Alberto Marvelli (1918-1946) è una esemplare figura di laico cattolico. Fin da ragazzo visse con grande impegno la propria fede, alimentandola con un'intensa vita di preghiera e testimoniandola nell'impegno dei propri doveri quotidiani di studio e di lavoro, nella Chiesa, nella società, nella carità verso i poveri.
Visse da protagonista coraggioso e infaticabile i difficili anni del fascismo, della guerra e della ricostruzione. Fu dirigente dell'Azione Cattolica della diocesi di Rimini e presidente dei Laureati Cattolici, membro del direttivo della Democrazia Cristiana e assessore comunale.
La Chiesa lo propone quale modello di "santità nel quotidiano" per i cristiani del terzo millennio.
Nel Diario Alberto Marvelli riunì le riflessioni più profonde, i dubbi, le certezze, gli slanci, che sostennero la sua breve ma intensa esistenza. Le Lettere, scritte ai familiari, agli amici e ai collaboratori, rivelano il suo animo sensibile e attento ai bisogni dei fratelli, ma insieme acceso da uno straordinario e contagioso ardore apostolico.
Fausto Lanfranchi, nato a Rimini il 31 maggio 1926, si è laureato in lettere e filosofia presso l'Università di Bologna. Dopo alcuni anni di insegnamento è entrato nel Seminario Diocesano di Rimini ed è stato ordinato sacerdote nel 1959. Ha conosciuto personalmente Alberto Marvelli: legato a lui da sincera amicizia, ne ha condiviso gli ideali e l'impegno laicale nelle sue molteplici iniziative. Attualmente è vicepostulatore nella causa di beatificazione. Per le Edizioni San Paolo ha scritto la vita di Alberto Marvelli (Alberto Marvelli. Ingegnere manovale della carità, 1996).
Amo ripetere a me stesso questa frase. Se non parli con l'uomo e la donna di oggi, ma ti ostini a parlare all'uomo e alla donna di ieri, stai diventando muto. Le tue parole sono logore. Chi ripete, non è fedele alla tradizione. Perché la tradizione si è continuamente incarnata, rinnovata, ricreata. Una Chiesa che non parla alle nuove generazioni è una Chiesa che non parla a nessuno. Chi non ascolta il grido che emerge dalla tragedia della pandemia non è fedele alla storia e non è un fedele al Dio della storia. Con questo piccolo libro, a partire dalla mia esperienza di malato di Covid e dalla mia vicinanza alla morte, ma soprattutto dalla voglia di rinascere, provo a offrirti alcuni spunti per guardare nuovamente con fiducia il futuro. Alla luce di quanto diceva Madeleine Delbrêl: "L'importante è nascere per bene in ogni morire". Prefazione di Matteo Zuppi.
Questo libro nasce da un corso di esercizi spirituali predicati da uno dei maggiori biblisti del nostro tempo ed è un percorso al centro del mistero della nostra salvezza, là dove si trovano le fondamenta dell'"alleanza" dell'umanità con Dio in Cristo. Queste radici della vita credente sono, oggi più che mai, essenziali: abbiamo sempre più bisogno, infatti, di tornare a comprendere il mistero della relazione che ci rende figli di Dio e fratelli. Padre Vanhoye percorre, qui, tutto il tema biblico dell'alleanza attraverso il sangue, per mostrarci come siamo salvati attraverso il dono della croce e come la nostra devozione al sangue di Cristo è fonte cui si abbevera necessariamente la nostra stessa vita. Come Cristo, infatti, conclude padre Vanhoye, «ha trasformato gli ostacoli della sua vita in mezzi di progresso, così tutta la nostra vita, unita a quella di Cristo e animata dallo Spirito Santo, può e deve diventare un'offerta continua a Dio e ai fratelli nella carità». Un testo che mostra come la conoscenza della Parola possa nutrire sempre più profondamente i nostri giorni, anche i più difficili.
Il “rispetto per la vita” é l’espressione sintetica che definisce il cuore della morale secondo Schweitzer. Conosciuto in Italia in quanto Premio Nobel per la pace nel 1952 per la sua opera come medico missionario e come interprete di Bach, in questo volume totalmente inedito in Italia egli esprime il centro del suo pensiero e la pluralità dei temi che gli furono cari: rispetto della vita in tutte le sue forme (vegetali e animali), denuncia della distruzione dissennata della natura, della proliferazione degli armamenti, del militarismo antiumanista.
Il volume contiene la prima traduzione integrale di quattro prediche di Albert Schweitzer, singolare documento della sua nascente filosofia morale e del tentativo di coniugare filosofia e teologia.
Nato a Kaysersberg (Alsazia) nel 1875, il giovane Albert Schweitzer studiò teologia e filosofia all’Università di Strasburgo. Nel 1901 pubblicò la sua prima opera teologica, Il problema dell’Eucaristia nella ricerca scientifica del XX secolo, cui segui, nel 1906, la famosissima Storia della ricerca sulla vita di Gesù, che gli valse la celebrità internazionale. Contemporaneamente si dedicava agli studi musicali, eccellendo come organista, specialmente come esecutore di Bach.
La prima grande svolta della sua vita fu l’iscrizione alla facoltà di medicina. Si laureò nel 1911 e, in compagnia della moglie, si imbarcò per il Gabon; fissò la propria residenza a Lambaréné dove fornì liberamente assistenza e ospitalità ai sofferenti di lebbra e di varie malattie tropicali, fino alla morte, sopraggiunta nel 1965. Per i meriti di medico nel cuore dell’Africa, nel 1953 gli fu assegnato il Premio Nobel per la Pace.
Albert Schweitzer rimane una delle figure più nobili del XX secolo.
"Possiamo dire che le parabole sono la dimostrazione antropologica che Cristo era davvero uomo, perché conosceva la vita nei dettagli futili del qui e ora, perché gli erano familiari paesaggi concreti, la polvere delle strade e le acque limacciose del Giordano, perché sapeva il sapore del vino e il gusto dell'acqua del pozzo. Perché aveva un'esperienza del mondo che può avere solo chi vi ha vissuto nelle contingenze particolari del presente" (dalla Prefazione di Franco La Cecla). In questo volume, Alberto Fabio Ambrosio offre al lettore una lettura inedita di alcune tra le più belle parabole dei Vangeli, dalla perla preziosa al buon Samaritano, dal banchetto di nozze al figliol prodigo.