Di solito i cattivi sono sempre gli altri. Almeno così ci sembra. E Caino, a guardarlo bene, buono non è. Eppure, visto da vicino, ci assomiglia in modo impressionante in molte azioni quotidiane, in "omicidi" più o meno simbolici perpetrati nei confronti di chi ci sta intorno e offusca la nostra immagine. Caino è geloso, teme di perdere la predilezione di Dio, ha bisogno di sopprimere il fratello Abele, i cui doni sono più graditi, e di superare ogni competizione. Dopo il delitto scoprirà che ha versato sangue invano e che i suoi guai non sono affatto finiti. Sembra una favola per bambini, per insegnar loro ad andare d'accordo, per spaventarli del castigo se litigheranno ancora per un gioco, per un gelato o per un futile motivo. Invece è la nostra storia di adulti incapaci di superare le nostre emozioni più tristi, di noi saggi, educati ai valori civili e morali, di noi buoni e aperti all'amore del prossimo. Almeno così crediamo. Finché un conflitto preciso, profondo e indiscusso, ci mette a confronto con gli altri e ripropone l'interrogativo: "Chi è meglio tra due?".
Se la vita è una valle di lacrime è anche a motivo di molti dolori inutili di cui si potrebbe fare a meno. Sono infatti numerosi gli atteggiamenti altrui da cui ci lasciamo troppo a lungo ferire, così come le cattiverie che infliggiamo agli altri, magari anche nella convinzione di far loro del bene. Lasciandosi guidare dalla semplicità delle cose è possibile non vergognarsi di stare a proprio agio in questo mondo e imparare a lasciarsi dietro le spalle molti motivi per cui inutilmente struggersi e soffrire. L'autrice accompagna col suo libro in un cammino di liberazione.