La Galilea, terra da cui è partito il cammino di Gesù e il percorso della Chiesa, è un luogo simbolico, da cui può idealmente prendere il via l'esperienza di ogni laico cristiano, chiamato a vivere la propria spiritualità nelle realtà che abita quotidianamente: dalla famiglia al lavoro, dalla parrocchia alla città.
Non sappiamo più che cos'è la gratitudine, perché stiamo smarrendo la confidenza con la Grazia. Risposta a un dono gratuito, la gratitudine è l'unica restituzione possibile quando tale dono è immeritato e infinito. Dobbiamo però accorgerci di essere toccati, anzi visitati dal Bene. Ognuno di noi è destinatario di qualche messaggio speciale, nelle piccole e grandi occasioni della vita. Per poterlo ricevere, bisogna saper riconoscere e accogliere chi ce lo comunica. Non ci sono messaggi senza messaggeri. Il loro incontro ci affida una parola che è un dono per tutti. Chiunque può essere l'angelo della gratitudine per noi, anche noi possiamo esserlo per gli altri.
La speranza cristiana trasfigura l'attesa e promette un Regno alla comunità dei testimoni. Ci sono molti modi di incontrarsi sulla via della speranza. Il libro ne suggerisce alcuni, sulla base di tre approcci, dentro i quali affiorano tracce di un futuro diverso: l'analisi culturale, l'impegno pastorale, il racconto di esperienze di vita quotidiana. Sperare è riconoscere che il cielo e la terra si toccano; e il cielo è credibile quando illumina, promuove e riscatta la terra, non quando la demonizza, la dimentica o l'abbandona a se stessa.