Ildegarda di Bingen (1098-1179), dal 2012 Dottore della Chiesa, è stata recentemente oggetto di una vera e propria riscoperta. La sua sensibilità per il mondo della natura, il suo ruolo da protagonista in una società ancora essenzialmente maschile, le sue numerose intuizioni e anticipazioni in tema di naturopatia e medicina, ne fanno una personalità di straordinario rilievo. La fondatrice del monastero di Bingen, in Germania, precorse i tempi anche nel concepire la cura come impegno sia attivo (aver cura di sé, prevenire la malattia) che passivo (accogliere l'intervento terapeutico). Per lei la guarigione coinvolge tanto il corpo quanto lo spirito, e le fonti del benessere sono le più varie: alimentazione, digiuno controllato, ritmi circadiani, piante, cristalli, ma anche la meditazione, la musica e la preghiera. Nelle pagine di questo libro, gli autori, dopo aver delineato il profilo e il pensiero di Ildegarda, ne ripropongono in chiave moderna i consigli su alimenti, stile di vita, piante e minerali, per ristabilire la salute e favorire il nostro benessere mentale, fisico, emozionale.
Culla di civiltà e crogiolo di culture, il Mediterraneo ha da sempre costituito un’arena di incontro e il luogo di genesi di processi storico-politici in grado di influenzare lo sviluppo di Oriente e Occidente. Oggi più che mai quest’area è tornata a essere uno dei grandi ‘scacchieri’ delle relazioni internazionali contemporanee. Il Mediterraneo sta vivendo un processo di ridefinizione strategica il cui risultato non è ancora chiaro; e questo proprio nel momento in cui, anche alla luce dei mutamenti nel contesto internazionale del ‘dopo 11 settembre’, diventa sempre più un crocevia in cui i principali attori della politica mondiale definiscono interessi, identità e politiche. Questo volume muove dall’assunto che sia utile analizzare la politica internazionale del Mediterraneo alla luce dei due grandi progetti politici di ridefinizione dello spazio mediterraneo oggi sul tavolo: da un lato, l’idea europea di una regione Euro-mediterranea e, dall’altro, l’idea statunitense di un Grande Medio Oriente. Gli autori dei saggi – accreditati specialisti arabi, europei e americani di relazioni internazionali – esprimono la propria analisi in maniera audace e allo stesso tempo scevra da eccessivi tecnicismi accademici, con l’obiettivo di produrre un quadro che possa essere di forte stimolo al dibattito intellettuale e politico sul futuro del Mediterraneo in un momento in cui questo tema assume sempre più rilevanza non solo nell’agenda politica internazionale, ma anche in quella nazionale.
Gli autori
Elisabetta Brighi insegna Politiche estere comparate all’Università Cattolica di Milano ed è stata Junior Research Fellow di Relazioni internazionali all’Exeter College, Università di Oxford. Ha curato il libro Pragmatism in International Relations (2008). Fabio Petito insegna Relazioni internazionali all’Università di Sussex e all’Università di Napoli ‘L’Orientale’. Ha curato Ritorno dall’esilio: la religione nelle relazioni internazionali (2006) e Civilizational Dialogue and World Order (2009).
Già allievo e poi successore di Wittgenstein sulla cattedra di Cambridge, John Wisdom (1904-1993) è stato una figura di primissimo piano nella filosofia inglese della prima metà del ’900, e tuttavia oggi è largamente quanto incomprensibilmente dimenticato. In parte, quest’amnesia può essere dovuta al suo stile letterario originale e al suo profondo interesse per la psicoanalisi e il romanzo, due cose poco comuni nel mainstream della filosofia anglosassone di oggi. Ha dato contributi originali su tutti i principali problemi epistemologici e metafisici della filosofia analitica; tra le sue opere: Le altre menti, Filosofia e psicoanalisi e Paradox and Discovery. Un aspetto particolare della produzione di Wisdom sono i lavori che ha dedicato alla religione e in particolare all’analisi della credenza in un Dio personale e in una vita oltre la morte, alcuni dei quali considerati ormai classici. Tra i suoi meriti in questo campo c’è anche quello di aver contribuito a superare l’idea della religione come discorso «privo di significato», una concezione tipica del positivismo logico e di cui lo stesso Wittgenstein, pur attribuendo alla religione un’importanza vitale, non era riuscito a disfarsi. Questo volume – in cui lo troviamo in dialogo con William James, Wittgenstein, Freud, Tolstoj e altri – raccoglie tutti gli scritti di Wisdom di argomento religioso, pressoché interamente inediti in italiano e con una nuova traduzione dell’unico già tradotto in precedenza, il celebre Gods, un saggio che ha lasciato un segno nella filosofia della religione contemporanea.
Sommario: Preposterous questions: John Wisdom e l’esperienza religiosa di Roberto Brigati. – John Wisdom. Profilo della vita e delle opere. – I. Dèi. – II. La logica di Dio. – III. Recensione a Malcolm Grant, A New Argument for God and Survival. – IV. Dio e il male. – V. La credenza religiosa. – VI. I significati delle domande sulla vita. – VII. Tolleranza. – VIII. Vita eterna. – IX. Il sogno di Mr. Köllerström: illuminazione e felicità. Alcune note. – Fonti. – Bibliografia. – Indice dei nomi.
È opinione comune che merito e meritocrazia fondino l'uguaglianza e la giustizia sociale. Ma esiste un modo "naturale" e definitivo di ordinare secondo il merito due azioni? Una società meritocratica è qualcosa di diverso da un ordine sociale basato sulla produttività? Partendo da un'analisi filosofica del concetto stesso di merito, l'autore ne mette in luce la fondamentale ambiguità semantica, dimostrando che i suoi criteri di attribuzione possono avere un valore morale differente e che una prestazione rischia di essere giudicata meritevole in quanto corrisponde a criteri che a loro volta non sono giusti.