specifici salesiani, sugli archivi in cui si devono custodire le tracce di un vissuto educativo multiforme. Le attività di ricognizione e ordinamento del prezioso archivio storico della Casa madre delle FMA manifestano, in tal senso, l’intenzione di aprirsi all’interesse della vasta comunità di studio e sociale, anche grazie all’adesione al sistema informativo di CEI-AR. Dalla lettura emerge come la memoria di un’identità sia sempre condizionata da chi conserva o disperde documentazione che ritiene significativa o meno, come pure che la santità, anche quella feriale, ha una componente di originalità che supera gli schematismi virtuosi in cui si è tentati di circoscrivere il vissuto. Per questo il volume, muovendo dagli archivi delle FMA, intende offrire spunti di riflessione a chiunque abbia interesse alla memoria quale germe e “chiave di accesso” al futuro.
Il volume offre al lettore i frutti della accurata indagine sulle testimonianze del Processo canonico di S. Maria Domenica Mazzarello, confondatrice con don Bosco dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. La conoscenza e l’approfondimento della figura spirituale dei fondatori e delle fondatrici è di grande importanza per la comprensione dell’identità dei membri di un Istituto religioso. Per la specifica missione ricevuta da Dio, i fondatori diventano insostituibile punto di riferimento, “regola vivente” e modello di santità, per i discepoli. La ricerca si concentra sulla santità, elemento che riteniamo radicale e centrale nella vita di Maria Domenica Mazzarello. La fecondità della sua vita e della sua missione ecclesiale nasce esattamente dal peculiare tipo di santità che ella ha realizzato: si tratta di scoprire non ciò che Maria Domenica ha fatto per Dio, ma ciò che Dio ha realizzato nella sua via e come ella si sia lasciata abitare e trasformare dalla grazia, diventando riflesso della bontà di Dio, vangelo vivente per le sorelle e le giovani del suo tempo e oltre il suo tempo. Cogliere teologicamente la missione e la forma di santità è dunque compito di straordinaria importanza, non solo per la comprensione personale della Santa mornesina, ma anche per la retta interpretazione ed attuazione della sua eredità spirituale.
Dopo aver affrontato il tema della mistica, della contemplazione e della misericordia, l’Istituto di Spiritualità dell’Università Pontificia Salesiana propone in questo volume uno studio sulla vita cristiana considerata come preludio dell’eternità: “Morte e vita dalla prospettiva della teologia spirituale”.
Sebbene siano numerosi gli studi storici, sociologici, filosofici, psicologici e di letteratura sulla morte, non è un tema tanto considerato oggi nella teologia e tanto meno nella teologia spirituale. Si direbbe che la nostra cultura, già disinteressata della morte e, quindi del morire, pretenda anche di rimuovere la vita eterna.
La riflessione di una quindicina di autori che collaborano nella presente ricerca privilegia non tanto la dottrina biblico-cristiana sulla fede nella vita eterna o la sua articolazione sistematica e conseguente teorizzazione a favore di una tesi prefissata, ma il vissuto cristiano in quanto oggetto di studio specifico della teologia spirituale. In concreto, la riflessione sulla morte non può evitare di considerare l’esperienza del morire vissuta dal morente. Anzi, è opportuno partire metodologicamente dal morire concreto, recuperando così la priorità della vita eterna ed evitare speculazioni inverificabili.
In coerenza col metodo teologico-esperienziale della teologia spirituale, che si propone come strumento di lavoro, si inizia dall’analisi fenomenologica del vissuto, per poi interpretarlo teologicamente, e concludere con delle considerazioni pedagogiche ricavate dall’esperienza riflessa.
Il Forum nazionale dei docenti di teologia spirituale compie in questo 2016 il quinto anniversario di celebrazioni ininterrotte, concluse con un raduno programmato presso l'Istituto di Teologia della Vita Consacrata, al Claretianum. Iniziate nel 2012 con l'incontro presso l'Università della Santa Croce, si sono dimostrate un efficace e fraterno appuntamento per condividere la fatica del lavoro universitario, ma soprattutto per scambiare punti di vista e contenuti attinenti alla disciplina e per favorire la mutua conoscenza.
Questo volume pretende riscoprire il Vangelo della misericordia seguendo i passi di chi l'ha messa in pratica: i santi ne hanno fatto esperienza diretta, l'hanno dispensata e ce la trasmettono perché sia nuovamente vissuta e annunciata. Sono proprio loro che guardano il lebbroso, la peccatrice, il povero, l'affamato... con gli occhi di Dio e rigenerano fiducia, bontà e tenerezza, abbattendo ogni resistenza al perdono divino. Gli autori, fedeli al metodo della teologia spirituale, offrono tanti spunti spirituali non solo per i cultori delle scienze teologiche ma anche per chi vuole riflettere sull'essenza della vita cristiana. Essi partono dalla Sacra Scrittura, fonte originaria per interpretare la misericordia di Dio. L'esercizio della misericordia divina si esprime in diversità di vissuti che rispecchiano, ognuno con caratteristiche particolari, il volto misericordioso di Cristo: Agostino fa diventare le sue Confessioni un canto di lode a Dio; Francesco d'Assisi, diventando fratello minore, si rivela figlio del Dio della misericordia... Il volume, elaborato da più mani, si presenta come opera monografica e uniforme. Ogni contributo ha tre parti ben differenziate: il brano biblico, il vissuto di santità e l'applicazione alla vita. A conclusione di ogni capitolo, per aiutare la preghiera e la riflessione personale e di gruppo, gli autori hanno aggiunto una bibliografia essenziale ed alcuni brevi testi ricavati dai singoli vissuti di santità.
"Lo sguardo contemplativo riesce a scoprire, al di là delle apparenze esterne, valori che sono permanenti, autenticamente umani, veramente spirituali e, addirittura, divini. La contemplazione è un'attenzione amorosa, semplice e permanente delle spirito verso le cose divine, grazie alle quali si rinnova l'amore al bene e la gioia per la percezione della bellezza."
Quando Dio chiama stabilisce un rapporto personale in vista di una missione specifica. Il chiamato è attirato dal Signore come Abramo, “l’amico di Dio”, o come Paolo di Tarso che si sente «afferrato da Cristo» (Fil 3,12). Gesù si manifesterà ai discepoli in un clima di grande amicizia: «Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici» (Gv 15,15). Questo rapporto di amicizia produce una trasformazione permanente della vita e della missione.
La novità del volume sta nell’attenzione ai diversi livelli della vocazione biblica. Infatti, un asse verticale (la chiamata di Dio) si snoda in un asse orizzontale (i messaggi per il popolo, nelle varie circostanze) e percorre un asse esistenziale (la vocazione prende tutta l’esistenza del chiamato). Il volume presenta degli spunti sul lungo itinerario d’inculturazione della Parola in Israele e nella comunità cristiana; non offre, dunque, dei “sussidi” pronti per l’uso pastorale, ma piuttosto uno strumento per approfondire e aggiornare la “formazione permanente” nel campo biblico, attraverso questa grande finestra vocazionale. Alcune pagine richiederanno una lettura più attenta, “a piccoli sorsi”, necessaria per assimilare aspetti nuovi.
Attraverso l’ascolto, la meditazione e la pratica della Scrittura, nell’armonia corale della Tradizione, sono fiorite in Israele e nella Chiesa le più diverse vocazioni e missioni, dando frutti straordinari in ogni secolo, per il bene di tante persone. Il dono dello Spirito agisce efficacemente e, con l’adesione personale, conduce a una profonda trasformazione del cuore in un rinnovato itinerario personale.
Rafael Vicent è nato a Burriana (Castellón – Spagna). Dopo la Licenza in Teologia a Salamanca, ha insegnato nel Centro Teologico Salesiano “Martí-Codolar” (Barcellona). Ha conseguito il Dottorato in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma nel 1992. Attualmente è docente di Antico Testamento e Lingua Ebraica nella Facoltà di Teologia e cura il settore biblico dell’Istituto di Teologia Spirituale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma.
La teologia morale e la teologia spirituale indagano il misterioso rapporto tra lo Spirito Santo che attrae all’altezza della vocazione in Cristo e la libertà umana che, sempre in azione, si lascia o meno a Lui conformare nel vivere la carità. Quali intersezioni e quali parallelismi sono riscontrabili tra teologia morale e teologia spirituale? In che rapporto stanno le due discipline, dato l’insistere di entrambe sulla teologia della vita cristiana? Vi è un apporto peculiare di ciascuna?
Il presente studio tenta di rispondere a queste domande. In un primo momento, di profilo storico, Donna Orsuto traccia L’evoluzione storica del rapporto tra teologia morale e teologia spirituale, e Diego Facchetti illustra Il contributo di un protagonista: Tullo Goffi. Nel secondo momento, di taglio sistematico, Basilio Petrà propone Una prospettiva della teologia morale sulla teologia spirituale, mentre Ezio Bolis offre La prospettiva della teologia spirituale sulla teologia morale. Nel terzo momento, di carattere prospettico, Jesús Manuel García delinea Le prospettive e linee di lavoro promettenti nel rapporto tra teologia spirituale e teologia morale, e Giuseppe Trentin ne coglie i Nodi problematici e orizzonti futuri. Il contributo finale di Sergio Bastianel fornisce alcune sintetiche Conclusioni.
La questione del rapporto tra teologia morale e teologia spirituale è sopraggiunta a seguito della disarticolazione della teologia avvenuta in epoca moderna. La revisione critica di questa disarticolazione ha indotto il ritrovamento dell’unità della vita cristiana che, secondo il dettato di Optatam Totius 16, è definita da «l’altezza della vocazione dei fedeli in Cristo e il loro obbligo di apportare frutto nella carità per la vita del mondo».
Nella prima parte, il volume «Mistici nello Spirito e contemporaneità» risponde certamente all’impegno di trovare un accordo sul concetto di «mistica» (Rossano Zas Friz De Col), ma anche allo sforzo di calare l’esperienza mistica nella vita dell’uomo contemporaneo, il quale vive in una società di grande attivismo, di forte dinamismo e anche di sbrigatività ma, proprio per questo, non priva di occasioni di incontrare lo Spirito (Franco Garelli).
L’abbagliante splendore dei grandi personaggi mediatici ci impedisce oggi di vedere i silenziosi «mistici nello spirito» che vivono con noi, attivi e partecipi delle grandi sfide del nostro tempo; non chiusi nel neoplatonismo delle idee, immersi nella straordinarietà degli eventi o appartenenti ad una aristocrazia elitaria dello spirito, ma «con gli occhi aperti» a tutto ciò che accade nel mondo: lavoro (Paola Bignardi), educazione (José Luis Moral), corporeità (Amedeo Cencini), politica (Paolo Carlotti), cultura virtuale (Francesco Asti).
Nella seconda parte del volume, e senza negare che alcuni «luoghi tradizionali » come la preghiera, i sacramenti, la parola, la liturgia, … sono quelli più adatti all’esperienza spirituale mistica, vengono esaminate altre zone dove lo spirito aleggia e dona vita: la bellezza nell’arte (Yvonne Zu Dohna),
il pellegrinaggio cristiano (Jesús Manuel García), la letteratura (José Luis Plascencia), la musica (Massimo Palombella).
A conclusione del volume, Bruno Secondin evoca la figura dei «mistici nostri contemporanei», uomini e donne del nostro tempo che vivono la quotidianità intesa come vita forte e pregnante in Cristo, che si lasciano abbracciare dall’Amore, nell’umile dimensione della secolarità.
Il volume è a cura di Jesús Manuel García.
Partendo dalle fonti della letteratura teologico-spirituale, l’autore articola e giustifica i fondamenti epistemologici di un progetto di teologia spirituale che trova nell’esperienza vissuta il terreno di incontro con le altre discipline teologiche e il punto focale della propria specializzazione. La fede infatti si esprime attraverso l’esperienza vissuta ed è chiamata a svilupparsi in essa. L’esperienza, da parte sua, è frutto della fede, passa attraverso la fede e in essa si evolve.
Questo volume ha carattere didattico e introduttivo. È frutto di anni di insegnamento e condivisione con studenti e colleghi. Accenna appena a questioni ancora discusse nell’ambito dell’epistemologia della teologia spirituale, ma si preoccupa di offrire al lettore una articolazione logica e coerente circa l’intero impianto della disciplina, basandosi sulle convergenze ormai acquisite dai cultori della teologia spirituale. Il lettore è aiutato ad approfondire le singole questioni riguardanti la natura, il metodo, le fonti e il carattere intra e interdisciplinare della teologia spirituale. A questo sono mirati gli abbondanti suggerimenti bibliografici, l’indicazione degli obiettivi all’inizio di ciascun capitolo e la proposta di lettura ragionata di alcuni testi fondamentali.
Nell’elaborazione di questo studio, l’autore, – seguendo l’esempio di Giovanni della Croce, nel suo invito all’anima a salire il monte della perfezione –, vuole assomigliare al viaggiatore che si reca in terre nuove, lasciandosi guidare certamente dalle proprie conoscenze, sia pure avvolto nell’incertezza, ma anche dalle informazioni degli altri, nel tentativo di superare conoscenze precedenti (cf. 2N 16,8).
Jesús Manuel García è docente di teologia spirituale e direttore dell‘Istituto di Teologia spirituale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Nato a Moral de Hornuez (Segovia - Spagna), ha iniziato gli studi nel «Centro de Estudios Superiores» di Madrid e ha continuato l’iter formativo nell’Università Pontificia Salesiana di Roma. È Consultore della Congregazione dei Santi e membro del Comitato di direzione della rivista «Mysterion». L’ultima pubblicazione presso la nostra editrice è un’opera in collaborazione: Teologia e spiritualità oggi. Un approccio intradisciplinare, Roma, LAS, 2012.