La Vita di Antonio si presenta come una lettera che Atanasio invia ai monaci d'Occidente perché imitino e diffondano l'ideale monastico così come fu vissuto da Antonio. All'interno del racconto di Atanasio si possono individuare quattro fasi, quattro "fughe" che spinsero Antonio a cercare una solitudine sempre maggiore.
Nei tre testi, Atanasio risponde punto per punto alla dottrina eretica di Ario e si dedica ad un esame puntuale della Thalia, la principale opera dogmatica di Ario.
Viva testimonianza del Concilio di Nicea, difensore del Magistero contro l'eresia ariana.
Il percorso per l'enunciazione dello Spirito Santo nel Simbolo Niceno-Costantinopolitano.
Lo Spirito Santo "è il Signore e da la vita, e procede dal Padre; con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti" (Simbolo Niceno-Costantinopolitano). Questo pronunciamento fu preparato dall'opera di numerosi Padri: fra essi spicca Atanasio d'Alessandria che, nelle sue lettere a Serapione affronta per primo la questione.
Un classico della letteratura patristica sulla vita monastica. La biografia di S. Antonio - monaco nativo di Alessandria d'Egitto, vissuto tra il III e il IV secolo - è il best-seller della letteratura cristiana; è infatti una lunga lettera scritta (IV sec.) in greco dal vescovo Atanasio ai monaci d'Occidente al fine di indicare loro nella figura di Antonio Abate l'ideale monastico puro. La Vita, qui presentata nella prima vera traduzione italiana, è interessante per l'attualità del messaggio, mentre l'introduzione evidenzia l'importanza della trasmissione e della diffusione di idee anche in ambiti apparentemente molto lontani fra loro (ascetismo cristiano e yoga). Note di commento, ricche e puntuali, sotto vari aspetti - filologico, storico, esegetico e storico-religioso - accrescono il valore di questo volume.
Non tutti sanno che, accanto ai Padri della Chiesa (termine usato a partire dal V secolo per indicare i principali scrittori cristiani), sono esistite alcune Madri della Chiesa, la più celebre
delle quali è Santa Sincletica, detta la madre del deserto. La sua vita e i suoi preziosi insegnamenti sono racconti in questa biografia scritta intorno al 382 da pseudo Atanasio. La parte centrale del libro riguarda il pensiero di Santa Sincletica sui “pensieri malvagi”,
una riflessione di estrema attualità, capace di una fine e moderna analisi psicologica sui meccanismi del male che ciascuno sperimenta dentro di sé. Il volume fa parte della collana Vetera sed Nova, nata per far scoprire ai lettori l’attualità della parola dei Padri e della Madri della Chiesa.
L'AUTORE: Pseudo-Atanasio.
Gli antichi storici della Chiesa hanno voluto attribuire la Vita di Sincletica ad Atanasio (295-373), vescovo di Alessandria e autore di una celebre Vita di Antonio: come questa infatti narra i detti e fatti del patriarca del monachesimo cristiano, così quella descrive «la vita e i modi della beata maestra Sincletica»,
come rende esplicito il titolo greco dell’opera. La tradizione manoscritta tuttavia non è concorde nell’ascrivere la paternità dell’opera ad Atanasio, variando nell’attribuzione ad altri più o meno sconosciuti autori, quali un certo Policarpo asceta o un Arsenios Pegados, la cui identificazione, al pari del primo, rimane incerta. Connessa alla questione della paternità dell’opera è quella
della datazione. La tradizione colloca Sincletica nel IV secolo, senza ulteriori determinazioni. In base a una serie di indicatori interni ed esterni al testo
si può tuttavia ipotizzare che la data di composizione risalga alla metà del V secolo oppure, volendo restringere
Antonio Abate, cristiano, nativo di Alessandria d’Egitto, vissuto a cavallo tra il III e il IV secolo e morto nel 356, è considerato il padre della vita monastica cristiana. Avendo ascoltato il passo del Vangelo: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi tutto quello che possiedi, dallo ai poveri e vieni, seguimi, e avrai un tesoro nei cieli» (Mt 19,21), Antonio distribuì alla gente del suo villaggio i campi che aveva ereditato dai genitori, e riservò una somma per sua sorella. Ascoltò poi la frase «Non preoccupatevi del domani» (Mt 6,34) e allora donò il denaro che gli restava ai poveri e iniziò a praticare la vita ascetica nel deserto egiziano. Divenne un punto di riferimento per molti altri eremiti che vivevano nella regione, ma anche per i cristiani di Alessandria e del Basso Egitto che andavano a chiedergli consigli. Raccolse intorno a sé molti discepoli. Ma soprattutto la biografia che scrisse Atanasio divenne un manifesto per la vita monastica, un vero best-seller: ogni monastero ne aveva almeno una copia, e venne tradotta velocemente in molte lingue.
È molto venerato come santo, da tutte le confessioni cristiane.
La presente edizione è la prima, in assoluto, edizione italiana con testo critico greco e traduzione a fronte.
Atanasio di Alessandria (295 ca. – 373) è padre e dottore della Chiesa, ed è venerato come santo sia dalla Chiesa cattolica che dalla Chiesa ortodossa.
Dotato di ottima formazione letteraria e teologica, nel 318 entra nel clero di Alessandria d’Egitto. Con il suo vescovo Alessandro partecipa al Concilio ecumenico di Nicea nel 325. Nel 328 diventa vescovo di Alessandria d’Egitto: è l’inizio del suo lungo episcopato contrassegnato da aspre lotte sulla purezza della fede. Subì l’esilio tre volte. Durante i suoi soggiorni forzati a Treviri e a Roma diffuse l’ideale della vita monastica. Ritornato nella sua sede di Alessandria promosse l’evangelizzazione di molte regioni dell’Egitto e dell’Etiopia.
Le Lettere festali di Atanasio derivano dall'usanza dei vescovi di scrivere alle proprie diocesi per annunciare la data della Pasqua e, non di rado, diventavano strumento di catechesi, di esortazione e di notizie sulla situazione religiosa della diocesi stessa, fonte quindi di informazioni sulla vita delle prime comunità cristiane. Le Lettere di Atanasio sono un documento prezioso per ricostruire il suo pensiero teologico, tenendo conto del difficile tempo che la Chiesa egiziana del quarto secolo attraversava. Sono anche un'autorevole fonte di informazioni che aiutano a delineare il ritratto psicologico della personalità di Atanasio, figura di spicco nelle controversie teologiche del suo tempo. Questo volume raccoglie anche l'Indice delle Lettere festali redatto da un anonimo chierico che documenta l'attività della cancelleria episcopale alessandrina e offre ulteriori elementi d'informazione. Le Lettere sono 45; sono giunte a noi in due antiche versioni: siriaca e copta, poiché l'originale greco è andato perduto. Come per tutti i volumi di questa collana, il testo è arricchito da un'introduzione e bibliografia molto documentate e ogni lettera è preceduta da una scheda che ne registra il contesto storico, lo stato di conservazione e soprattutto i temi fondamentali affrontati.
Scritta nel IV secolo da Atanasio, la Vita di Antonio è un best seller della letteratura cristiana, presente in centinaia di codici nelle biblioteche di tutto il mondo. Di Antonio, "il padre dei monaci", conosciamo l'infanzia e la giovinezza, le notti trascorse vegliando e pregando, la predicazione, la fuga verso il deserto, i miracoli compiuti in nome di Dio, le battaglie contro i filosofi e gli eretici? In pochi racconti della letteratura universale troviamo tanta semplicità, tanta tensione drammatica, tanta ingenuità, unite a una sottile sapienza intellettuale, che continuano ad affascinare, oggi come sedici secoli fa, il grande pubblico. Completano la nostra conoscenza di questo padre del deserto i trentotto Detti e le sette Lettere sicuramente autentiche.
Prezioso documento, presentato per la prima volta in italiano, sulla lotta della Chiesa occidentale contro l'arianesimo.