Paola è tenace e la tetraparesi spastica non le impedisce di sperimentare faticose meraviglie: un impensabile viaggio in Terra Santa, il mirabolante uso del computer, una Via Crucis sulle pietre toccate da Gesù. "Nel 2011 ho realizzato il sogno di quel viaggio e non chiedo di più". Una richiesta invece la fa, a nome di tutti: "Vorrei capire con il cuore qualcosa che con la testa so da tanto, e cioè che la disabilità non è la fine del mondo, poiché quaggiù un poco disabili lo siamo tutti". Un piccolo libro che è anche un coro di voci, nel quale l'autrice fa parlare parenti e amici, l'eroica mamma Gemma e i giornalisti che l'hanno aiutata a raccontare l'avventura del viaggio e della vita.
Nella fase terminale della malattia il paziente, spaventato e inerme, privato dell'autonomia e della dignità, ha bisogno di medici ma ancor più della presenza di persone amorevoli e comprensive, di un'assistenza ricca di umana compassione, oltre che professionalmente qualificata. Le storie raccolte nel volume raccontano di relazioni efficaci tra medici, volontari e ammalati accolti all'hospice "Il gabbiano", inaugurato nel 2007 in provincia di Pordenone. E assumono involontariamente la forma di "testamenti etici" che cercano caparbiamente un senso all'esistenza anche quando la vita sfugge inesorabilmente. La parte finale del volume propone gli elaborati di studenti liceali che hanno svolto percorsi di studio su tematiche bioetiche, sul significato esistenziale e religioso della morte e sulla letteratura che affronta il tema della vita al suo termine.