La Retorica è la prima sistematizzazione filosofica dell'arte della persuasione, una pratica fondamentale nel mondo greco, riflesso diretto delle vicende della vita politica e dell'importanza del discorso pubblico come principale strumento di espressione della democrazia. Aristotele attribuisce per la prima volta alla retorica uno statuto teorico e dei principi propri, inserendola nella sua classificazione dei saperi, mostrandone la stretta connessione e, al tempo stesso, l'autonomia rispetto alla logica, l'etica e la politica. Questa nuova traduzione italiana con testo a fronte, curata da Cristina Viano, è la prima a essere basata sull'edizione di Kassel, la più recente e la migliore. Essa cerca di restare quanto più vicina al testo greco, al fine di riprodurre il più fedelmente possibile lo stile compatto e talvolta ellittico della prosa aristotelica. Le note hanno il compito di mostrare l'articolazione degli argomenti, chiarire i punti più difficili e soprattutto approfondire i rinvii sintetici alle altre dottrine del corpus aristotelico. L'introduzione offre una sintesi della storia, la struttura, i contenuti e la fortuna della Retorica.
Il volume raccoglie, con il testo greco originale a fronte, la traduzione curata da Mario Vegetti e Diego Lanza. Si tratta dei cinque scritti zoologici ("Ricerche sugli animali", "Le parti degli animali", "La locomozione degli animali", "La riproduzione degli animali" e "Il moto degli animali") e delle sette brevi opere di psicologia e fisiologia, i cosiddetti "Parva Naturalia" ("La percezione e i percepibili", "La memoria e il richiamo alla memoria", "Il sonno e la veglia", "I sogni", "La premonizione nel sonno", "La lunghezza e la brevità della vita" e "La respirazione").
La "Metafisica" rappresenta una delle opere più straordinarie del pensiero filosofico. In questa edizione con testo a fronte, la nuova traduzione e il commento di Enrico Berti, il più autorevole studioso italiano di Aristotele. La traduzione si basa sul testo dei manoscritti della cosiddetta 'famiglia alpha', oggi riconosciuti come i più affidabili perché non influenzati dal commento di Alessandro di Afrodisia e degli altri commentatori antichi. Essa si differenzia da quelle disponibili per il suo carattere il più possibile letterale, che aderisce al testo greco rendendo tra virgolette i neologismi e le espressioni tecniche introdotte da Aristotele. Il testo originale è quello dell'edizione Ross, ma si segnalano in nota tutti i passi in cui la traduzione se ne discosta. Le note aiutano la comprensione dei passi più difficili e danno conto dell'avanzamento degli studi più recenti. L'introduzione, infine, propone una nuova interpretazione complessiva della Metafisica di Aristotele, che Enrico Berti ha maturato in oltre cinquant'anni di studi.
"La democrazia si è formata quando si è passati, dalla convinzione che tutti sono uguali per certi aspetti, all'idea che tutti sono uguali per tutti gli aspetti (siccome tutti sono parimenti liberi, tutti si credono assolutamente uguali); per contro, l'oligarchia ha tratto origine dal fatto che, dall'essere alcuni diversi per un certo aspetto, credono di esserlo per ogni aspetto (poiché certi sono disuguali nella ricchezza, sono convinti di esserlo in ogni senso). Ecco allora che gli uni, ritenendosi uguali, si arrogano il diritto di partecipare in ugual misura a tutti i beni; e invece gli altri, convinti della loro diversità, pretendono per sé sempre di più, essendo appunto quel "di più" il segno di questa diversità." E quel che scrive Aristotele all'inizio del Libro V. La "Politica" di Aristotele nasce come "guida completa per capi politici e per cittadini attivi", ma ben presto il lettore si accorge che ad Aristotele non interessa una semplice analisi scientifica delle forme di governo, bensì la domanda, già posta nell'Etica Nicomachea: "Qual è il sommo bene per l'uomo?". E appunto di competenza dello studio della politica affrontare tale problema etico. La Fondazione Valla dedica alla nuova grande serie della "Democrazia in Grecia" sei volumi, dei quali questo è il secondo. Essa costituirà a più vasta antologia del pensiero greco sulle forme di governo dalle origini all’età ellenistica. Curata dai maggiori esperti internazionali del campo, la collezione costituirà un contributo fondamentale alla storia della civiltà politica dell’occidente.
La Politica è un saggio di economia, di storia delle costituzioni, di dottrina dello stato, di filosofia del diritto. Ma è soprattutto la trattazione di quella che, fra le scienze che si occupano della condotta morale dell’uomo, ha una funzione strutturale, poiché fornisce gli strumenti per ordinare uno stato in cui sia possibile vivere bene (e, ultimamente, umanizzarsi). Tessendo la sua ricca trama, Aristotele tiene uniti sintesi teorica e analisi (a tratti sorprendentemente “attuale”) della realtà del suo tempo, prescrizione ideale e sano realismo. Al centro di tutto, una concezione strutturalmente relazionale dell’uomo (“animale politico”), che oggi più che mai abbiamo necessità di riguadagnare.
Unica sopravvissuta di una serie di costituzioni greche attribuite ad Aristotele, la Costituzione degli Ateniesi è di grande interesse e di importanza straordinaria perché presenta nella prima parte una documentatissima storia della Costituzione ateniese dalle sue origini fino alla fine del V secolo e nella seconda ne espone il funzionamento ai tempi dell’autore, basandosi sulle leggi in vigore e sull’osservazione diretta. L’opera si inserisce in una serie di cinque volumi dedicati al tema della Democrazia in Grecia (i primi due volumi, dedicati alla Politica di Aristotele, sono già usciti).
Il volume presenta una nuova e originale traduzione dei sei trattati che costituiscono la raccolta conosciuta con il nome di Organon e che viene considerata come l'atto di nascita della "logica" occidentale. L'originalità della proposta editoriale non si limita alla traduzione, scientificamente accurata e particolarmente attenta alle esigenze e al linguaggio del lettore di oggi. La novità maggiore è la chiave interpretativa: la decisione è stata quella di non proiettare su questi testi il peso del grande sviluppo successivo della logica. In effetti l'Organon non può essere considerato solo come un'opera di logica proprio perché questa nasce "dopo" e "per effetto" di questi scritti. Non a caso il lavoro è stato svolto da giovani studiosi di storia della filosofia antica, ognuno dei quali ha curato uno specifico trattato, in un'attività che però ha sempre coinvolto l'intera équipe. Si è così riusciti sia a ricostruire un quadro unitario nel rispetto delle notevoli differenze tra i testi, sia a cogliere e valorizzare, oltre agli elementi tecnicamente "logici" presenti soprattutto negli Analitici, tutti gli importanti collegamenti che le opere hanno con altri ambiti del pensiero aristotelico, come la retorica e l'etica. È così emersa una delle caratteristiche del pensiero classico, interessato a capire la realtà molto più che a costruire un sistema chiuso e perfettamente coerente.
Scritte nel IV secolo a.C., "Retorica e poetica" - le opere che Aristotele ha dedicato all'argomentazione persuasiva e ai criteri sottesi alla produzione poetica - sono due dei trattati filosofici che hanno influenzato maggiormente la cultura occidentale. Tradizionalmente esclusi dall'"Organon" - l'insieme degli scritti logici di Aristotele - ma considerati come sue importanti appendici già da molti commentatori antichi e medioevali (da Al-Ghazali a Tommaso d'Aquino, passando per Alberto Magno e Ruggero Bacone), i due testi sono stati oggetto di rinnovata attenzione negli ultimi decenni, nel momento in cui le più acute intuizioni di Aristotele sono state, di volta in volta, applicate all'analisi della comunicazione di massa, alla retorica politica, alla teoria del romanzo, oltre che allo studio di gran parte dei nuovi linguaggi artistici e comunicativi, come quelli adottati dal cinema e dai media. Centrale, in entrambe le opere, è l'analisi delle passioni: ira e paura, audacia e benevolenza, vergogna e compassione sono fondamentali sia in quella "scienza del verosimile" teorizzata - attraverso i concetti di "mimesi" e "catarsi" - nei più noti passaggi della "Poetica", sia nell'"arte della persuasione" insegnata dalla "Retorica".
"Poiché non esiste città che non sia una comunità e non c'è comunità che non sussista in vista di un certo bene, è indubbio che tutte vanno in cerca di un qualche bene, ma soprattutto lo perseguirà la comunità che, per essere sovrana fra tutte e comprensiva di tutte, cercherà il bene che sovrasta tutti gli altri. Si tratta di quella che noi chiamiamo città o comunità politica." Le prime righe della "Politica" di Aristotele testimoniano del suo tentativo di fondare l'analisi politica sui valori etici. Tutto il libro è, in effetti, una riflessione attenta sulle forme di governo della Grecia classica. "Aristotele pensa alla democrazia" sostiene Richard Kraut, "come a un sistema che miri alla libertà, e non solamente all'uguaglianza", e un aspetto della libertà della quale i democratici devono tener conto consiste nell'equa suddivisione del potere ("vale a dire: governare ed essere governati a propria volta"). Ma un altro aspetto è per Aristotele ancora più interessante: la libertà di vivere la propria vita così come uno la sceglie. Introduzioni di Luciano Canfora e Richard Kraut. Commento di Trevor J. Saunders e Richard Robinson.
Lo studio dell'essere in quanto tale e delle sue categorie fondamentali in uno dei passi più celebri della "Metafisica" di Aristotele.
Il "De generatione et corruptione", opera poco conosciuta e sottovalutata, svolge un ruolo importante nelle riflessioni fisiche di Aristotele. Lo Stagirita affronta e risolve le questioni concernenti i quattro tipi di mutamento, distinti secondo la categoria di riferimento: la generazione e corruzione secondo la sostanza, l'aumento-diminuzione secondo la quantità, l'alterazione secondo la qualità, la traslazione secondo il luogo. L'articolazione di tali temi si sviluppa in un ricco confronto con i filosofi del tempo, con la ripresa della centrale tematica delle cause fisiche e con espliciti riferimenti al Motore immobile trattato nella Metafisica. L'ampia introduzione di Maurizio Migliori, che affronta le questioni di fondo proposte in questo testo, è completata da un saggio bibliografico di Lucia Palpacelli che espone criticamente tutti gli studi apparsi nell'ultimo trentennio. La traduzione e il commentario di Migliori sono stati rivisti e arricchiti sulla base di un analogo aggiornamento bibliografico. Il lettore ha così a disposizione un testo completo, presentato in un'ottica unitaria e sorretto da una lettura critica aggiornata.
Il volume presenta la traduzione latina del De anima di Aristotele condotta e commentata da san Tommaso d’Aquino, con testo a fronte in italiano. La cura e la traduzione di questo libro è stata condotta da un gruppo di studiosi provenienti dalle Facoltà di Filosofia italiane, statali ed ecclesiastiche, riuniti nel Progetto Tommaso e impegnati da anni nella lettura e nell’esame puntuale delle opere tommasiane, in lingua originale.
Opera della maturità dell’Aquinate (scritta tra il 1268 e il 1270), la Sentencia de anima mostra un Tommaso che sviluppa le teorie metafisiche e antropologiche dell’aristotelismo in modo personale ed originale. La traduzione critica qui pubblicata è dotata di ricchi apparati di introduzioni, lessico e indici, ed è destinata a segnare una tappa importante nella bibliografia tomistica.
L'Autore
Tommaso D’Aquino, profondo indagatore della psiche umana, autore di una originale sintesi di fede e ragione, a confronto con Aristotele, e unanimemente considerato uno dei più grandi pensatori dell’antichità.